ALBERTO MATTEI NOMADE DIGITALE LEADER ITALIANO DI QUESTO STILE DI VITA

Negli ultimi anni, si è sviluppata un’altra possibilità riguardo la necessità e la voglia di mollare tutto.

Oltre all’espatrio, esiste infatti la possibilità di diventare nomade.

Un concetto che si riallaccia al significato storico di questa parola, ma che, con l’uso di internet e degli altri strumenti informatici, ha assunto un significato se non diverso, sicuramente nuovo: oggi si parla, infatti, di nomade digitale.

Leader italiano di questo stile di vita, è senza dubbio Alberto Mattei, fondatore del sito www.nomadidigitali.it

E, dato che nessuno meglio e più di lui conosce l’argomento, attraverso una lunga ed approfondita intervista, saremo in grado di capire se essere un nomade digitale puo’ veramente fare a caso nostro.

Alberto Mattei Nomade Digitale leader italiano di questo stile di vitaCiao Alberto, è un piacere averti tra noi! Ti va di dire ai nostri lettori di dove sei e che lavoro fai?

Ciao, mi chiamo Alberto Mattei, ho 45 anni, sono nato a Roma e avendo la possibilità di lavorare ovunque, ho scelto da qualche anno di trasferirmi come base in Toscana, nella provincia di Livorno. 


Sono un consulente freelance di comunicazione online. Aiuto privati e piccole aziende a sviluppare progetti web e a curare efficacemente la loro presenza sui social media.

Sono inoltre un micro editore online indipendente, fondatore e curatore di Nomadi Digitali, un progetto di comunicazione online che si rivolge a tutti coloro che vogliono capire come sfruttare le opportunità del web per rendersi finalmente liberi di poter vivere e lavorare ovunque.

Quando hai adottato questa filosofia… questo stile di vita?

Per tutta la vita ho cercato di trovare uno stile di vita non convenzionale, più in linea con quelli che sono i miei veri interessi e le mie passioni.

Prima di avviare il mio progetto online, per diversi anni ho collaborato come freelance con diverse società nel settore della comunicazione, organizzazione di eventi e produzione di spot pubblicitari, cercando sempre di sfruttare la temporaneità di questi impieghi per poter avere la possibilità di dedicarmi alla mia passione per i viaggi a lungo termine.

Poi la paura di non avere una sicurezza per il futuro mi ha spinto a cercare un lavoro più stabile, così a 35 anni ho firmato in Italia il mio primo contratto a tempo indeterminato, ma mi sono licenziato prima ancora di maturare la prima e ultima tredicesima della mia vita.

Non riuscivo proprio a sacrificare tutta la mia vita per le regole imposte dal sistema: lavora – produci – consuma.

Dopo aver lasciato il lavoro, con la mia piccola liquidazione e i pochi risparmi messi da parte, sono partito per un viaggio alla ricerca di me stesso e della giusta ispirazione, senza necessariamente inseguire, come molti,  il mito di Puerto Escondido.

Era il 2008 quando in Messico per la prima volta ho incontrato una nomade digitale, una ragazza americana che lavorava dal suo computer portatile dalla sua casa di fronte a una delle spiagge più belle del mondo!

Fino a quel momento ignoravo completamente l’esistenza di persone che riescono a vivere ovunque nel mondo lavorando grazie ad un computer portatile e una connessione a Internet.


Ho pensato che questa potesse essere veramente una grande svolta, per chi come da sempre ha sognato di poter lavorare spostandosi senza dover necessariamente espatriare e iniziare da capo in un nuovo Paese.

Da quel momento in poi ho iniziato a intraprendere un percorso personale e professionale per avvicinarmi sempre di più alla filosofia di vita e di lavoro dei nomadi digitali.

E’ stata una scelta che ha pesato a livello relazionale? O meglio, quali sono i sacrifici a cui sei dovuto sottostare, e gli eventuali problemi, sia nel mondo del lavoro che affettivo, i quali bisogna tenere in conto?

Essere nomade digitale è prima di tutto una scelta di vita.
Purtroppo, l’idea nomade digitale è spesso associata a un solo tipo di nomade digitale, vale a dire giovane, blogger di viaggi o scrittore freelance che se ne va in giro per il mondo con uno zaino sulle spalle.

In realtà non è così, la maggioranza dei nomadi digitali non sono necessariamente blogger, ma sono piuttosto imprenditori, startupper e liberi professionisti, non necessariamente giovani, che svolgono le professioni più diverse rispetto a quello che l’idea diffusa sulla blogosfera digitale vorrebbe farci credere.


Nell’era del digitale, fare impresa o lavorare otto ore al giorno chiusi in un ufficio è solo una delle possibilità, ma fortunatamente non è più la sola.

Un nomade digitale è semplicemente qualcuno che utilizza le tecnologie digitali per lavorare da luoghi diversi nel mondo.

