Lavorare all'estero come mago illusionista

Alberto Giorgi gira il mondo grazie al suo spettacolare lavoro: il mago illusionista. Alberto è di Livorno ed è uno dei più importanti maghi illusionisti del panorama italiano ed internazionale. Insieme a sua moglie Laura gira il mondo grazie al suo spettacolare lavoro.
Alberto non nasconde che dove riesce a lavorare al meglio con la sua arte è proprio all’estero, mentre in Italia ammette che c’è poco posto per la magia…
Alberto nonostante questo vive in Italia e si sposta per lavorare all’estero; racconta: “ovunque vivessi avrei bisogno di evadere di tanto in tanto. Perché, intendiamoci; non esiste il paese perfetto.”

Ciao Alberto, di dove sei?

Di Livorno

Che cosa fai nella vita?

La parte più interessante della mia vita è quella dell’illusionista.

Come è nata questa tua passione?

Lavorare all'estero come mago illusionistaVedendo un artista lavorare in una festa paesana. Si trattava del mago Ruitz ed il paese Poppi (AR) per precisione. Ero un bambino e per la prima volta ho capito che avrei voluto essere al suo posto. Ho frequentato la “Silvan Magic Accademy” e dopo qualche anno ho fondato con alcuni amici un club di maghi. La corte dei miracoli di Livorno. Qua vengono fatti dei corsi per chi desidera iniziare a percorrere i primi passi in questo modo di magia. Ed è dove ho conosciuto Laura, che è mia moglie e mia indispensabile collaboratrice nello spettacolo.

Hai un ricordo positivo della tua prima esibizione?

Lavorare all'estero come mago illusionistaBellissimo. Ero a in Casentino in vacanza con i miei genitori e mi fu proposto di fare uno spettacolo per gli altri bambini. Avevo un piccolo repertorio recuperato da alcuni libri ed in parte rubacchiato da quello che avevo visto fare da Silvan in Tv. E’ chiaro che i “trucchi” erano come li avevo interpretati ma la cosa piacque. Il giorno successivo avevo guadagnato punti con gli altri bambini. E questo piacque a me.

Lavorare all'estero come mago illusionistaInvece hai qualche ricordo negativo?

Si, capita quando non sei valorizzato come artista ma sei trattato come un riempitivo. In Italia lo spettacolo magico è ancora un po’ sottovaluto. Come del resto tutte le altre forme di arte visuale.

Quale paese estero ti ha più colpito nel quale hai lavorato?

Lavorare all'estero come mago illusionistaLa Cina sicuramente. Un paese pieno di fascino e di mistero. Sono andato due volte per un festival di illusionismo. E’ veramente sorprendente nelle sue contraddizioni. Medioevale e fantascientifica al tempo stesso. Incredibile no?
E’ un po’ come viaggiare con una macchina del tempo impazzita. Ti trovi a camminare in una metropoli europea (forse un po’ più caotica) e 5 minuti dopo puoi entrare in un tempio dalla architettura antica in un silenzio rispettoso. Molti esempi come questo.

Lavori più all’estero o in Italia?


Abbastanza equivalente. In Italia, però, mi esibisco molto spesso per un pubblico internazionale.

Quali studi bisogna fare per fare questo tipo di lavoro?

Iscriversi ad un club nazionale (come il CMI) per esempio ed iniziare ad interessarsi di arte e spettacolo. Leggere più libri possibile sull’argomento, cercando vecchi libri italiani e sopratutto stranieri. Conoscere qualche professionista più anziano e farsi raccontare più storie possibili. E’ una grande lezione e fonte di ispirazione.

Il pubblico ti ha mai chiesto qualcosa in particolare come esibizione?

Lavorare all'estero come mago illusionistaA volte le richieste sono molto strane. Accade soprattutto quando ci sono le convention aziendali ed occorre fare qualcosa che abbia un attinenza con il prodotto. A volte ti chiedono di far apparire il direttore od il responsabile di alcuni settori. La difficoltà nasce dal fatto che chi ti fa la richiesta non ha la minima idea di quale sarà il trucco e pensa “quasi” che tu sia in grado di fare vere magie.

Quindi le richieste sono a volte fantasiose. Tipo; vorrei che il Direttore Rossi arrivi volando, oppure; fare apparire la nuova jeep sul palco. Premetto che quasi tutto si può fare ma se si decide di fare apparire un’automobile occorre che il palco abbia una grande dimensione, che sia in grado di sostenere un oggetto molto pesante che appoggi solo su 4 punti, che sia dotato di rampe particolarmente robuste ed una serie di cose relative al “trucco” che una persona normale non è abituata a considerare.

Occorre perdere molto tempo per far capire tutte le esigenze cercando di prevedere in anticipo eventuali difficoltà che si incontreranno. Anche far apparire una persona non preparata è meno semplice di quanto sembri. Non basta dire: stia fermo qua e esca quando l’avverto. Le persone non abituate a “reggere” lo stress da trucco hanno reazioni imprevedibili. Possono scoprire di soffrire di claustrofobia, possono sbagliare il tempo di uscita trasformando la situazione da spettacolare a disastrosa etc…

Quali domande ti rivolgono di solito gli spettatori?

