Mauro, Luca e il sogno tropicale: andare a vivere in Brasile

La storia di Mauro Cardilli e Luca Picchio, raccontata a due voci, è quella della realizzazione di un grande sogno, professionale e di vita. Partita come una vacanza ai tropici, si è trasformata in un decennio in un’avventura imprenditoriale di alto profilo che coniuga lo spirito romagnolo all’idea di libertà, intessuti di creatività, ingegno e capacità di tradurre i ricordi d’infanzia in progetti concreti. La loro Rimini – quella del boom turistico, degli affittacamere, del divertimento genuino – è un modello applicabile ai territori vergini che oggi meritano di essere conosciuti e sviluppati.

Mauro, Luca e il sogno tropicale: andare a vivere in BrasileLoro lo hanno fatto, scegliendo il Brasile. Prima mossi dall’idea della sfida e dal desiderio di mettersi in gioco, oggi con strutture importanti che possiedono e gestiscono ed un villaggio turistico di ultima generazione in fase di realizzazione. “Sono sempre stato un appassionato viaggiatore – racconta Luca – le mie mete erano la Cina, gli Stati Uniti…

Poi un giorno sono arrivato a Maceio, capitale dello stato di Alagoas sulla costa nord orientale del Brasile, un luogo dove credo ci si possa davvero convincere di essere arrivati in paradiso. Bellissime spiagge, un clima fra i più appetibili del mondo, a dimensione umana e in piena fase di sviluppo turistico. Decidere di fermarsi è stato un impulso al quale non ho potuto rinunciare.” Come avviene fra amici di vecchia data, Luca pensò di coinvolgere nel suo sogno, l’amico Mauro. “Luca aveva una casetta – interviene Mauro – in principio doveva essere una casa per le vacanze. Di tanto in tanto lo andavo a trovare e trascorrevamo insieme le mie ferie.

Mauro, Luca e il sogno tropicale: andare a vivere in Brasile Puro divertimento e tanti sogni, finché nell’aprile del 2000, sebbene avessi in tasca un biglietto di andata e ritorno per tre settimane, ci rimasi otto mesi ed acquistammo un piccolo albergo, la Pousada Maria Bonita, con solo sei camere e di modesta qualità. Acquistammo anche un’auto, con la quale da veri romagnoli ci recavamo all’aeroporto ed invitavamo i turisti che non avevano prenotazioni a venire da noi. Gli riserbavamo un’accoglienza alla grande, con drink, frutta e cordialità. Lo avevamo visto fare da noi a Rimini ed era efficace. Alla sera poi, organizzavamo feste e portavamo i nostri ospiti in giro per i locali e gli indicavamo le migliori spiagge. Devo dire che ci siamo divertiti un sacco. Presto si sparse la voce e cominciarono ad arrivare le prenotazioni.”

La loro forza, sono sicuri, sta nel DNA,

intriso di cultura dell’ospitalità ed anche di tanta voglia di lavorare bene. “I nostri ospiti parlano di carisma – dice Luca – che differenzia i riminesi, una sorta di griffe.” Fatto sta che dopo un paio d’anni Luca e Mauro decisero di allargare i loro orizzonti, acquistando una struttura abbandonata in un’area più riservata a dieci chilometri dalla costa.

La ristrutturarono secondo lo stile italiano ed intrapresero una nuova avventura: il turismo di elite. Piscina, idromassaggio, sauna, ristorante con cucina romagnola e nazionale brasiliana. “La bellezza incontaminata di questa zona – ricorda Mauro – ci ha fatto decidere di stabilirci anche noi lì. Abbiamo acquistato terreni ed iniziato a costruire le nostre abitazioni private. Chiaramente tutto avviene in maniera molto più semplice rispetto all’Italia e ai paesi ‘ricchi’, non solo per i costi -che non sono neanche paragonabili- ma perché c’è tanta terra e tanto spazio e tante cose da fare, tutte nuove per il popolo brasiliano, e chi investe viene agevolato perché favorisce la ricchezza del paese. Non è sempre stato così nello stato del ‘colonnellismo’, del sopruso e della povertà, dove l’oligarchia imperante mirava a mantenere il proprio ruolo privilegiato a scapito dei più, ma oggi le cose stanno cambiando anche in questa parte di mondo.”

Sull’onda del successo delle prime attività,

Luca e Mauro hanno coinvolto gruppi industriali importanti per creare un gruppo di investimento. “Insieme al gruppo, formato tutto di romagnoli – spiega Luca – abbiamo dato corso alla parte di operazione più ambiziosa. La creazione del Resort Sereia. 140 unità abitative integrate in un villaggio di pescatori. Su una meravigliosa spiaggia tropicale con tutti i servizi più esclusivi che un turista possa desiderare per immergersi nel Brasile più autentico. All’oggi abbiamo costruito ventidue unità già operative. Ed il centro servizi dove funzionano i bar e la spiaggia ‘a gestione romagnola’; il progetto prevede che entro la fine del 2007 saranno consegnate altre vent’otto unità. Per arrivare entro la fine del 2008 con tutto il progetto completato e in piena attività. Qui lavoreranno principalmente brasiliani. E si prevede un indotto lavorativo di circa 300 posti di lavoro, oltre al centinaio impegnato nella continuità dell’esistente.”

Il sorriso e il calore tipici del popolo brasiliano,

uniti con la capacità e la creatività Made in Italy hanno dato vita a piccoli paradisi turistici. E non si tratta solo di business. Perché in questi anni, nella zona in cui sorgeva un povero villaggio di pescatori, Mauro e Luca hanno sovvenzionato l’apertura di una scuola. E si stanno adoperando per avere una dislocazione della caserma, un ospedale ed un sistema fognario in piena regola.

