Cristiano Zara si è trasferito a lavorare in Brasile. Dove ha creato una struttura commerciale che fornisce macchine per caffè espresso e caffè in grano per ristoranti, caffetterie e hotel.
Il mio nome é Cristiano Zara, ho 41 anni
e sono originario di una piccola cittadina del Veneto.
Penso di aver “ereditato” da mio padre, la voglia di viaggiare, la voglia di relazionarmi con altre culture e quella sensazione di libertà che ho quando mi appresto a fare le valige per andare a visitare nuove località, indipendente dal fatto che sia per ferie che per lavoro.
Mi ricordo che durante le vacanze estive,
quando io ero ancora bambino, prendevamo l auto e viaggiavamo per giorni e giorni visitando città straniere.
A quell’epoca (circa 30-35 anni fa) non esistevano le comodità di oggi (autogrill…automobili con aria condizionata..ecc) e quindi fare 400km in auto tutti i giorni era un pó stancante, ma possiamo dire che era avventuroso e tutto molto magico.
Viaggiare é fantastico… ma é anche “caro”. E quindi per non perdere opportunità di conoscere il mondo avevo capito che dovevo intraprendere attività dove era richiesta la disponibilità per viaggiare. E ho cominciato a lavorare come rappresentante commerciale. Scegliendo quelle aziende che mi davano questa opportunità e quindi di poter viaggiare il più possibile. Attraverso questi lavori ho avuto la possibilità di conoscere l’Italia intera.
L’ultima attività che ho svolto, quando vivevo in Italia
é stata come direttore vendite nel settore arredamento per negozi. Ma avevo lavorato anche come rappresentante nel settore informatico. Come venditore porta a porta di articoli casalinghi ed anche nel settore alimentare.
L’ultima attività, mi ha portato a conoscere meglio molte città europee, essendo che questa azienda ha alcune filiali all’estero.
Tutti questi viaggi, con il maturare della mia età, cominciavano a crearmi un sentimento di “insoddisfazione” su quello che mi stava aspettando in Italia negli anni futuri.
In verità, in Italia, agli inizi del 2000 non si stava ancora “respirando” la crisi economica che sta vivendo in questi ultimi tempi.
Sempre nel 2000 ho cominciato anche ad effettuare i miei primi viaggi fuori del continente conoscendo l’America latina (Cuba, Argentina e Brasile).
Il fatto di viaggiare… era quasi una esigenza “fisica e psicologica”, l’Italia cominciava a starmi “stretta”.
La prima volta che ho visitato il Brasile é stato nel 2003, a Rio de Janeiro.
Certo che Rio é una città magnifica, ma é stato solo con il mio secondo viaggio nel 2004, visitando Bahia, che si é scatenata la volontà di vivere in Brasile.
Il Brasile, mi dava l’impressione di essere il posto giusto per poter crescere ancora di più come persona e approfittando della mia esperienza vedevo possibile una mia rapida integrazione nel mondo lavorativo.
Tra dire e fare c e di mezzo il mare… quindi per poter “mollare tutto” bisognava creare i presupposti. E creare le basi per poter affrontare il rischio in modo calcolato.
Penso che il fatto di decidere di cambiar vita, sia una cosa che nasce da varie motivazioni molto personali.
E credo che sia molto difficile poter fare questo grande passo assieme ad amici o parenti o familiari.
Mi spiego meglio
Se vogliamo dare un cambiamento radicale alla nostra vita ma vogliamo o dobbiamo farlo con un familiare (moglie) o con un amico, dobbiamo essere molto sicuri che anche questa persona abbia la stessa volontà. E stessa determinazione. Altrimenti, alle prime difficoltà, tutto si potrebbe ritorcere contro di noi stessi.
Una volta chiarito questa situazione dobbiamo effettuare i seguenti passi:
Prima cosa:
conoscere bene la cultura e la lingua locale.
Tornando da questo viaggio a Bahia mi sono messo a cercare una scuola di portoghese-brasiliano e ricordo che nei primi mesi di studio era molto difficile apprendere la parte grammaticale di questa lingua.
Seconda cosa:
avere le basi economiche. In quanto pensavo che il mio futuro in Brasile non poteva dipendere direttamente da altre persone. E quindi mi sono dato un tempo massimo per poter accumulare un budget sufficiente per poter andare in Brasile. E creare una attività autonoma.
Terza cosa:
creare contatti, amicizie, punti di appoggio. In quanto anche se é vero che dobbiamo essere totalmente autosufficienti dal punto di vista economico, é anche vero che é impossibile fare sempre tutto da soli. E quindi bisogna creare una rete di contatti per agevolare la nostra integrazione nel nuovo paese.
Per vivere in Brasile é necessario un visto permanente.
Il visto permanente che io avevo individuato era quello di investitore straniero, che all’epoca era un apporto di 50mila dollari in una attività brasiliana. (oggi invece é 150.000,00 reais brasiliani, ovvero circa 82mila dollari).
Con quell’investimento avevo il diritto di costituire una società e ottenere il visto permanente come socio-amministratore.
