Jacopo Di Biase: il giro dei 196 paesi del mondo

Jacopo Di Biase ed il giro dei 196 paesi del mondo.

Pensate che mollare tutto per visitare i 196 paesi del mondo sia solo un sogno? Per questo giovane ragazzo 29enne sembra invece essere diventato realtà.

Oggi vi raccontiamo l’incredibile storia del giovane ragazzo 29enne Jacopo Di Biase che sta compiendo il giro dei 196 paesi del mondo. Sogno o realtà? sarà lui a dimostrarcelo nel tempo; per ora ecco la sua intervista.

Jacopo Di Biase: il giro dei 196 paesi del mondo

Ciao Jacopo e benvenuto a Mollotutto; presentati ai nostri lettori e raccontaci la tua storia.

Ciao a tutti i lettori di Mollotutto! Mi chiamo Jacopo, fra pochissimo compirò 29 anni e circa 2 anni fa ho mollato tutto e sono partito per realizzare una grande e lunga impresa: Il giro dei 196 paesi del mondo!

Ad un certo punto della tua vita, hai deciso di mollare tutto per viaggiare alla scoperta del mondo. Come e quando è avvenuta questa scelta?

Ad un certo punto della mia vita è accaduto qualcosa che ha cambiato per sempre il mio modo di vedere il mondo e la vita stessa. Ma la mia storia ha avuto inizio ben prima, già al termine degli studi universitari, quando iniziai a lavorare per Esselunga S.p.A.

A due anni dall’inizio mi ritrovavo ad aver fatto carriera molto rapidamente, con un lavoro che assorbiva già quasi tutta la mia vita, e mi lascia il tempo per viaggiare soltanto durante le ferie.

Di quanto stiamo parlando, un mese all’anno più qualche week-end? Io volevo di più.

Iniziai a cercare delle soluzioni e arrivai persino a licenziarmi per provare ad avviare un’azienda tutta mia: “Vale la pena tentare” pensavo ” se ben avviata, nel giro di qualche anno potrei avere molto più tempo e soldi a disposizione per viaggiare”. Ma quell’esperienza non funzionò, se pur mi insegnò tanto.

Trovai un altro lavoro e iniziai anche a lavorare ad un altro progetto d’impresa, che mi sembrava migliore e più funzionale; però sentivo dentro di me che c’era qualcosa che non tornava, nella mia formula per riuscire a viaggiare più spesso.

Poi a un certo punto accadde qualcosa che cambiò per sempre il corso della mia vita.

Cosa?

Jacopo Di Biase: il giro dei 196 paesi del mondo
Islanda: cascata con arcobaleno

Tutto accadde quasi per caso.

Nell’estate del 2015 decisi di fare il mio primo viaggio “zaino in spalla”, per dirlo in inglese, il mio primo “backpacking”, da Milano a Capo Nord, in Norvegia.

Un viaggio via terra, in solitaria, con solo un piccolo zaino da 10 kg ed un budget estremamente ridotto; fino ad allora non avevo mai vissuto nulla di simile, avevo fatto soltanto esperienze di vacanze diciamo…più tradizionali.

Quell’esperienza mi cambiò profondamente.

È difficile descriverlo in poche righe: l’avventura che ti fa sentire in un film, la bellezza della natura che ti da una serenità senza eguali, la scomodità e i lunghi viaggi che ti donano pazienza, costanza e spirito di adattamento;

i panorami mozzafiato che ti fanno commuovere, il parlare lingue straniere che ti fa sentire in grado di connetterti con il mondo intero, gli incontri casuali con persone fantastiche;

e le culture diverse che ti aprono la mente, la sensazione di fiducia in te stesso che provi quando arrivi alla meta, e la sensazione di estrema e completa libertà che neanche immaginavo possibile.

Stando da solo per tanti giorni, avendo spesso la sola compagnia di me stesso, riuscii a guardarmi dentro con una profondità che non avevo mai sperimentato prima, fino a che arrivai a pormi delle domande:

Sto utilizzando il mio tempo per costruire qualcosa che mi dia più tempo?

Gli anni passano e continueranno a passare velocemente; perché non dovrei ribaltare il paradigma e godere subito del mio tempo, invece che aspettare?

Jacopo Di Biase: il giro dei 196 paesi del mondo
Jacopo Di Biase

Io voglio che queste emozioni siano la mia quotidianità; voglio viaggiare, tanto e adesso, e voglio esplorare il mondo, perché allora subordino la vita che voglio all’ottenimento di un qualcos’altro? Perché non dovrei fare subito quello che voglio? Cosa realmente me lo impedisce?

La risposta era semplicemente: “niente”.

Da un momento all’altro, quasi per magia, mi fu chiaro tutto quello che dovevo fare.

Com’è stata accolta da parenti ed amici la notizia della tua partenza?

