ANDREA POMPELE, GUIDA SAFARI, E’ IN PARTENZA PER LA NAMIBIA
Andrea, biologo, dopo avere lavorato nel settore farmaceutico e dopo essere rimasto disoccupato, ha deciso di dedicarsi a qualcosa che fosse maggiormente affine alle sue passioni, così è diventato Guida Safari e ora è in partenza per la Namibia.
“…sono guida di safari, vado a prendere le persone in aeroporto e le porto a fare i safari, appunto. In particolare sono una Overland Guide, perciò posso attraversare i paesi dell’Africa australe con un veicolo 4X4 per andare da un parco nazionale ad una riserva privata, guidando su strade sterrate in modo da esplorare il paese che ci ospita. Spiegando, ma senza annoiare per carità, geologia del territorio, astronomia, botanica, zoologia e popolazioni che abitano le terre che visitiamo. È un approccio multidisciplinare, si vede e conosce un po’ tutto. Esperienza molto intensa…”
Ciao Andrea, raccontaci un po’ di te… di dove sei e cosa facevi quando eri in Italia?
Ciao, sono di Aosta (Valle d’Aosta), ma ho vissuto per 12 anni in Emilia Romagna, a Parma, dove ho studiato all’Università.
Quando ero in Italia lavoravo nel settore farmaceutico per diverse multinazionali, mi occupavo di vendite e dirigevo un piccolo team di persone. Un lavoro decisamente stressante.
Quando e perché è arrivata la voglia o la necessità di lasciare l’Italia?
È venuta circa un anno fa, mi trovavo nella spiacevole condizione di essere rimasto disoccupato, ho cercato lavoro sempre nello stesso settore ed anche in altri ma… niente sembra che tu sia destinato a fare sempre la stessa cosa nella vita, sempre che tu sia così fortunato da poter lavorare!
Perciò dopo alcuni tentativi a vuoto ed altri, anche riusciti a dirla tutta, è maturata in me la necessità di fare qualcosa che mi piacesse e mi desse soddisfazione in un contesto nel quale ci siano reali possibilità e non illusioni o astrazioni di carriera che non arrivano mai, indipendentemente da quanto tu sia bravo.
Perché hai scelto proprio l’Africa e in quale località di trasferirai?
L’Africa perché è nel mio interesse da sempre, io sono un biologo specializzato in comportamento animale (etologia) ed ecologia e ho sempre sognato di poter stare in mezzo ai leoni, gli elefanti e tutti gli altri animali africani, fin da quando ero bambino.
È il mio ambiente, io lì ci sto bene, sono felice e non mi importa del resto.
Poi almeno metto a frutto gli studi che ho compiuto, dopo tutti i sacrifici che ho fatto per portarli a termine, mi sembra il minimo, almeno nei miei confronti.
Non posso prendermi in giro per troppo tempo. Sarò in Southern Africa, Namibia
Avevi già vissuto all’estero per lunghi periodi prima?
No non avevo mai vissuto all’estero, pensa che non avevo neanche fatto l’Erasmus, che sfigato!
Potessi tornare indietro lo farei subito e partirei immediatamente.
Partirai da solo o con la partner o amici?
Da solo.
In che cosa consisterà esattamente la tua attività?
Io sono guida safari, vado a prendere le persone in aeroporto e le porto a fare i safari, appunto.
In particolare sono una Overland Guide, perciò posso attraversare i paesi dell’Africa australe con un veicolo 4X4 per andare da un parco nazionale ad una riserva privata, guidando su strade sterrate in modo da esplorare il paese che ci ospita.
Spiegando, ma senza annoiare per carità, geologia del territorio, astronomia, botanica, zoologia e popolazioni che abitano le terre che visitiamo.
È un approccio multidisciplinare, si vede e conosce un po’ tutto. Esperienza molto intensa.
Quali differenze sostanziali hai avuto modo di riscontrare a livello lavorativo come Guida Safari in Africa, rispetto all’Italia?
Beh lavorare in un paese africano non è facile, ci vuole un visto di lavoro che non è facile ottenere, bisogna che la società per cui tu lavori ti sponsorizzi e si occupi di avviare le pratiche perché tu possa risultare regolare, anche perché se ti beccano a lavorare senza il work permit ti sbattono fuori dal paese e non puoi più rientrare.
Le regole sull’immigrazione sono piuttosto ferree, almeno in Southern Africa.
L’atmosfera che si respira però è completamente diversa, è la terra delle opportunità, sembra di stare in una frontiera, c’è fermento e voglia, se hai un titolo di studio trovi facilmente un buon posto di lavoro anche di un certo livello.
È pieno di business men nella capitale.
Cos’altro hai notato della società namibiana?
L’economia è in espansione, una cosa molto interessante dal mio punto di vista è che c’è una grande attenzione alla conservazione del territorio e dell’ambiente.
In Namibia ad esempio una delle leggi più importanti è sulla protezione degli ecosistemi, il 43% del territorio è area soggetta a conservazione (Parco Nazionale, riserva privata o conservancy area) dove la popolazione partecipa attivamente a proteggere l’ambiente.
Hanno capito che frutta più soldi e benefits a tutti se animali, piante e paesaggi rimangono come sono, è una questione di business e il turismo ecosostenibile non solo aiuta la conservazione, ma è la terza voce economica del paese…
Le professioni legate alla natura, ad esempio fare la guida, sono tenute in grande considerazione.
Per quanto riguarda l’Ebola non c’è nessun allarmismo particolare, almeno non come in Europa.
