Italo Scire lavorare e fare business in Romania

ITALO SCIRE’: IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER FARE BUSINESS IN ROMANIA

Oggi ospitiamo un uomo che si è veramente fatto da solo. E’ caduto e si è rialzato più volte… Questa è la storia di Italo Scirè, nato a Vittorio Veneto 60 anni fa, territorio delle 3 Venezie, ma presto diventato cittadino di 3 continenti.
Ha vissuto in Iran, poi il ritorno in Italia, con la presa di coscienza dell’enorme mole di tasse da pagare per le sue attività commerciali. Inizierà così il suo lungo secondo viaggio, che lo porterà in Romania.

Le cose procedono con alti e bassi, piú bassi che alti a dire il vero.
Italo è pronto a ritornare in Italia definitivamente.

Ma… come dice lui stesso nel corso dell’intervista, “una mattina in un bar, facendo colazione, vidi un giornale di annunci economici rumeno, gli diedi un’occhiata e dissi tra me e me: perché no?”.
E’ iniziato così il suo terzo tempo, che dura da 22 anni a questa parte.

Italo adesso è un punto di riferimento consolidato per chi vuole fare business in Romania e, da buon imprenditore, continua a gestire le sue attività.

Leggete l’intervista per saperne di più su una persona che, tra le sue mille avventure, ha vissuto con la propria pelle anche il sequestro di persona.
Ma anche quella volta si è rialzato. Da ammirare, complimenti Italo!

Italo Scire lavorare e fare business in RomaniaCiao Italo, raccontaci un po’ di te; ad esempio dicci di dove sei e cosa facevi quando eri in Italia.

Ciao a tutti i lettori di MolloTutto, mi chiamo Italo Scirè, trevigiano nato a Vittorio Veneto 60 anni fa.
Terminate le scuole di perito meccanico sono andato a lavorare in Germania, tornando in Italia per il servizio militare, a 21 anni.
Finito il mio dovere di leva e, stimolato dal voler scoprire nuovi Paesi e nuova gente, sono andato a lavorare in nord Africa, per 13 anni di fila. Lavoravo per conto dell’Agip.

In particolare, 5 anni li ho trascorsi nel deserto del Sahara come tecnico per l’estrazione del petrolio, per la realizzazione e il montaggio di raffinerie, e per l’estrazione e pompaggio del gas nella seconda linea che porta il metano in Italia.
Dopo il nord Africa, nel 1982 ho lavorato con la ditta Condotte Acque di Roma, per due anni, in Iran.

Erano i tempi della guerra con l’Iraq; ho partecipato alla realizzazione del secondo porto più grande al mondo, a Bandar Abbas, nel Golfo Persico.
In Iran ho portato con me mia moglie e mia figlia, che allora aveva solo 2 anni. Il mio compito era di capo officina movimento terra.

Praticamente sei andato subito all’Estero, complimenti! Ma poi sei ritornato in Italia, perché?

Nel 1984, fui praticamente obbligato a rientrare in Italia, per causa della guerra in Iran (per noi Italiani esisteva un elevato rischio alla nostra incolumità).

Ho cercato di fare molte cose, da titolare. Sono arrivato ad aprire infatti ben 5 attività in proprio.
Avevo comprato la testata di un giornale di annunci pubblicitari, con uscita trisettimanale e 150.000 annunci per uscita. Aveva 100.000 copie di tiratura, coprendo le tre Venezie.

Mi ero interessato ugualmente nel settore dei giocattoli e della didattica, aprendo una fabbrica, un ingrosso e un negozio.
In piú avevo aperto anche un ufficio di import export per i giocattoli, con contatti in tutta Europa.
Nel 1990 iniziai infine a pubblicizzare i giocattoli su 4 reti nazionali, con un costo sul consumato settimanale di 550 milioni (2.200 miliardi di lire al mese).

Italo Scire lavorare e fare business in RomaniaAndava tutto bene quindi?

No, affatto!
Vedevo che lavoravo solo per pagare le tasse e i balzelli, così decisi di non poter piú mantenere da solo il governo italiano, che non mi aveva aiutato assolutamente in nulla!
Ah, scusate, in verità mi ha aiutato nell’alleggerirmi le tasche, assottigliandomi il conto corrente.

