Alessandro ha trovato lavoro ad Abu Dhabi direttamente da casa facendo colloqui via Skype, ora vive e lavora negli Emirati Arabi.
Era stufo di vivere in un piccolo paese che aveva poco da offrire dal punto di vista lavorativo, cosí si mette alla ricerca di un’occupazione all’estero e in poco tempo si presenta un’opportunità lavorativa negli Emirati Arabi.
Nonostante il suo inglese fosse basico riesce comunque a superare la selezione via Skype dalla propria cameretta di casa in Italia e parte da solo con un visto, un biglietto, un alloggio e un contratto firmato forniti da una delle catene di ristorazione made in Italy più rinomate all’estero.
Ciao Alessandro, puoi dirci dove vivevi e cosa facevi quando eri in Italia?
Ciao a tutti. Innanzitutto grazie per il tempo che mi state dedicando. In Italia ho cercato di tenermi il più occupato possibile, negli ultimi 2 anni prima della partenza ho lavorato nel negozio di mia madre ed in un ristorante steakhouse come cameriere. Durante l’ultimo anno però ero totalmente full-time al ristorante, per cui in negozio andavo sporadicamente ad aiutare mia madre quando ne aveva bisogno.
Qual’é il motivo principale che ti ha spinto a lasciare tutto per andare a vivere e lavorare ad Abu Dhabi?
Beh il motivo principale è sicuramente la voglia di aprire gli occhi, di vedere cosa c’è al di la dei confine del mio paesino.
Quale lingua ti hanno richiesto e che livello eri?
Per venire a lavorare qui, per la maggior parte delle occupazioni, l’inglese è la lingua richiesta. Alcuni ruoli richiedono anche l’arabo. Sembrerà strano ma qui tutti parlano inglese, qualsiasi negozio o ristorante tu vada si parla inglese. L’arabo è parlato solamente all’interno degli enti governativi o tra i locali, i quali però lo mischiano spesso e volentieri all’inglese. Il mio livello era scolastico, sì avevo ottenuto 2 certificazioni internazionali mentre ero a scuola, ma non avendolo mai parlato nella vita di tutti i giorni era comunque abbastanza basico.
Sei partito da solo o in compagnia?
Sono partito da solo. Voglio dire, ho fatto tutto da me, avevo sì qualche contatto qui ad Abu Dhabi di ragazzi che erano a scuola con me, ma nessun legame con loro. Al momento della partenza, in aeroporto, ho conosciuto un altro ragazzo più giovane di me, assunto anche lui nello stesso posto, pronto a partire con me e, una volta arrivati, a condividere anche la stanza con me.
Quanti soldi ti sono serviti per trasferirsi e cominciare una nuova esperienza lavorativa negli Emirati Arabi(se ce lo puoi dire)?
Fortunatamente non mi sono serviti molti soldi poiché il biglietto aereo, il visto e l’alloggio è fornito dall’azienda. Il primo mese non mi sono mosso molto, dovevo capire come funzionava e focalizzarmi sul nuovo lavoro, quindi oltre al cibo e qualche birra non ho avuto bisogno di altro.
C’é molta differenza per quanto riguarda gli stipendi?
Nel campo della ristorazione no, gli stipendi base sono pressoché gli stessi. Quello che ti salva sono le mance, le quali sono sufficienti da permetterti, durante la maggior parte dell’anno, di non toccare lo stipendio e quindi di mettere via qualcosa.
Qual’é la differenza principale tra lavorare all’estero e lavorare in Italia?
Beh in Italia si ha tutto: amici, famiglia, casa, si conosce tutto, si è sicuri di se stessi proprio per questi motivi. All’estero invece, secondo me e la mia esperienza, si riparte da zero, in una città magari mai vista prima, imparando anche a conoscere la persona che è in te, affrontando nuove sfide senza magari quegli ‘appoggi’ che abbiamo quando siamo a casa. La differenza quindi, secondo me, sta nel fatto di arrangiarsi, in tutto.
Com’é stato trovare nuovi amici in un posto per te nuovo?
I primi amici che ho trovato sono stati i colleghi, lavorandoci e vivendoci insieme ho legato con loro, chi più e chi meno. Per me non è molto facile trovare amici al di fuori del lavoro, essendo io stesso un tipo abbastanza introverso e riservato, ma vedo che comunque girando per i locali e i bar, la gente che si trova per la maggior parte è socievole ed amichevole, sempre disponibile a fare due chiacchiere.
