Stefano, da 7 anni vive e lavora in North Carolina dove ha più libertà e una villetta tutta sua.

Nato e cresciuto a Treviso, Stefano decide di mollare tutto perché si sente insoddisfatto dalle leggi italiane e dal loro modo di reprimere i talenti. In Italia lavora in nero come meccanico e come aiutante tecnico per la rete informatica di una tipografia, negli Usa si fa conoscere già dopo 3 anni: viene chiamato dalla Centrale di Polizia per installare un nuovo sistema di sicurezza informatica.
Oggi è agente di supporto tecnico per una nota azienda Italiana e, da Hickory, una cittadina del North Carolina, copre e viaggia tra USA, Messico e Canada.
Stefano ci apre una “finestra” sulla vera vita negli Stati Uniti:
“L’America è molto diversa da quello che molti si aspettano… Specialmente in Italia quando parli di America la gente subito si immagina New York, San Francisco, Miami e Washington… ma quando arrivi qui scopri che l’America è ben diversa, le grosse città sono isolate e la vera America è quella che si trova in mezzo, ossia fra una metropoli e l’altra, ed è lì che vivi la vera America.
Se volete vedere una serie televisiva che rispecchia veramente lo stile di vita americano guardate i Simpson: sono uno specchio della maggior parte delle cittadine da me visitate!”

Che facevi in Italia?


Lavoravo in 2 posti differenti: ero un meccanico in un’officina generica per auto riparazioni ed ero un aiutante tecnico per la rete informatica di una grossa tipografia (in nero)… i 2 lavori combinati mi davano poco più di 1000 Euro al mese.



Come hai maturato la scelta di trasferirti?


A parte il fatto che mi sentivo insoddisfatto dalla remunerazione per il lavoro svolto, mi sentivo comunque sempre oppresso dalle soffocanti leggi Italiane che non davano alcuno spazio alle mia capacità per esprimere i miei talenti, quindi mi sentivo intrappolato in un vicolo cieco, a questo si aggiunge che pian piano, le poche cose che apprezzavo dell’Italia, ossia la vita sociale, stavano venendo soffocate da altre leggi sempre più liberticide (vedesi il fatto che a Treviso i locali notturni devono spegnere la musica alle 10,30 della sera il Sabato notte… poi si domandano dove siano finiti i giovani la vita del centro) e veramente ero giunto al punto che in Italia mi sentivo in prigione o comunque un criminale

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Eri già stato altre volte negli USA prima di trasferirti?

Si ci ero stato svariate volte, ed ero sempre rimasto stupito dal vedere come qui negli Stati Uniti si dia molto più spazio alla creatività di una persona. Quando ero piccolo mio padre e mia madre lavoravano per una nota azienda Italiana, la quale decise di aprire dei negozi negli USA… avevo 8 mesi quando ci trasferimmo in America, ma dopo meno di 3 anni tale azienda fallì e tornammo in Italia eccetto mio padre che decise di rimanere in USA a tentare la fortuna… e di fatto ci è riuscito.



E’ stato facile trovare lavoro? 


Indubbiamente molto più facile che in Italia, anche se l’essere uno straniero appena arrivato in America non ti mette in buona luce… inizialmente ho dato una mano nell’Ufficio Contabile di mio padre, ma quella non era certo la mia professione.

Poi ho lavorato come tecnico per la creazione di Network aziendali a partire dalla Cablatura di un edificio in costruzione all’installazione dei Server e configurazione degli stessi completa di configurazione di Firewall per protezione anti-hacker… tanto per capirsi dopo appena 3 anni che ero qui mi ero riuscito a far conoscere abbastanza da essere chiamato alla Centrale di Polizia per installare un nuovo sistema di sicurezza informatica. Purtroppo l’azienda tramite cui lavoravo fallì durante la crisi e mi sono riappoggiato alla ditta di mio Padre.

Che attività svolgi oggi?

Da un paio d’anni faccio l’agente di supporto tecnico per una nota azienda Italiana che produce macchinari per la lavorazione del legno, tale azienda attualmente non ha uffici, bensì solo dei magazzini con pezzi di ricambio e qualche Macchinario nuovo, ma c’è un gremito pacchetto clienti che ha bisogno di aiuto con i loro Macchinari acquistati negli anni precedenti, io lavoro da Casa rispondendo alla chiamate dei clienti ed aiutandoli via telefono a risolvere i problemi, se non ce la facciamo, allora parto da casa e vado direttamente dal cliente… al momento siamo in 2 che svolgiamo questo lavoro e copriamo l’intera area che va da USA, Canada e Messico, quindi viaggio abbastanza di frequente anche perché ogni volta che viene venduto un macchinario nuovo, vengo chiamato ad installarlo.