Capisco, sei quindi ripartito per l’Estero.

Si, decisi infatti che l’Italia non faceva piú al caso mio.
Lasciai il Bel Paese e, sempre attratto da nuovi Nazioni, nuova gente, nuovi usi e costumi e – non ultima – dalla voglia di guadagnare molto (ma onestamente), aprii una mia attività in Ucraina.

Siamo nel 1993: per capirci, il periodo dei “patti per la non prolificazioni delle armi” tra l’America e la Russia.
In Ucraina mi attivai per creare una organizzatione SPA con lo stato militare: loro portarono due capannoni come capitale sociale, mentre il mio capitale sociale era un montante di 100.000 dollari americani.

Avevo iniziato un’attività di commercio e di import export di abbigliamento, calzature, e oggetti per la casa, ma dopo solo 6 mesi la mafia locale mi sequestrò e persi tutto.
Fortunatamente riuscì a liberarmi una mia guardia del corpo, che mi fece scappare di notte.
Rientrai subito in Italia.

Italo Scire lavorare e fare business in RomaniaMamma mia che avventure. E’ la prima volta qui a MolloTutto che riceviamo testimonianza di un rapimento!
Ma in tutti questi viaggi, eri da solo o con la famiglia?

Dopo l’Iran sono partito da solo. Ero già divorziato da mia moglie e qualsiasi Paese era un’opportunità per lavorare e fare business.
Amici in Italia non ne avevo, avendo sempre lavorato all’Estero.
Pero’, a dirla tutta, non ho mai creduto molto all’amcizia, perché ho visto che se hai soldi hai tanti “amici”, ma quando non hai la grana tutti si dimenticano di te.

Si vede da come parli che hai fatto molte esperienze di vita.
Ma adesso, se non sbaglio, ti trovi in Romania, raccontaci come ci sei arrivato!

In Romania ci sono arrivato per puro caso: deciso nel non lavorare più in Italia, avevo iniziato a importare abbigliamento e calzature a Durazzo, Albania, nel 1994.
Ho vissuto lì per 6 mesi, ma vedendo che non c’erano grosse possibilità di realizzare guadagni soddisfacenti andai in Macedonia, e successivamente in Ungheria.

Ho abitato a Budapest per altri 6 mesi, commercializzando calzature e abbigliamento, ma le risposte che ricevevo dai clienti anche i questa città erano sempre uguali; dicevano “lasciami qui la merce ed io ti pago dopo l’avvenuta vendita”.
Ovviamente non mi fidavo di lasciare la mia merce e demoralizzato, già pensavo di tornarmene in Italia.

Ma una mattina – per puro caso – in un bar, facendo colazione, vidi un giornale di annunci economici rumeno; gli diedi un’occhiata e dissi tra me e me – “perché no?”
Fu così che sono partito per la Romania!
Ricordo ancora la data: 5 Febbraio 1995.

La prima città in cui sono stato fu Cluj-Napoca, nel nord della Romania, a 180 km dal confine ungherese.
Da qui inizia la seconda parte della mia storia, che perdura ancora oggi con grande soddisfazione, dopo 22 anni.

Italo Scire lavorare e fare business in RomaniaVeramente interessante il tuo percorso, ancora una volta complimenti.
Adesso cosa fai in Romania?
Parti dall’inizio se vuoi.

Ci proviamo!
Erano passati solo 4 anni dal 25 dicembre 1989, ossia dall’uccisione del dittatore Ciausescu e di sua moglie; in Romania regnava veramente il caos, sia politico che civile, come fu da noi in Italia nel dopo guerra.

In pratica, quello era terreno fertile per fare business: qualsiasi tipo di lavoro avessi intrapreso, sarebbe stato di certo un successo.
Studiai per circa un anno il Paese, la situazione, il popolo, le esigenze, la mentalità e, non per ultimo, la cultura.
Iniziai a imparare la lingua rumena, perché volevo entrare nel loro tessuto sociale (come se fossi uno di loro), cercando di capire come pensano e come agiscono.

