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Ritrovata la lettera che ispirò On the road di Jack Kerouac

Si tratta della famosa Joan Anderson letter: 18 pagine nude e crude scritte nel 1950 da Neal Cassady all’amico Jack Kerouac, in quale, dopo averla letta, decise di cestinare la prima bozza di On the Road e in 3 settimane di scrittura senza sosta, utilizzando il nuovo stile di Cassady, rielaborò completamente il romanzo che lo rese un mito per viaggiatori, scrittori e sognatori dando vita alla Beat Generation.

 La lettera, come raccontò lo stesso Kerouac, fu persa dall’amico Allen Ginsberg, il quale l’aveva consegnata a Gert Stern, che all’epoca viveva su una chiatta a Sausalito (città della Contea di Marin, nelle vicinanze di San Francisco) e la fece cadere in acqua.
Ma in realtà non andò così… Ginsberg non la diede a Stern, ma la spedì alla casa editrice Golden Goose Press di San Francisco dove non fu mai stata aperta!
Quando la Golden Goose Press chiuse, la lettera di Neal Cassady stava per essere buttata, ma un editore musicale che condivideva l’ufficio rilevò tutti i documenti dell’archivio della casa editrice e alla sua morte nel 2014, è stata trovata in una soffitta a Oakland in fondo ad un cassetto.
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Questo ciò che disse Kerouac riguardo alla lettera:

“… la Lettera che Neal Cassady mi ha mandato… E ‘ il più grande pezzo di scrittura che io abbia mai letto, migliore di qualsiasi altro qui in America, o almeno abbastanza per fare rivoltare nelle tombe  (Herman) Melville, (Mark) Twain, (Theodore) Dreiser, (Thomas) Wolfe… Allen Ginsberg mi ha chiesto di prestargli questa lunga lettera in modo da poterla leggere. La lesse, poi la prestò ad un ragazzo chiamato Gerd Stern che viveva in una casa galleggiante a Sausalito, California, nel 1955, e questo collega ha perso la lettera in mare presumo. Ho chiamato la lettera di Neal, per comodità, la Lettera Joan Anderson … tutto su un week-end di Natale nelle sale da biliardo, camere d’albergo e prigioni di Denver, con eventi esilaranti e tragici; c’è anche un disegno di una finestra, con le misure per permettere al lettore a capire tutto…

La sua tecnica di scrittura Bop

Evidentemente la lettera di Neal Cassady influenzò molto Kerouac tanto che scrisse anche il piccolo saggio Scrivere Bop – Lezioni di scrittura creativa
che contiene la teorizzazione di tutto quello che Kerouac stava sperimentando e trovando: una scrittura in cui identificarsi totalmente, che fosse in grado di essere tutt’uno con la storia da raccontare; contiene scritti per la maggior parte inediti un insolito Kerouac teorico che parla di Kerouac scrittore.
Testimonianza preziosa per conoscere i fondamenti della “prosa spontanea”, lo stile narrativo da lui creato. Un Kerouac che espone le sue “regole”: “essere dentro le cose” invece di “parlare delle cose”; “afferrare” tutto ciò che i sensi percepiscono; “sincopare”, “boppare” la scrittura, “improvvisare” sulla pagina come Charlie Parker al sassofono.
Insieme a questi documenti sono pubblicati per la prima volta alcuni articoli importanti per comprendere dalla voce diretta dell’autore la sua scrittura e la Beat Generation: in particolare, l’articolo in cui, a distanza di dieci anni dalla nascita del termine Beat Generation, l’autore ne dà la spiegazione “ufficiale”; le risposte alle accuse di teppismo mosse alla Beat Generation; la sua posizione politica e, infine, l’ultima parola del “padre dei beati”, una sorta di antitestamento in cui Kerouac profetizza “dopo di me, il diluvio”.
Il free jazz di Charlie Parker e la poesia giapponese, la filosofia Zen e i grandi miti americani. L’arte della scrittura secondo il maestro della “beat generation” in un breve saggio inedito in Italia.

ON THE ROAD

Sulla strada (titolo originale: On the Road) è un romanzo autobiografico, scritto nel 1951, dello scrittore statunitense Jack Kerouac, basato su una serie di viaggi in automobile attraverso gli Stati Uniti, in parte con il suo amico Neal Cassady e in parte in autostop.

«Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati»
«Dove andiamo?»
«Non lo so, ma dobbiamo andare».
(Jack Kerouac, On the Road, p. 17)
Sal Paradise, pseudonimo di Jack Kerouac, un giovane newyorkese con ambizioni letterarie, incontra Dean Moriarty, pseudonimo di Neal Cassady,un ragazzo dell’Ovest.
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Uscito dal riformatorio, Dean comincia a girovagare sfidando le regole della vita borghese, sempre alla ricerca di esperienze intense.
Dean decide di ripartire per l’Ovest e Sal lo raggiunge; è il primo di una serie di viaggi che imprimono una dimensione nuova alla vita di Sal.
La fuga continua di Dean ha in sé una caratteristica eroica, Sal non può fare a meno di ammirarlo, anche quando febbricitante, a Città del Messico, viene abbandonato dall’amico, che torna negli Stati Uniti.
Ah, una cosa il significato della parola “Beat” di “Beat Generation“. Significa “beato“, essere in uno stato di beatitudine, cercare di amare tutto e essere sinceri sempre.
Di Massimo Dallaglio
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