Anche le preesistenti casette dei pescatori, nella salvaguardia della tradizione, risanate ed inglobate al nuovo villaggio. Verranno trasformate in piccoli laboratori artigianali di grande attrazione turistica e culturale. Insomma una vacanza ai tropici che ha tradotto il sogno in una realtà invidiabile che consigliamo di andare a visitare.

A gennaio la rinascita del Paese è stata consacrata

dall’azzeramento del debito estero. “Oggi sono gli altri che ci devono soldi” sintetizza il Ministro dell’ Economia Guido Mantegna. Per il presidente ex sindacalista Luis Inacio Lula da Silva, nato in una favela, è stata una promozione in piena regola, seguita da quella di Standard & Poor’s che ha alzato il rating del Brasile a BB+ facendolo entrare nel club dei pagatori affidabili.

“Anche le istituzioni più prudenti, come fondi pensione e assicurazioni, potranno ora investire qui dice orgoglioso a Economy Alfredo Cotait Neto, assessore per le relazioni internazionali del Comune di San Paolo e braccio destro del sindaco Gilberto Kassab.
Per gli analisti di Lehman Brothers il voto di S & P’s potrà fruttare al Paese anche 10 miliardi di euro di investimenti addizionali in portafoglio.

Niente male per chi 15 anni fa aveva una valuta, il Real, che valeva carta straccia. Ed un’ inflazione galoppante che aveva ridotto in miseria la stragrande maggioranza dei 190 milioni di abitanti. Oggi il Real è una è tra le monete più forti del mondo (un Euro vale 2,77 Real). E la Banca centrale brasiliana prevede per quest’anno un’inflazione al 5,4%.

Mauro, Luca e il sogno tropicale: andare a vivere in BrasileSono finiti gli “anni bui”, come li chiama il presidente della Camera di Commercio Italo-brasiliana Edoardo Pollastri, nonché numero uno di Assocamerestero, a San Paolo dal 1975, quando vi giunse per conto della Star. “Non me ne sono più andato per un semplice motivo”. Aggiunge “quello brasiliano è un popolo felice, anche quando non ha motivi per esserlo”.

Ed il Boom anche per il merctao immobiliare.

Soprattutto nelle aree più ricche. San Paolo, che con 11 milioni di abitanti produce il 40 % del PIL carioca. Ed è il cuore economico del paese, ma anche Rio de Janeiro. Nei quartieri più esclusivi il prezzo medio al metro quadro si aggira sui 2700 Real, circa mille Euro. Ma per le residenze a cinque stelle sfonda anche il tetto del 3-4 mila Euro. Stando agli analisti del settore, però, entro il 2010 i listini raddoppieranno.

Mauro, Luca e il sogno tropicale: andare a vivere in Brasile“E’ il momento giusto per investire” conferma Pollastri “e non a caso glioperatori stranieri, perlopiù nordamericani, stanno arrivando in massa”. Il vero atout del Brasile, però, sono le risorse naturali. Nel Novembre del 2007 Petrobràs, il gigante petrolifero controllato dal governo centrale, ha annunciato di aver trovato uno dei maggiori terreni estrattivi mai scoperti nella storia recente.
Il giacimento, chiamato Tupi e situato al largo delle coste brasiliane a profondità abissali, ha riserve potenziali per 5-6 miliardi di barili di oro nero. Se le stime dei geologi venissreo confermate, il Paese verrebbe proiettato tra i primi 10 esportatori di greggio al mondo. Proprio negli anni in cui, sul continente americano si esurirebbero le riserve di Stati Uniti e Messico.

E c’è già chi parla del Brasile come dell’Arabia Saudita del futuro.

E ancora: il Paese di Lula è stato il primo. Già a metà degli anni Settanta, a lanciare un piano nazionale di incentivi per l’utilizzo dell’ etanolo, il combustibile “verde” per eccellenza. Oggi l’88% dei veicoli circolanti è dotato di motori multicarburante. Eil 50% degli automobilisti usa l’etanolo ricavato dalla canna da zucchero. Avvalendosi, per altro, del sistema Flex targato Magneti Marelli. Che consente di usare più combustibili su motori tradizionali: benzina, gas metano, etanolo, a seconda dei prezzi e delle zone. Ma c’è di più. “Nel dibattito sull’uso dei prodotti agricoli per creare combustibili, e sul conseguente aumento dei prezzi delle materie prime alimentari, sta prevalendo l’idea che l’etanolo brasiliano è il migliore. E con il minor impatto ambientale” dice Alessandro Barberis, presidente di Unioncamere, grande conoscitore del mercato automobilistico locale perchè artefice negli anni Settanta dell’ingresso Fiat in Brasile.

Fu lui, infatti, a seguire per conto del Lingotto la costruzione della fabbrica a Belo Horizonte. Tuttora tra gli stabilimenti più importanti per la casa di Torino e, soprattutto, il più redditizio : il 75% degli utili Fiat è made in Brasil. E aggiunge : “Potrebbe essere proprio l’accoppiata petrolio-etanolo a proiettare i Brasile tra le maggiori potenze economiche del mondo. Ci vorrà del tempo, ma meglio non sottovalutarne le potenzialità”.

Articolo tratto da “Economy” dell’8 Agosto 2008 a firma Zornitza Kratchmarova

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