Marco Caggiano Uno dei primi Nomadi Digitali in Italia

Marco Caggiano – Uno dei primi Nomadi Digitali in Italia

“Ho sempre viaggiato fino da quando ero piccolo, e ho sempre voluto fare tante cose, tra cui il giro del mondo. Volevo che i sogni fossero realtà e non solo desideri. La maggior parte della gente vive una vita in cui i sogni sono solo delle cose irraggiungibili, mentre io volevo che fossero raggiungibili…”

Ciao Marco, puoi dirci dove vivevi e cosa facevi quando eri in Italia?

Sono originario di Torino e della provincia di Cuneo; quando stavo in Italia viaggiavo comunque. Ho vissuto a Venezia, Roma, Torino, Cuneo, Monza, Bari e in un certo senso anche a Milano. Ho sia avuto un’azienda mia di sviluppo software/riparazione PC, che fatto il programmatore web (sopratutto PHP/Javascript su ambiente Linux) per aziende.

Qual’é il motivo principale che ti ha spinto a lasciare tutto per andare a vivere e lavorare in giro per il mondo?

Ho sempre viaggiato fino da quando ero piccolo, e ho sempre voluto fare tante cose, tra cui il giro del mondo. Volevo che i sogni fossero realtà e non solo desideri. La maggior parte della gente vive una vita in cui i sogni sono solo delle cose irraggiungibili, mentre io volevo che fossero raggiungibili ed è per questo che sono partito per l’Egitto per vedere le piramidi.

In quali posti hai viaggiato e/o lavorato per almeno un mese?

Ho vissuto in Turchia un’anno più o meno, Istanbul e vari altri posti, che ho girato per il 50%, imparando anche un po’ il Turco e poi in Tunisia 3 mesi (Hammamet e Djerba), India 1 mese e mezzo, Thailandia (Chiang Mai) 2 anni e passa, Malesia (Penang) 1 mese.

Ho sempre lavorato al computer per clienti o per I fatti miei, tranne in Turchia dove ho venduto illegalmente il thè per strada. Avevo finito I soldi e quindi vedendo altri turchi che lo facevano, mi sono comprato una teiera, un fornello e facevo 5 litri e passa di thè che vendevo per strada ai turchi. A quanto pare ero bravo perchè tutti mi dicevano “Cok Guzel”, che vuol dire molto buono in Turco.

Non è durata molto e guadagnavo poco e faceva freddo (nevicava in quel periodo a Istanbul), ma lì ho scoperto il mondo delle affiliazioni, perchè la mia insegnante di turco, vedendomi vendere il thè, mi ha proposto di darmi una commissione per ogni persone pagante che portavo dentro la scuola.

Poi sempre in Turchia, siccome ci sono degli ottimi internet caffè, aperti 24 ore, passavo le notti a lavorare per clienti, creando siti web e programmando in php. Non avevo un computer, ma usavo quelli dell’internet cafè.

In Tunisia invece ormai già cominciavo a lavoricchiare online, così anche in Thailandia e Malesia, mentre in India ho avuto l’idea di crearmi qualcosa online mentre lavoravo in un paese a basso costo della vita. In India ho meditato più che altro.

Ed ho anche vissuto in Grecia un mese e passa. In quel periodo avevo un blog di viaggi, marcoistravelingtheworld, e facevo video, un po’ come fanno tutti adesso, solo che io lo stavo facendo circa 5 anni fa, quando non lo faceva nessuno. Purtroppo poi non ho capito le potenzialità del mio progetto e ho mollato. Peccato.

Marco Caggiano Uno dei primi Nomadi Digitali in Italia

Ti é servito conoscere un lingua quando hai lasciato l’Italia per la prima volta? Che livello eri?

Per fortuna con l’inglese me la sono sempre cavata fin da piccolo. Ho imparato l’inglese da solo con I videogiochi. E poi ho studiato francese sia perchè lo insegnavano a scuola, sia perchè mia mamma lo parla benissimo e siamo andati in Francia quasi ogni estate.

Io lo odiavo, ma poi in Tunisia mi è servito molto e ci ho fatto pace.

Sei partito da solo o in compagnia?

Sempre solo, qualche compagno/a di viaggio l’ho trovato per strada e qualche volta viaggio con mia sorella Eloisa. Bisogna viaggiare da soli, soprattuto all’inizio, perchè è proprio così che si da senso al viaggio e allo scoprire il mondo e sè stessi, altrimenti si è sempre distratto dall’altro. Poi dopo che uno si è fatto un tot di viaggi da solo, può anche viaggiare in compagnia, ma secondo me è necessario passare attraverso un periodo di solitudine, altrimenti non si cambierà mai. Gli altri possono diventare una scusa per le nostre scuse.