A volte mi chiedono dove mi esibirò ancora per poter portare un amico. Altre volte chiedono quanto lavoro richiede poter mettere in scena un numero e come nasce l’ispirazione. A volte fanno domande intelligenti ed a volte ti chiedono di far sparire la moglie o di far apparire soldi. Possono essere battute divertenti la prima volta ma non quando la senti per migliaia di volte.

Cosa pensi del lavoro del mago/illusionista in Italia?


Lavorare all'estero come mago illusionistaCosa penso in generale dell’arte visuale nel panorama dello spettacolo italiano; E’ pressoché assente!
E ci stiamo perdendo un sacco di cose interessanti. La cosa incredibile è che quando c’è il tentativo di portare qualcosa del genere in Italia questo ha un forte riscontro. Per esempio in questi giorni è arrivato lo spettacolo del Cirque du soleil “Alegria” ed ha avuto un grande successo di pubblico. Però fa riflettere il fatto che è uno show nato nel 1994 mentre lo scorso mese a Stoccarda c’era “Corteo” che invece è uno dei più recenti della stessa produzione.

Che consigli vuoi dare a chi vuole intraprendere il tuo viaggio di mago?

Di cercare una propria identità artistica evitando di copiare i colleghi più famosi. C’è stato un momento che tutti volevano imitare Copperfield con risultati spesso catastrofici o quantomeno patetici. Il consiglio è di iniziare da molto giovani a documentarsi, leggere un sacco di libri sull’argomento, vedere molti prestigiatori, possibilmente parlarci ed iniziare ad esibirsi in classe, in parrocchia o dove se ne offre la possibilità.

Quanto conta la concentrazione?

Io credo che sia fondamentale. Ciascuno ha la sua tecnica. Quando mi esibisco sono come in trance. Sono il personaggio che interpreto. Il resto della mia vita é fuori, altrove. Lo stesso voglio che accada per il pubblico. A volte sono così concentrato che dimentico che sto usando un trucco. Ma questo è quello che piace. Se il pubblico pensa che pure tu ci stai credendo è maggiormente disposto a seguirti in questo viaggio. Io non lo sto imbrogliando con dei trucchetti ma sto giocando con lui a rendere reali cose che non lo sono.

Nelle tue esibizioni hai mai avuto qualche difficoltà ? E con il pubblico?

Certo! A volte il palcoscenico è in pendenza (come in tantissimi teatri italiani) e questo può essere un problema quando hai attrezzature o scenografie che si muovono su ruote. Per quanto riguarda il pubblico di solito non ho molte difficoltà. Qualunque sia la nazionalità, l’età o l’estrazione sociale ho scoperto che le persone reagiscono allo spettacolo magico nello stesso modo. E questo è affascinante.

Lo spettacolo magico è trasversale e coinvolge sempre. Le stesse illusioni hanno la medesima forza in Cina come in Germania; in Francia o in Grecia. Cambia a volte il calore ed il modo di manifestare apprezzamento ma la sostanza è la stessa. La gente ha bisogno di magia, sa riconoscere quando uno spettacolo è curato ed ama essere stupita.

Hai qualche “magia” preferita o le metti tutte sullo stesso piano?

La mia magia preferita è sempre quella alla quale sto lavorando. E’ la mia condanna. Appena metto in scena un idea dopo pochi giorni inizio a pensare a qualcosa di nuovo. E so che nei mesi successivi avrò una serie di problemi da risolvere.

Vivi in Italia, hai mai pensato di vivere all’estero stabilmente?


No, perché ovunque vivessi avrei bisogno di evadere di tanto in tanto.
 Perché, intendiamoci; non esiste il paese perfetto. Ciascuno ha i propri limiti e pregi. Amo molte cose del mio paese però mi piace viaggiare. Così facendo riesco ad apprezzare maggiormente l’Italia ed a tollerarne i molti difetti.
 Nel nostro paese, come nella maggior parte dei paesi latini, tutto ciò è accentuato. Nel bene e nel male.

Pensi che sia una buona idea per un giovane mago/illusionista alle
 prime armi trasferirsi all’estero?


Be sì, perché viaggiare apre la mente ed in campo artistico è fondamentale.
 Si possono fare esperienze anche non definitive e non necessariamente lavorative. L’importante è trovare il modo di non vivere solo da turista ma di cercare il confronto con la popolazione reale.
 Viaggiare ti fa conoscere te stesso, crescere e, come è accaduto a me, 
capire meglio il tuo paese. Comprendere ciò che è peculiare di ciascun popolo e soprattutto ciò che ci accomuna, che è universale e che sorprendentemente è il lato preminente della razza umana.

Guarda Alberto Giorgi a “Le plus grand Cabart du Monde”

Di Maria Valentina Patanè 18/12/2012

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