Stefano si è trasferito a vivere a Düsseldorf dove lavora come Responsabile Ufficio Stampa. Stefano Manzi, 28enne originario di Montefiascone, lascia uno stage non retribuito in Italia per affrontare un’avventura europea (trasferirsi a vivere e lavorare in Germania) che ad oggi gli sta regalando grandi soddisfazioni: a due anni dal suo trasferimento a Düsseldorf, Stefano lavora per Trivago, presso cui è diventato Responsabile Ufficio Stampa.
Mi trovo a lavorare in Germania a Düsseldorf ormai da due anni.
È passato un po’ di tempo da quella notte del 7 gennaio del 2010 quando atterrai nell’aeroporto di Weeze con tre bagagli tra le mani, tante idee in testa e un contratto di stage di sei mesi in tasca. Ho deciso di lasciare l’Italia solamente perché lì ero in scadenza di stage (non retribuito) e all’orizzonte avevo solo la possibilità di rinnovare quel contratto, alle stesse condizioni.
Così ho iniziato a inviare decine e decine di CV alle aziende del mio settore, ma senza ricevere mai una risposta, nemmeno un “Grazie ma non siamo interessati”.
Quindi la partenza per andare a lavorare in Germania.
Ed è così che il 15 gennaio ho brindato ai due anni di lavoro a Trivago, un motore di ricerca hotel per il quale ho svolto nel tempo diverse mansioni. Dopo aver fatto uno stage in online marketing, ora sono il Responsabile Ufficio stampa.
La difficoltà più grande, appena arrivato, è stata quella di trovare casa. Poiché qui tutti vengono “cacciati” dalle rispettive famiglie molto presto. Non è facile trovare un appartamento o anche una stanza da condividere. Ad ogni modo posso dire che quella di trasferirmi a lavorare in Germania è stata la scelta più felice della mia vita. Seconda solamente a quella di aver fatto l’Erasmus cinque anni fa a Barcellona, l’esperienza che mi ha aperto gli occhi.
Le differenze tra qui e l’Italia sono tante.
Le differenze tra qui e l’Italia sono tante. Ma secondo me quella principale sta nel contatto umano con le persone. Nelle precedenti esperienze italiane e spagnole non ho avuto alcuna difficoltà nel relazionarmi con la gente di strada, con l’uomo dell’edicola, il cassiere del supermercato, il fruttivendolo… Qua, invece, le persone sono un po’ più fredde e non è molto facile rompere il ghiaccio. Dal punto di vista del lavoro, invece, sei molto più apprezzato per quello che fai piuttosto che per quello che sei. In Italia vieni considerato un giovane senza esperienza fino a 40 anni. Mentre qua sei subito messo alla prova e valutato per il tuo operato.
Dell’Italia mi mancano tante cose
Ma soprattutto sento nostalgia del tramonto sul Lago di Bolsena, i discorsi con i vecchietti per strada, il pesce a prezzi ragionevoli. Mia madre rimpiange il fatto che non abbia voluto (cercato di ) lavorare in banca. Ogni giorno mi dice di tornare, mentre i miei amici fanno il tifo per me. Il mio più grande sostenitore è comunque mio fratello, non a caso un espatriato pure lui (in Svizzera). Comunque mi tengo quotidianamente in contatto con parenti e amici grazie a internet (facebook, skype, twitter, mail). Fa piacere twittare e commentare con gli amici del paese i fatti di attualità. Piuttosto che tenersi in contatto con i vecchi amici dell’Erasmus grazie a fb.
Per concludere consiglio un’esperienza all’estero
A tutti coloro che vogliono mettersi in gioco. E a coloro che vogliono vedere come sia il mondo del lavoro fuori dalla penisola. Chiaramente ci sono difficoltà e ostacoli, ma la soddisfazione di superarli e di acquisire una mentalità “europea” è impagabile.
Se volete info su Dusseldorf o un parere contattatemi pure:
Blog: http://unsaccodiballe.wordpress.com/
Twitter: https://twitter.com/stefano_manzi
Foto: Beatriz Huélamo
Di Silvia Mammarella 20/03/2012