Marco Caggiano Uno dei primi Nomadi Digitali in Italia

Che lavori hai fatto in giro per il Pianeta Terra?

Beh a parte chiedere l’elemosina e vendere Il thè per strada, ho sempre lavorato online dal computer. D’altronde programmo da quando avevo 14 anni. Sono autodidatta anche se ho fatto l’ITIS a indirizzo informatico, quindi per me lavorare online era la normale conseguenza. Sto su internet da prima che esistesse Facebook, Youtube, ecc… mi ricordo ancora il rumore del 56K.

Di cosa ti occupi attualmente?

Sto scrivendo un libro su chiang mai in inglese, e poi magari lo tradurrò in italiano.

Faccio sia il programmatore web freelance, che il marketer e quindi mi occupo di affiliazioni, ecommerce, advertising, SEO, ma creo anche siti web e programmi per clienti.

La parte tecnica, programmazione, ed il marketing si sposano molto bene, dato che l’una ha bisogno dell’altra. In questo senso ho una marcia in più rispetto ad altre persone.

Scrivo su un sito personale che si chiama InternetCaffeina

Quanti soldi ti sono serviti per cominciare il tuo giro del Mondo?

Ci sono stati periodi che viaggiavo senza soldi, chiedendo l’elemosina e facendo l’autostop. Quindi se lo vuoi fare secondo me lo fai. Poi col tempo ho capito che viaggiando low cost mi perdevo un sacco di cose e non mi godevo I posti veramente perchè ero sempre limitato alla mia capacità di spesa, che diventava come una prigione. Ora non so’ se viaggerei ancora senza soldi, però per uno che inizia è un’ottima gavetta. Detto in poche parole: non hai scuse, sopratutto se sei giovane e senza figli da mantenere.

A Livello di stipendio medio… E’ meglio lavorare come Nomade digitale o come dipendente di una grande società in Italia?

Dal mio punto di vista è meglio decidere a tavolino quanto vuoi guadagnare per vivere il tuo stile di vita ideale, aggiungerci un 30/50% e poi lavorare per te stesso per raggiungere quell’obiettivo. Non amo Il lavoro da dipendente, sopratutto se senza prospettive. Meglio lavorare seguendo I propri sogni, anche a costo di fare la fame per certi periodi.

Il tempo che spendi in ufficio, potresti spenderlo a costruire I tuoi sogni. Se proprio vuoi lavorare da dipendente, cerca un’azienda dove ti senti felice, dove puoi crescere e hai delle prospettive. Magari va all’estero, così ti puoi proiettare su uno scenario internazionale. L’importante quando lavori è che impari cose nuove e migliori te stesso. Lavorare come dipendete, mentre viaggi può essere divertente, come può essere una gran rottura di coglioni.

Stare chiuso in un coworking a Bali, mentre a 30 metri c’è il mare non è il massimo della vita. Conosco persone che devono per forza lavorare 8 ore al giorno e sono nomadi digitali e praticamente, ad esclusione dei weekend, non escono mai di casa. Ha davvero senso andare dall’altra parte del mondo, per restare chiuso in casa? E’ una cosa soggettiva, se te lo puoi permettere ti consiglio di provare tutte e due le formule e vedere qual’è quella meglio per te.

In quali Paesi sei stato?

Circa 28. Italia, Svizzera, Francia, Germania, Austria, Malta, Tunisia, Marocco, Egitto, Portogallo, Spagna, Brasile, Thailandia, Malesia, Laos, Estonia, Stati Uniti, Bulgaria, Turchia, Cipro, Inghilterra, India, Emirati Arabi, Vaticano, San Marino, Lichtenstein, Albania, Olanda, Grecia.

In alcuni però devo tornare perchè li devo visitare bene.

Marco Caggiano Uno dei primi Nomadi Digitali in Italia

Quante valigie ti porti normalmente? peso?

Ho iniziato con uno zaino della decathlon da montagna da 70 litri e ci stava dentro un sacco di roba, circa un 25 KG, poi c’è stato un periodo che viaggiavo con 3 valigie, circa 50 KG di roba ed era veramente troppo, tanto che un giorno ho pagato una zingara 5 euro per trasportarmi una valigia, perchè non riuscivo a trasportare tutto. Tutta la mia vita era in quelle valigie e lo è ancora, anche se adesso ho ridotto ancora di più.

