MARIA ROSARIA SI E’ TRASFERITA A VIVERE A ISTANBUL DOVE LAVORA COME INSEGNANTE DI INGLESE

Maria Rosaria dopo la laurea in Marketing Management ha lavorato a Madrid il tempo sufficiente a rendersi conto che il marketing e la vita d’ufficio non erano la sua strada… ancora non sapeva ciò che voleva fare veramente.

Per lavoro faceva viaggiare molte persone, ma lei rimaneva incollata alla sua scrivania a fantasticare su posti lontani.

Così decise di prendersi un periodo di riflessione. Dalla Spagna finì in Australia e da lì nel Sud Est Asiatico.

Ha viaggiato per 8 mesi in solitaria zaino in spalla e, in Thailandia, ha ottenuto una certificazione per insegnare inglese in tutto il mondo.

Oggi vive in Turchia a Istanbul dove lavora come insegnante di inglese in una scuola privata.

vivere a Istanbul mary_mollotuttoCiao, raccontaci un po’ di te… come ti chiami, di dove sei e cosa facevi quando eri in Italia?

Sono Mary, ho 28 anni e vengo da un paesino della Brianza. 

Fino a 24 anni, sono rimasta in Italia dove mi sono laureata in Marketing Management e ho fatto uno stage presso un’azienda che opera nel campo dei viaggi e del turismo.

Quando e perché è arrivata la voglia o la necessità di lasciare l’Italia?

E’ arrivata proprio durante quel periodo di stage, nel 2010. Per motivi familiari, non avevo potuto passare un semestre all’estero con il programma Erasmus ed era rimasto uno dei miei desideri inesauditi.

Sono finita in Spagna per un altro stage all’interno di una grande azienda nel mondo delle tecnologie applicate ai viaggi e al turismo.

Diciamo che quella volta sono partita per curiosità, volevo vedere com’era la vita al di fuori dall’Italia e pensavo veramente che sarei rientrata in Italia una volta finito lo stage…ma la vita è stata molto più fantasiosa di me.

Mentre lavoravo a Madrid, infatti, mi sono resa conto che il marketing e la vita d’ufficio non erano la mia strada, ma ancora non sapevo quello che volessi fare veramente.

Per lavoro facevo viaggiare molte persone, ma io rimanevo incollata alla mia scrivania a fantasticare su posti lontani. Così decisi di prendermi un periodo di riflessione.

Dalla Spagna sono finita in Australia e da lì nel Sud Est Asiatico. Ho viaggiato per 8 mesi in solitaria zaino in spalla e, in Thailandia, ho ottenuto una certificazione per insegnare inglese in tutto il mondo.

Sono tornata in Italia, rinnovata nello spirito e con l’intenzione di non andare più dall’altra parte del mondo. Sei mesi dopo ero in Cambogia! E’ stato proprio quando sono tornata dal viaggio, che ho capito che ormai non ci sarebbe stato un ritorno alla vita che avevo lasciato.

Avevo fatto un grande passo di consapevolezza e tornare indietro non era possibile, o meglio, non era quello che volevo fare… non dopo tutta la fatica fatta per arrivare fin lì!

Sono rimasta un anno e mezzo in Cambogia dove ho insegnato inglese a bambini in una scuola privata, un’esperienza molto bella e positiva, ma la limitata vita sociale lì incominciava a pesarmi (poca, quasi nulla, interazione con i locali e poca connessione con gli altri stranieri) e, così, a fine 2014 sono rientrata in Italia…giusto per un mese.

Da gennaio 2015 infatti mi trovo in Turchia.

vivere a Istanbul mary_mollotuttoPerché hai scelto proprio di trasferirti a vivere in Turchia e in quale località vivi esattamente?

Vivo a Istanbul, una delle più belle città del mondo con tutte le sue contraddizioni.

E’ abbastanza europea da farmi sentire a casa e abbastanza asiatica da essere sempre affascinante e mai noiosa.

Qui un giorno non è mai uguale a un altro! Istanbul è sempre stata nei miei programmi, ma in passato la burocrazia mi aveva scoraggiato.