Diciamo pure che qui in Europa e nel mondo occidentale in genere c’è una male informazione che suscita psicosi di massa assolutamente ingiustificate, vedo e sento storie assurde, discriminazioni razziali, paura e terrorismo mediatico.
L’ignoranza porta a tutto questo, ed è un peccato perché questo apre le porte a chi invece vuole approfittare della situazione per speculare sul continente “comprandosi” terre e persone con la falsa maschera del risollevare paesi in via di sviluppo che hanno già tanti problemi da gestire.
Oltretutto dovremmo cominciare a capire che non si può fare di tutta l’erba un fascio.
Un conto è l’Africa Occidentale, dove i focolai sono esplosi e dove la sovrapopolazione e le condizioni socioeconomiche sono disastrose e un conto è l’Africa dell’Est o del Sud, dove le condizioni delle popolazioni sono migliori e dove non ci sono mai stati focolai.
Quei paesi sono sicuri e visitabili ed è assurdo accomunarli agli altri solo perché non sappiamo dove si trovino sulla cartina geografica, magari se aprissimo un atlante ogni tanto, non sarebbe una cattiva idea.
Sicuramente l’Ebola è una minaccia che va gestita a livello mondiale e non va assolutamente sottovalutata, ma appunto va saputa gestire, arginare e controllare e l’esempio di alcuni paesi che avevano avuto casi di Ebola ma che ora sono “Ebola free” sono d’esempio, come il Senegal e la Nigeria, hanno curato i malati e contenuto il contagio, ora possono dichiararsi sicuri.
Ci siamo dimenticati che qualche anno fa l’Aviaria aveva seminato il panico?
Per quanto riguarda la sicurezza la Namibia è un posto molto “safe”.
Non ci sono atti di terrorismo e i reati sono sempre solo di piccola entità, non si rischia nemmeno di essere rapinati per strada, ovviamente bisogna comportarsi con intelligenza e non esporsi a rischi inutili ma questo in tutto il mondo, anche in qualsiasi città italiana.
La cultura è molto importante e tenuta in grande considerazione.
Se hai voglia di studiare vai avanti senza problemi e dove non ci sono le strutture che ti permettono di fare quello che desideri, puoi andare a studiare in Sud Africa, dove le università sono a pari livello di quelle americane.
La scuola è gratuita e pubblica e tutti ne hanno accesso.
L’85% della popolazione adulta è alfabetizzata, di più che in Italia, e chiunque dal bambino di 4 anni all’anziano di 80 anni parla almeno 3 lingue correntemente: Inglese, la lingua ufficiale, Afrikaans, retaggio del periodo in cui la Namibia era parte del Sud Africa e Tedesco derivato dalla prima colonizzazione europea ad opera della Germania.
Oltre naturalmente alla lingua dell’etnia di cui fa parte, e sono perfettamente in grado in una conversazione di cambiare a proprio piacimento lingua senza sbagliarsi.
Un bel vantaggio per la comunicazione e conseguentemente per l’integrazione.
Come pensi avverrà la tua integrazione in una realtà locale sostanzialmente differente da quella italiana?
Penso che sarà serena, la popolazione è molto gentile e differentemente dall’Italia, soprattutto negli ultimi tempi, ahimè, la gente ti ascolta, ti aiuta dove può, si ricorda di te e del tuo nome anche dopo un mese di distanza e 5 minuti passati a chiacchierare.
È incredibile per un europeo all’inizio, ti lascia un po’ spaesato, sono tutti molto friendly, ed è bello!
Vivere in Namibia, sotto quali aspetti reputi sia meglio che in Italia? E sotto quali aspetti è peggio?
Sicuramente la gente è meno stressata e vive meglio, è un paese dove vivono solo 2,5 milioni di abitanti per un territorio sconfinato, ma la natura è sovrana e ci sono grandi spazi “contemplativi” diciamo, ti senti libero.
Non c’è moltissimo da fare in città, gli intrattenimenti sono molto scarsi e il tipo di questi non è neanche lontanamente comparabile con quelli che abbiamo in una qualsiasi città di provincia italiana, si rischia di annoiarsi un po’. Ma correrò il rischio.
Cosa consiglieresti ad altri italiani che desiderassero seguire le tue orme e diventare guida safari?
Di studiare, contattare gli organismi che possono fornire informazioni per la formazione, sia in Italia che all’estero (in Italia la AIEA Associazione Italiana Esperti Africa) e di andare.
Il modo migliore per fare una cosa è metterlo in pratica, con dedizione e costanza, ma con energia e voglia di fare e le cose vengono da sé.
Che profilo di persone sono adatte a diventare guida safari??
Uh che domanda difficile… dovresti chiederlo a chi mi ha formato, io non sono molto bravo nel giudicare le attitudini. Comunque ci proverò: appassionato di natura in generale, di Africa ovviamente, determinato, perché lo studio è duro e il percorso è lungo, e pronto a cambiare.
Poi ci sono una serie di abilità ed attitudini che bisognerebbe possedere, come saperci fare con la gente, riuscire a spiegare le cose in modo semplice senza complicare troppo, risolvere gli eventuali problemi senza farsi prendere dal panico, essere disponibili con tutti etc… ah e avere tanta pazienza!
Non è facile come lavoro, e non è per tutti, ma è bellissimo e regala molte soddisfazioni!
Tornerai in Italia o il tuo trasferimento in Namibia sarà definitivo?
Tornerò in Italia ogni tanto, per ora. Poi vedremo, chi lo sa?
Come possono contattarti i nostri lettori?
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Di Massimo Dallaglio