Davide Schembari, una laurea in bio-informatica da 110 e lode e la necessità di andare via
La storia di Davide è la tipica storia del laureato italiano: tante capacità, tanta voglia di fare e dare cultura al proprio Paese ma che prima o poi si rende conto di vivere in una realtà che pensa ad altro, che non dà lo giusto spazio ai settori importanti della ricerca. Poi mette il suo Cv online e piombano dall’estero tante offerte per lavorare nel suo settore e con uno stipendio che si sarebbe sognato nella sua Sicilia e nella metropoli milanese in cui aveva lavorato. Oggi ha 33 anni, vive vicino Londra e l’Italia la guarda solo da lontano.
FASE 1: MODICA-MILANO.
Il seme dell’emigrazione si è impiantato a metà 2004 quando mi sono laureato (in informatica con 110 e lode), perché dopo aver faticato mesi per una tesi di ricerca in bio-informatica fatta in una delle più grandi multinazionali di semiconduttori, non mi e’ stata data alcuna prospettiva lavorativa; e pensare che la bio-informatica è un settore di nicchia e dove si dovrebbe investire parecchio. Deluso cerco la mia strada nel mercato del lavoro siciliano e mi ritrovo a lavorare per una piccola azienda di consulenza che, dopo qualche mese, mi manda a Milano con uno stipendio quasi da fame, considerato il costo della vita milanese.
SGUARDO ALL’ESTERO.
Visto che mi sentivo comunque lontano da casa, ho cominciato a pensare all’estero europeo e 2 giorni dopo aver pubblicato il mio CV su Monster cominciano a chiamarmi gli head hunters dall’Inghilterra. Non ero mai stato in Inghilterra prima ma non avevo nessun dubbio, anzi, ad ogni chiamata che ricevevo mi incoraggiavo sempre di più.
FASE 2: MILANO-LONDRA.
Arrivato a Londra l’azienda mi ha pagato un B&B per quasi un mese, mi ha aperto il conto in banca e mi ha aiutato a trovare casa. Il loro supporto e’ stato fondamentale. Ed e’ così che mi ritrovo a vivere vicino Londra da poco più di 4 anni per una multinazionale delle telecomunicazioni.
“CRISI” CON AUMENTO DI STIPENDIO.
Ma la crisi tocca anche l’Inghilterra, e visto che è globale la mia attuale azienda non può offrirmi nessuna prospettiva di carriera; quindi ho mandato il mio CV ad un’altra multinazionale che aveva delle posizioni aperte interessanti, colloquio e fra poco cambierò lavoro con un consistente aumento di stipendio. Questa cosa si chiama mercato del lavoro ed è triste dirlo ma in Italia non esiste.
UNICI OSTACOLI: LINGUA E CULTURA.
Se parliamo delle difficoltà iniziali direi solo la lingua, perché l’inglese parlato dalla gente comune non ha niente a che vedere con l’inglese scolastico. Così diventano situazioni problematiche nelle relazioni sociali ed anche nel lavoro. Si tratta di ostacoli che possono sembrare insormontabili, ma pian piano impari la lingua e inizi a vivere una vita normale.
Nel lavoro la differenza maggiore che ho riscontrato è quella culturale: diversamente da un’azienda in cui sono tutti italiani, in una multinazionale ti devi confrontare con tante culture, a volte molto diverse dalla tua.
FUTURO CERTO: NON IN ITALIA.
Torno in Italia due volte l’anno, in estate e per Natale per trovare i miei amici (quelli rimasti, perché l’80% è emigrato) e la mia famiglia. Tra 20 anni sicuramente non mi vedo vivere in Italia, anche perché nel frattempo mi sono fatto tanti amici e anche l’amore che non parla italiano (la mia fidanzata è di Singapore), e dall’esterno hai una percezione paradossalmente maggiore dei problemi in Patria, che purtroppo aumentano invece che diminuire.
Di Emiliana Pistillo 30/11/2010