E poi, è a sole 3 ore da Milano e questo mi permette di essere tranquilla del fatto che se la mia presenza è richiesta in famiglia, in Italia, posso essere lì in poco tempo.
 
Avevi già vissuto all’estero per lunghi periodi prima?

Si un anno in Spagna e un anno e mezzo in Cambogia.

Sei partita da sola o con il partner o amici?

Sono partita sempre da sola in tutti i miei viaggi e trasferimenti. In Australia, Cambogia e Turchia sono partita senza un lavoro che ho trovato una volta arrivata sul posto.

E’ stato molto facile in Cambogia dove ho trovato lavoro in 2 giorni (bisogna essere insegnanti qualificati però), mi ci sono volute 3 settimane per trovare un impiego come barista in Australia (tanta competizione tra backpacker) e 2 settimane e tante tante ricerche su internet per trovare il lavoro qui a Istanbul, la nota più dolente della mia esperienza turca finora.

vivere a Istanbul mary_mollotuttoRaccontaci di questi tuoi viaggi…

Viaggiare fa parte di me. Non riesco a immaginare la mia vita senza i viaggi.

Dopo un po’ che resto ferma, sento l’esigenza di scoprire posti nuovi, mi rimette in equilibrio.

Ma i miei tempi di viaggio sono cambiati rispetto a prima.

Non ho più la smania, e neanche l’energia mentale, di spostarmi ogni due giorni. Preferisco viaggiare più lentamente, quando posso, e godermi le sensazioni che mi trasmettono i luoghi che sto visitando.

“Viaggiare senza soldi”: Quanti ti riconosci in questa frase?

E’ possibile, ci sono tante persone che lo fanno, ma non fa per me. Avere una disponibilità economica mentre viaggi ti dà una stabilità emotiva e mentale necessaria per godersi il viaggio (non servono grosse somme, ma tutto dipende da come si viaggia, ovviamente).

Mi riconosco più nella frase “viaggiare low cost o con budget limitati”. Dormo quasi sempre in ostelli o vengo ospitata e ospito gratuitamente tramite Couchsurfing. La cosa più importante da avere mentre si viaggia, oltre al passaporto, è un’assicurazione.

Secondo me è da incoscienti viaggiare senza quella, soprattutto in certi paesi (penso al Sud Est Asiatico).

Se succede malauguratamente qualcosa, ci va di mezzo tutta la tua famiglia e sono spese ingenti.

Purtroppo conosco la storia di una famiglia rovinata per questa mancanza a seguito di un incidente in motorino in Thailandia. Se non posso permettermi un’assicurazione, non viaggio. È una condizione essenziale per me.


In che cosa consiste la tua attività adesso a Istanbul?

Qui sto insegnando inglese in una scuola privata, ma, tra tutte le esperienze che ho fatto, si sta rivelando la più difficile.

Ero a conoscenza dei problemi disciplinari nelle scuole private in questo paese, ma non potevo immaginare che sarebbero stati di questa portata (bambini viziati e molto irrispettosi).  

Se si vuole lavorare in Turchia come insegnanti, bisogna essere preparati al peggio. Nelle scuole di lingua, che qui abbondano, si incontrano altri problemi: stipendio molto basso, a volte non pagato puntualmente, orario di lavoro flessibile e pesante (fino alla sera tardi, sabato e domenica compresi) e molto spesso si lavora in nero, senza alcun documento in regola.

In generale, il mondo dell’istruzione qui a Istanbul è molto insidioso. Secondo altri stranieri, ci sono anche delle scuole virtuose, ma credo occorra del tempo per scoprirle.


Da due anni, inoltre, collaboro con una life coach italiana, occupandomi di comunicazione nel campo della crescita personale  lavorando come location independent.

vivere a Istanbul mary_mollotuttoCome hai affrontato e risolto il problema del visto?

Sono entrata con un visto turistico e sono in attesa di ricevere il permesso di soggiorno (a carico mio, mentre la scuola si occupa del permesso di lavoro) dopo aver presentato tutta la documentazione necessaria.