Hai notato differenze tra il mondo lavorativo americano e quello italiano?

Sì, moltissime… a parte la paga di per sé che qui in USA è molto più appropriata al tipo di lavoro svolto (un impiegato in banca non porta a casa una cicca a stare seduto dietro una scrivanie di vetro lucidata a specchio, uno spazzino che va a raccogliere immondizie o un tecnico che gira gli Stati Uniti andandosi a sporcare sotto macchinari enormi guadagna molto meglio) oltretutto qui ci sono controlli molto capillari sulle paghe dei datori di lavoro e quindi non si scherza.
Se lavori qualche ora in più, ti devono pagare lo straordinario… ossia, qui gli stipendi sono settimanali, una settimana lavorativa sono 40 ore, appena vai oltre, vieni pagato straordinario di primo livello, che consiste nella tua paga oraria moltiplicata per 1.5 mentre se fai più di 8 ore di straordinario, la paga viene moltiplicata x2 per le ore successive… e non si sgarra! Ma ci sono delle deroghe, ad esempio per chi come me che lavora da casa, ti possono chiedere di lavorare 12 ore al giorno e su paga fissa… tuttavia, per quante telefonate io riceva, riesce sempre ad avere il mio tempo in pace in casa.


E nello stile di vita?

Innanzitutto manca il concetto di famiglia; le famiglie non aiutano i figli: il figlio compie 16 anni e lo mettono alla porta, nel migliore dei casi arrivano a 18, ma poi in casa non ci stanno, anche perché loro stessi non ne possono più di vivere al cospetto dei genitori causa leggi che non permettono ai bambini di giocare se non sorvegliati.
Poi non si è esposti alla verità durante grossi incidenti, vedi Fukushima. E inoltre la gente si ubriaca perché ritenuto divertimento, questa è la ragione per cui è da 3 anni che non riesco ad instaurare una relazione con una donna del posto. Avevo una morosa che però era italiana, le americane invece… beh, ogni occasione è buona per ubriacarsi, sia io che altri italiani abbiamo fatto tutti questa brutta esperienza: per gli americani non esiste divertimento senza alcool, e quando parlo di alcool, non parlo di 2-3 drink, no no, parlo di ubriacarsi fino a che ti vomitano l’anima o svengono…. e quando si svegliano la mattina con il mal di testa, son tutte contente. La cosa più brutta è che lo fanno proprio di proposito e se ne vantano, spesso iniziano la serata dicendo: “sta sera mi prendo una martellata” (che in gergo è un’ubriacata da svenimento) e fanno tutto il necessario per riuscirci… chiaro che instaurare una relazione con gente così non mi interessa, specialmente quando poi trovo nei locali ragazze madri che hanno lasciato il figlio a casa con la baby sitter mentre loro sono fuori a prendersi la “Martellata” 


C’è una scarsissima vita sociale sia al di fuori del posto di lavoro che nel posto di lavoro stesso dove le uniche relazioni sono puramente per motivi di business.

E riguardo al mondo del lavoro?

Qui al lavoro, si parla di lavoro, qualunque altro discorso, può costarti il posto, e quando si finisce di lavorare, non c’è la cultura del trovarsi con gli amici prima di tornare a casa… si va a casa propria diretti e basta. 

