Andrea è andato a vivere in Brasile per realizzare il suo sogno

Andrea Ciacchi 52 anni romano, è riuscito a realizzare il suo sogno in Brasile, è professore di Antropologia in un’università. Andrea Ciacchi 52 anni, laurea in Antropologia e dottorato di ricerca… Della serie “i sogni si avverano davvero”…
Andrea aveva un sogno nel cassetto, credeva che un giorno ce l’avrebbe potuta fare a realizzarlo ma sapeva che non ce l’avrebbe potuta fare in Italia, quindi dopo vari viaggi di studio in Brasile e lavori precari che aveva a Roma, nel 1994 si è rimboccato le maniche ed è partito definitivamente in Sud America dove ha realizzato il suo sogno, diventare professore universitario!

Andrea è andato a vivere in Brasile per realizzare il suo sogno

-Da quanto tempo ti sei trasferito e in quale paese e città’?

Sono in Brasile dal 1994. Fino al 2005 ho sempre vissuto a João Pessoa, nella Paraíba (Costa del nord est). Poi, ho fatto tappe più o meno lunghe nell’interno dello stato di São Paulo, a Belém do Pará (in Amazzonia) e ora sono (credo definitivamente) a Foz do Iguaçu, nel Paranà, alla frontiera con Argentina e Paraguay.

-Dove vivevi in Italia?

Sono nato a Roma, dove ho vissuto, a parte qualche parentesi brasiliana, fino al 1994.

-Come mai hai deciso di andare via da Roma?

Andrea è andato a vivere in Brasile per realizzare il suo sogno A Roma ero praticamente disoccupato, lavoravo, un po’ precariamente, in una casa editrice, che fallì poco dopo il mio trasferimento in Brasile, e facevo anche traduzioni. Sono andato via perché in Brasile mi avrebbero offerto il lavoro che ho sempre sognato di fare: il professore universitario.

-Eri già stato in Sud America?

Sí: avevo fatto vari viaggi corti, di studio, nel 1983 e 1984. Poi, ho vissuto in Brasile nel 1985 e 1986. Poi, fino alla data del mio trasferimento definitivo, nel 1994, sono tornato varie volte.

-E’ stato difficile ambientarsi?

Nient’affatto.

-Di cosa ti occupi ora esattamente, hai realizzato il tuo sogno?

Sono professore di Antropologia in un’università. Ma da qualche mese sono anche diventato un “dirigente” (pro rettore di ricerca) della mia università, il che spiega il carico straordinario di lavoro. Diversamente da quel che succede in Italia, nelle università brasiliane si fanno le cose sul serio… Sono soddisfattissimo

-Parlami di com’era la tua giornata tipo in Italia, e invece di come lo è adesso…

Andrea è andato a vivere in Brasile per realizzare il suo sognoA Roma, quando stavo alla casa editrice lavoravo molto, ma stavo anche molto a casa, per le traduzioni. Ora lavoro come un forsennato: anche 12 ore al giorno all’università: qui si lavora molte ore al giorno, in Italia, tutto è un po’…. provvisorio… E, qui, la vita quotidiana è più semplice, nel senso anche emotivo della parola: meno burocrazia, più cordialità.

Sei fidanzato o sposato?

Sono sposato e ho una bambina di pochi mesi. A João Pessoa ho un altro figlio, grande, quasi ventenne.

-Come ti trovi nel tuo paese, lo consiglieresti ad altri Italiani?

Mi trovo benissimo, naturalmente. Ma lo consiglierei solo a qualcuno che ci venisse a lavorare, non a fare la… “bella vita”, come forse l’immagine “esotica” del Brasile suggerisce.

-Sei più tornato in Italia a trovare famiglia e amici, e sei rimasto in contatto con loro?

Poche volte, perché il biglietto è molto caro… eheheh…
Sono rimasto in contatto con la mia famiglia, con alcuni amici, anche, ma non con tutti.

-Cosa ti piace di più’ del Brasile?

La serietà con cui affronta le sue sfide. La disponibilità della grandissima parte dei suoi abitanti. La bellezza geografica.

-Ci vivono molti Italiani in Brasile?

Andrea è andato a vivere in Brasile per realizzare il suo sognoBeh, il Brasile ha una “colonia” italiana fra le più grandi del mondo, se non la più grande, considerando che qui l’immigrazione italiana è cominciata verso il 1860. San Paolo è praticamente una città “italiana”, un po’ come dicono esserlo anche Buenos Aires o New York. Ma di “italiani” come me, emigrati di recente, ce ne sono pochissimi. È rarissimo sentir parlare italiano, per strada. Ma, spesso, quando ce ne sono, bisogna evitarli come la peste: moltissimi di loro sono venuti per turismo sessuale, soprattutto nel nord est.

-Quali sono i tuoi hobby?

Erano… Quando abitavo in città litoranee, andare al mare. Ora, dedicarmi alla mia famiglia.

-Cosa ti manca della tua città, ne hai nostalgia?

Di nostalgia di Roma ne ho parecchia. Ma non di tutto… Mi manca la Roma (la squadra…), gli angoli di Roma vecchia, le pizzerie, l’Aventino, la casa a Gaeta…

-Torneresti mai a vivere in Italia?

Assolutamente no.

-Come ti immagini tra qualche anno?

In pensione. E, forse, in una casa davanti al mare, con una grande biblioteca.

La home page della mia università: www.unila.edu.br

Di Maria Valentina Patanè 08/11/2011

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