Dove come e in quale modalità farlo, ognuno è libero di sceglierlo in base alle proprie esigenze personali.


Le nuove tecnologie digitale ci offrono questa possibilità e ci permettono quindi di fare delle scelte di vita  alternative a quelle tradizionali, ma come tutte le scelte che si fanno, necessariamente comportano dei compromessi. 


Questi compromessi non influiscono più di tanto sull’aspetto relazionale o lavorativo, se scegliamo un modello di vita alternativo è perché lo desideriamo e siamo convinti che questo possa farci felici, da soli o condividendolo con la nostra famiglia.

La vera difficoltà, quello che io vedo come il vero scoglio da superare, è avere la capcità di mettere in discussione e lasciarsi serenamente alle spalle un modello di sviluppo tradizionale che fino ad ora ci ha portato a cercare la felicità nella stabilità, la sicurezza nel posto di lavoro fisso e il benessere nelle proprietà immobiliari.

Alberto Mattei Nomade Digitale leader italiano di questo stile di vitaCosa si intende quando diciamo che una alternativa all’espatrio dall’Italia, sarebbe quella di diventare nomade digitale?

Non credo che diventare nomadi digitali sia un’alternativa all’espatrio dall’Italia, ma all’espatrio in generale e non mi riferisco chiaramente a chi è costretto a espatriare dal proprio Paese per motivi di sopravvivenza o per fuggire a persecuzioni politiche, religiose, ma a chi fa del nomadismo il proprio orizzonte personale e professionale.

A chi ha voglia di ridisegnare in chiave mobile la propria vita.

Oggi è sotto gli occhi di tutti che da una parte il mercato del lavoro si sta spostando verso forme di  mobilità e di flessibilità e, al tempo stesso, lo sviluppo tecnologico è finalizzato sempre di più ad agevolare la mobilità individuale.

Viaggiare è diventato molto più facile ed economico di un tempo e un’esperienza di vita all’estero diventa un’opportunità di arricchimento professionale, intellettuale e culturale e non è più semplicemente un momento di svago e di evasione dalla routine quotidiana.

In estrema sintesi possiamo dire che la mobilità’, professionale, tecnologica, culturale, inizia a imporsi come base di un nuovo modello di sviluppo sostenibile. Sta a noi volgerla in positivo e non subirla.

In questo contesto un nomade digitale, rendendosi indipendente da un luogo fisico, è libero di poter viaggiare e di potersi spostare ovunque nel mondo, come di trascorrere lunghi periodi in un Paese o di alternare lo stare in italia con altre mete, seguendo aspirazioni e interessi personali.

Essere espatriato pero’ non preclude il fatto di poter essere anche nomade digitale, o no?

Assolutamente no, essere nomade digitale significa avere la possibilità di lavorare ovunque, poi ognuno di decide dove andare e quanto tempo fermarsi.

E’ chiaro che se sceglie di fermarsi a lungo termine in un Paese straniero sarà obbligatorio regolarizzare la  posizione in merito al permesso di soggiorno in quel determinato paese.

Ci tengo a precisare però che è possibile essere nomadi digitali pur continuando a rimanere nel proprio paese di origine o magari in Europa dove è molto più facile ottenere permessi di soggiorno al lungo termine.

Ma, quindi, cosa significa essere nomade digitale?

Significa avere la possibilità di lavorare spostandosi…

In estrema sintesi possiamo dire che un nomade digitale è semplicemente una persona  che utilizza le tecnologie digitali per poter vivere e lavorare ovunque nel mondo vi sia una connessione alla rete…

Chi potrebbero essere i professionisti in grado di poter diventare nomadi?

Potenzialmente possono diventare nomadi digitali tutte quelle persone, come  professionisti, piccoli imprenditori e lavoratori freelance che, sfruttando Internet, sono in grado di offrire in remoto prodotti o servizi ai propri clienti. 

Un nomade digitale è anche un minimalista?


Si, da sempre il nomade non accumula; contrariamente a ciò che l’uomo sedentario ha sempre cercato di fare.

Noi siamo cresciuti con la convinzione che il nostro obiettivo fosse quello di avere una grande casa piena di oggetti. In realtà più cose materiali noi possediamo e più ci sentiamo legati ad esse.

Noi crediamo invece che oggi la vera ricchezza siano il tempo e la mobilità, quindi tendiamo a eliminare tutto ciò che è superfluo e in un modo o in un altro possa impedirci di sentirci liberi.

Quanto deve essere tecnologico un nomade digitale?

Senz’altro la tecnologia è il nostro migliore alleato ma per noi non è fine a se stessa.

Grazie ad essa  abbiamo la possibilità di portare in viaggio con noi tutto ciò di cui abbiamo bisogno per mantenere la nostra identità: il nostro lavoro, i nostri contatti, i nostri libri, la nostra musica, solo per fare degli esempi.