Ottima domanda. Queste sono decisioni che provocano nei tuoi affetti reazioni contrastanti.

Ti amano e sono felici per te, perché ti vedono entusiasta.

Ti amano e sono un po’ tristi, perché per molto tempo non sarai più lì con loro.

Questa sfera è forse la più difficile da affrontare quando decidi di partire a tempo indeterminato, e la più difficile da vivere quando sei in viaggio.

Per loro, ma anche se a volte può non sembrare, lo è soprattutto per te che parti e sei via.

In quali Paesi sei già stato/a e quali invece sono tra le tue prossime tappe?

Nel mondo ci sono 196 Nazioni: attualmente ho da poco superato 1/10 del mio percorso totale, visitando un totale di 20 paesi:

Italia, Svizzera, Austria, Repubblica Ceca, Croazia, Grecia, Spagna, Francia, Germania, Olanda, Danimarca, Norvegia, Lituania, Lettonia, Estonia, Finlandia, Russia, Regno Unito, Irlanda, Islanda.

In questo preciso momento mi trovo in Regno Unito. Sento che è arrivato il momento di spostare l’asticella più in là, è arrivato il momento di lasciare l’Europa.

Proprio in questi giorni sto scegliendo fra due candidati principali: Canada o Australia.

Jacopo Di Biase: il giro dei 196 paesi del mondo
Danimarca, Copenaghen

Se sarà Canada, allora il mio viaggio si svilupperà nelle Americhe; se sarà Australia, probabilmente continuerà poi in Asia.

Prima di lasciare il Vecchio Continente, forse, mi concederò un ultimo breve tratto in Centro Europa, passando per Belgio, Lussemburgo e Liechtenstein.

Deciderò tutto nelle prossime 2-3 settimane.

Quale tra i paesi già visitati ti è rimasto nel cuore, e in quale invece non torneresti più e perché?

Escludendo dalla lista il mio Paese natale, la Nazione che più ho nel cuore è la Norvegia: bellezza dello Stato a parte, sento un legame speciale con questo posto, perché è lì che è maturata la decisione di partire e cambiare tutta la mia vita.

Il più bello, incredibile, selvaggio e avventuroso Paese in cui sono stato è invece l’Islanda, al punto che ho deciso di farci un piccolo tatuaggio. Indimenticabile.

Ed in questi primi due anni ho imparato che anche il posto meno blasonato riserva sempre qualche sorpresa; credimi quando ti dico che per adesso non ne ho mai trovato uno a cui mi sento di dare un giudizio negativo perché quando viaggi impari a vedere il lato positivo in ogni cosa.

Quanto spendi in media e come sostieni le tue finanze?

Jacopo Di Biase: il giro dei 196 paesi del mondo
Russia: Cattedrale, Mosca

In troppi credono che per partire e viaggiare servano molti soldi, ma non è così.

In Italia e nell’ Europa dell’est, con uno stile di viaggio low-cost, si riesce a vivere un mese intero, tutto compreso, con circa 800 euro; in Asia ne bastano addirittura soli 500.

Un altro errore che in tanti commettono e di pensare al viaggio come se fosse solo un ON THE ROAD.

Molte persone, infatti, pensano al viaggio come se fosse solo “in movimento”; ma lavorare, vivere e stabilirsi temporaneamente in una Nazione, è forse l’esperienza di viaggio più istruttiva e pura che esista. Ci permette di calarsi totalmente nella realtà e nella cultura del posto in cui ci si trova; cosa che invece si sperimenta solo “in superficie” quando si è nella parte di viaggio “in movimento”.

Ed è qui che partire, cambiare vita e diventare un viaggiatore a tempo pieno diviene accessibile a chiunque.

Quando sono partito, tutto quello che avevo erano i circa 7.000 euro sul mio conto corrente.

Ho viaggiato per un po’ e, successivamente, sono andato in Inghilterra dove ho trovato lavoro come cameriere. Durante i mesi trascorsi lì ho accumulato altri soldi e ho viaggiato in tutti i paesi limitrofi; e adesso sono pronto a ripartire per un’altra fase di viaggio “in movimento”.

Questo è il mio stile: alternare mesi di viaggio in movimento, con mesi di viaggio “da fermo”, in cui, oltre a lavorare, esploro la città e tutte le zone circostanti, imparo la lingua, e scopro i modi di vivere e di pensare dei cittadini di quel luogo; e questo è un modo di viaggiare alla portata di tutti.

Per partire non servono i soldi, quello che serve realmente è la volontà e il coraggio di farlo; perché lasciare famiglia, amici, lavoro e comfort, non è così semplice come sembra. Poi però, la ricompensa lungo la via sa essere immensa.

Lo può fare chiunque, perché chiunque è potenzialmente in grado di trovare un qualsiasi lavoro a casa, mettere via qualche migliaio di euro  e iniziare a viaggiare.

