Cinzia e Mauro: due reggiani che si sono trasferiti a vivere a Bali

Cinzia e Mauro hanno deciso di mollare tutto e trasferirsi a Bali in Indonesia.

“Non sono stata io a mollare tutto, ma mio marito Mauro: lavoravamo nella stessa ditta a Reggio Emilia, avevamo entrambi un buon stipendio, ma anche lui artista mancato, uomo solare ed  estroverso dopo trenta anni di ufficio, aveva ancora più di me il desiderio di mollare tutto.

Il periodo in ufficio non era dei migliori, l’aria era sempre pesante, la crisi del momento, diversi cambi della gestione, io che non stavo bene fisicamente. A fine estate  2014 ero a letto in convalescenza dopo un intervento.

Una sera è rientrato a casa dicendo che aveva comunicato al lavoro che noi saremmo andati via, era successo, l’aveva fatto, sono stata una settimana senza parlare, non dormivo la notte, mangiavo poco, stavo male al pensiero di mollare tutto, era quello che volevo da anni, quante volte l’avevo desiderato, sì, ma adesso come avremmo fatto? Eravamo entrambi senza lavoro…

Ci ho messo qualche settimana a realizzare che finalmente  eravamo liberi e con una nuova vita davanti a noi…”

Cinzia Gallastroni vivere a BaliCiao Cinzia, raccontaci un po’ di te… come ti chiami, di dove sei e cosa facevi quando eri in Italia?

Ciao sono Cinzia, per tutti  Brusen (Bru) sono nata a Firenze 52 anni fa’, fin da piccola ho vissuto un po’ qua e là cambiando diverse città, gli ultimi quindici anni li ho passati (per amore) a Reggio Emilia.

L’arte la fotografia e i viaggi sono sempre stati parte di me.

Ho cambiato tanti lavori, mi è sempre piaciuto reinventarmi, ho fatto la vetrinista, la pittrice e restauratrice, la commessa, infine l’impiegata amministrativa.

Quando e perché è arrivata la voglia o la necessità di lasciare l’Italia?

Una nomade nell’anima è difficile da confinare, soprattutto se deve passare le sue giornate davanti a un pc rinchiusa in un ufficio.

La voglia di scappare era tanta, ero insofferente, appena potevo viaggiavo, finivo un viaggio e già ne programmavo un altro, era la mia unica via di fuga, ritornare a casa era ogni volta più pesante, sentivo sempre più il desiderio di scappare via, ma il senso di responsabilità verso la famiglia e anche un bel po’ di timore per una vita d’incogniti mi facevano desistere, era difficile mollare tutto e andarsene.

Infatti, non sono stata io a mollare tutto, ma mio marito, Mauro, noi lavoravamo nella stessa ditta, avevamo entrambi un buon stipendio, ma anche lui artista mancato, uomo solare ed  estroverso dopo trenta anni di ufficio, aveva ancora più di me il desiderio di mollare tutto.

Il periodo in ufficio non era dei migliori, l’aria era sempre pesante, la crisi del momento, diversi cambi della gestione, io che non stavo bene fisicamente.

A fine estate  2014 ero a letto in convalescenza dopo un intervento. Una sera Lui è rientrato a casa dicendo che aveva comunicato al lavoro che noi saremmo andati via, era successo, l’aveva fatto, sono stata una settimana senza parlare, non dormivo la notte, mangiavo poco, stavo male al pensiero di mollare tutto, era quello che volevo da anni,  quante volte l’avevo desiderato, sì, ma adesso come avremmo fatto ? eravamo entrambi senza lavoro…

Ci ho messo qualche settimana  a realizzare che finalmente  eravamo liberi e con una nuova vita davanti a noi.  

Cinzia Gallastroni vivere a BaliPerché hai scelto proprio l’lIndonesia e in quale località vivi?

Da qua in poi era compito mio, eravamo nel mio terreno, Mauro mi ha dato carta bianca… Come viaggiatrice non mi sono mai data confini, ho valutato diversi paesi, amo il mondo e il poter scegliere un paese, dove vivere, mi ha gasato non poco.

Ero elettrizzata, sarei andata ovunque, ma alla fine la scelta doveva essere una.

Per l’Asia ho una vera e propria passione, Bali, dove ero stata più volte nel corso degli anni, mi era sempre rimasta nel cuore.

L’amore per le isole, il mare, i vulcani, l’esotico, il sole  dove altro mi poteva portare!

L’idea di Bali è piaciuta subito anche a Mauro, arrivati a questo punto, dovevamo solo fare un’ulteriore verifica, siamo partiti per l’Indonesia, per un mese intero abbiamo visitato Bali cercando di vederne il più possibile, poi abbiamo visitato Lombok, le isole Gili, Flores, Komodo, tutti posti bellissimi per passarci una vacanza, ma non per viverci, ci siamo resi conto che ci mancava Bali, era fatta, quest’isola ci aveva definitivamente conquistato.

Dopo tante ricerche abbiamo trovato la nostra casa, piccola e semplice con un giardinetto ricolmo di alberi di frangipani, vicino al mare a Sanur.

Sei partita da sola o con la famiglia o partner?

In due Bru e Gat  (io e Mauro).

Avevi già vissuto all’estero per lunghi periodi prima?

No

In che cosa consiste la vostra attività?

