La passione per il Giappone di Federico Bonini lo ha portato a vivere e lavorare a Tokyo

Federico non ha studiato a caso Okamoto Taro e il Giappone, voleva conoscere il Giappone fino in fondo, la sua cultura profonda, interessante e all’apparenza difficile da decifrare; così tre mesi in Giappone e dopo la tesi di laurea su Okamoto Taro. Ora vive e lavora a Tokyo per un’azienda distributrice di alimentari e bevande…

Federico ci racconta in tutti i particolari come si vive e lavora a Tokyo.

“Sicurezza? Meglio che in svizzera, puoi dormire in treno con la borsa aperta davanti in terra e nessuno la tocchera’, se ti viene a mancare qualcosa e’ perche l’hai perso.
Faccio degli esempi, ho dimenticato in una stazione in un locale dove mangiano spaghetti giapponesi quelli che non hanno molti soldi una bottiglia di sciacchetra’ da 50 euro ritrovata 4 ore dopo nello stesso posto.
Amico ubriaco perde il portafoglio con tutto dentro, gli arriva a casa 3gg dopo con anche una simpatica letterina dalla persona che l aveva trovato (ovviamente contenuto intatto).
Conosco 3 persone che hanno rubato una bici (1 italiano e 2 giapponesi), li hanno beccati tutti e tre entro una settimana…”

Ciao Federico, raccontaci un po’ di te… di dove sei e cosa facevi quando eri in Italia?

Laureato alla Ca’ Foscari Lingue e Culture Orientali – Giapponese indirizzo Artistico  Laurea su Okamoto Taro 2003…

Quando e perché è arrivata la voglia o la necessità di lasciare l’Italia?

Non e’ che stessi male in Italia, ma dopo essermi laureato e dopo un anno di “obiettore di coscienza” in biblioteca mi hanno chiesto “visto che sembra che sai lavorare non vorresti entrare a lavorare in comune?” Risposta “No, grazie”.

Non avevo studiato per caso questo paese, volevo conoscere il Giappone più a fondo, la sua cultura profonda, interessante e all’apparenza difficile da decifrare.

Dopo aver studiato Okamoto Taro pensavo che la mia missione fosse che tutto il mondo avrebbe dovuto conoscere un artista di questa portata.

Se tutto il mondo dovesse conoscere Okamoto Taro (in un certo senso il “Picasso” per l arte giapponese) allora anche i giapponesi riconosceranno di aver avuto grande artista e lo rivaluteranno. Ci ho provato ma non e’ andata. Chi lavora per la fondazione Okamoto Taro non e’ detto che lavori li perché lo ama (non avendo eredi, tra quello che ha lasciato c’e’ una montagna di soldi e il fatto di non aver mai venduto nessuna sua opera mentre era in vita…).

Poi ho capito che il mondo di quelli che vivono intorno all’arte e agli artisti non faceva per me dunque sono passato alla mia seconda passione (o forse prima…) il vino…

Perché hai scelto proprio il Giappone e in quale località vivi?

Vengo da Bagnolo Mella (bs) avete presente la Sexy barista che attirava gente con basso q.i. da tutta Italia? Ecco da li. Che ci stavo a fare li? Il mondo e’ grande ma non devo spiegarlo a voi…

Il Giappone semplicemente l’ho scelto perché mi piaceva e volevo conoscerlo meglio. Sono stato 6 mesi in una tipica famiglia giapponese home-stay, 6 anni in centro a a Tokyo (15min a piedi da Shibuya) e ormai 4 a Chiba vicino a Tokyo Disney (prefettura a est di Tokyo sulla baia a 30 minuti in treno da Ginza).

Avevi già vissuto all’estero per lunghi periodi prima?

Sono venuto per 3 mesi in Giappone prima della laurea (al terzo anno di università).
Vacanza studio 3 settimane in Irlanda ma credo che non conti…
 
Quindi ei partito da solo senza partner o amici?

Completamente solo, sono anche arrivato diciamo “fuori stagione” e mi hanno messo in una classe con 18 cinesi e un italiano (io).

Il miglior modo per imparare e la drasticita’ del full immersion scuola la mattina e il pomeriggio sera lavoro part time.

In che cosa consiste esattamente la tua attività?

La ditta Kameya Foods s.p.a. è ormai alla terza generazione ed e’ un distributore di cibo e alcoolici che circa 15 anni fa si e’ specializzata in cucina e vino italiani. Serviamo più di 3000 ristoranti-pizzerie-trattorie italiani in tutto il Giappone abbiamo una dozzina di camioncini che consegnano ogni giorno su Tokyo e il pomeriggio spediamo con corrieri in tutto il Giappone. 