La libertà è un privilegio riservato solo ai maggiori di 20 anni, gli altri sono destinati a vivere segregati in casa e questa è l’unica cosa che mi va veramente inorridire dell’America. La legge parla chiaro: Un bambino, fino all’età di 10 anni non può MAI essere lasciato da solo né a casa né in giardino. Dai 10 ai 12 anni può stare da solo nel suo giardino a patto che sia recintato ed i genitori siano in casa… ma nulla più… se vuole andare a casa di un amico, deve farsi accompagnare dai genitori, non può andare da solo per strada, nemmeno nel quartiere. Considerato che quasi nessuno ha il giardino recintato e considerato che i genitori non hanno mai voglia di rinunciare all’aria condizionata, i bambini finiscono con il rimanere relegati alle mura di casa fino a 12 anni.
Dai 12 ai 14 anni i bambini possono stare anche nel giardino non recintato di casa da soli, e possono andare in giro per il quartiere da soli, ma ci sono anche persone che vivono lungo strade e non in un quartiere, quindi possiamo dire che spesso e volentieri i bambini sono comunque imprigionati entro i confini di casa fino ai 14 anni. Finalmente a 14 anni, i ragazzi possono andare in giro per il quartiere con la bicicletta per trovarsi con gli amici, ma uscire dal quartiere è cosa impossibile per una semplice ragione: i mezzi non motorizzati non sono autorizzati alla circolazione su strada e siccome i marciapiedi sono una cosa più unica che rara, è quasi come se le biciclette fossero vietate. Alla fine, se dei ragazzi di 14 anni vogliono andare da qualche parte in città, devono sempre rivolgersi ai genitori che sono occupati con il lavoro, etc. quindi, alla fine, sempre a casa si resta!
A 16 anni finalmente la prigionia è finita. Ci si può fare la patente e addirittura si può andare a vivere con un amico in un appartamento affittato, previo consenso dei genitori. Ora, immaginatevi a 16 anni, con la patente che vivete a casa con un amica coetanea… Prima cosa che si vuol fare, è andare da qualche parte… che ne so, un bar, una disco… ma… 
NO! La legge proibisce ai minori di 18 anni di entrare in un qualunque locale dove siano vendute bevande alcoliche. Ma la cosa va ben oltre: dato che gli alcolici non possono essere venduti ai minori di 21 anni, quasi tutti i locali, dato che la capienza è limitata e controllata spesso dai tutori della legge, vogliono risparmiare i posti di capienza solo per coloro che possono bere, quindi quasi tutti i locali accettano solo persone che hanno più di 21 anni. Ossia tu 16enne patentato che vive da solo, non puoi fare niente… o meglio… c’è qualcosa da fare per non annoiarti… puoi andare a casa di alcuni amici 16enni che vivono anche loro da soli e… serve che lo dica? Problema: i contraccettivi non possono essere venduti ai minori di 18 anni e da qui ecco le baby mamme.

Continua, è interessante…

Conosco moltissime ragazze che hanno già più di un figlio a 18 anni, spesso sono le ragazze stesse che per non annoiarsi, vogliono un figlio: qualcuna si procura preservativi che poi buca così il ragazzo di turno non si ferma prima del dovuto e poi… BINGO! E così hanno un bambolotto vivo con cui passarsi il tempo in casa. Solo che poi, per quando compie 21 anni possono avere già 2-3 bambini (ho conosciuto una ragazza di 22 anni che aveva 3 figli… il primo da un padre, poi è divorziata, ha avuto il figlio con un altro con cui è sposata, ma poi ha fatto le corna al secondo con il primo ed è rimasta incinta di nuovo… e si è risposata con il primo marito). E quindi quando finalmente possono ubriacarsi liberamente hanno i bambini a carico che scaricano alla prima baby sitter (solitamente proprio le sedicenni che non sanno come passarsi il tempo) e via, ad ubriacarsi. Spesso sono i genitori stessi che portano i figli a farsi la prima sbronza per il 21 compleanno… e poi arrivano a lavoro mostrando orgogliosi le foto del figlio riverso accanto alla macchina che vomitava… 

Insomma… io con le abitudini delle americane non mi ci trovo. Da quando vivo qua, a parte il primo periodo dove mi son ben sbizzarrito a farmi tutte le ubriacone che trovavo, ho deciso di mettere la testa a posto e da allora son riuscito ad avere una sola relazione, fatalità con una ragazza di origini Italiane (nata qui in USA, ma con entrambi i genitori italiani), ma non è andata bene, ed ora è quasi da 3 anni che mi godo la vita da single.

Quali sono i difetti più evidenti negli USA secondo te?


Innanzitutto un sistema sanitario che ti cura ma ti riduce sul lastrico; e riguardo questo vorrei specificare che malgrado ciò che molti credono in Italia, non è vero che ti lasciano morire se non hai l’assicurazione, semplicemente ti curano e poi ti mandano un conto da far paura.
Ad una mia amica che è finita in ospedale per 4 giorni le hanno mandato un conto di $24mila a notte, più le cure e l’operazione a cui è stata sottoposta è stata di $128mila… insomma, oltre $200mila di conto, ma fortunatamente ha l’assicurazione altrimenti si trovava indebitata per il resto della vita. Un sistema scolastico che riduce gli studenti alla prostituzione, similmente al sistema sanitario richiede delle cifre immani… fare un’Università o un College costa tranquillamente dagli 80 ai 120mila dollari per un corso biennale.
Gli studenti vengono attratti alle università con dei pacchetti promozionali, che altro non sono che mutui che iniziano la loro decorrenza dopo il raggiungimento dell’attestato. Di norma, quando si ottiene una laurea, si trova presto un lavoro commisurato alla qualifica e con essi, si riesce tranquillamente a ripagare il mutuo, ma con la crisi in corso, le cose non son proprio così.
La mia ex ha fatto l’Università di Pasticceria, 2 anni e $120mila, 6 mesi dopo l’ottenimento della laurea, ha ricevuto la prima rata da pagare. Lei lavorava ancora come cameriera in un ristorante e non come pasticcera per cui avrebbe dovuto portare a casa uno stipendio base di $50mila l’anno. Per fortuna, lei che è di famiglia Italiana, è stata aiutata dai genitori fino a quando ha trovato lavoro… peccato che tale lavoro lo abbia trovato ad 800Km da dove abitavamo all’epoca, e quella è stata anche la fine della relazione. Ma molte altre amiche, che invece sono americane di famiglia, sono finite con l’andare a lavorare in spogliarelli per riguadagnare i soldi necessari a ripagarsi l’educazione. Quasi tutte hanno praticato quella professione solo per il breve periodo che le è stato necessario a ripagare il mutuo, ma alcune si sono abituate all’enorme quantità di soldi guadagnati facendo tale lavoro (dagli 800 ai 1500 dollari a notte) ed ora continuano a fare quel mestiere Part-Time magari solo 3 notti la settimana e si godono la vita il resto dei giorni.

