Lasciare l'Italia e inseguire il proprio sogno in Brasile

Andrea Torrente, insegue il suo sogno in Brasile: diventare giornalista a tempo pieno

Lasciare l'Italia e inseguire il proprio sogno in BrasileAndrea, laureato in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Milano, deluso dal suo lavoro precario che svolgeva in Italia, decide di mettersi alla prova trasferendosi con la compagna brasiliana a San Paolo, dove lavora come consulente ma inseguendo comunque il suo sogno di diventare giornalista a tempo pieno.

Ciao Andrea, come mai hai scelto il Brasile per cambiare vita?

Dopo aver conosciuto la mia attuale compagna brasiliana in Italia, l´ho seguita nel suo Paese.

Dove sei esattamente e da quanto tempo ci vivi?

Mi sono trasferito nel luglio 2009 a San Paolo del Brasile con Mariana, la mia compagna, e una bella cagnolina di nome Sofia.

Cosa ti ha spinto a lasciare l’Italia?

Volevo fare un´esperienza di vita all´estero, per mettermi alla prova, trovare nuovi stimoli e conoscere meglio il mondo. In Italia poi avevo un lavoro da precario e non vedevo un gran futuro davanti. Ma mai avrei immaginato di finire in Brasile.

Qual’è stata la tua impressione all’arrivo?

I primi mesi non è stato semplice. Passare da una piccola realtà di provincia dove tutto scorre identico a sé stesso ogni giorno, ad una grande metropoli di un Paese così diverso e così lontano è stato un bello shock. Ci ho messo mesi per abituarmi al nuovo ritmo. Ma d´altronde si dice che la vita cominci dove finisce la nostra zona confortevole.

E per quanto riguarda il trasferimento hai avuto delle difficoltà?

Più che altro burocratici. Se pensate che in Italia la burocrazia sia infernale, è perché non avete mai avuto a che fare con quella verde oro.

Di cosa ti occupavi in Italia?

Facevo il giornalista precario in un giornale locale. Non vedevo molti sbocchi davanti, quindi non avevo molto da perdere. Ma non avrò mai la prova del contrario.

Invece adesso cosa fai?

Inseguo sempre il sogno di fare il giornalista a tempo pieno: collaboro e ho collaborato con delle testate italiane e poi mi sfogo con il mio blog Scappo in Brasile. Ma la pagnotta me la guadagno con il marketing online: attualmente faccio il consulente per un´azienda brasiliana.

Ma non sei ancora pienamente soddisfatto del tuo lavoro vero?

Infatti, solo se e quando riuscirò a fare il giornalista a tempo pieno, potrei esserlo.

Che differenze hai notato tra le giornate che trascorrevi in Italia e le giornate che trascorri a San Paolo?

In Italia, un po` frequentavo le lezioni all´università, un po` lavoravo al giornale. E poi c´erano gli amici storici del bar. Era una routine tranquilla, senza grandi sorprese.
Adesso vivo in una realtà completamente diversa: d´altronde in una città da 11 milioni di abitanti non ci si annoia mai. Le amicizie non sono così solide, ma si conoscono in continuazione persone nuove. Senza contare le opportunità culturali e di svago che offre una città così grande, la più importante dell´America Latina. E poi ho avuto occasione di viaggiare un po` in sud America e di vedere posti meravigliosi.

Il Brasile è un Paese molto vasto: gli spostamenti sono quindi più lunghi e difficoltosi. Sia in città che tra un luogo e l´altro. Durante i ponti e le brevi festività è normale ad esempio farsi centinaia di chilometri in macchina, con code lunghissime e molte ore di viaggio solo per passare due-tre giorni al mare. Una cosa che mi manca molto dell´Italia è la bellezza delle nostre città: passeggiare per i centri storici, entrare in chiese meravigliose, soffermarsi a guardare monumenti e scorci unici al mondo.
In Brasile invece è tutto nuovo. San Paolo è una distesa di grattacieli di 20-30-40 piani, una vera giungla di cemento.

Quel poco di patrimonio storico e architettonico delle città non è paragonabile con la bellezza nostrana. Senza contare che nella maggior parte dei casi non è conservato adeguatamente, ma è lasciato andare, è decadente. In compenso in Brasile ci sono bellezze naturali da togliere il fiato, penso a quella muraglia d´acqua delle Cascate de Iguaçu sul confine con l´Argentina. Oppure alla foresta Amazzonica e alle Lençoes Maranhenses, due luoghi che purtroppo finora non sono riuscito ancora a visitare.

Cosa ti manca della tua città, ne hai nostalgia?

Sinceramente non molto. Apprezzo la sua tranquillità e il suo silenzio, due cose che a San Paolo ci sogniamo, ma al momento non farei cambio. San Paolo, anche se non è bella esteticamente parlando, mi piace molto perché è una città che funziona 24 ore su 24, sette giorni su sette.

