Come diventare croupier

Marcello, dopo anni di esperienza all’estero come Croupier, ha fondato in Italia una scuola per diventare Croupier. Marcello Cascone, croupier professionista, ha lavorato come Croupier per anni viaggiando tra Francia e Regno Unito. Ora ha fondato un centro di formazione per dipendenti di casinò: Croupier e tecnici slot… ottime professioni spendibili in tutto il mondo. Ecco come diventare croupier

Ciao Marcello, ci dici di dove sei e di cosa ti occupi?

Come diventare croupierBuongiorno a tutti!
Mi chiamo Marcello Cascone, sono nato in Liguria, a Bordighera ed attualmente risiedo ad Ivrea in Piemonte. Tra le mie passioni il cibo, la pallacanestro, il surf da onda, la musica, la lettura ed ovviamente tutto ciò che concerne l’ambiente spumeggiante e sfavillante delle case da gioco.
Mi occupo infatti di formazione per casinò. Nella fattispecie sono il Direttore nonché Training Manager di un centro di formazione per dipendenti da casinò (croupier e tecnici slot) ubicato in Torino.

Quando e perchè è arrivata la voglia di andare via dal Bel Paese?

Devo dire che sin da piccolo, grazie soprattutto a quella santa donna di mia madre, olandese e di professione interprete, ho avuto la possibilità di viaggiare e conoscere diversi paesi, principalmente europei. Ciò mi ha dato la fortuna sia dalla più tenere età di poter apprendere una seconda lingua e di comunicare con altri miei simili in una lingua diversa da quella di appartenenza. Sono stato quindi facilitato nell’apprendimento successivo di altre lingue; ho avuto modo di ampliare il mio bagaglio culturale, di avere un approccio con persone diverse dalla mia nazionalità più aperto, senza pregiudizi e di rendermi estremamente curioso nei confronti del mondo.

Perchè proprio il Regno Unito, e perche’ proprio la professione di croupier?

Come diventare croupierDiventare croupier è stato per me abbastanza naturale. Vivere a due passi da Sanremo e dalla Costa Azzurra, dove la presenza di case da gioco è sempre stata importante, mi ha dato modo di potermi relazionare con persone impiegate all’interno delle stesse e quindi conoscere come funzionasse l’ambiente lavorativo. Inoltre, il mestiere del croupier, a differenza di tanti altri, mi offriva la possibilità di potermi spostare in continuazione, cosa che io ricercavo, ed al contempo di garantirmi un ottimo stipendio ed una crescita professionale.
Tra i vari sbocchi lavorativi che mi si presentarono terminato il percorso formativo decisi per la Gran Bretagna. Per lo stile di vita sempre affascinante, per le bellezze naturali che il paese offre e per la ampie possibilità lavorative a livello professionale.

Che ricordi hai dell’Inghilterra?

Il primo anno di UK lo trascorsi a Bristol, dove vissi un anno. Ovviamente data la mia passione per il surf da onda, non appena scattavano i due-tre giorni off mi recavo in Cornovaglia per cercare di afferrare qualche onda atlantica. Non appena ci fu l’occasione, tramite la compagnia per la quale lavoravo chiesi il trasferimento a Plymouth, l’unico paese più vicino alla costa Atlantica con un casinò. Ci trascorsi 6 mesi. Maturando professionalmente, l’esigenza di conoscere più approfonditamente l’azienda casinò mi portò infine a Londra, dove sempre tramite la stessa compagnia chiesi il trasferimento. Andai a lavorare al Mint Casino, in South Kengsinton, per un anno.
Il periodo britannico lo ricordo ancora come un momento della mia vita felice, spensierato e pieno di sorprese. Avevo un mestiere che mi piaceva, guadagnavo abbastanza per mantenermi tranquillamente, ero giovane e single. Alla grande insomma.

Dove sei andato dopo il periodo Inglese?

Come diventare croupierDopo tre anni di Gran Bretagna però avvertivo l’esigenza di cambiare aria, se non altro per fare ritorno laddove tutto ebbe inizio, al mare ed in Costa Azzurra. Un mio amico, un vecchio compagno di pallacanestro, era diventato Manager di sala in un piccolo casinò a due passi da Saint-Tropez, Cavalaire. Mi contattò chiedendomi se fossi stato interessato a trasferirmi in costa per lavorare durante la stagione primaverile ed estiva con un’eventuale contratto a tempo indeterminato. Non che la tipologia di contratto mi interessasse molto. Già sapevo che terminata la stagione sarei schizzato via, ma tant’è, colsi l’occasione al volo. D’altronde una stagione lavorativa in Costa Azzurra non si rifiuta mai! Ottimi stipendi, serate frizzanti e clima da sogno! Quello che ci voleva per togliersi di dosso l’umidità anglosassone.

E poi?

