Simone Bertollini avvocato a New York specializzato in immigrazione

Simone, dopo essersi laureato in giurisprudenza in Italia ha deciso di trasferirsi negli Stati Uniti dove ha ricominciato l’università nuovamente diventando avvocato negli Stati Uniti sei mesi prima che se avesse ripsettato i tempi imposti dal “praticantato” in Italia.

“…Sono Avvocato a New York e nel New Jersey. Mi occupo principalmente di casi d’immigrazione, dalle pratiche per i visti di lavoro e da investimenti, ai casi penali in Corte Federale per frode d’immigrazioneAll’inizio avevo il visto da studente. Poi, ho ottenuto un visto E-2 da investimenti. Il visto era basato proprio sull’investimento fatto nel mio Studio Legale. Ora ho la Green Card, ossia sono residente permanente…”

Ciao Simone, raccontaci un po’ di te… di dove sei e cosa facevi quando eri in Italia?

Ho 34 anni, e sono di Roma. In Italia ero un giovane laureato in giurisprudenza in cerca di lavoro. C’erano stati problemi già da quando ero all’università: avevo fatto tutti gli esami con più di 1 anno di anticipo, ma mi è stato detto che dovevo aspettare la conclusione dei 4 anni di “durata normale” del corso di laurea.

Simone Bertollini avvocato a New YorkQuando e perché è arrivata la voglia o la necessità di lasciare l’Italia?

A parte il problema iniziale con l’Università, in Italia non c’era verso di trovare un lavoro. Persino trovare uno studio legale per fare il praticante (senza essere pagato) sembrava complicato. E io non avevo nessun tipo di raccomandazione.

Perché hai scelto proprio gli Stati Uniti e in quale città vivi?
Negli Stati Uniti non c’è l’obbligo del praticantato. Il progetto iniziale era quello di diventare avvocato negli Stati Uniti, e tornare in Italia per farmi riconoscere il titolo, evitando di sprecare tempo con il praticantato.

In America le cose sono molto diverse: anche ricominciando l’università daccapo, sono riuscito a diventare avvocato negli Stati Uniti più di 6 mesi prima che sarei potuto diventare avvocato in Italia, avendo fatto la pratica obbligatoria. Così decisi di abbandonare il piano iniziale di rientrare in Italia, trattenendomi un po’ negli Stati Uniti. Ora vivo a Weehawken, nel New Jersey, a pochi minuti da Manhattan.

Avevi già vissuto all’estero per lunghi periodi prima?

No. Solo un paio di mesi in Australia, e un mese circa in Inghilterra, per studiare inglese.

Sei partito da solo o con la partner o amici?

Da solo. La mia fidanzata di allora, anche lei laureata in giurisprudenza, non se la sentiva di voler venire con me. E poi il progetto era molto ambizioso, e credo che in molti credevano fossi pazzo solo per pensare di provarci.

In che cosa consiste la tua attività esattamente?

Sono Avvocato a New York e nel New Jersey. Mi occupo principalmente di casi d’immigrazione, dalle pratiche per i visti di lavoro e da investimenti, ai casi penali in Corte Federale per frode d’immigrazione.

Come hai affrontato e risolto il problema del visto?

Prendere il visto negli Stati Uniti è molto difficile. All’inizio avevo il visto da studente. Poi, con non poche difficoltà, ho ottenuto un visto E-2 da investimenti. Neanche a dirlo, la pratica del mio visto me la sono fatta da solo. Il visto era basato proprio sull’investimento (a dire il vero, non troppo consistente) fatto nel mio Studio Legale. Ora ho la Green Card, ossia sono residente permanente.

Simone Bertollini avvocato a New York

Quali differenze sostanziali hai avuto modo di riscontrare a livello lavorativo rispetto all’Italia?

Negli Stati Uniti conta l’impegno, la determinazione, e il merito. Non ci sono limiti nel fare carriera. Non c’è stigma nei confronti dei giovani.

Il sistema ti stimola a fare sempre di più, invece che metterti il freno. Per esempio, quest’anno (2015) sono stato selezionato tra le New Jersey Rising Stars come uno dei migliori giovani avvocati d’immigrazione.

La selezione a questo riconoscimento è fatta da avvocati, giudici, ed esperti del diritto, ed è totalmente imparziale. Appena il 2.5% degli avvocati sotto i 40 anni vengono selezionati ogni anno in ogni categoria.

La grande maggioranza dei selezionati lavora in studi legali di prestigio, ed è incredibile come abbiano incluso anche me, che vengo da un altro paese ed ho iniziato ad esercitare meno di 4 anni fa.

Simone Bertollini avvocato a New YorkCos’altro hai notato della società americana? (Economia, crisi, sicurezza, immigrazione, famiglia, politica, cultura, etc.)

Ho notato che la cosa che qui prendono più sul serio è la gestione degli introiti. Gli evasori fiscali, anche i più piccoli, vanno in carcere, cosi come quelli che non pagano le multe. Le entrate sono fondamentali per l’economia, perché senza soldi va tutto a rotoli, cosi come in Italia.

Come è avvenuta la tua integrazione in una realtà locale sostanzialmente differente da quella italiana?

E’ stato, ed è tuttora, complicato. Ci vuole molto tempo per abituarsi, ma non è problema, per me è come vivere una seconda vita, su un altro pianeta.

Vivere negli USA, sotto quali aspetti è meglio che in Italia? E sotto quali aspetti è peggio?

Negli Stati Uniti si lavora e si fa carriera. Ma in Italia si mangia bene e si fa uno stile di vita di gran lunga migliore. Il problema è che per vivere bene in Italia serve un lavoro ben remunerato, che non troverai a meno che non hai qualche forte raccomandazione.

Cosa consiglieresti ad altri italiani che desiderassero seguire le tue orme?

Consiglierei di mettercela tutta e non arrendersi. E soprattutto di provare più paesi, se necessario. Ci sono tanti bei posti nel mondo in cui farsi una nuova vita.

Consideri l’Italia un ricordo, hai nostalgia, cosa ti manca quando sei via?

Per il momento, mi manca solo la mia famiglia e pochi amici.

Che tipo di lavoro/attività/investimento pensi sia conveniente praticare per un italiano a New York?

La maggior parte degli Italiani investono nel settore alimentare e della ristorazione, quindi gelaterie, ristoranti, paninerie, etc. Mentre i visti di lavoro sono estremamente difficili da ottenere, anche avendo una laurea.

Conosci molti italiani che vivono a New York, li frequenti?

Si, ho molti amici e clienti che vivono a New York, anche se cerco in tutti i modi di avere relazioni sociali con Americani, cosi da facilitare il processo di integrazione.

Consiglieresti New York come meta per espatriare o più per una vacanza?

New York è molto caotica, ma per qualche motivo sembra essere una meta estremamente ambita. Personalmente preferisco il New Jersey, dove la vita è più tranquilla e piacevole. Non so se potrei raccomandare New York come una meta per emigrare, ma probabilmente è un buon posto per fare un’esperienza di vita per qualche anno.

www.simonebertollini.com

Di Massimo Dallaglio

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