E cosa invece apprezzi degli USA?

Ci sono una miriade di cose positive: l’economia in generale e i costi dei prodotti di consumo, il basso costo delle case, talvolta svendute dalle banche che mirano a recuperare solo il mancante; le bollette costano poco, così come il mantenimento della casa e dei veicoli per cui ci sono anche più possibilità di elaborarli, di costruirsi il proprio mezzo motorizzato ed usarlo.

La polizia è umana e sa quando chiudere un occhio, ma è pronta ad usare la forza se necessario, e le norme sulla difesa personale: se uno mi entra in casa posso renderlo un colabrodo senza remore.

La libertà di parola non ha limiti per diffamazione o offesa. Si possono tenere esercizi commerciali aperti 24 ore su 24 (che son una grande comodità per chi lavora senza orari come me), inoltre quando comperi qualcosa hai sempre diritto a restituirla per i primi 30 giorni anche dopo averla utilizzata. Esistono deroghe che permettono di far festa e casino nei weekend senza incorrere in denunce per disturbo alla quiete, i costi della politica sono ridotti, la tassazione è molto più bassa rispetto all’Italia e i mezzi di soccorso sono dislocati un po’ ovunque sul territorio per garantire il pronto intervento. Quando paghi per un servizio, quello per cui paghi è garantito, altrimenti ti devono restituire i soldi (esempio: io pago per avere connessione ad Internet a 20Mbps, e 20Mbps sono il minimo che mi devono garantire, semmai la connessione va più veloce… non come in Italia che paghi per 10Mbps e viaggi a si e no 1Mbps).

Torni in Italia qualche volta? 


Ci torno almeno una volta all’anno, tutta la famiglia vive ancora in Italia e vado a trovare tutti quando posso, stesso valesi per i moltissimi amici che ho lasciato a Treviso che ora stanno iniziando a venire a trovarmi qui in America. Qui ci siamo solo io, e mio padre che si è risposato da svariatissimi anni

Cosa ti ha colpito del luogo in cui vivi oggi?


La tranquillità della vita. Io non abito in una delle grandi metropoli americane che sono incasinate 24 ore su 24 e continuamente afflitte dal crimine… qui la gente va via di casa senza chiudere a chiave la porta di casa, e c’è spesso chi lascia la macchina accesa col climatizzatore acceso nel parcheggio del supermercato mentre va a fare la spesa: la criminalità non è certo un problema, non abbiamo bisogno di balconi o persiane e tantomeno di impianti di allarme.

Che idea ti sei fatto degli USA?

Mettiamola su questo piano: vivo qui in usa da 7 anni, 2 anni fa mi sono comperato casa, non affittato che era forse l’aspettativa più grande che avevo in Italia. Dopo 5 anni che vivevo in questo paese mi sono comperato una casa che in Italia non mi sarei mai sognato di avere, in Italia sognavo per un appartamento, qui invece mi son preso una piccola villetta a schiera sul margine di uno dei parchi della città e vivo da solo… i miei amici in Italia, nel migliore dei casi, son riusciti a prendere un appartamento in affitto con l’aiuto della morosa/o.



Torneresti in Italia?


Mi piacerebbe tornare in Italia, ma dovrebbero cambiare una miriade di cose, e considerate le normali tempistiche dei cambiamenti che dovrebbero fare, anche a livello legislativo, non vedo proprio una ragione valida per tornare a vivere là.


Di Emiliana Pistillo 19/11/2012

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