Due amici, due vite, un solo sogno: fare il giro del mondo
E’ questa l’impresa che stanno compiendo Francesco Zamburlini e Stefano Tagliabue, due ragazzi Italiani partiti il 5 ottobre per fare il giro del mondo, in un anno, zaino in spalla.
Li abbiamo intervistati un anno fa (Leggi qui), quando il loro viaggio era ancora in fase organizzativa e poteva sembrava solo un sogno; e siamo lieti di poterli intervistare nuovamente oggi che il loro sogno è diventato realtà.
Nell’ intervista di oggi ci raccontano del loro straordinario viaggio, per dimostrarci che “realizzare i propri desideri è possibile, basta volerlo”.
Ciao Francesco e Stefano e benvenuti a MolloTutto. Presentatevi ai nostri lettori
Buongiorno a tutti i lettori di MolloTutto, ed in particolare agli appassionati di viaggi!
Siamo Francesco Zamburlini e Stefano Tagliabue, due ragazzi di 30 e 33 anni originari della provincia di Como, entrambi ingegneri, informatico e gestionale, con un particolare propensione, e direi passione o quasi mania, per il viaggiare.
Avete deciso di cambiare vita e lasciare il lavoro per dedicarvi ad una vita fatta di viaggi. Raccontateci come e quando è avvenuta questa scelta.
Sin da piccoli, prima con la nostra famiglia, poi con gli spiccioli risparmiati con qualche lavoretto, abbiamo iniziato a viaggiare, soprattutto per la nostra bella Italia e l’Europa; ma al ritorno da ogni viaggio il pensiero era sempre lo stesso: “ci sarebbe voluto più tempo”.
Nel marzo 2014, dopo l’ennesimo viaggio da cui rientravamo con il medesimo pensiero, abbiamo preso la decisione che nell’ ottobre 2016, qualunque cosa sarebbe successa, saremmo partiti per fare il giro del mondo, in un anno, zaino in spalla.
E così è stato.
Qual’era il vostro itinerario di viaggio? Quali sono le tappe già compiute, e quali quelle ancora da compiere?
Partire dalla Russia ed attraversarla tutta con il famoso treno transiberiana; attraversare poi la Mongolia e la Cina, e giungere nel sud-est asiatico per vagarlo completamente, fra Vietnam, Tailandia, Cambogia, Laos, e ancora Filippine e Singapore.
Cambiare poi continente ed andare in Australia, per girarla in “un mese on the road”; continuare facendo tappa in Nuova Zelanda, e attraversare poi l’oceano per approdare in Sud America a Santiago del Cile, dopo essersi fermati sull’isola di Pasqua ad ammirare i Moai.
Successimene, nella seconda metà del viaggio, prendersi 5 mesi per risalire il Sud-America, partendo dalla Patagonia, passando poi per Argentina, Brasile, Bolivia, Perù, Ecuador dove ci troviamo ora, fino ad arrivare al centro America, poi Messico e Cuba.
Quali sono le difficoltà maggiori che affrontate nel vostro viaggio in giro per il mondo?
Tante, ma fino ad ora nessuna insuperabile.
La prima che si è parata davanti a noi è stata la lingua, nell’oltre un mese che abbiamo viaggiato per la Cina. Nessuno parlava inglese o lingue occidentali, ed i caratteri scritti erano tutti completamente diversi e assolutamente non intuibili; sommati agli usi e costumi completamente diversi dai nostri, ci ha messo in seria difficoltà.
Fortunatamente due amici della nostra città, che ora vivono stabilmente in Cina, ci hanno dato un bel po’ di suggerimenti su come muoverci.
Ad esempio è utile sapere che esistono “hotel” solo per cinesi, che gli occidentali non possono usare; le carte di credito europee non sono accettare se non in un paio di banche, e i siti americani come Google, Google Maps, Gmail e social non funzionano, se non con una vpn.
Ordinare da mangiare, senza sapere cosa ci sia scritto, spesso è un terno al lotto; e le loro spezie, soprattutto l’uso molto abbondante del piccante, non aiutano.
