Piero Armenti viaggio a New York

L’Urban Explorer Piero Armenti – Guida turistica per un viaggio a New York perfetto

Piero ha studiato in Spagna con il progetto Erasmus, ha vissuto in Venezuela ma gli è bastato un viaggio a New York per innamorarsi della Grande Mela.

Dal 2011 si è trasferito definitivamente a vivere a New York dove lavora come guida turistica; Piero Armenti è uno dei pochissimi italiani ad aver superato il difficile concorso (oltre 20 libri per prepararsi) per avere la licenza turistica a New York (sightseeing).

Ciao Piero, raccontaci un po’ di te, come ti chiami, di dove sei e cosa facevi quando eri in Italia?

Mi chiamo Piero Armenti, in Italia ho studiato giurisprudenza e poi ho fatto un dottorato in culture ispanoamericane all’Orientale di Napoli. Ma prima ho vissuto a Caracas quattro anni e mezzo, dove ho lavorato come giornalista.

Quando e perché è arrivata la voglia o la necessità di lasciare l’Italia? 

Mentre studiavo giurisprudenza, passai per caso davanti a un ufficio dal nome particolare. Erasmus. Era una giornata di luglio, mi mancava un esame alla laurea, l’università era semivuota. Ti parlo di 15 anni fa, il progetto Erasmus non era famoso come adesso. Una signora molto gentile, dopo aver saputo che studiavo Giurisprudenza, mi supplicò di partire. Si chiamava Nunzia Fraiese. Non c’erano state domande sufficienti per le borse di studio da parte degli studenti in giurisprudenza, e c’era rischio che andassero perdute. Ci pensai tre secondi, e dissi di sì. Essere pagato per studiare all’estero mi sembrava una cosa favolosa. E non riuscivo a capire come fosse possibile che i miei colleghi di studio non ne approfittassero. “Magari non lo sanno” pensavo. Lo dissi a tutti, e nessuno ne approfittò. Credevano fosse una perdita di tempo, puntavano solo a laurearsi velocemente.

Piero Armenti viaggio a New York

Perché hai scelto proprio gli Stati Uniti e in quale località vivi esattamente?

Ho studiato in Spagna con il progetto Erasmus, ho vissuto in Venezuela, e infine sono arrivato a New York. Ne sono innamorato, adoro la sua vita cosmopolita, il clima estremo, la sua offerta culinaria e culturale. E soprattutto la mentalità pragmatica, orientata agli affari e ai sogni. So che è un po’ strano sentirlo dire da uno che ha una cultura umanistica, ma ecco… scelsi gli Stati Uniti proprio per questo: volevo provare a fare i soldi, ad uscire fuori da quel destino di miseria e ristrettezze a cui sembravo destinato in quanto dottore di ricerca. Non volevo vivere appeso a borse di studio misere ed elemosinate di volta in volta. Ho cercato di cambiare il mio destino.

Sei partito da solo o con la famiglia o partner?

Sono partito da solo. Sempre da solo.

Piero Armenti viaggio a New York

Avevi già vissuto all’estero per lunghi periodi prima?

Certo, è stato il Venezuela il mio battesimo di fuoco. Finché ti muovi in Europa vivi nello stesso continente. Tra Alicante, dove ho fatto l’Erasmus, e Salerno non c’era tanta differenza. Ma quando superi l’Oceano, e arrivi a Caracas, ti piomba addosso tutta la magia e l’incanto del mondo nuovo. Il Venezuela, i Caraibi, l’estate perenne, i suoi colori, il suo cibo. E’ stato tutto così diverso, e mi ha aiutato a coltivare una dote fondamentale per chiunque voglia vivere fuori dall’Italia. Saper leggere il paese in cui si va.

In che cosa consiste la tua attività negli States?

Offriamo prodotti turistici su New York, ad italiani, spagnoli e tedeschi. Per esempio due tour che davvero ci danno tante soddisfazioni sono il tour delle terrazze panoramiche, che ti permette di avere una vista di New York molto cinematografica, e il tour del Bronx, Queens, e Brooklyn con cui in poche ore visiti tre distretti che hanno contribuito a creare il mito di New York.  Quest’anno ogni lunedì abbiamo una crociera Jazz. Al tramonto. Sarà fantastica.

Quali differenze sostanziali hai avuto modo di riscontrare a livello lavorativo e di stile di vita rispetto all’Italia?

In una città come New York orientata agli affari e al commercio, ogni residua energia mentale viene impegnata per cambiare il tuo destino economico. Perché non dimentichiamolo: chi emigra qui lo fa per inseguire il sogno americano. In Italia è diverso, non sentivo questa esigenza imprenditoriale. Avevo una vita più tranquilla. E credo che la differenza principale sia questa: in Italia punti ad un equilibrio tra tutte le componenti della vita. Famiglia, tempo libero, lavoro. Qui si è ossessionati invece dall’idea di dover emergere.

Piero Armenti viaggio a New York

Cos’altro hai notato della società locale?

Questa domanda meriterebbe la pubblicazione di un libro. L’economia è più dinamica, New York è una città sicura, molto aperta all’immigrazione. L’idea di farsi una famiglia per molti passa in secondo piano rispetto all’esigenza di costruirsi un futuro. Una città cosmopolita è per sua natura molto aperta sui diritti civili, ha un movimento culturale incredibile: le migliori intelligenze arrivano qui. Unico difetto: farcela a New York è faticoso. La competizione è altissima.

Vivere a New York sotto quali aspetti è meglio che in Italia? E sotto quali aspetti è peggio?

Sicuramente come opportunità di lavoro è meglio New York. L’Italia invece ha una marcia in più per la qualità dei prodotti alimentari. Tuttavia per fare un paragone bisogna capire qual è la situazione di partenza. Se sei disoccupato e disperato in Italia, allora New York è una grande opportunità di vita. Se in Italia sei soddisfatto, col tuo lavoro, i tuoi affetti, allora non hai nessuna ragione per andare via. Ottenere qualcosa nella propria terra è una esperienza di vita meravigliosa.

Consideri l’Italia un ricordo, hai nostalgia, cosa ti manca da quando sei via? 

Non mi manca nulla. Non ho tempo per contemplare il mio passato e alimentare le mie nostalgie. La mia vita è andata verso una direzione, e ne sono soddisfatto.

Piero Armenti viaggio a New York

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? 

Il mio sogno è acquistare un hotel a New York, ma lo vedo come un sogno ancora lontano. Nell’attesa vorrei aprire un’agenzia di viaggi anche a Los Angeles.

Secondo la tua esperienza, che tipo di lavoro, attività o investimento pensi sia conveniente per un italiano a New York ?

La ristorazione è un campo su cui gli italiani non falliscono mai. Quindi investite in ciò che amate e sapete fare. Io ho anche la mia ricetta. Bisogna prima lavorare in un ristorante, magari pochi mesi, o meglio ancora un anno intero. Ma giusto per capire i meccanismi della ristorazione a New York. Poi iniziate da un locale piccolo. Non potete fallire.

Conosci molti italiani che vivono a New York li frequenti?

Sono tantissimi, ma non quanti ce ne sono a Londra per esempio. Purtroppo ottenere un visto è un’impresa.

Piero Armenti viaggio a New York

Cosa consiglieresti ad altri italiani che desiderassero seguire le tue orme e trasferirsi a vivere a New York ?

Iniziate ad imparare l’inglese. Poi fatevi un periodo da turisti per vedere se vi piacerebbe viverci. Stringete più mani possibili, e prima o poi il sogno diventerà realtà.

www.ilmioviaggioanewyork.com

Di Massimo Dallaglio

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