Ho buttato lo zaino da backpacker in favore di una valigia con le ruote, e ancora oggi non so’ se sia più scomoda la valigia o lo zaino, e poi ho un altro zainetto per computer e attrezzatura elettronica, che non bisogna mai mettere in stiva. Lezione imparata dopo che mi hanno perso la macchina fotografica facendo scalo a Tirana, mentre tornavo da un viaggio a Trabzon in Turchia. Ora la mia valigia pesa sui 18 KG e diciamo che potrei scendere a 10, perchè in effetti ho un sacco di roba inutile che non uso mai.

Hai veramente fatto 900 km di autostop?

Sì e l’ho fatto completamente senza soldi. Era un periodo in cui leggevo “a piedi nudi sulla terra” di Folco Terzani e Shantaram, e mi era presa la fissa dell’India e del viaggio senza soldi e quindi sono partito, sono arrivato a istanbul, mi sono speso tutti i soldi e mi sono fatto 900 km in autostop, da Istanbul a Goreme, in Cappadocia, dormendo per strada, facendo il fuoco, poi la polizia militare Turca mi ha ricacciato in Italia. Ho scoperto che i Turchi sono tra le persone più ospitali e generose di questo mondo. Capitava tutti i giorni che mi offrissero un pranzo, un pezzo di pane o un posto per dormire.

La polizia turca oltretutto mi ha trattato benissimo. Mi hanno comprato dei vestiti nuovi, offerto 2 notti in ostello e una sessione gratis in un hamam, più l’autobus gratis per l’aereoporto. Ho dormito in case abbandonate, nella sala preghiera di una stazione di benzina, in qualche prato. Per fortuna avevo un sacco a pelo.

Questo viaggio senza soldi mi è stato molto utile, perchè ho riacquistato fiducia nell’umanità e perchè ho eliminato la paura di rimanere senza soldi, anche se poi è ritornata. Spesso ci condizionano a pensare che gli sconosciuti siano cattivi, mentre, invece, viaggiando senza soldi ho scoperto che I cattivi sono la minoranza e che la maggior parte della gente cercherà di darti una mano e che nessuno ti vuole fare del male. Al massimo la gente è ignorante, più che cattiva. Al giorno d’oggi si viaggia più per moda, che per altro. Per me viaggiare è una vocazione, una necessita dell’anima, più che una moda.

Altre esperienze particolari fuori dai confini Italiani?

Beh ho già parlato della storia del thè ad istanbul, ne avrei da raccontare veramente tante.

Tipo quando ho conosciuto Silvano, un tizio italiano di 70 anni, sull’autobus dall’Italia a Sofia e mi ha portato a giocare al casinò, abbiamo mangiato cena gratis dentro il casino e poi mi ha portato in questo ostello con camera privata, senza insegna, dove una notte costava 7 euro. Raramente avrei potuto trovare un posto del genere se non avessi incontrato qualcuno che conosceva bene Sofia.

Questo tizio aveva giri strani, tra malattia per il gioco d’azzardo e compra vendita di legno bulgaro da vendere in Italia. E’ uno dei tanti personaggi da romanzo che incontri solo viaggiando, ed è sicuramente una delle parti più belle del viaggiare. Poi ho affittato a McLeoganj, vicino Dharamsala in India, un’auto insieme ai miei nuovi amici indiani, e siamo andati fino a Srinagar, in Kashmir.

Per fare 300 Km ci abbiamo messo quasi 16 ore, che è una cosa assurda se ci pensi.

Abbiamo viaggiato su quelle stradine maledette, ma stupende, dell’himalaya, tra pecore e strapiombi, e mangiato colazione in posti lerci e sconosciuti tra l’himalaya, qualche moschea e qualche scritta in Farsi/Persiano. Veramente un paesaggio surreale.

Ad un’ora da Srinagar io stavo morendo e non c’è la facevo più… volevo arrivare ad ogni costo e loro si sono fermati per più di un’ora “a fare spesa” ed io incazzato come una iena e stanco sono stato ad aspettarli.

“Eh ma quando arrivano”.

“Eh ma quando arrivano”.

Per un’ora e passa.

Alla fine sono arrivati. Avevano comprato 2 polli ancora vivi.

Mi hanno detto: “Un pollo più fresco di così, dove lo trovi?”.

