Paola lavora come divemaster alle Bahamas e si occupa di volontariato

Paola, bergamasca, trapiantata Milano per lavoro, al sopraggiungere della “crisi dei 40 anni” ha deciso di mollare tutto per prendersi un anno sabbatico, grazie al quale ha potuto conosere le Bahamas, il luogo perfetto dove la sua anima ha trovato pace e dove adesso sta pensando di rimanere lavorando come divemaster e occupandosi di volontariato

“…purtroppo non ho nostalgia dell’Italia, se non di pochi amici, il legame che si è legato con quest’isola è più’ viscerale che con quello che ho con il mio paese, vorrei comprenderne la ragione, ma per ora mi limito a viverla…”

Ciao Paola, raccontaci un po’ di te… di dove sei e cosa facevi quando eri in Italia?

Ciao, io sono Paola, Paoletta per gli amici 😉

Sono nata e cresciuta a Vigolo un paesino in provincia di Bergamo, affacciato sul lago di Iseo, ma per motivi di lavoro negli ultimi anni ho vissuto alle porte di Milano.

In Italia la mia professione principale è stata per anni l’assistente di direzione poi sono stata destinata alla gestione del personale, sono passata da una attività di relazione ad una piuttosto statica di fronte ad un computer a gestire presenze e buste paga.
   
Quando e perché è arrivata la voglia o la necessità di lasciare l’Italia?

La voglia c’è da sempre, purtroppo l’ho sempre accantonata pensando che fosse troppo azzardato e da immaturi lasciare una buona posizione lavorativa per il nulla.

Poi è arrivata la crisi dei 40 anni e con essa la necessità di prendersi un anno sabbatico per andare alla riscoperta di me stessa, lasciando alle spalle tutto per rivedersi e ricostruirsi in un nuovo contesto,  in quel luogo che Cristoforo Colombo chiamo’ il Nuovo Mondo, le Bahamas.

Paola lavora come divemaster alle Bahamas e si occupa di volontariatoPerché hai scelto proprio le Bahamas e in quale località vivi?

Sono arrivata ad Harbour Island per caso quasi tre anni fa per la prima volta, mi trovavo a Miami in vacanza e cercavo una meta interessante per le immersioni e ho trovato questa destinazione.

E’ stato amore a prima vista, non solo con l’isola ma anche con l’istruttore subacqueo con il quale sono stata legata per due anni.

Grazie a lui è andata maturando la mia scelta di provare a vivere qui, per assurdo, pero’, la scelta effettiva di rimanere sull’isola per un anno sabbatico e’ arrivata quando la nostra storia è finita, dopo tutto negli anni trascorsi con lui avevo intessuto relazioni e fatto esperienze che non volevo perdere e che sapevo mi avrebbero aiutata a superare un momento per me difficile più del tornare a casa mia sola soletta.

Sei partita da sola o con partner o amici?

Essendo single sono partita da sola con il mio cane, Briland, un miniature pinscher.
 
Avevi già vissuto all’estero per lunghi periodi prima?

Non avevo mai vissuto per lungo periodo all’estero, essendo appassionata di subacquea ho viaggiato tanto in giro per il mondo, ma in nessun posto mi sono fermata più’ di due/tre settimane.
Come ti sei organizzata riguardo al problema del visto permanente?

Non ho richiesto visto permanente, ma solo visto turistico non svolgendo alcuna attività lavorativa in loco, essendo in aspettativa dalla mia azienda italiana.

Paola lavora come divemaster alle Bahamas e si occupa di volontariato
   
Paola lavora come divemaster alle Bahamas e si occupa di volontariatoIn che cosa consiste la tua attività o quale pensi che sarà?

In questo anno sabbatico mi sto dedicando a me stessa e alla ricostruzione di una identità persa nella corsa della quotidianità e di conseguenza anche alle mie passioni, ossia la video/fotografia, i bambini e il riciclo.

Pur essendo cattolica, la mia attività di volontariato è iniziata presso la Chiesa Metodista, essendo una delle realtà più’ attive nei progetti di supporto ai bambini e alle famiglie, la voce circa il mio buon operato poi si è sparsa e sono stata coinvolta in tante altre iniziative, da Space to Create, un campo estivo per bambini, al Bahamas Plastic Movement.

Il mio compito con i bambini è di intrattenerli durante le attività ludiche o di accompagnarli nei progetti di scoperta dei fondali marini, essendo una divemaster.

Grazie al supporto di alcuni privati e della biblioteca locale ho anche iniziato un progetto di riciclo creativo: vista la situazione logistica delle isole, il riciclo è molto difficile alle Bahamas pero’ necessario per preservarne la loro bellezza, perciò’ abbiamo sensibilizzato i bambini alla raccolta differenziata di lattine e al riutilizzo di oggetti della quotidianità per creare addobbi per la loro camera o giochi da condividere con gli amici.

Il mio master piece è l’Aquario realizzato con i cartoni dove i pesci si muovono legati ad un filo come marionette.

Le mie passioni foto/videografiche sono riuscita ad implementarle grazie ad alcuni amici fotografi locali che mi hanno permesso di stare al loro fianco durante i loro shooting con modelli e personaggi di fama internazionale, grazie ai loro consigli ho implementato anche la mia conoscenza dei software di elaborazione foto e video e ora sto lavorando al mio sito, avendo un discreto portfolio da poter condividere.