Ho messo a fuoco alcune cose fondamentali: ad esempio sono persone che ostentano molto l’apparenza.
Partendo da questa caratteristica, decisi di fare un’indagine di mercato, cercando di capire se era possibile importare in

Romania abbigliamento nuovo firmato (che a quel tempo non esisteva nel Paese).
Contattai tutti i migliori marchi di abbigliamento del mondo e ne portai ben 50, fra i quali Levis, Gas, Replay, Gucci, Armani, Diesel, D&G, Prada, Moschino, Calvin Klein, Guess, Ralph Lauren, ecc ecc.
A Cluj-Napoca aprii il mio primo negozio di abbigliamento e, vedendo che avevo molti clienti, aprii il mio secondo negozio.

Quindi avevi finalmente ingranato?

Si, le cose andavano molto bene in effetti.
Ho successivamente aperto anche un deposito di abbigliamento, per la vendita all’ingrosso per coprire tutti i negozi della Romania.

In questa occasione mi hanno finanziato i miei parenti, e sono riuscito a comprare in un’asta due capannoni, per un’area complessiva di 5.900 mq (4.000 mq coperti).
Li feci ristrutturare per una spesa totale di 400 milioni di lire: a quei tempi per la Romania era una montagna di soldi; potevo comprare un intero quartiere!

Nell’anno a seguire ho aperto ancora altri tre negozi.
Avevo quindi un totale di ben 5 negozi nella città di Cluj-Napoca: i miei clienti erano la crema della città, tra dottori, avvocati, titolari d’azienda e moltissimi Italiani.

Fantastico!
Adesso, oltre alle tue aziende, di cos’altro ti occupi?

Molti italiani (molti non sapevano neanche dov’era geograficamente la Romania) hanno iniziato a chiedermi informazioni e aiuto per farli entrare nel Paese, per fare business.

Ho così iniziato in parallelo un’altra attività per aiutare gli Italiani, proponendo servizi in Romania per le start up, ricerche di mercato, apertura nuove imprese, gare di appalto in collaborazione con il Ministero per i lavori pubblici, organizzazione di fiere, mostre, ecc ecc.

Quali differenze hai riscontrato a livello lavorativo rispetto all’Italia?

Le differenze sono moltissime.
In Romania le tasse sono veramente molto inferiori rispetto l’Italia.

Per dare un’idea, in Italia, con il cumulo dei redditi delle mie cinque attività, pagavo il 90% in tasse e balzelli vari. In Romania pago solo il 16% anno sul netto del fatturato.
Inoltre qui l’IVA è solo al 20%.

Oggi come oggi, per chi desidera venire in Romania, ci sono aiuti con fondi strutturali, finanziamenti a fondo perduto, altri fondi specifici per le start up ed ancora altri cospiqui finanziamenti per chi si cimenta nell’agricoltura.
Considera che ci sono oltre 42 miliardi di euro stanziati dall’Unione Europea per la Romania, spalmati fino al 2020.

Italo Scire lavorare e fare business in RomaniaGrandi cifre, senz’altro… Ma oltre alle differenze fiscali, cos’altro hai notato di diverso della società rumena?

Non tutti gli Italiani sanno che nel 1942 i clandestini eravamo noi, e la Romania non ci voleva.
Il ministero dell’Interno cercò di fermare gli espatri a Bucarest, dove i nostri connazionali erano malvisti. Per la serie “quando i Rumeni eravamo noi…”

Le cose andavano più o meno come oggi, solo a ruoli invertiti: gli italiani andavano a Bucarest in cerca di fortuna, per lavorare come falegnami, nelle miniere o nelle fabbriche. Avevano un permesso di soggiorno in tasca, ma alla scadenza restavano oltre confine.
Clandestini appunto. Come erano molti Rumeni in Italia prima del loro ingresso nell’Unione Europea.

Ma, a parte questo discorso storico che volevo dire per correttezza e onestà di pensiero, mi è stato molto facile integrarmi.
Da sempre mi definisco cittadino del mondo, non mi sento più da tempo solo cittadino italiano.

L’Italia non mi ha dato nulla, e tutto ció che sono riuscito a fare è solo per merito delle mie forze.
In Romania, invece, sei incentivato dal Governo a essere produttivo!
Addirittura, per le nuove start up, se se hai meno di 35 anni, ti danno 10.000 euro a fondo perduto per agevolare la partenza della ditta.