In effetti il bello dell’India è che ancora originale. La gente compra il pollo vivo, vive ancora a contatto con la natura. Hanno comprato anche una pecora viva, che poi hanno sgozzato per il giorno dell’Eid al-Adha, una specie di pasqua musulmana. Io ero presente insieme a tutti i parenti, che si scambiavano pezzi di carne e altre robe come regalo, e bevevano thè salato con latte e vari stupendi dolci. Gli ho pure cucinato la carbonara. Un italiano che cucina la carbonara su una casa galleggiante in Kashmir, sembra assurdo ma è accaduto per davvero.

Mi hanno ospitato a casa loro.

Loro vivevano su una casa galleggiante, sul dal lake, come la maggior parte delle famiglie che vivono a Srinagar, e io avevo la mia barca tutta per me.

E’ stata una delle esperienze più belle della mai vita e il Kashmir è una delle regioni più belle dell’India, anche se loro non sono veramente indiani, sono kashmiri.

Parlano una lingua tutta loro e vorrebbero l’indipendenza, ma sono contesi tra Pakistan e India, tant’è che al ritorno, all’aeroporto di Srinagar, hanno controllato I miei bagagli più di 7 volte, perchè Srinagar è “a rischio terrorismo”, anche se io di terrorismo non ne ho visto.

Marco Caggiano Uno dei primi Nomadi Digitali in Italia

A chi consigli di intraprendere la vita del nomade digitale?

A chi ha la vocazione, a chi è un vero viaggiatore, e non a chi lo fa “per moda”, “perchè fa figo”, “perchè lo fanno gli altri”. Io nomade digitale non ho mai voluto esserlo, ho solo scoperto di esserlo mentre lo stavo già facendo. Ci ero già arrivato da solo.

Sei interessato ad avere un lavoro a tempo indeterminato?

Se per lavoro a tempo indeterminato intendi una rendita indipendente dal mio lavoro, allora sì, altrimenti no.

Com’é stato fare amicizia in Thailandia?

Con altri italiani e stranieri è stato molto facile, tant’è che abbiamo creato un bel giro di persone. Con i Thai è quasi impossibile, per vari motivi. Uno sono molto riservati, due sono un po’ stupidotti e tre il fatto che parlino male inglese e che io non parli thai rende tutto più difficile. Comunque è possibile, forse sono solo io che non mi ci sono impegnato veramente.

Cos’é cambiato da quando sei partito la prima volta?

Forse sono meno spavaldo, e sicuramente più consapevole di me.

Da 1 a 10 come valuti vivere e lavorare in Italia?

A meno che non hai un’azienda e hai un bel giro, come alcuni miei amici a Roma che fanno advertising per aziende locali; in generale lavorare in Italia fa schifo. Gli stipendi sono bassissimi, le aziende non hanno rispetto dei lavoratori e non offrono vere prospettive. Sei tagliato fuori dal mercato internazionale, per cui non capisci veramente come girano gli affari e il mondo e dunque non sei sul pezzo. Tranne rari casi, l’Italia è un posto orribile per il lavoro.

Quindi direi 2.

Da 1a 10 come valuti vivere e lavorare in Thailandia?

Sono 2 anni che vivo in Thailandia, direi 8. E’ sicuramente uno dei paesi migliori per lavorare, anche se la questione visto è una gran rottura di coglioni. Il periodo migliore è da novembre fino ad inizio maggio, dopo è meglio lasciare perdere perchè la stagione delle piogge fa veramente schifo. Io me ne sono fatte 2 e mi son bastate.

La verità è che ci sono tanti paesi che si equilvalgono alla Thailandia, ma sono sottovalutati, tipo la Tunisia, o la Malesia o il Vietnam. La maggior differenza è forse che in Thailandia c’è un poco più di community, anche se poi alla fine è facile ritrovarsi soli comunque.

Spesso quando lavori ti devi un po’ isolare e poi la community è molto apparenza. Sembra che ci sia tanta gente, ma alla fine tutta la questione community è molto più deludente di quello che sembra. A me sinceramente mi ha un po’ deluso. Mi aspettavo chissà che cosa quando sono arrivato qui a Chiang Mai e poi nella realtà è tutto molto più blando e organizzato alla cazzo di quello che sembra. Quindi alla fine se vai in Malesia, Vietnam, Tunisia, troverai comunque una community equivalente.

Da 1 a 10 come valuti viaggiare wild in Turchia?

La Turchia è un paese estremamente sottovalutato, eppure è ricca di storia, cultura, posti stupendi a livello sia naturale che storico. Si mangia bene come in Italia, Francia, Spagna, ecc.. Hanno una cultura antica del cibo proprio come da noi e ogni città, provincia, ha dialetti e piatti diversi. Hanno vini, formaggi, liquori, come il Raki.

