VIVERE A GIBILTERRA

Mollare Tutto e Trasferirsi a Vivere a Gibilterra: La testimonianza di Sergio

Sergio, originario di Napoli, si è specializzato nel settore del poker online. Ha trasformato la sua attività da un semplice hobby a lavoro, tanto che l’azienda del sito online lo ha assunto, chiedendogli di trasferirsi a lavorare per loro a Gibilterra! Leggiamo di seguito la sua storia.

Ciao Sergio, raccontaci un po’ di te… di dove sei originario e cosa facevi quando eri in Italia?

Bonjour. Mi chiamo Sergio, sono nato a Napoli e quando ero in Italia facevo principalmente il giornalista ma ho lavorato anche nel marketing.

VIVERE A GIBILTERRA

Quando e perché è arrivata la voglia o la necessità di lasciare l’Italia? 

È stata un po’ voglia e un po’ necessità. Voglia perché, purtroppo, in Italia ci sono cose che proprio non funzionano. Necessità perché a un certo punto mi son trovato a 32 anni a vivere con i miei e ad avere difficoltà a trovare un lavoro perché mi arrivavano solo offerte di stage. A quel punto ho cominciato a pensare all’estero, all’inizio senza un’idea precisa: tanto per dire, mi ero fatto il passaporto per fare domande per dei progetti di lavoro a termine in Canada.

Sei partito da solo o con la famiglia o partner?

Da solo.

VIVERE A GIBILTERRA

Perché hai scelto proprio Gibilterra?

In realtà, diciamo che Gibilterra ha scelto me.

Che lavoro fai a Gibilterra e come hai fatto a trovarlo?

In poche parole: all’epoca ero disoccupato e, in passato, per un periodo avevo giocato a poker online a livello amatoriale, frequentando anche un forum su un sito internet. Nello stesso periodo un mio amico stava lavorando a Gibilterra per lo stesso sito di poker ed era in cerca di un giornalista freelance. Cominciai a scrivere, tanto per guadagnare qualcosina, ma dopo qualche mese il mio amico decise di tornare in Italia e mi suggerì di inviare un curriculum alla sua ex-azienda perché erano in cerca di un sostituto.

Insomma, in 15 giorni feci le preselezioni e mi chiesero di andare lì per affrontare una settimana di prove e test, insieme ad un altro paio di candidati. Alla fine dello screening mi dissero: “Hai una settimana per tornare in Italia, impacchettare la tua roba e trasferirti qui”. In quel periodo in Italia ero tornato a vivere da solo da pochi mesi per cui dovetti organizzare un trasloco-lampo, con tutte le formalità burocratiche annesse e connesse.

Quali differenze sostanziali hai avuto modo di riscontrare a livello lavorativo e di stile di vita rispetto all’Italia?

Lavoro in un ambito forse un po’ “strano” per molti eppure qui è un altro livello: pagano in maniera proporzionale all’esperienza e ogni anno si ridiscute il contratto. Ho anche la fortuna di avere un’azienda che mi garantisce un’ampia flessibilità! Infatti posso decidere l’orario di entrata (che può variare dalle 8 alle 11) e durante il giorno posso staccare per andare in palestra, inoltre quando ho bisogno di lavorare da casa, non hanno problemi.

Per quanto riguarda lo stile di vita … diciamo che bisogna ambientarsi perchè nel sud della Spagna d’estate si arriva a un punto che alle 22:30 c’è ancora luce, quindi si fa tutto più tardi: ci si sveglia dopo, si mangia dopo, si esce dopo, si va a dormire dopo …

Cos’altro hai notato della società locale?

In Costa del Sol principalmente si campa di turismo ma non è che la situazione sia eccezionale: tanti spagnoli sono disoccupati e vivono di sussidi, quelli che lavorano per la maggior parte hanno un impiego pubblico, lavori stagionali o sfruttano quel poco di mercato offerto dalla presenza degli stranieri (lavori come baby-sitter, badanti, pulizie di casa). Gibilterra chiaramente è diversa, ma è anche una cittadina piccola: si parla di circa trentamila abitanti.

Come è avvenuta la tua integrazione in una realtà locale sostanzialmente differente da quella italiana?

All’inizio non è stato facile, sopratutto perché non parlavo spagnolo ed anche il mio inglese era abbastanza limitato, quindi comunicare era un problema. Con l’inglese sono migliorato rapidamente ma con lo spagnolo ci ho messo un po’, anche per pigrizia visto che comunque parlando in italiano riuscivo bene o male a farmi capire. Comunque non è difficile come integrarsi in Cina eh! Si parla pur sempre di un paese latino, tante cose funzionano in maniera simile e gli italiani si sentono abbastanza a casa. Salvo che per la pizza: se venite qua evitatela o fatevi consigliare da qualcuno che conosce i ristoranti giusti …

VIVERE A GIBILTERRAVivere a Gibilterra sotto quali aspetti è meglio che in Italia? E sotto quali aspetti è peggio?

Lavorativamente c’è una mentalità totalmente diversa dall’Italia e soprattutto i servizi funzionano alla perfezione. Esempio: nel mio contratto è inclusa un’assicurazione sanitaria. Caso ha voluto che dopo pochi mesi dal trasferimento, purtroppo, mi sono dovuto operare alla schiena per via di una brutta ernia e, grazie a quest’assicurazione, mi hanno mandato in una clinica privata attrezzatissima dove ho avuto una flessibilità enorme per la convalescenza. Davvero mi hanno aiutato in ogni modo!

Gli aspetti negativi … innanzi tutto non è una metropoli: se ci venite senza macchina dovrete vivere a Gibilterra oppure, come me, nel paesino vicino che si chiama La Linea dove non è che ci sia tantissimo da fare, specie per ciò che riguarda gli eventi. Inoltre il lavoro è ben pagato ma scordatevi la stabilità: se non rendete al meglio le aziende possono tranquillamente licenziare. A me, personalmente, la cosa per il momento benissimo: se faccio bene vengo premiato, se non faccio bene vado a casa. Mi sembra giusto.

Consideri l’Italia un ricordo, hai nostalgia, cosa ti manca quando sei via? 

Mi manca la famiglia, un po’ certe bellezze naturali e storiche di Napoli, ma onestamente non tornerei. Se anche mi trovassi senza lavoro e non riuscissi a trovare altro sul posto, punterei dritto a Londra.

Cosa consiglieresti ad altri italiani che desiderassero seguire le tue orme? O che tipo di lavoro, attività o investimento pensi sia conveniente praticare per un italiano a Gibilterra?

Evitate di venire qui senza lavoro: qualche anno fa gli italiani erano molto ricercati, adesso il mercato lavorativo va a “ondate”. Spulciate il sito www.reed.co.uk per vedere le offerte e, soprattutto, non fatevi problemi ad accettare lavori tipo “Supporto Clienti” anche se il lavoro che fate ora è di grado superiore. Anche perchè un lavoro come Customer Support qui è pagato più che decentemente. Inoltre quello che conta “è entrare”, infatti se siete bravi, le aziende vi mantengono e vi permettono di crescere.

Elencaci i siti internet e le pagine Facebook o altro dove le persone possono contattarti:
Non sono molto attivo sui social, l’unico profilo che ho è lavorativo. Però se qualcuno volesse informazioni può scrivermi a trilogysuite5@hotmail.com

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Intervista di Manuela Camporaso

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