Per noi  la tecnologia è un mezzo, uno strumento che utilizziamo per lavorare, per comunicare, per raggiungere i nostri clienti, per rimanere in contatto con i nostri amici e parenti e condividere informazioni che arricchiscono la nostra esperienza.



Oggi a mio modo di vedere  saper usare gli strumenti digitali di comunicazione dovrebbe rientrare nel bagaglio culturale base di un persona, non occorre essere degli  informatici o dei programmatori per poterne sfruttare le opportunità, a mio modo di vedere occorre semplicemente avere interesse verso le nuove tecnologie.

Alberto Mattei Nomade Digitale leader italiano di questo stile di vitaCosa diresti a chi vorrebbe diventare nomade digitale pero’ ha paura di lasciare il posto fisso?

C’è una età massima per diventarlo? E quanti soldi ci vogliono per iniziare?



Direi di tenersi stretto il posto fisso!  

Ovviamente la mia è una battuta ma ripeto, diventare nomade digitale non significa cambiare lavoro, significa fare una scelta di vita alternativa e quindi, come tutte le scelte di vita, richiede una forte motivazione personale.

Per intraprendere un cambiamento del genere è necessario impegnarsi molto e superare una serie di ostacoli.



La paura del cambiamento è essenzialmente la paura di uscire dal proprio ambiente protetto.  

La rottura di un equilibrio ci fa paura, ci inquieta e spesso ci immobilizza.

Ma l’affrontare una situazione nuova è anche e soprattutto una possibilità per migliorarsi, per rimettersi in gioco e dare ascolto ai nostri bisogni interiori.

Ecco perchè è indispensabile prima di tutto fare chiarezza sulle quali sono le motivazioni reali che ci spingono a cambiare e quali gli obiettivi che si vogliamo raggiungere… e poi dobbiamo agire: non esiste cambiamento senza azione.

Io non credo ci sia un limite di età per diventare un nomade digitale e soprattutto non serve mollare tutto per iniziare questo percorso.

L’obiettivo di rendersi indipendenti e liberi di poter vivere e lavorare ovunque, richiede tempo e deve essere raggiunto facendo un passo alla volta, iniziando proprio dal cambiare le nostre abitudini. Non possiamo fare una rivoluzione se non la facciamo prima dentro di noi.



Credo che l’unico vero investimento necessario e che valga la pena di fare sia in formazione, ovvero investire sulla conoscenza per poter acquisire quelle competenze che ci mancano per riuscire a crearci un’alternativa professionale e rivendere le nostre competenze utilizzando il web.

E, invece, a chi sconsiglieresti di diventare nomade digitale?

A chi ha bisogno di trovare la sua felicità nella stabilità, la sicurezza in un posto di lavoro fisso e il benessere nelle proprietà immobiliari e lo sconsiglierei anche a chi sta semplicemente cercando una via di fuga, un’evasione dal quotidiano.

Ottimi consigli. Te la sentiresti di elencare i dieci “comandamenti” per un nomade digitale?

Per rispondere a questa tua domanda sul sito Nomadi Digitali ho creato un “Manifesto”, per condividere con tutte le persone che vogliono avvicinarsi a questa nuova filosofia di vita e di lavoro i principi in cui crediamo e sui quali vogliamo costruire e sviluppare il nostro progetto.

Alberto Mattei Nomade Digitale leader italiano di questo stile di vitaCosa possiamo trovare nel tuo sito www.nomadidigitali.it?


Oltre al Manifesto di cui abbiamo appena parlato, sul sito nomadi digitali, c’è una sezione dedicata alle storie di successo, dove raccontiamo e intervistiamo persone che ce l’hanno fatta e grazie al web riescono a vivere e lavorare viaggiando per il mondo.



Una sezione è dedicata alle risorse e ai servizi che noi utilizziamo e che ci servono per vivere e lavorare ovunque sfruttando Internet.

Il sito ospita poi un blog collaborativo, dove altri nomadi digitali condividono i loro consigli e le loro esperienze personali.

Per chi si avvicina al mondo del Web per la prima volta e vuole capire quali siano le opportunità che questo offre, sul sito ci sono due guide scaricabili gratuitamente. 



Inoltre, iscrivendosi alla nostra newsletter, è possibile ricevere un ebook per scoprire la nuova filosofia di vita e lavoro dei Nomadi Digitali e mensilmente una newsletter con tutte le ultime novità dal mondo  dei Nomadi Digitali.

Grazie Alberto! Ma prima di salutarti, ci potresti dire la frase che più ti motiva nel perseguire questa scelta di vita?

E’ una frase di Mark Twain:

“Tra vent’anni non sarete delusi delle cose che avete fatto ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l’ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite.”

www.nomadidigitali.it

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Di Rocco Mela

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