La burocrazia in Turchia è complicata e in continua evoluzione. Ciò che ti dicono alle 14, potrebbe essere già cambiato alle 14.30. Mi ci è voluto un mese intero per capire come orientarmi e procedere all’ottenimento di tutti i documenti.

E’ stato anche un processo costoso (tra traduzioni delle lauree per il permesso di lavoro, autenticazioni del notaio e altri documenti, ho speso almeno 800 euro). È molto importante essere in regola qui, le conseguenze di una residenza illegale possono essere molto care.

Quali differenze sostanziali hai avuto modo di riscontrare a livello lavorativo rispetto all’Italia?

Lavorativamente parlando, l’Italia è il paese che conosco meno, visto che ci ho lavorato solo 8 mesi e per di più come stagista.

In generale, i turchi sono stakanovisti, lavorano fino a tardi e duramente (non sempre questo equivale ad essere produttivi, almeno nel mio caso). Avevo in mente un’altra immagine dei turchi e questa è stata una sorpresa.

Cos’altro hai notato della società locale turca? (Economia, crisi, sicurezza, immigrazione, famiglia, politica, cultura, etc )

Istanbul credo sia a sè rispetto al resto della Turchia (che non ho ancora visitato).

A scuola, sono in contatto con la classe agiata della Turchia, per cui l’apparenza conta più della sostanza e, come insegnante, a volte vedo delle situazioni spiacevoli (bambini poco seguiti con genitori un po’ assenti). 


La violenza sulle donne, purtroppo, è sempre più in aumento anche in questo paese.

A seguito del preoccupante caso di una ragazza turca violentata, uccisa e bruciata dall’autista dell’autobus che la stava riportando a casa nel Sud della Turchia, molti uomini sono scesi in campo a fianco delle donne, indossando una gonna.

Questo è stato un gesto di coraggio e di speranza che mi ha colpito molto, soprattutto considerando il tipo di contesto, a tratti molto tradizionalista e conservatore, in cui mi trovo.


A Istanbul, si vedono molti profughi siriani ai lati delle strade, un’immagine in forte contrasto con l’espansione e la crescita che sta vivendo questo paese in generale, ma che ci riporta alla realtà di quello che sta succedendo nella porta accanto, la Siria.


In questa città mi sento piuttosto sicura, anche se come donna che gira prevalentemente da sola, ogni tanto ho qualche incoveniente con gli uomini. L’ospitalità turca è disarmante, ma a volte va un po’ oltre.

I turchi possono diventare molto insistenti e opprimenti nel mostrare il loro interesse. Occorre mettere dei paletti e essere un po’ brusche e dirette a per farsi rispettare.

Come è avvenuta la tua integrazione in una realtà locale sostanzialmente differente da quella italiana?

Sono qui da poco quindi è ancora presto parlare di integrazione, ma mi sembra possibile.

Sto imparando il turco.

Parlare la lingua del posto, anche in modo basilare, credo sia una forma di rispetto per il paese che mi ospita e uno strumento in più per accedere a una  cultura.

Noto, comunque, che rispetto alla Cambogia dove l’interazione con i locali era fortemente limitata e comunque rimaneva a un livello superficiale, qui è piuttosto facile, soprattutto se si parla con turchi che sanno l’inglese.

E poi, molto spesso, mi scambiano per turca. Nel Sud Est Asiatico, ero sempre indicata come “barang”, straniera…era un po’ difficile riuscire ad integrarsi in quella parte di mondo.
 
vivere a Istanbul mary_mollotuttoVivere a Istanbul, sotto quali aspetti è meglio che in Italia? E sotto quali aspetti è peggio?

Istanbul è una città molto giovane e vivace. Incontrare persone è relativamente semplice e non ci si annoia mai.

Il tempo scorre velocemente e non è mai abbastanza!

Rispetto all’Italia, è difficile fare un confronto. Non ho mai vissuto in una città che non fosse il mio paesino brianzolo, ho sempre fatto la pendolare a Milano, quindi non posso esprimermi su come sarebbe stato vivere lì.