Certo che esistono altre forme per ottenere il visto permanente. Come: sposarsi con una brasiliana o avere dei figli nati in Brasile. Lavorare per qualche industria che abbia l’esigenza di personale qualificato straniero. (tipo nel caso di alcune figure professionali che in Brasile non si possono incontrare).
Queste ultime alternative non mi hanno mai aggradato… in quanto non mi davano quella tranquillità e libertà che ritenevo necessario, ovvero, il mio visto sarebbe stato legato alla volontà di altre persone di mantenermi in questo paese.
Verso la fine del 2005, dopo due anni dalla mia prima vacanza brasiliana, avevo raggiunto quel budget minimo.
Avevo raccolto i contatti necessari che mi davano la tranquillità per mollare tutto e fare il cambio di vita.
In questi due anni di preparazione ho avuto modo di viaggiare varie volte in Brasile e conoscere varie città e varie situazioni ben differenti.
Il Brasile non é solamente Rio o Recife. Se prendiamo in considerazione Manaus o Curitiba, oppure Maceió incontreremo persone, razze, situazioni politiche economiche e religiose totalmente differenti.
Attraverso uno di questi viaggi ho conosciuto Porto Alegre, la città dove risiedo.
E ho aperto una attività assieme ad un altro italiano. Che già abitava in Brasile da qualche anno prima del mio arrivo.
L’attività che abbiamo avviato é nata un pó per caso… In quanto inizialmente pensavamo di continuare. E ampliare l’attività che questo mio socio stava già portando avanti da qualche anno (nel settore dell’aria condizionata). Ma un bel giorno ci siamo chiesti il perché in Brasile era così difficile bere un caffè espresso decente. E da quel momento ci siamo messi a cercare le risposte.
In Brasile non manca ottimo caffè (essendo il primo produttore mondiale di questo prodotto) e non mancano le macchine (é sufficiente importarle), il vero problema stava nel servizio, nella manodopera e nella volontà di fare un ottimo caffè espresso.
Abbiamo cominciato a contattare i vari produttori di caffè, visitare le “fazende”, contattare i produttori di macchine in Italia, cercare investitori pronti ad aiutarci ecc.
Non é stato semplice.
Ma anche grazie allo sviluppo che sta avendo il Brasile negli ultimi anni siamo riusciti a creare una impresa, IDEACAFFÉ. Che oggi ha giá una sua bella nicchia di mercato nel sud del Brasile.
In pratica abbiamo creato una struttura commerciale che fornisce macchine per caffè espresso e Caffè in grano per ristoranti, caffetterie e hotel.
Oltre a questo, facciamo una cosa più importante, che é quella di fornire corsi di barista per insegnare che cos’é il Vero Caffé Espresso Italiano.
Un’attività come la mia, oggi come oggi, si potrebbe avviare con almeno 200/250mila reais.
In un’area di 1 milione di abitanti, esiste la possibilità (dopo 3 anni di attivitá) di poter arrivare a fatturati superiori a 1 milione di reais/anno con utili del 12-15%.
In questi mesi, assieme a partner locali, abbiamo aperto i primi Rivenditori di zona che stanno avendo successo nel mercato; tra i vari, quelli di Fortaleza e Rio de Janeiro si stanno distaccando come lavoro e risultati.
Le difficoltà per ambientarsi non sono moltissime, ma dobbiamo ricordaci che siamo ospiti in un paese straniero.
Esistono delle differenze culturali che si comprendono solo dopo qualche anno vissuto in Brasile.
Il grande errore é quello di venire in Brasile e pensare di essere in vacanza.
Questo funzionerebbe solo nel caso venissimo con molti soldi (almeno 300/400mila).
Il Brasile é un paese molto caro, se vogliamo vivere con un buon tenore di vita.
Come italiani, siamo abituati ad una qualità di vita, che se rapportata ad un paese come il Brasile, sembra abbastanza alta.
Io credo che oggi, per vivere decentemente in Brasile
dobbiamo avere una entrata mensile od un budget di almeno R$ 3.500,00 al mese (circa1800 euro al mese) in su.
Ogni anno che passa il costo di vita in Brasile aumenta del 8-10% come minimo.
Io non vedo lati negativi, sul fatto di vivere in Brasile, che non sia il fatto di rimanere senza lavoro o venir qua senza le idee chiare.
conoscere bene il portoghese-brasiliano
avere un budget minimo per poter vivere almeno 2 anni senza dipendere di altre entrate
avere un budget per effettuare l’investimento ed avviare una attività.
visitare varie città del nord, del centro e del sud del Brasile per capire quale si adatta di più alle nostre esigenze.
Mi rendo conto che molti vorrebbero vivere in Brasile e mollare tutto.
Ma non hanno le condizioni economiche per avviare una nuova attività. In questo ultimo caso penso sia migliore lasciare il Brasile come meta turistica. E visitare le bellissime località che questo paese propone.
c.zara@ideacaffe.com
Di Massimo Dallaglio 16/09/2011