Boyan Slat Ocean Cleanup sogno ecologista diventato realtà

Boyan Slat e la “Ocean Cleanup”: il sogno ecologista diventato realtà

Boyan Slat, 22 anni, olandese, studente di ingegneria aerospaziale e fondatore di “The Ocean Cleanup”, l’azienda (che prende il nome dal suo progetto) creata nel 2012 per installare negli oceani delle immense barriere in grado di filtrare la sporcizia e raccoglierla all’interno di grandi contenitori per creare energia rinnovabile per il pianeta.

Aveva solo 17 anni anni nel 2012 quando lanciò la sua idea, rivoluzionaria tanto quanto geniale, di pulizia degli oceani, lasciando a bocca aperta il mondo intero. Da allora il ragazzo ha fatto passi da gigante, perseguendo i suoi obiettivi e i suoi sogni, diventando CEO di “The Ocean Cleanup” e diventando così uno dei 20 più promettenti giovani imprenditori in tutto il mondo.

La forza di volontà non gli è mai mancata, ma ancora di più l’impegno e la tenacia lo hanno contraddistinto, spingendolo a portare avanti ciò in cui credeva… a quanto pare, le idee rivoluzionarie non vengono solo dagli scienziati! Ma facciamo un passo indietro e vediamo com’è nato il progetto:

“Tutto nacque nel 2011, quando all’età di sedici anni mi trovavo in Grecia e durante alcune immersioni subacquee sono rimasto sconcertato dal fatto che in acqua ci fosse più plastica che pesci. Una cosa raccapricciante, tanto da spingermi a voler fare qualcosa di concreto, per rivoluzionare il metodo e il modo (ormai poco efficiente) di pulizia degli oceani”

Boyan Slat Ocean Cleanup sogno ecologista diventato realtàBoyan Slat: come è nato il progetto?

“Dopo quel viaggio in Grecia sono rimasto piuttosto sconvolto. Gli oceani sono colmi di oggetti di plastica buttati dagli esseri umani che non hanno rispetto della natura e dell’ambiente. Solo nel Pacifico, c’è una zona chiamata “Great Pacific Garbage Patch” che altro non è che un’enorme isola di immondizia, in cui c’è una concentrazione di rifiuti tossici (si parla di parla di 150 milioni di tonnellate di rifiuti) superiore alla quantità di plancton. Il consiglio degli esperti? Ridurre al minimo il consumo di plastica per non inquinare maggiormente; ma con le parole siamo bravi tutti, ci vogliono i fatti. Era necessario fare qualcosa di concreto per risolvere o migliorare la situazione. Ho immaginato così, un nuovo sistema che, sfruttando le correnti dell’oceano, avrebbe concentrato la plastica in un unico grande luogo, riducendo il tempo di pulizia degli oceani”.

L’occasione giusta per presentare il suo progetto al grande pubblico non tardò ad arrivare: Boyan Slat presentò la sua idea in una conferenza al TEDx di Delft, dove suscitò subito un grande interesse tanto che, circa cento volontari tra scienziati e ingegneri molto entusiasti del progetto hanno permesso a Slat, tramite un crowdfunding, di ricevere importanti somme di denaro, così da far partire nel 2013 il progetto che prese il nome di “Ocean Cleanup” per salvaguardare l’habitat marino.

Boyan Slat Ocean Cleanup sogno ecologista diventato realtà

E’ stato stimato che senza questo piano d’azione, gli umani, usando solo le correnti naturali,  impiegherebbero circa settantanovemila anni a ripulire le acque dalla plastica: un tempo davvero infinito.

Boyan Slat Ocean Cleanup sogno ecologista diventato realtàBoyan Slat e la “Ocean Cleanup”

L’operazione convenzionale per ripulire le acque richiedevano tempo e spreco di risorse oltre che dispendio di capitali: Slat si è posto così in maniera diversa, domandandosi “Perché dovremmo essere noi a muoverci tra i mari, quando sono loro a muoversi verso di noi?” Il suo ragionamento di fatto, affrontava il problema il maniera opposta: il progetto prevedeva delle barriere fluttuanti che catturano passivamente i rifiuti mentre l’acqua ci passa attraverso.

“L’idea era forte e concreta ma dovevo capire se tutto questo poteva funzionare, perciò ho lanciato un’enorme spedizione per testare la quantità effettiva di plastica presente negli oceani, constatando con stupore che c’era molta più plastica di quanta si potesse immaginare, circa dieci tonnellate in più.

Con il ricavato ottenuto dal crowdfunding per il progetto “The Ocean Cleanup”, siamo riusciti a costruire il primo prototipo di barriera sottomarina con l’obiettivo di testare la mia invenzione: un sistema galleggiante lungo circa 100 metri in grado di convogliare tutti i rifiuti sfruttando le correnti del mare, senza danneggiare l’ecosistema. Una sorta di “spazzino dei mari” con un costo trentatre volte inferiore rispetto ai tradizionali meccanismi di pulizia: l’obiettivo del progetto, inaugurato nel 2016 nelle acque vicino al Giappone, era quello quello di ripescare almeno metà della plastica che si trovava nel Great Pacific Garbage Patch”.

Boyan Slat Ocean Cleanup sogno ecologista diventato realtà

Un progetto ambizioso e costoso certo, ma se Boyan Slat non avesse avuto questa idea geniale, entro il 2050 gli oceani conterebbero più plastica che pesci.

Una vera e propria apocalisse ambientalista che Boyan vuole assolutamente evitare, e con lui gli imprenditori che lo stanno aiutando a realizzare il suo sogno ecologista.

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Di Alessandra Franchella

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