Quale attività? Abbiamo 52 e 56 anni, Mauro ha  deciso di  fare il giovane pensionato, surf, motorino, passeggiate, mare, sole, fotografia, viaggi, lettura, cucina, gli interessi non gli mancano…

Io voglio provare a fare quello che mi riesce meglio, viaggiare e far viaggiare, ho aperto un piccolo sito, Bru e Gat Indonesia for you – chissà magari riesco a realizzare anche questo sogno, vedremo.

Cinzia Gallastroni vivere a BaliQuali differenze sostanziali hai avuto modo di riscontrare a livello lavorativo e di stile di vita rispetto all’Italia?

Per chi come noi usciva da casa al mattino per ritornarci solo la sera tardi, la vita è cambiata eccome, siamo padroni del nostro tempo, una sensazione bellissima che nessun denaro può comprare, ma questo lo sarebbe in qualsiasi posto del mondo.

In Asia i ritmi sono più lenti, la vita scorre in maniera meno frenetica, è più vita!

Il moderno è sempre intrecciato al passato, la cultura alla religione, è un mix che conquista.

Cos’altro hai notato della società locale?

Diciamocelo chiaro, ogni posto del mondo è paese, ovunque ci sono pro e contro.

Bali non è certo la classica isoletta tropicale tutte palme e lagune blu, è trafficata incasinata, caotica, la definisco l’isola imperfetta, può suonare strano ma è proprio la sua imperfezione che mi ha conquistato.

Culturalmente è uno scrigno unico e raro, Bali è difficile da spiegare bisogna viverla capirla e amarla.

L’Indonesia così come gran parte dell’Asia è in continua e costante crescita, si evolve rapidamente, anche troppo, la sicurezza è ancora buona, ma i problemi sono tanti, lo smaltimento della spazzatura, il traffico esagerato, l’inquinamento, lo sfruttamento del territorio, gestire isole super popolate non è facile, ci sono aspetti delicati legati alla religione, ad antiche pratiche animiste, sicuramente non hanno i grossi problemi dovuti all’immigrazione che esistono in Italia, anche se gli immigrati ci sono, Italiani, nord Europei, Australiani.

La politica penso sia uguale in ogni paese, ne capisco poco di quella italiana figuriamoci di quell’Indonesiana.

La nota più dolente in Indonesia è la sanità, meglio non averne bisogno, le uniche strutture consigliabili sono private a pagamento e care, obbligo quindi avere un’adeguata copertura sanitaria.

Nella stagione umida i casi di dengue sono tanti, occorre  curarsi bene e ci vogliono  parecchi soldini.
 
Cinzia Gallastroni vivere a BaliCome è avvenuta la tua integrazione in una realtà locale sostanzialmente differente da quella italiana?

Per un viaggiatore è abbastanza facile integrarsi, il rispetto, la curiosità, la voglia di conoscere, di imparare usanze, una lingua nuova, fa parte del bagaglio.

Vivere a Bali sotto quali aspetti è meglio che in Italia? E sotto quali aspetti è peggio?

Sanur è una piccola cittadina di mare, l’aspetto è abbastanza Europeo, non manca nulla, locali ristorantini, bar, pasticcerie gelaterie, abbastanza turistica ma non troppo affollata o caotica.

La differenza da Reggio Emilia è notevole.
La cosa peggiore del vivere qui è che comunque in Asia non ti mimetizzi, sei e rimani uno straniero.

Non è facile farsi accettare, guadagnare la loro stima e farsi amici locali che siano totalmente disinteressati.
 
Cinzia Gallastroni vivere a BaliConsideri l’Italia un ricordo, hai nostalgia, cosa ti manca da quando sei via?

L’Italia è il mio paese, uno splendido paese, ma non ne ho nostalgia,  
qualche volta forse mancano i sapori Italiani, i paesaggi con i cipressi della mia Toscana.

La cosa più brutta è la lontananza dai vecchi amici, la famiglia gli affetti, quelli mancano eccome e non sono rimpiazzabili.
 
Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Sempre a Bali o altrove?

Vivo il presente, progetti futuri per adesso non ne voglio fare vedremo strada facendo.  
 
Cosa consiglieresti ad altri italiani che desiderassero trasferirsi a vivere a Bali?

Di fare questo passo solo se veramente convinti, non è una passeggiata, ci sono da affrontare pratiche burocratiche, traslochi internazionali, l’eldorado non esiste ne qua ne in nessun altro paese, se consapevoli di questo, fatelo, il mondo vi aspetta.     

Che tipo di lavoro, attività o investimento pensi sia conveniente praticare per un italiano a Bali?

A Bali è difficile trovare lavoro, l’unica possibilità per uno straniero è investire in qualche attività ma in quest’isola ormai non manca più nulla.
 
Cinzia Gallastroni vivere a BaliPensi che ci siano molti italiani che vivono a Bali, li frequenti?

A Bali ci sono molti Italiani, con alcuni di loro si è instaurata una buona amicizia.

Ci si ritrova a cena,  in spiaggia, si condividono esperienze, locali nuovi, piccole gite insieme.
 
A che profilo di persone consiglieresti Bali come meta per espatriare?

Bali è adattissima per i pensionati, soprattutto se  dinamici, curiosi, attivi.

Non la consiglierei agli studenti, poco adatta anche alle famiglie, la scuola internazionale e la sanità sono costose, per gli imprenditori con buoni capitali è ok, ma questa è una categoria di eletti che può trasferirsi  qua come in gran parte del globo.

Di Massimo Dallaglio

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