Abbiamo due cataloghi cartacei (per capirci tipo postalmarket) che spediamo ai ristoratori e un sito internet utilizzabile solo dai clienti per le ordinazioni http://kameyaweb.jp.

Cosa faccio io? Un po di tutto, inizialmente sono entrato come responsabile del web e catalogo della ditta ora sono product general manager gestisco i cataloghi della ditta e un negozio in internet per vendere gli stessi prodotti non horeca ma ai privati o www.rakuten.ne.jp/gold/tartaruga.

Ho sotto di me 8 persone
1 che fa gli ordini e tiene il magazzino del vino
1 che fa gli ordini e tiene il magazzino del cibo
2 magazzinieri
1 pastaio (facciamo pasta fresca giornalmente con una macchina importata dall’Italia)
3 addetti al negozio internet per il pubblico

Com’è la tua giornata tipo?

6-7 di mattina controllo gli ordini del negozio internet
7-9 faccio picking e check con codice a barre dei dei vini per i ristoranti di Tokyo,
9-12 ritorno al negozio internet (miglioramenti registrazione, di nuovi prodotti),
12-13 pausa pranzo
13-??? se c’e’ bisogno aiuto la spedizione su tutto il Giappone, la sera ritorno al negozio internet per il pubblico (supervisione della giornata e obiettivi).

Una volta l anno c’e’ la ristampa dei cataloghi del vino e cibo (ognuno circa 1500 prodotti) per ognuno mi ci vogliono circa 2 mesi e sono i piu intensi e duri dell anno.

Altre mia funzioni, buyer, ottimizzazione del lavoro, localizzazione dei prodotti, sviluppo branding per la pasta fresca, un catalogo di vini giapponesi per la ristorazione italiana (progetto completamente sviluppato da me  “vini giapponesi scelto da un sommelier italiano adatti alla cucina italiana” interviste fotografie … sembra più una rivista)  varie ed eventuali che non sto a citare tutte insomma comunque come lavoro non e’ ripetitivo. E’ dura ma sono fortunato perché e’ molto vario.

Quali differenze sostanziali hai avuto modo di riscontrare a livello lavorativo rispetto all’Italia?

Grande volonta’ di migliorare.
Team work scarso.
Prendere dagli altri ispirazione mettendoci un tocco in piu’.
Non si stancano mai (soldatini o schiavetti?).
Si lamentano molto ma mai direttamente con l interessato, dunque non si litiga perché le cose non si dicono in faccia.
Si accumula molto stress.

Cos’altro hai notato della società giapponese?

ECONOMIA in leggera continua caduta, si lamentano (non troppo) pero’ sono tutti pieni di soldi e li spendono a ruota nei pochi giorni di vacanza che hanno/abbiamo.

CRISI c’e’, ne parlano sempre ma non si vede perché tutti consumano come matti, stanno sempre mangiando o comprando qualcosa. Si produce e si consuma internamente al paese questo li salva dalla crisi.

Esempio semplice e concreto niente telefilm stranieri solo telefilm giapponesi e alcuni coreani (costano poco e il mandano in onda il pomeriggio per le casalinghe), niente musica straniera tutta roba loro (pochi boysband e girlsband coreane e di oltreoceanico passano giusto Lady Gaga Daft Punk e purtroppo gli One Direction) niente film americani 1 o 2 Blockbuster a settimana, tutta la televisione e’ varieta’ giapponese (di cui 30% programmi di comici 30% programmi di cucina).

IMMIGRAZIONE praticamente impossibile da paesi in via di sviluppo (se sei ricco sfondato non conta) a parte coerani e cinesi che ci sono da generazioni. Credo che sia uno dei paesi dove e’ piu difficile avere il visto (noi italiani siamo trattati di riguardo e gli asiatici trattati male).

La passione per il Giappone di Federico Bonini lo ha portato a vivere e lavorare a TokyoSICUREZZA meglio che in svizzera, puoi dormire in treno con la borsa aperta davanti in terra e nessuno la tocchera’, se ti viene a mancare qualcosa e’ perche l’hai perso.

Faccio degli esempi, ho dimenticato in una stazione in un locale dove mangiano spaghetti giapponesi quelli che non hanno molti soldi una bottiglia di sciacchetra’ da 50 euro ritrovata 4 ore dopo nello stesso posto.

Amico ubriaco perde il portafoglio con tutto dentro, gli arriva a casa 3gg dopo con anche una simpatica letterina dalla persona che l aveva trovato (ovviamente contenuto intatto).