Jacopo Di Biase: il giro dei 196 paesi del mondo
Jacopo Di Biase

Quali sono le difficoltà che affronti quotidianamente nel tuo viaggio in giro per il mondo?

Tante possono essere le difficoltà, e una volta partito passi pian piano da tutte.

Se però partendo hai effettivamente fatto la scelta giusta, la maggior parte delle difficoltà le affronti, le esplori, le conosci e le rendi le tue migliori alleate, in fretta, trasformando la tua vita e il tuo viaggio in una emozionante sfida.

Con altre invece è più complicato e, personalmente, le due cose con cui trovo più difficile convivere, sono:

I periodi di risparmio, perché per poter viaggiare “a tempo indeterminato”, senza rendite o cose simili, bisogna fare enormi sacrifici e risparmiare il più possibile nei periodi in cui ci si ferma a lavorare in alcune Nazioni lungo la via.

In alcuni periodi bisogna fare tante, tante, tante rinunce. Ma posso assicurarvi che poi, le ricompense, hanno un valore dieci volte superiore ai sacrifici.

Le persone che ami, questa per me è la parte più dura. Spesso ti fermi a pensare alla tua famiglia ed ai tuoi amici più cari, quelli che consideri come fratelli.

Jacopo Di Biase: il giro dei 196 paesi del mondo

A volte vorresti condividere con le persone che ami tutta la felicità e la meraviglia che vedi, senti e vivi lungo la via; ma loro non ci sono. E per quanto tu possa usare Skype e What’s app, ti assicuro che questo non è possibile, se non in parte ridottissima.

Altre volte hai paura che non capiscano, e che possano sentirsi abbandonati, messi da parte; hai paura che i vostri legami si possano affievolire.

Quando sono partito mia sorella aveva 16 anni. Ora ne ha 18, si è diplomata, ha il fidanzato e sta prendendo la patente; tra 2 anni ne avrà 20, e poi ancora di più.

E intanto il tempo passa… e pensi che ti stai perdendo anni della loro vita che non torneranno più, e pensi che proprio quando c’era bisogno di te, tu sei andato via senza un biglietto di ritorno.

La famiglia e gli amici mi mancano moltissimo.

Poi però pensi che quella che stai percorrendo è la tua strada, quella che ti rende felice, ti fa crescere, migliorare, ti da esperienza. Realizzi che se fossi rimasto, in un costume che non era il tuo, avresti avuto solo sterilità e cose negative da dare; seguendo invece con gioia la tua strada, ogni giorno ti arricchisci sempre di più e il bagaglio della tua anima cresce, riempendosi di cose fantastiche che puoi poi donare alle persone che ami quando le senti o quando, più raramente, le vedi.

Cosa hai imparato viaggiando e come senti di essere cresciuto e migliorato?

La più importante cosa che ho capito è che il viaggio è soprattutto uno stato mentale, piuttosto che un andare/fare/vedere.

Ho incontrato miriadi di persone che vivono all’estero, ma si sono solo spostate, e fanno altrove la stessa vita che facevano prima.

Tanti altri, forti magari anche di un’ottima disponibilità economica, vanno spessissimo in vacanza o a visitare posti, anche molto lontani, ma vivono l’esperienza totalmente in superficie.

Non importa dove vivi, dove vai, quando o per quanto. Quello che importa è il “come”.

Quello che importa è come i tuoi occhi e la tua anima filtrano e interpretano ciò che hai davanti in quell’istante.

Può aver viaggiato di più una persona che non è mai uscita dall’Italia, rispetto a un’altra che è stata in tutti i continenti.

Per quanto riguarda me stesso, trovo che il cambiamento sia ai limiti dell’incredibile.

Scendere in dettagli in questa sede sarebbe impossibile, ma prova ad immaginare come e quanto puoi cambiare quando trascorri molto tempo lontano dalle convenzioni sociali dell’ambiente in cui sei cresciuto, da solo, libero dai condizionamenti; la tua crescita personale si sviluppa a una velocità 5-10 volte superiore rispetto a quando stai “a casa”.

Jacopo Di Biase: il giro dei 196 paesi del mondo

Inoltre, stando spesso da solo, riesci ad ascoltare il tuo cuore e la tua anima in un modo così profondo da riuscire ad avvicinarti a te stesso altrettanto velocemente, e riesci ad aprire delle porte dentro di te che a casa sarebbe davvero molto difficile aprire.

E il processo non ha fine; pensa a dove è possibile arrivare.

Io mi sento appena all’inizio.

Appena terminati gli studi, non bisognerebbe cercare immediatamente lavoro, bensì viaggiare per almeno un anno. Dovrebbero renderlo obbligatorio; forse così vivremmo in un mondo migliore.