Rispetto agli altri posti in cui mi sono trasferita (Madrid e Phnom Penh),invece, posso dire che Istanbul non sia semplice da vivere. Le distanze sono enormi e il traffico  infernale.

Come mi ha detto un ragazzo turco che ho incontrato i primi giorni “Devi essere molto forte per vivere a Istanbul”.

Sono totalmente d’accordo. Istanbul ti avvolge e ti travolge.

E’ una città da sperimentare con tutti e 5 i sensi in cui bisogna scovare i posti per ritirarsi e ricaricarsi.

Cosa consiglieresti ad altri italiani che desiderassero seguire le tue orme per trasferirsi a vivere a Istanbul?

Vi innamorerete di  Istanbul e questo complicherà le cose. E’ una città bellissima da vivere, ma occorre avere taaaaaanta pazienza e spirito di adattamento.

Che tipo di lavoro, attività o investimento pensi sia conveniente praticare per un italiano a Istanbul?

Il mercato degli insegnanti di italiano sembra abbastanza saturo e essere un imprenditore in Turchia non sembra così facile e agevole.

La burocrazia è tanta e complicata. Per qualsiasi attività si voglia svolgere, comunque, occorre essere ben preparati e fare ricerche approfondite, chiedere ad altre persone del campo. Il network è sempre un valore aggiunto.

Il turismo è un comparto in grande crescita e dove è più facile trovare lavoro, anche se a volte, è richiesta la conoscenza del turco.

Consideri l’Italia un ricordo, hai nostalgia, cosa ti manca quando sei via?

Ho girato in lungo e in largo, ma l’Italia rimane sempre il più bel paese del mondo per andare in vacanza. I paesaggi spettacolari che ho visto in Australia e Asia che non avevano nulla da invidiare ai nostri, soprattutto il mare.

Ho passato 24 estati della mia vita nel Salento, i Caraibi d’Italia, e mi reputo molto fortunata di aver potuto ammirare questa bellissima regione.

L’Italia è il posto da dove vengo, dove sono le mie radici e dove è la mia famiglia. E’ il mio nido, dove mi ricarico e prendo le decisioni importanti. Non è però, al momento, il posto dove voglio vivere.

Ho ancora bisogno di nuovi stimoli, di stare a contatto con culture diverse e ho voglia di esplorare ancora un po’ di mondo! Non escludo però di ritornarci per stabilirmi lì un giorno.

vivere a Istanbul mary_mollotuttoConosci molti italiani che vivono a Istanbul, li frequenti?

In realtà finora ho incontrato solo una ragazza italiana, ma la comunità di italiani a Istanbul sembra essere molto folta.

Consiglieresti Istanbul come meta per espatriare o più per una vacanza?

Viaggiare in un posto è un conto; viverci è un altro; volerci lavorare è un altro ancora.

Istanbul è una città meravigliosa che merita di essere visitata più di una volta nella vita.

Vivere qui è un’esperienza molto intensa…lavorarci ancora di più.

In generale, è difficile orientarsi nell’oceano di scelte e stimoli che ti si presentano davanti ogni giorno a Istanbul, più che in altri posti.

Bisogna essere molto determinati per  trasferirsi qui (e affrontare tutta la burocrazia e le sfide logistico-pratiche).

Pensi che ti fermerai li a Istanbul o in futuro continuerai a viaggiare?

Istanbul, è tra tutti i posti, quello in cui mi sento a casa. Il lavoro è ciò che mi piace meno in questo momento, ma voglio concedermi un po’ di tempo per vedere cosa salta fuori.

Le cose a Istanbul si evolvono molto velocemente e, chissà, magari potranno nascere altri progetti.

Come dico sempre, starò qui finchè sarò felice, l’unico criterio che mi guida ovunque vada.


Ho appena creato un blog (www.animeinviaggio.me) dal motto “Ispira e lasciati ispirare” per condividere tutti i pensieri di viaggio con altre “anime in viaggio” , in fondo quello che siamo tutti noi anche quando stiamo fermi.


Mary


Email: mariarosaria.gioffre@gmail.com

Di Massimo Dallaglio

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