Conosco 3 persone che hanno rubato una bici (1 italiano e 2 giapponesi), li hanno beccati tutti e tre entro una settimana. Se ti rubano la bici molto probabilmente la polizia te la riporta (in Italia me ne hanno rubate 5 e chi le ha mai riviste) hanno un numero sul telaio e sono tutte registrate.

C’e’ talmente poca criminalita’ che la funzione del poliziotto (disarmato sempre e per la maggior parte in bici) che quasi sempre se ne sta nel suo posto di polizia (a volte degli sgabiotti) e’ 1 indicare la strada 2 gonfiare le ruote delle bici alla gente (non scherzo), 3 dare informazioni come al “centro informazioni”. Per quelli che non vanno in bici diciamo che le macchine della polizia sono ridicole e piccolissime mentre le moto sono giganti e fichissime.
 
La passione per il Giappone di Federico Bonini lo ha portato a vivere e lavorare a TokyoSENSO DELLA FAMIGLIA quasi inesistente una volta che escono da casa sono come i volatili che escono dal nido (addio).

Classiche domande che faccio ai giapponesi “Da quando non vedi i tuoi?” “3anni”, oppure “li vedo tutto gli anni a ferragosto per 3 giorni”, “vi telefonate?” “no se non succede niente di importante non ci sentiamo anche per 6 mesi”.

Quasi nessuno qui e’ di Tokyo vengono tutti dalla campagna dove ci sono solo vecchi e ragazzini che resteranno fino al liceo, poi l’università in una grande città, e poi chi glielo fa fare di ritornare dopo che hanno scoperto il paese dei balocchi?

POLITICA corrotti anche qua ma le pensioni e gli stipendi dei politici sono ragionevoli e soprattutto se uno fa una cazzata e lo sgamano deve chiedere scusa dimettersi (vedi quello che aveva bevuto un po troppo vino rosso in Italia e nell’intervista era ubriaco dimesso entro una settimana).

Come è avvenuta la tua integrazione in una realtà locale sostanzialmente differente da quella italiana? 

Esistono 2 modi:
Uno e’ fare l’italiano: dare loro quello che vogliono… pizza, amore e allegria, mandolino, Topo Gigio…
L’altro e’ dimostrare che non tutti gli italiani sono fannulloni e adattarsi al loro modo di lavorare.

Vivere in Giappone , sotto quali aspetti reputi sia meglio che in Italia? E sotto quali aspetti è peggio?

(+) agevolazioni fiscali, tasse, politici che si dimettono per delle stupidaggini
(-) divertimento meno sano, poche vacanze

Cosa consiglieresti ad altri italiani che desiderassero seguire le tue orme e trasferirsi in Giappone?

Prepararsi un po di soldi e seguire una scuola che ti da il visto per almeno 3 mesi, al secondo mese inizio del terzo cercarsi un lavoro part time come cameriere in un ristorante italiano, molto più facile di quanto sembri.

Se si riesce a entrare in un ristorante abbastanza serio dopo un anno si puo’ cercare un lavoro in una ditta normale. Oppure insegnare italiano.
La lingua e’ uno scoglio ma come italiani possiamo cavarcela.

Che tipo di lavoro, attività o investimento pensi sia conveniente praticare per un italiano in Giappone?

Ristorazione e insegnante di italiano (non servono credenziali) sono praticamente alla portata di tutti e si trovano subito, un mio amico fa il prete (finto) nelle cerimonie matrimoniali all’occidentale (finte) e prende molti soldi.

Consideri l’Italia un ricordo, hai nostalgia, cosa ti manca quando sei via?

La Famiglia mi manca ma la sento 2 volte a settimana su Skype, gli amici le grigliate e le vacanze al mare di 2 settimane
Il modo di divertirsi e’ molto diverso e le vacanze sono “istantanee” vacanze estive medie 3 giorni a ferragosto.

Conosci molti italiani che vivono a Tokyo, li frequenti?

Tantissimi in tutto il Giappone quasi tutti quelli legati alla ristorazione, ma ne frequento solo 2 amici da quando eravamo all’università, uno lo vedo quasi tutti i fine settimana.

In definitiva, consiglieresti il Giappone come meta per espatriare o più per una vacanza?

Per una vacanza e’ un esperienza incredibile e indimenticabile (tanto al mar rosso potete sempre andarci quando volete).
Per espatriare ci vuole un po di coraggio, interesse (sennò il coraggio non basta) e pazienza per superare lo scoglio della lingua che non e’ poi così difficile rispetto a tante altre.

Email: federicobonini@gmail.com
Linkedin: jp.linkedin.com/pub/federico-bonini/85/a38/177/ja

DI Massimo Dallaglio

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