Per quanto riguarda il viaggiare in senso stretto, ho imparato anzitutto a viaggiare leggero e con budget estremamente ridotti, il che mi permette di muovermi spesso.

In questo sono inclusi anche tutti i dettagli sull’attrezzatura, composizione bagaglio, skills varie ecc.

Ho anche imparato a mettere da parte tutte le aspettative: questa cosa è davvero fondamentale, perché viaggiando senza aspettative, ogni minima cosa che capita, ogni dettaglio, ogni sfumatura, assume un valore straordinario, rendendo il viaggio magico; e cose che nella vita normale risultano insignificanti, in viaggio hanno tutto un altro sapore

In base alla tua esperienza, cosa consiglieresti a chi vorrebbe fare la tua stessa scelta di vita?

Tra i tanti, questo è forse il consiglio più importante che posso dare: andate per gradi.

Non si può entrare in palestra e pretendere di sollevare 100 kg se non se ne si è mai sollevato un attrezzo.

E, per rimanere ancora un attimo in modalità metaforica, chiunque può andare a vedere un match di un certo sport, ma chi riesce ad apprezzarlo e goderselo meglio? Inevitabilmente chi lo conosce e ne conosce le regole.

Fate un Inter-rail, fate qualche viaggio di 7-15-30 giorni zaino in spalla in zone abbastanza servite, e vedrete che pian piano la vostra fiducia, sicurezza ed esperienza aumenterà, e vi sentirete pronti per viaggi più lunghi e impegnativi in zone più remote.

Jacopo Di Biase: il giro dei 196 paesi del mondo

Come prima esperienza di vita e lavoro all’estero scegliete inizialmente un paese non troppo lontano da casa, e ben collegato, in modo da sentirvi più tranquilli se le cose non dovessero andare come sperate; sapere che si può sempre fare un passo indietro dona una maggior calma anche nell’affrontare i problemi e i disagi.

Ma già dopo la prima esperienza, ci si sente molto più sicuri nel trasferirsi oltreoceano, a decine di migliaia di chilometri da casa.

Partendo per gradi si può anche valutare se è la strada giusta.

Vagabondare e/o girare per il mondo è un’esperienza meravigliosa, ma non è per tutti; ci sono 1.000 gioie e 100 problemi, percui cominciate ad assaggiarne una fetta di torta e, se vi sembra buona, compratela tutta.

C’è anche chi vuole partire ma ha, giustamente, paura di lasciare il lavoro; in questo caso c’è una sola formula possibile: se è davvero ciò che desideri, tira fuori le palle e parti!

Devi farti coraggio. Ti accorgerai che sarà stata la scelta migliore che tu abbia mai fatto in tutta la tua vita!

C’è infine chi vuole partire ma ha la ragazza, o il ragazzo.

Ricorda: non cercare mai di convincere qualcuno a partire con te, a meno che l’altra persona non voglia già fortemente farlo, e abbia solo bisogno di una spintarella.

Se non fosse predisposta o pronta, quella persona non si adatterebbe e peggiorerebbe la tua esperienza, perché il desiderio di viaggiare proverrebbe da te, non da lei, e darai la colpa del fallimento a lei, quando invece sarà tua.

D’altro canto, se il tuo bisogno di viaggiare o partire è realmente forte e reale, non puoi ignorarlo per amore, perché per poter amare qualcun altro devi prima amare te stesso; se rinunciassi a viaggiare, un domani, fra 5, 10, 20 anni, ti guarderesti indietro con rimpianto e finiresti per odiare la tua vita e incolpere inconsciamente la persona accanto a te, quando invece la colpa sarebbe solamente tua che non hai saputo fare le scelte giuste.

E se invece vuoi partire solo per un periodo, raccontale senza veli quello che hai realmente nel cuore, e falle capire che, in fondo, si tratta solo di stare separati fisicamente per un po’.

Se ti ama davvero, capirà, e partirete “insieme”.

Jacopo Di Biase: il giro dei 196 paesi del mondo

Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?

Ci sono anche altre cose che voglio realizzare, ma la verità è che ora il mio più grande sogno è fuori dal cassetto: volevo e voglio viaggiare, girare ed esplorare il mondo e me stesso; ed è esattamente quello che sto facendo.

Il bello di fare questa scelta è che sogno e realtà diventano la stessa cosa, e ti ritrovi letteralmente a vivere il tuo sogno, ogni giorno, in ogni luogo, e questo ti dona una serenità senza eguali.

I sogni vanno trasformati in realtà.

Per chi volesse seguire le avventure del “Giro Dei 196 Paesi Del Mondo” di Jacopo, trovate foto, video e consigli di viaggio alla sua pagina Facebook.

Buon Viaggio…

 

Storie di altri viaggiatori in viaggio:

Di Annalisa Galloni

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