Chi sono gli italiani all'estero
Foto di rottonara da Pixabay

Quanti sono e chi sono gli italiani all’estero ?

È diventato insolito incontrare un gruppo di persone, anche in un bar del più piccolo paese di provincia, e non trovare qualcuno che abbia provato a cercare fortuna all’estero o, perlomeno, qualcuno che non abbia un amico o un parente che si stia facendo una nuova vita fuori dai confini nazionali.

Gli italiani all’estero sono aumentati del 54.9% negli ultimi dieci anni secondo il Rapporto Migrantes 2016. I registrati all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) ammontano quasi a 5 milioni, ben più della popolazione di Roma e Milano messe assieme, senza ovviamente contare quelli che si sono trasferiti ma non si sono ancora registrati.

Chi sono gli Italiani all’Estero

Da dove vengono tutti questi migranti del nuovo millennio, e dove vanno? Il maggior numero, poco più di ventimila, parte dalla Lombardia, con il Veneto che segue in seconda posizione con la metà delle partenze.

La destinazione preferita è la Germania che, grazie alla fiorente situazione economica e al forte magnetismo di Berlino, ha rimpiazzato il Regno Unito al primo posto. L’isola britannica, nonostante l’intramontabile fascino di Londra, è penalizzata dall’innalzamento del costo della vita e dallo spauracchio del recente referendum sull’uscita dall’Unione Europea.

Altre mete gettonate sono le confinanti Francia e Svizzera, mentre il Brasile si trova in quinta posizione, primo tra le nazioni extra europee. Gli italiani che emigrano al di fuori dall’Europa tendono infatti a preferire le nazioni del centro-sud America.

Uno sguardo alle statistiche sulle fasce d’età e salta subito all’occhio quella più significativa: il 36.7% sono nei 18-34 anni, che include studenti universitari e neolaureati in cerca di esperienza, ma sorprende il 25.8% della fascia 35-49.

Le ragioni di questo spostamento sono molteplici ma i numeri possono aiutarci a capire un po’ di più sulle cause. Sicuramente gioca un fattore fondamentale la maggiore mobilità degli ultimi anni di cui godono i cosiddetti “millennials” cioè tutte le persone a grosso modo nel gruppo tra i 18 e i 30 anni.

Le frontiere aperte e la facilità degli spostamenti all’interno dell’Unione Europea, e la maggiore conoscenza delle lingue sono i principali complici di questo fenomeno migratorio. In più l’aspetto formativo ha un importante ruolo di causa-effetto: i nuovi migranti italiani sono sempre più istruiti, spesso si trasferiscono durante gli studi per il sempre più diffuso anno all’estero o per dei corsi post-laurea, oppure una volta conseguito il titolo di studio in Italia vanno all’estero a cercare lavoro e maturare un’esperienza internazionale che al giorno d’oggi è sempre più importante nel mondo del lavoro.

Stanze e appartamenti: come trovare alloggio all’estero

Chi segue un progetto universitario in genere ha già tutto pronto prima della partenza, sia che si tratti di Erasmus, o di un master o di altre tipologie di corso, l’iscrizione viene fatta anticipatamente e i dettagli sono in genere definiti fin da subito.

Per chi non segue il percorso accademico spesso ci sono degli stage che aspettano, o magari anche lavori trovati online o tramite l’azienda per cui si lavora in Italia.

Per gli altri, che tendono ad essere la maggioranza, occorrerà preparare un buon curriculum, affinare la tecnica di scrittura di cover letter e armarsi di pazienza e tenacia.

Quello che raramente si riesce a trovare prima dell’arrivo è l’alloggio.

Trovare una casa all’estero è spesso il compito più difficile, specialmente se si tratta di trovare un alloggio che sia in una buona posizione, che sia in buono stato e che abbia un affitto a portata di budget.

I nuovi emigrati si trovano spesso a trovare una sistemazione temporanea in un ostello o a casa di amici, con i relativi costi e le relative scomodità, mentre passano ore e giornate a spulciare annunci e a visitare case.

Spesso questo compito, già di per sé difficile, è ulteriormente complicato dalla burocrazia: in certi paesi il contratto di affitto viene fatto solo in presenza di un lavoro e di un conto in banca, e spesso il conto in banca viene aperto solo in presenza di un lavoro e un indirizzo di residenza. Una situazione kafkiana.

In questi ultimi anni il problema di trovare una casa all’estero è stato risolto da Uniplaces, una piattaforma che consente di prenotare in anticipo il proprio alloggio a medio-lungo termine in Europa.

Migliaia di stanze in case condivise o interi appartamenti sono a portata di click senza dover nemmeno avere bisogno di effettuare le visite di persona. Infatti gli annunci sono estremamente dettagliati e forniti di foto scattate da fotografi professionisti selezionati e approvati dal sito stesso, in modo da rendere la pratica delle visite obsoleta. Per alcuni appartamenti ci sono anche dei video in modo da consentire una visita virtuale in 3D.

Chi sono gli italiani all'estero
Foto di rottonara da Pixabay

Come prepararsi al trasferimento fuori dall’Italia

Fondamentale è prepararsi sulle documentazioni che bisogna avere o che bisogna richiedere appena arrivati. I siti governativi di ogni principale nazione europea forniscono le informazioni necessarie ma spesso i blog o i siti di altri expat sono più chiari. Inoltre su blogs e forum si possono fare domande ad altri che hanno già fatto il passo, e si trovano anche servizi che assistono nel fare i primi passi della propria vita all’estero.

Un consiglio che vale per ogni destinazione è l’iscrizione all’AIRE, che non solo è obbligatoria per soggiorni superiori ai 12 mesi, ma garantisce l’accesso ai servizi consolari e l’esercitazione di diritti come il voto.

Quindi la tecnologia e una maggiore competenza linguistica rendono il trasferimento all’estero più semplice ma non bisogna sottovalutare le difficoltà. Per le stesse ragioni anche molte altre persone provano l’avventura all’estero, creando così maggiore competizione e rendendo quasi ridondante una skill importante come la conoscenza dell’Italiano.

Per ottenere il meglio dalla propria esperienza bisognerà essere sempre più preparati ed avere le idee chiare, e una buona dose di creatività che, fortunatamente, a noi italiani non manca mai.

Di Riccardo Fumagalli

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