Direi che viaggiare in Turchia, Wild o no, è stupendo e poi se vai a Bolu, ci sono pinete, laghi e montagne stupende, mentre sul mar nero a Trabzon o Rize, oltre allo stupendo monastero di Sumela, che consiglio a tutti di visitare, ci sono pinete stupende davanti al mare, e paesaggi bellissimi.

Con il cambio che c’è ora, puoi campare con 500 euro al mese, quindi non vedo perchè non andarci. Se hai paura basta evitare il confine con la Siria, Istanbul e Ankara, tutto il resto del paese è safe, e ti posso assicurare che le cose che dicono I giornali su questo paese sono assolutamente false. Quindi sicuramente viaggiare in Turchia è top e poi la Cappadocia è come le piramidi o il Taj Mahal, uno di quei posti da vedere assolutamente una volta nella vita. Case scavate nella roccia, città sotterranee che scendono per 30 km sotto terra e nessuno sa’ chi le ha costruite e perchè. Insomma a livello di fascino e mistero ci siamo.

Dove ti vedi tra 5 anni?

In giro per il mondo, con una moglie, felice, ricco, magro, e in salute.

Torneresti indietro lo rifaresti?

Rifarei tutto, anche se forse mi concentrerei di più sul business, perchè per molto tempo non ho preso sul serio la questione soldi.

Se tu fossi un supereroe quale saresti?

Uno intelligente, che è in grado di manipolare il tempo e la realtà con la potenza della mente oppure uno tipo Sylar in Heroes, o Xavier in XMen. Sicuramente qualcuno che ha poteri mentali, ma sopratutto che vince nonostante le apparenze.

Marco Caggiano Uno dei primi Nomadi Digitali in Italia

Un piatto Italiano che ti manca quando viaggi?

Viaggiando in posti come Grecia, Nord Africa o Turchia non mi è mai veramente mancato il cibo italiano. Diciamo che è cominciato a mancarmi in India o Thailandia, dove comunque, anche se mi piace il cibo Indiano, il piccante e lo speziato può stufare e allora ti viene voglia di una pizza o un piatto di pasta.

Viaggiando per il mondo però ho scoperto ristoranti italiani, che definirei gemme!

Ristoranti italiani che sono buonissimi e che sono meglio, probabilmente, di tutti I ristoranti italiani che ci sono in Italia. Il primo che mi viene in mente è Franco, ad Hammamet, in Tunisia, dove si mangiava non divinamente, di più!

E’ talmente buono, che è conosciuto dovunque, e anche Ben Alì, l’ex presidente della Tunisia, ci è andato a mangiare. E poi a Chiang Mai c’è il mitico Why Not, gestito dal mio amico Emidio, che è diventato punto di ritrovo tra I nomadi digitali, sia italiani che non.

Diciamo che alla fine, più che un piatto specifico, ti mancano I prezzi. A Bari una vaschetta di stracciatella, o una burrata possono costare 1 o 3 euro, qui (in Thailandia) invece minimo 5 euro ed è difficilissimo trovare porchetta, focaccia e tante altre cose.

Il piatto più buono che hai trovato in giro per il mondo?

Madonna ci sarebbe da scrivere un’enciclopedia. Dicono che in Italia si mangia meglio che nel resto del mondo, ma io ho scoperto che non è vero. Ci sono cucine che sono altrettanto buone e varie. Cose buone che ho mangiato, bhe la carne in Brasile, il churrasco,

I dolci, il thè, il kebap, le meze e le colazioni in Turchia, gigantesche! il mango sticky rice e il khao soi in Thailandia, per il resto la cucina thai è bocciata totalmente, non capisco come faccia a piacere così tanto. L’anatra allo zenzero e le varie specialità indiane in Malesia,

I dolci, il thè e lo zafferano del Kashmir, I dolci iraniani. I vari boccadillos e le tapas in Spagna, e le varie birre e specialità tedesche in Baviera, lo strudel in Austria, il migliore.

E poi io adoro la cucina marocchina, e quindi cous cous, tajine, msemmen e tanto thè alla menta ! Forse la cosa più buona che ho mangiato è un dolce libanese, che ho mangiato a Bangkok e si chiama Mafroukeh. Ad ogni cucchiata sembra di mangiarti un pezzo di medioriente. E’ veramente un’esperienza sensoriale.

Un consiglio per chi vuole diventare un viaggio lavoratore in massimo 5 parole.

Fai quello che vuoi, sempre.

Con la speranza che possa essere di esempio per chi vuole mollare tutto e cambiare vita.

By Miky Rubini

“yourevolution”
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