Insomma, la Cina è stata la prima grande avventura del nostro viaggio.
Poi le Filippine, dove per una serie fortuita (e sfortunata) di eventi, ci siamo ritrovati in piena notte in un quartiere davvero poco raccomandabile e siamo riusciti ad uscirne solo grazie al buon cuore e all’onestà di un taxista, che ci ha aspettato e fatto da guida per quasi 2 ore, dall’ 1 alle 3 di notte.
Infine, un’altra difficoltà è stata riuscire a girare l’Australia per oltre un mese; non da un punto di vista della sicurezza o della comunicazione, ma per il costo. Ovviamente noi abbiamo un budget controllato, e l’Australia è davvero cara!
Anche qui però, con qualche escamotage, siamo riusciti a vedere tutto quello che desideravamo con serenità.
Cosa state imparando viaggiando e come senti di essere cambiati?
Viaggiare insegna prima di tutto a cavarsela e a trovare una soluzione in ogni situazione; e senza alcun dubbio aumenta il proprio “problemsolving” di moltissimo.
Insegna ad uscire dall’ordinario, dalle proprie comodità e dalla propria “comfort zone”.
Insegna ad avere un grande spirito di adattamento, e che tante “preoccupazioni o attenzioni” che ci attanagliano nella nostra “vita da cittadini”, in realtà sono superflue.
Quali sono i vostri futuri sogni nel cassetto?
Siamo partiti non perché la nostra città ci stesse stretta, ma perché volevamo esplorare il mondo e avere, per una volta nella vita, la possibilità di girarlo; se non tutto, almeno tanto.
Avere il tempo di esplorare tutte quelle zone che avrebbero richiesto più delle tre canoniche settimane di ferie estive.
Ci piacerebbe proseguire il viaggio, ripercorrendo magari quella che era una volta l’antica via della seta, da Como fino all’Indocina, tutto “on the road”.
Per ora è un sogno, come lo era questo, ma staremo a vedere anche in funzione delle diverse richieste di collaborazione che abbiamo ricevuto fino adesso.
In base alla vostra esperienza, cosa vorreste dire o consigliare a chi vorrebbe fare la vostra stessa scelta?
Viaggiate. Il secondo consiglio è come il primo. Ed il terzo, pure.
In molti stati, nel nord Europa o in Australia, è quasi una prassi per i ragazzi, finite le scuole superiori o l’università, quella di affrontare un’esperienza all’estero; alle volte di lavoro, alle volte semplicemente di viaggio. Ecco, noi crediamo che questa esperienza di vita sia fondamentale.
La crescita derivata da un viaggio, e difficilmente la si può acquisire in altro modo.
Che reazioni avete ricevuto da parte dei vostri amici e dal web?
Da quando abbiamo deciso, di partire fino ad oggi, abbiamo riscontrato un sacco di reazioni positive.
Tutti hanno riconosciuto l’importanza e il valore dell’esperienza. Sul web, però, il riscontro che abbiamo ricevuto è stato decisamente ben oltre ogni nostra aspettativa; con tante visualizzazioni, messaggi ed interazioni.
Solo la nostra pagina Facebook ha oltre 5,2 mila followers, ed il blog una media di 15 mila letture al mese.
Crediamo che il successo di questi numeri stia nella semplicità con cui raccontiamo ogni cosa, nel non usare filtri o montaggi, ma nel raccontare con semplicità le vita che viviamo ogni giorno in viaggio.
Per chi volesse seguire la vostra avventura, ecco i nostri canali social:
Sito Web: www.BeWorldCitizens.com
Pagina Facebook: BeWorldCitizens
Instagram: BeWorldCitizens
Vorreste aggiungere qualcosa per i nostri lettori?
Si.
Seguite sempre i vostri sogni, non mollate mai, non senza neanche averci provato; e forse, diventeranno realtà.
E grazie a tutti voi per averci dato la possibilità di raccontare la nostra storia.
Di Annalisa Galloni