La tua famiglia e gli amici come hanno “preso” la tua partenza?

In realtà quando sono partito, non sapevo ancora che mi sarei fermato così a lungo. I miei genitori e i miei amici naturalmente erano dispiaciuti, e lo sono ancora, perché in fin dei conti riusciamo a vederci in media una volta all´anno e solo per pochi giorni.
Riesci a comunicare spesso con loro?
Sì certo, per fortuna Skype, Facebook e tutte queste diavolerie tecnologiche rendono le nostre comunicazioni più agevoli. Quando rientro in Italia però è sempre un gran piacere riabbracciarli.

Come ti trovi in Brasile, lo consiglieresti ad altri Italiani?

Di consigliare il Brasile per viverci non me la sento. Io li capisco gli italiani e gli europei che arrivano qui e se ne scappano a gambe levate. È un Paese molto diverso dall´Italia, dalle dimensioni continentali con una società molto diversa da quella italiana: pochi ricchi e ricchissimi, un´ampia classe media in aumento ma non ancora paragonabile a quella europea e un´altra fascia della popolazione che tutt´oggi vive in condizioni estremamente precarie.

Parecchia violenza, infrastrutture (ospedali, scuole e strade) carenti e problemi che in Italia non possiamo nemmeno immaginare. Due esempi: ci sono milioni di famiglie che ricevono ogni mese soldi dal governo affinché mandino i propri bambini a scuola e non a lavorare; mentre in alcune zone rurali invece c´è ancora gente che vive senza l´allacciamento alla rete elettrica. Io consiglio sicuramente di venire in vacanza, ci sono posti meravigliosi e un popolo molto accogliente.

Prima di prendere la decisione di venire a viverci però, consiglio un periodo di permanenza per cercare di capire come potrebbe essere la vostra vita da queste parti. Io personalmente mi trovo bene, ma ci vuole parecchio spirito di adattamento. All´inizio si arriva e si cerca di resistere, conservando le nostre abitudini italiane: ma è una battaglia persa in partenza. Bisogna fare reset e sapersi adattare. Per usare un´espressione abusata di Tom Jobim, “il Brasile non è un Paese per principianti”.

Cosa ti piace di più del Brasile?

Lasciare l'Italia e inseguire il proprio sogno in BrasileLa cosa che davvero mi trattiene qui è il popolo brasiliano. Sono convinto che mettendo a confronto i due Paesi su molteplici aspetti, l´Italia la spunterebbe. Ma in questo momento della mia vita, sono contento di vivere in mezzo a gente così accogliente, allegra e che sa divertirsi. Poi il resto dei problemi, passa in secondo piano.
Poi sicuramente c’è la musica: il Brasile ha una varietà musicale eccezionale e la musica è sempre parte integrante dell´allegria del popolo brasiliano. Che va di pari passo con il samba (attenzione è masculino, non la samba), ma anche con altre danze meno celebri. Mi piace molto inoltre anche la gastronomia. Cito due piatti in particolare: la moqueca che è una zuppa di pesce e la celebre feijoada.

Vivono molti Italiani li a San Paolo?

Ne ho conosciuti parecchi, ma la maggior parte dei quali di passaggio. Molti giovani vengono per periodi di studio più o meno lunghi. Altri sono qui per lavoro, altri si sono trasferiti più o meno per i miei stessi motivi. Ma San Paolo è molto grande ed è anche difficile incontrarsi. Una cosa che forse non tutti sanno su questa città è la grande concentrazione di discendenti di italiani che ci vivono. Quasi tutti i paulistanos hanno almeno un nonno o un bisnonno, se non a volte addirittura uno dei genitori, di origine italiana.

Milioni di brasiliani hanno la cittadinanza italiana e qualcuno di loro parla italiano, anche se a volte un po` maccheronicamente. La conoscenza dell´Italia però in realtà si restringe nella maggior parte dei casi a quei quattro stereotipi che ci rendono famosi, nel bene e nel male, nel mondo.

Che hobby hai?

Lasciare l'Italia e inseguire il proprio sogno in BrasileMi piaceva molto giocare a calcio. Paradossalmente in Brasile, la Patria del pallone, ho dovuto abbandonare anche le partite con gli amici. La città è troppo vasta, i ritmi di vita sono più frenetici di quelli di provincia e non sono ancora riuscito a conciliare le esigenze di 10 persone per organizzare la classica partita settimanale di calcetto. Però da qualche tempo mi sto dedicando ad imparare a suonare la chitarra, un pallino che avevo da molti anni.

Se pensi al tuo futuro dove ti vedi?

