DEBORAH PORTOLAN IN THAILANDIA PER PRENDERE PARTE A UN PROGETTO UMANITARIO
Deborah Portolan, giovane studentessa di Udine che sogna un master in diritto umanitario ha deciso di trascorrere un mese nella provincia di Singburi, a 140 km da Bangkok per aiutare le popolazioni in difficoltà. Questa la sua intervista.
Ciao Deborah, raccontaci qualcosa di te e dei tuoi interessi.
Ho 21 anni e sono una studentessa del terzo anno di Relazioni Pubbliche presso l’Università di Udine. Nel weekend lavoro come barista, ma appena ho un momento libero mi piace prendere la macchina o il treno e andare in qualche posto sconosciuto. La fotografia, oltre ai viaggi, è l’altra mia grande passione: adoro scoprire il mondo e fissare i momenti più intensi con uno scatto.
Come mai la scelta del volontariato in Thailandia?
Nel mio futuro vorrei fare un master in diritto umanitario per migliorare le condizioni delle realtà povere presenti in tutto il mondo. Mi sono già avvicinata al mondo del volontariato in Italia, facendo esperienza da qualche anno con i disabili e non c’è niente che mi renda più felice. Dopo un anno di attività qua ho capito che era il momento di allargare i confini. È per questo che ho deciso di prendere parte a un progetto umanitario all’estero, in questo caso in Thailandia.
Come sei riuscita a entrare in contatto con il progetto umanitario?
Una volta presa la decisione di partire, mi sono informata un po’ e ho visto che la WEP, organizzazione che promuove viaggi studio e vacanza all’estero, propone anche i Viaggi Solidali, progetti di volontariato (non solo umanitario ma anche ecologico) appoggiandosi ad associazioni o Onlus che lavorano in tutte le parti del mondo. Così sono partita per vivere un mese nella provincia di Singburi, nella zona centrale della Thailandia. Il soggiorno prevedeva, dopo l’introduction week, due settimane di attività all’interno dell’orphanage project. L’ultima settimana, invece, era dedicata a un viaggio nel nord della Thailandia con diverse tappe.
Che tipo di attività hai svolto durante la tua permanenza?
Il progetto in orfanotrofio prevede diversi compiti, dal lavaggio delle lenzuola, alla costruzione di piccole strade. È un tipo di volontariato faticoso, sotto il sole, ma è impagabile il sorriso dei bimbi che ti aiutano a portare i secchi di terra da un posto all’altro! Sono molto soddisfatta dell’esperienza che ho fatto perché, contribuendo a migliorare la loro quotidianità, nel mio piccolo sento di essere stata utile. Molto lo devo anche alle persone che ci hanno seguito, è grazie alla loro esperienza e coordinazione che il nostro contributo può essere davvero efficace.
Senti di aver imparato qualcosa da questa esperienza all’estero?
Sicuramente mi ha confermato ulteriormente quello di cui mi voglio occupare in un futuro spero non troppo lontano. La cosa che mi è rimasta di più nel cuore è il sorriso dei ragazzi che ho incontrato. Nonostante l’età e le difficoltà che affrontano fin da piccoli, i loro sguardi sono puri. Si divertono con nulla e, guardandoli giocare, scopri come godere dei momenti della vita, vivendo a pieno ogni attimo e accontentandosi delle piccole gioie. Quello thailandese è un popolo davvero incredibile.
Chi volesse organizzare esperienze come quella di Deborah questo è il sito di riferimento:
https://www.wep-italia.org/partire-per-un-viaggio-solidale
Di Massimo Dallaglio