Terminata la stagione estiva e con l’approssimarsi dell’autunno, rigenerato, decisi di trasferirmi in Costa Rica. A Tamarindo trovai subito lavoro! Uno dei fattori positivi di chi lavora all’interno di una sala da gioco tradizionale di un casinò, la quale ha maturato una certa esperienza professionale ed al contempo parla diverse lingue, è che una volta acquisita una posizione lavorativa puoi inoltrare candidatura per la stessa posizione o sei hai fortuna per una posizione lavorativa superiore. A patto che tu ne abbia le qualità!
Per farla breve e per non annoiarvi ulteriormente con le mie vicissitudini personali, professionalmente ho lavorato in diversi continenti avendo la grande fortuna di poter sempre seguire le mie passioni personali. Il che non è poco.

Sei un vero giramondo, complimenti! Ma e’ tutto rose e fiori questo stile di vita?

Sotto alcuni punti di vista, la vita nomade non è facile. Occorre essere sportivi (nel senso di avere sempre uno zaino in spalla), adattarsi facilmente alle diverse condizioni di vita e di costume esistenti negli altri Paesi e magari avere un lavoro che ti copre sempre le spalle.

E come è arrivata l’idea di aprire una scuola per lavorare nei Casino’?

Ora risiedo ad Ivrea. Come precedentemente affermato lavoro a Torino, dove gestisco un centro di formazione per croupier e tecnici slot. E’ un mestiere che mi da soddisfazione. Avere studenti interessati ad affrontare questo mestiere così sconosciuto sotto alcuni punti di vista mi riempie di gioia. Primo perché sono in grado di trasmettere le mie conoscenze, sia lavorative che personali. In secondo luogo perché accompagnare delle persone in un percorso di vita quotidiana, a volte difficile, e vederle giungere sino alle porte di un impiego che a me ha dato tanto, beh, è una bella soddisfazione.

A chi consiglieresti questo lavoro? E come diventare croupier professionista?

Intraprendere il percorso professionale del croupier non è difficile. Come in tutte le cose occorre avere passione. Scegliere questo tipo di mestiere significa avere prima di tutto una predisposizione al contatto con il prossimo. Il mondo delle case da gioco è prima di tutto intrattenimento. Ed occorre essere in grado di offrire alla clientela dei momenti piacevoli. E’ un mestiere che con il tempo offre possibilità di crescita professionale ed ottimi stipendi. Ed ovviamente la possibilità di visitare diversi angoli del globo, se ciò potesse interessarvi. In caso contrario potrete lavorare vita natural durante all’interno della stessa casa da gioco per tutta la vita.
It’s up to you!

A chi, invece lo sconsiglieresti?

Gli aspetti negativi del mestiere sono sicuramente i turni notturni e la clientela, la quale può risultare a volte “scorbutica”, come può risultare ovvio dal fatto che la perdita di somme di denaro anche ingenti può incidere negativamente sul comportamento del cliente. Come in tutti gli ambienti lavorativi in cui vi sia un contatto diretto tra fornitore di servizi (croupier) e fruitore (cliente) le interazioni, anche negative, sono comunque all’ordine del giorno. Non pensate che l’ambiente lavorativo sia paragonabile a quello di un saloon nel Far West! Siete completamente fuori strada. Niente risse, coltellate o peggio! Inoltre, vige il divieto di fumo. Quindi una situazione lavorativa sicuramente professionale a contatto con un mondo variopinto di persone di ogni estrazione sociale.

E’ vero che il gioco puo’ diventare una malattia?

Quando il gioco diviene compulsivo, ovvero quando il giocatore sente una necessità impellente di giocare nonostante le perdite di denaro consistenti ed i problemi con amici e familiari, da attività ricreativa si trasforma in un problema. Sicuramente rispetto al nostro paese le forme di protezione a tutela di chi è afflitto da tale patologia sono sicuramente maggiori. I servizi sociali sono presenti ed all’interno di ogni singola casa da gioco vi è sempre una figura tra le cui funzioni vi è quella di assistere chi presenta i sintomi tipici del giocatore compulsivo indirizzandola verso strutture adeguate in grado di farsi carico delle problematiche emerse. Capiterà quindi di relazionarvi anche con tali persone.

Cosa devono fare i nostri lettori per potersi mettere in contatto con te? Che aiuto puoi dargli?

Qualora necessitaste di maggiori informazioni sull’iter formativo, sulle possibilità lavorative post corso o altro non esitate a contattarmi. Sarò ben felice di chiarire ogni dubbio possa sorgervi in merito.
Potete contattarmi tranquillamente:
Email: marcello.cascone@gamingschool.it
Scuola: www.gamingschool.it
Facebook: Marsel Marsò

Grazie per l’intervista!
Ciao e grazie per avermi concesso il vostro prezioso tempo.

Di Rocco Mela 23/04/2014

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