Essendo neofita in questo campo sono stata a lungo reticente dal presentarmi come fotografa, ma le opinioni raccolte mi hanno dato il coraggio di manifestare la mia arte, il mio scattare emozioni, sopratutto un commento ad una mia foto di un mio amico americano dove mi ha ringraziato per “la poesia che i miei occhi scrivono”.

Quali differenze sostanziali hai avuto modo di riscontrare a livello lavorativo rispetto all’Italia?

Purtroppo i problemi legati al lavoro li ho potuti solo vivere in terza persona, attraverso i racconti degli amici lavoratori: anche qui ci si lamenta degli orari, dello stipendio, dei colleghi… pero’ sei valutato molto di più per quello che fai, se sei bravo la gente ti apprezza e lo riconosce.

Paola lavora come divemaster alle Bahamas e si occupa di volontariato

Cos’altro hai notato della società locale?

Mi ha colpito l’orgoglio di questo popolo verso la propria nazione e il manifestarsi dei valori Cristiani in cui credono dalla preghiera in famiglia alle manifestazioni di rilievo nazionale: l”inno nazionale e la benedizione di Dio ricorrono in tutte le cerimonie sociali.

Paola lavora come divemaster alle Bahamas e si occupa di volontariato

Come è avvenuta la tua integrazione in una realtà locale sostanzialmente differente da quella italiana?

Sicuramente il mio operato come volontaria mi ha aiutato molto a farmi conoscere ed apprezzare dalla popolazione locale, che ha apprezzato anche la mia curiosità e il rispetto verso la loro cultura.

Anche il mio essere italiana mi ha aiutato, come dimostrano le parole della mamma di un mio amico che ricevuto il mio consiglio su come fissare un coprispalle l’ha subito seguito perchè “se mi è stato consigliato da lei italiana, cresciuta nella patria dello stile e della buona cucina, allora deve andare bene così'”

Ora condivido la mia vita sull’isola  anche su una pagina di Facebook chiamata www.facebook.com/bahamaita e attraverso un collegamento radiofonico mattutino su RadioNumberOne, siamo in onda tra le 7 e le 7.30 italiane (l’una di notte qui alle Bahamas).
 
Vivere alle Bahamas sotto quali aspetti è meglio che in Italia? E sotto quali aspetti è peggio?

Per me è sicuramente meglio perché posso vivere a contatto con il mio elemento naturale ogni giorno, l’acqua, le passeggiate mattutine e serali con il mio cane in spiaggia sono un privilegio e un buon supporto emotivo.

Mi mancano le comodità italiane quando si tratta di fare acquisti, soprattutto tecnologici perché tutto viene importato dagli Stati Uniti con alte imposte e tempi non sempre celeri. Per il resto il mio abbigliamento si è ridotto a pochi capi comodi e infradito.

Paola lavora come divemaster alle Bahamas e si occupa di volontariatoConsideri l’Italia un ricordo, hai nostalgia, cosa ti manca quando sei via?

L’Italia non è un ricordo anzi vado fiera della mia italianità e della nostra storia. Cultura e cibo che anche qui ci invidiano, con molti bahamiani ci salutiamo con un ciao o con un buongiorno.

Purtroppo non ho nostalgia dell’Italia, se non di pochi amici, il legame che si è legato con quest’isola è più’ viscerale che con quello che ho con il mio paese, vorrei comprenderne la ragione, ma per ora mi limito a viverla.

Forse perché non c’è un luogo perfetto, ma alla fine c’è solo un luogo dove l’anima trova pace, e la mia qui lo è.
 
Cosa consiglieresti ad altri italiani che desiderassero seguire le tue orme?

Consiglio di seguire il proprio istinto in primis, poi di informarsi sui siti ufficiali degli stati che vi interessano o avvalendovi dell’aiuto e dei consigli che si trovano su siti italiani validi come www.mollotutto.com.

Vagliate con attenzione i consigli di connazionali che si sono trasferiti all’estero, molti sono buoni, ma molti tenderanno anche a demoralizzarvi, sopratutto quelli che hanno cambiato nazione, ma hanno mantenuto le stesse insoddisfazioni che avevano in Italia.

Infine ricordate che nulla è facile, tutto deriva da impegno e passione, se non si è maledettamente fortunati!
 
Che tipo di lavoro, attività o investimento pensi sia conveniente praticare per un italiano che decisesse di trasferirsi a vivere alle Bahamas?

Sinceramente non so che consigli dare in merito…

Pensi che ci siano molti italiani che hanno scelto di vivere alle Bahamas?

Su quest’isola vivono altri 3 italiani tutti impiegati in attività di ristorazione, ho sentito che nelle isole più’ vicino alla costa della Florida ce ne sono di più’, ma non ne sono certa.

Paola lavora come divemaster alle Bahamas e si occupa di volontariato

Consiglieresti le Bahamas come meta per espatriare o più per una vacanza?

Prima consiglio questa meta per una vacanza all’insegna della riscoperta di se stessi e poi magari se piace anche per espatriare, ma mai prima di aver provato a viverci per un po’.

Di Massimo Dallaglio

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