Per un po` sicuramente ancora qui in Brasile. Mi piace San Paolo, ma mi piacerebbe spostarmi anche in altre zone. Ad esempio a Rio de Janeiro che adesso è al centro dell´attenzione mondiale per via dei grandi eventi sportivi dei prossimi anni. Ma anche nel nordest, dove ci sono le spiagge brasiliane famose in tutto il mondo. Ma non faccio programmi a lungo termine, anche perché, come diceva Keynes, nel lungo termine saremo tutti morti.

Pensi di poter tornare a vivere in Italia?

Non lo escludo, ma non per il momento. L´Italia è un Paese splendido, ma ce ne accorgiamo solo quando siamo lontani. Quello che mi frena è il pessimismo diffuso. Ma non è solo una questione che dipende dalla crisi economica, che certamente l´ha acuito. La differenza con il popolo brasiliano è stridente.

Qualcuno potrebbe ribattere che è facile da dirsi quando si vive in un Paese in cui l´economia va a gonfie vele (anche se da un paio d´anni non è esattamente così) o comunque va meglio che in Italia. Ma non è così: il brasiliano ha un sorriso a 32 denti anche quando ci sarebbe poco da sorridere. Sono bene o male sempre stati abituati ad avere poco o niente. E poi c´è la questione climatica che è decisiva per tracciare i caratteri di un popolo. In un Paese dove fa sempre caldo, la sua gente può essere fredda?

Vuoi aggiungere qualche consiglio per i nostri lettori di MOLLOTUTTO?

Lasciare l'Italia e inseguire il proprio sogno in BrasilePer concludere vorrei avvisare tutti gli italiani che sognano di trasferirsi a vivere in Brasile, di pensarci molto bene prima di prendere una tale decisione. E se possibile di passare un periodo in Brasile. Non solo di vacanza, ma anche di studio delle opportunità che ci sono. Perché un conto è passare due settimane di vacanza al mare, un altro viverci. Sembra un´ovvietà, ma lo dico perché ci sono tantissimi italiani che mi scrivono sul blog disposti a lanciarsi in un´avventura di questo tipo senza conoscere nulla o quasi del Brasile. Sicuramente il Brasile vive una fase positiva economicamente. Ma come ho detto in precedenza bisogna avere parecchio spirito di adattamento per inserirsi nella società verdeoro.

Al momento le possibilità per chi vuole investire sono molte, mentre per chi cerca lavoro è molto più difficile. La legislazione brasiliana sull´immigrazione è molto rigida al momento. Ed è praticamente impossibile farsi assumere da un´azienda brasiliana, o da un´azienda italiana operante in Brasile, senza avere già un visto permanente. Se qualcuno invece spera di venire con un visto turistico di tre mesi, cercare lavoro sul posto nella speranza di farsi assumere, è fuori strada.

La burocrazia per le aziende che vogliono assumere stranieri è infatti infernale e costosa.

Il che rende al momento impossibile l´assunzione di stranieri. Pare che quest´anno il governo brasiliano vorrebbe rendere più flessibile la legislazione per favorire l´ingresso di mano d´opera qualificata dall´Europa. Ma al momento non c´è nulla di concreto. Se ci saranno novità in merito certamente le riporterò su Scappo in Brasile. Naturalmente con i visti turistici o di studio non è possibile lavorare legalmente. Infine vorrei che fosse molto chiaro che il Brasile ha bisogno di mano d´opera qualificata: quindi se siete ingegneri, medici, manager o professionisti specializzati le opportunità in teoria ci sono (in pratica sono quasi nulle per il discorso precedente).

Se invece non avete qualificazioni particolari e siete disposti a fare qualsiasi tipo di lavoro, il Brasile non è il Paese che fa per voi. Gli stipendi per lavori non specializzati (ne cito alcuni per fare degli esempi: cameriere, barman, cuoco, pizzaiolo, operaio generico, muratore) sono molto più bassi che in Italia. E questo anche tenendo in considerazione il costo della vita. Che in Brasile è un po´ più basso, anche se è difficile generalizzare. Perché ci sono realtà diversissime tra loro in questo Paese continentale. Ma non fatevi illusioni, in fin dei conti nelle grandi città brasiliane il costo della vita non è così inferiore a quello delle grandi città italiane. In Brasile non si può arrivare allo sbaraglio, in quel caso è sicuramente meglio rimanere in Italia.

Il Brasile è un Paese meraviglioso sotto moltissimi aspetti e sono contento di viverci. Ma bisogna essere al corrente che non è affatto tutto rose e fiori come molti italiano pensano. È per questo che sul mio blog provo a raccontare il Brasile lontano dai soliti stereotipi e luoghi comuni che trovate sui depliant delle agenzie viaggio.

Blog: www.scappoinbrasile.com
Email: scappoinbrasile@gmail.com

Di Maria Valentina Patanè 17/08/2013

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