Se poi apri una attività in zone “disagiate” ci sono ulteriori incentivi finanziari.
Pensa che, nell’anno 2015, la Romania ha avuto un PIL +5%, quando invece in Italia ci si è fermati allo +0,7%.
Sempre nello stesso anno, l’ufficio statistiche europeo – Eurostat, ha annunciato che la Romania ha avuto il più basso indice di disoccupati rispetto al resto d’Europa.

Da come descrivi la Romania sembra proprio un paradiso in terra. Ma ci sono delle ombre?

Beh, pensa solamente che in Romania ci sono moltissimi pensionati italiani, che io ho conosciuto, che vivono con 700 euro.
Hanno comprato una casetta o un appartamento in condominio e riescono anche ad andare al ristorante una volta a settimana, con la compagna rumena.

Loro stessi mi dicono che in Italia non sarebbero mai riusciti a vivere con una piccola pensione.
La spesa giornaliera per vivere costa meno rispetto l’Italia.
Certo che se vuoi strafare anche in Romania non basterebbero 2000 euro: tutto dipende dal tenore di vita che desidera mantenere.

Sul lato sanitario, invece, gli ospedali hanno standard inferiori rispetto l’Italia ma, se si hanno le possibilità, ci sono molte strutture private a pagamento, condotte prevalentemente da investitori stranieri, molto buone ed attrezzate.

Ti senti di consigliare qualcosa ad eventuali Italiani desiderosi di trasferirsi in Romania?

La lingua rumena è una lingua latina abbastanza facile da imparare, poi moltissimi Rumeni ormai parlano la lingua italiana.
Ma, a mio parere la Romania la consiglierei anche per le bellezze che ha: è ricca di cultura, ci sono moltissime zone veramente spettacolari da vedere.

Ne cito alcune: le saline a 600m sotto terra per tutte le persone che hanno problemi di respirazione, con asma o anche per le persone anziane e per i bambini; poi ci sono i monasteri, bellissimi da visitare. Inoltre in Romania ci sono moltissimi castelli da vedere.

La Transilvania, con la mentalità austroungarica, è una zona bellissima da visitare, così come il castello di Dracula; consiglierei questa regione per una gita culturale e per le imprese che desiderano installarsi in Romania.

Consideri l’Italia un ricordo o hai nostalgia?

L’Italia per me è solo il Paese dove sono nato, nulla di più.
Ci vengo per le vacanze perché ho una figlia nata qui dal primo matrimonio, e poi per incontrare le ditte che mi invitano, intenzionate a delocalizzazione in Romania.

Italo Scire lavorare e fare business in RomaniaChe tipo di lavoro/attività/investimento pensi sia conveniente praticare per un Italiano in Romania?

La Romania è un Paese in continua crescita.
Lo noto quotidianamente. Per le ditte edili è un paradiso con possibilità infinite, per le imprese in altri settori, come già detto, ci sono molti finanziamenti e aiuti statali, regionali e comunali.

Da qualche anno si sono affacciati anche negozi alimentari con prodotti tipici italiani.

Pizzerie e ristoranti italiani stanno facendo scintille (chi lavora bene, ovvio); conosco ristoranti che si fanno inviare settimanalmente via aereo prodotti tipici italiani.

A Bucarest ho un ufficio dove collaborano due avvocati e un team di sette persone, che parlano italiano, rumeno e inglese.
Ci occupiamo di agevolare l’entrata in Romania di ditte o di persone fisiche le quali desiderano iniziare un rapporto lavorativo in questo Paese, sia per le gare di appalto pubbliche sia in tutti gli altri settori industriali, commerciali, artigianali.

Siamo giunti al termine dell’intervista Italo, grazie per il tempo che ci hai concesso.
Un’ultima domanda: consiglieresti la Romania come meta per espatriare o più per una vacanza?

La Romania la consiglio sia come meta turistica sia per l’espatrio.
Sempre importante però, quando si va in un Paese straniero, non dimenticare mai il rispetto delle leggi, delle persone e degli usi e costumi locali.

Sito web: http://italiaromania.wix.com/vado-in-romania
Cellulare Italiano: 0039.3248799663
Skype: italiano.rumeno
e-mail: italia.romania@yahoo.com
Facebook: facebook.com/vivere.romania

Di Rocco Mela

“yourevolution”
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