Cos’é cambiato da quando sei partito la prima volta?
In me, molto. Mi sento molto più sicuro, sono consapevole delle mia abilità lavorative e non. So dare la giusta importanza alle cose, ho capito cosa conta veramente nella vita. Per il resto invece, poco o nulla è cambiato. Nel senso che, gli amici, se tali sono, ci saranno sempre, come la famiglia, la quale mi supporta sempre. Quando faccio visita a casa, capisco le cose inutili che facevo o alla quale davo importanza prima, concentrandomi sul godermi le cose che veramente contano per me, facendo ciò che voglio fare, senza essere influenzato come magari lo ero prima.
Da 1 a 10 come valuti vivere e lavorare in Italia?
8. Do questo voto perché comunque l’Italia è splendida, io la amo. Quando lavoravo li me sentivo appunto sicuro, avevo tutto sotto controllo, come lo si ha quando nasci, cresci e lavori nello stesso posto. In Italia c’è tutto: paesi stupendi, mare, montagna, ottimo cibo. Nonostante questo, avendo lo stesso stipendio che percepisco ora, in Italia non mi sentivo soddisfatto, a fine mese, quando il bonifico arrivava, mi accorgevo che di quel passo sarei rimasto sempre li, ad aspettare lo stipendio ogni volta perché a fatica riuscivo ad arrivare a fine mese. Automobile da pagare e mantenere, tasse, casa, tutto questo mi opprimeva e, nonostante avessi tutto, sentivo che mi mancava qualcosa.
Da 1a 10 come valuti vivere e lavorare ad Abu Dhabi?
7. Do un voto inferiore perché se avessi questa situazione lavorativa in Italia, chi si muoverebbe più?? Il lavoro è fantastico, a fine mese comunque vedo i risultati e riesco a mettere via qualcosa per il mio futuro. Il paese nonostante sia tranquillo, calmo, sicuro e funzionale (sì perché qui tutto funziona come deve), non mi da quella spinta e quella voglia di vivere che ti può dare una grande città come Londra o Berlino. Qui la distanza tra un luogo ed un altro è considerevole, non ti puoi spostare se non in taxi, i prezzi sono eccessivamente alti, come lo sono spesso le temperature. Il risultato di tutto ciò è che, molto spesso, si perde la voglia di uscire.
Al momento qual’é la tua paura più grande?
La mia paura più grande, al momento, è il non trovare una stabilità futura e ciò che mi piace veramente. Sto vivendo la mia avventura non pensando a ciò che potrei fare, perché sicuramente non starò qua tutta la vita, e il fatto che sia tutto ancora confuso e non certo mi spaventa. Allo stesso tempo, però, mi incuriosisce, non vedo l’ora di cominciare una nuova avventura.
Dove ti vedi tra 5 anni?
Non saprei localizzarmi, ma sicuramente mi vedo felice.
Torneresti indietro lo rifaresti?
Sì, mille altre volte. Le opportunità e gli sbocchi che si possono avere viaggiando sono infiniti, come lo sono le persone che potresti conoscere. Ho trovato una compagna di vita fantastica, non l’avrei conosciuta se non fossi venuto qua.
Se tu fossi un supereroe quale saresti?
Batman, semplicemente perché è il mio preferito.
Un piatto Italiano che ti manca?
Lavorando in uno dei più rinomati ristoranti italiani all’estero, non c’è un piatto che mi manca principalmente. Ciò che mi manca però, sono le grigliate con la famiglia o gli amici, le succulente costine di maiale accompagnate da ettolitri di birra. Si perché qua, essendo un paese Islamico, la carne di maiale non si trova se non congelata e, vivendo in appartamento non mi è possibile fare una grigliata.
Il piatto più buono che hai trovato negli Emirati Arabi?
Non saprei. Non ho un piatto preferito o più buono, c’è una scelta culinaria vastissima qua. Forse la cucina libanese e giapponese sono quelle che preferisco qui.
Un consiglio per chi vuole diventare un viaggio lavoratore in massimo 5 parole.
Non aver paura.
Con la speranza che Alessandro possa essere di esempio per chi vuole mollare tutto e cambiare vita.
Di Miky Rubini – Autore, viaggiatore seriale