ALESSANDRO NOBILI INSEGNANTE DI ITALIANO A BUDAPEST
Alessandro Nobili, un ragazzo di Frosinone, in passato studente di Ingegneria delle Telecomunicazioni, nonché chitarrista dei Fantedica, una nota band ciociara.
Aveva un desiderio incontenibile di cambiare aria, intraprendere nuove strade e far qualcosa di totalmente insolito e nuovo, come insegnare italiano. Si è trasferito a vivere in Ungheria dove lavora come insegnante di italiano a Budapest.
Ciao Alessandro, raccontaci un po’ di te… come ti chiami, di dove sei e cosa facevi quando eri in Italia?
Sono Alessandro Nobili, un ragazzo di Frosinone, in passato studente di Ingegneria delle Telecomunicazioni, nonché chitarrista dei Fantedica, una nota band ciociara. Ora sono insegnante di italiano a Budapest.
Quando e perché è arrivata la voglia o la necessità di lasciare l’Italia?
Ho lasciato il mio paese circa due anni fa per andare a vivere in Polonia, a Gdansk, una splendida città sul Mar Baltico. Avevo un desiderio incontenibile di cambiare aria, intraprendere nuove strade e far qualcosa di totalmente insolito e nuovo, come insegnare italiano. Dopo pochi mesi io e la mia ragazza polacca ci siamo lasciati, per cui ho deciso di trasformare quel dramma in opportunità, optando per una nuova vita in quella che è sempre stata la città dei miei sogni, Budapest.
Sei partito da solo o con la famiglia o partner?
Solissimo.
Perché hai scelto proprio l’Ungheria e in quale località vivi?
Come già detto, vivo a Budapest, la splendida capitale ungherese che già conoscevo da qualche anno. Questa è una città incantevole, si respira aria di libertà, gli stranieri si sentono perfettamente inseriti nella società, non esistono bigottismo e moralismo, c’è un mix di stili di vita che rende il luogo uno dei più pittoreschi d’Europa. È stato amore a prima vista.
In che cosa consiste la tua attività?
Insegno italiano in diverse scuole che offrono corsi di lingue sia a studenti privati che a managers di alcune società multinazionali che desiderano, o devono per motivi di lavoro, perfezionare l’italiano.
Oltre a questo per cosa si distingue la tua attività?
Una caratteristica unica è quella relativa al luogo di lavoro, che varia a seconda delle mie esigenze o di quelle dei miei studenti. Ad esempio, alcuni giorni mi capita di svolgere le lezioni in splendidi pub all’aperto o all’interno degli uffici delle compagnie per cui lavoro, cosa che trovo molto rilassante e sicuramente non noiosa.
Quali differenze sostanziali hai avuto modo di riscontrare a livello lavorativo e di stile di vita rispetto all’Italia?
In Ungheria si è rilassati, sia al lavoro che fuori, sicché tutto lo stress che assorbivo in Italia si è trasformato qui in lunghe giornate senza orologio. In questo paese non si è né sofisticati, né formali, per cui è possibile presentarsi a scuola o in ufficio in calzoncini e occhiali da sole, senza essere minimamente giudicati.
Cos’altro hai notato della società locale? (Economia, crisi, sicurezza, immigrazione, famiglia, politica, cultura, etc)
Sicuramente gli stipendi sono più bassi rispetto all’Europa occidentale, ma c’è da sottolineare che il costo della vita è irrisorio, la città è molto sicura (esclusi alcuni distretti, tra cui l’ottavo), e chiunque abbia voglia di lavorare può trovare qualsiasi cosa. Ci sono persone da ogni parte del mondo, cinesi, africani, italiani, americani, tutti integrati in questa società così aperta. La politica risente del potere assoluto del Primo Ministro, è vero, ma non c’è nulla di cui allarmarsi, purché si evitino le dicerie diffuse dai giornali italiani ed europei.
Come è avvenuta la tua integrazione in una realtà locale sostanzialmente differente da quella italiana?
Sembrerà irreale, ma la mia integrazione è stata istantanea. Il mio compagno d’appartamento è un ragazzo ungherese con cui ho stretto un’amicizia molto forte, mentre grazie al tipo di lavoro che svolgo ho ampliato il numero di amicizie in maniera esponenziale. C’è poi da dire che gli ungheresi sono estremamente ospitali e socievoli, amano la compagnia, adorano divertirsi, a prescindere da qualsiasi fattore di discriminazione come l’età o la nazionalità. Sono unici!
Vivere in Ungheria quali aspetti è meglio che in Italia? E sotto quali aspetti è peggio?
Se si prendessero in considerazione le piccole città, dovrei ammettere che la povertà e le possibilità di lavoro diminuirebbero drasticamente, mentre in Italia ci si può arricchire semplicemente comprando un terreno in campagna e aprendo un’azienda agricola. Ma le cose a Budapest cambiano. C’è lavoro per tutti; inoltre, vivere qui è rilassante, sicuro, gratificante, niente a che vedere con lo stress che si soffre in città come Roma o Milano. Nonostante qui ci si lamenti del complesso sistema burocratico, trovare lavoro è stato facile e veloce, per ottenere i documenti per la residenza sono bastati due giorni, mentre ho aperto la Partita IVA in dieci minuti! Non male per una burocrazia lunga e macchinosa! Credo che l’Italia, da questo punto di vista, sia uno dei paesi più sottosviluppati.
Consideri l’Italia un ricordo, hai nostalgia, cosa ti manca quando sei via?
Devo essere sincero, non ho alcuna nostalgia dell’Italia, fatta eccezione per amici e parenti. Considero questo paese un ricordo.
Cosa consiglieresti ad altri italiani che desiderassero seguire le tue orme?
Ragazzi, cercate sempre di aprirvi a quello che vi offre il mondo, anche se diverso dai vostri progetti iniziali. Tre anni fa non avrei mai immaginato d’insegnare italiano all’estero!
Che tipo di lavoro, attività o investimento pensi sia conveniente praticare per un italiano a Budapest?
Il mercato immobiliare è davvero invitante, i prezzi delle case sono tra i più bassi d’Europa, dunque consiglierei di investire sull’acquisto di appartamenti e monolocali, sfruttando eventualmente il turismo.
Conosci molti italiani che vivono a Budapest, li frequenti?
Ci sono molti italiani qui a Budapest, ma ne conosco pochissimi, poiché frequento quasi solo ungheresi.
A che profilo di persone consiglieresti Budapest come meta per espatriare?
Questo è un paradiso per tutti, ma essendo la vita notturna unica e travolgente, consiglierei questa città soprattutto agli studenti.
Di Massimo Dallaglio