Ma torniamo agli Stati Uniti… sei partita da sola o con il partner o amici?
La prima volta sono partita con Larry con visto turistico. Sono rimasta 3 mesi. Mi sono iscritta ad una scuola di inglese a South Beach per migliorare la lingua.
Ero contenta di tutto! Ero a Miami! Spiagge, palme, luci, vita… nuove amicizie: un sogno!
Purtroppo Larry non era felice quanto me. Da ben 14 anni aveva 7 ristoranti all’interno delle basi militari americane e proprio in quel periodo aveva perso il contratto.
Uno shock tragico per lui e in parte anche per me che non capivo più’ cosa potevo fare, quale sarebbe stato il mio futuro, il mio lavoro etc.
Ho avuto modo di conoscere sempre più’ Larry, di capire quanto rispetto le persone gli portavano, quanti contatti importanti avesse.
E’ un uomo di grande cultura, pensa che e’ stato invitato 3 volte a pranzo alla Casa Bianca!
Larry voleva abbandonare tutto ma io non volevo.
Mi sono fatta forte, e seppur completamente impreparata, ho cercato di unire la mia giovane energia e voglia di fare alla sua esperienza e credibilità formando un binomio irresistibile.
In questo periodo mi sentivo MUSA ISPIRATRICE e vedevo Larry come un MENTORE.
Come ti sei organizzata riguardo al problema del visto per gli Stati Uniti?
Ho un visto H1, un visto professionale a numero limitato.
Sono stati convertiti gli esami sostenuti in Italia all’Università del Maryland ottenendo un Bachelor degree in Marketing.
L’esperienza lavorativa più’ l’università’ italiana hanno superato tutti i requisiti necessari richiesti.
In che cosa consiste la tua attività adesso?
Sono Co-Owner di due aziende.
Entrambe si occupano di vendere prodotti italiani all’interno delle basi militari americane in Europa e negli Stati Uniti. Sono due contratti diversi, con due distinti sistemi di organizzazione.
Rappresentiamo soltanto prodotti in cui crediamo, sani, healthy e in gran parte biologici.
Ippocrate ha sempre detto che ” Noi siamo quello che mangiamo” e io lavoro seguendo questa filosofia.
Da poco ho iniziato a rappresentare nel mercato civile un grande mulino italiano che produce farine per pizza.
La scorsa settimana ero in Texas, a Houston allo Southwest Food Service Expo a promuovere questo prodotto.
Lo scorso Marzo invece ero a Las Vegas al The Pizza Expo Show e prima ancora al The Fancy Food Show a San Francisco.
Viaggio tantissimo, prendo l’aereo come prendere un bus, una corriera o un taxi.
Ma niente e’ facile… tanta, tanta costanza, tenacia e determinazione.
A tal proposito voglio condividere con voi una frase latina di Ovidio : ” Est Deus in Nobis illo agitante Calescimus”.
Mi immedesimo in questa frase, in quanto ho un fuoco dentro che arde, arde forte che mi permette di non arrendermi di fronte all’ostacolo ma di superarlo con più’ forza.
Lavoro moltissimo e dedico moltissime ore al progetto in cui credo.
Voglio diventare una grande azienda di rappresentanza per aziende italiane e diffondere i loro prodotti in tutti gli Stati Uniti.
Sto facendo esperienza, ogni giorno imparo cose nuove.
Da poco ho iniziato ad aiutare aziende italiane ad ottenere la FDA registration, requisito fondamentale per esportare un prodotto italiano in USA.
Importare containers con tutta la burocrazia necessaria.
Larry ha creduto nelle mie capacita’ e mi ha dato una grande possibilità.
Nemmeno io pensavo di riuscire a fare cose che sto facendo e nemmeno Larry! Una sorpresa per entrambe!
Quali differenze sostanziali hai avuto modo di riscontrare a livello lavorativo rispetto all’Italia?
Il business negli States e’ veloce, immediato, quasi “at the speed of though” come Bill Gates lo ha definito nel suo libro.
A parer mio un’azienda americana e’ molto più’ organizzata e strutturata rispetto ad una azienda italiana.
Ognuno ha la sua specifica mansione, il suo specifico ruolo, qui chiamato “job description” e spesso non ha nessuna idea di cosa il collega nell’ufficio accanto si occupi.
Pochi hanno una visione complessiva.
Un esempio molto semplice lo si può’ vedere in un ristorante dove si ha il cameriere che prende gli ordini, il cameriere che sbarazza i piatti e quello che versa l’acqua.
L’uno non può’ fare il compito dell’altro altrimenti viene rimproverato.
L’America e’ meccanica ed e’ più’ difficile trovare il buon senso soprattutto nei bassi, medi livelli dove tutto e’ computerizzato e le eccezioni non sono contemplate.
Quindi l’uomo, il dipendente dipende da un server, da un programma elettronico.
In America esiste la meritocrazia: il più’ veloce, il più’ sveglio, il più’ intraprendente può’ viaggiare verso il successo senza limiti.
Raccontaci come vedi i vari aspetti e i “luoghi comuni” della società americana.
Se una persona, un’azienda ha un’idea giusta, vincente e riesce ad implementarla può’ arrivare ad un successo senza limiti ad una velocità’ strabiliante ma, alla stessa velocità’ può’ ritornare a terra. Infatti il 95% delle corportations falliscono entro i primi 5 anni.
E’ comune quindi il fluttuare dello stato economico. Da ricco a homeless: e’ davvero possibile.
E’ luogo comune definire gli americani come patria di obesi e mangiatori di “junk food”.
Per il mio lavoro, sono diventata fanatica ed appassionata di prodotti alimentari e di supermercati.
E’ stata una grande rilevazione anche per me, capire che una grande fetta di mercato sta iniziando a mangiare in modo consapevole.
Whole Foods Market, una catena di circa 360 supermercati, fondata da John Mackey e’ diventata una vetrina culinaria di prodotto super sani, originali ed in prevalenza biologici con un fatturato annuale di oltre 11 miliardi di dollari.
Ho assistito ad una sua conferenza a San Francisco in occasione del Fancy Food Show dove ha rivelato che i prodotti biologici aumentano il loro fatturato di circa il 15 % all’anno.
Consiglio a tutti di leggere il suo libro ” Conscious Capitalism” dove viene illustrata tutta la sua straordinaria filosofia.
Su questo aspetto l’America e’ molto più’ avanzata rispetto all’Italia.
Gli Americani sono molto più’ patriottici rispetto agli Italiani.
Sono meno individualisti e più di squadra.
Avanzati tecnologicamente e grandi ” spendaccioni”.
Non pensano ad acquistare ma ad affittare.
Noi italiani cerchiamo di acquistare la nostra macchina, la nostra casa etc, qui la maggior parte spendono i soldi per affittare case, macchine etc.
Come è avvenuta la tua integrazione in una realtà locale sostanzialmente differente da quella italiana?
Mi sono ambienta molto bene, le persone sono molto aperte e cordiali.
Tutti adorano il mio inglese con il mio accento italiano e questo anche se all’inizio non lo credevo e’ un punto a mio favore!
L’unica difficoltà’: la guida nella macchina!
Sono nata in un piccolo paesino del Trentino, Pietramurata, dove su l’Auto Brennero ci sono appena due corsie e qui me ne ritrovo ben 5 dove mi possono superare sia da destra che da sinistra!
Ho ottenuto comunque la patente della Florida e piano piano sto diventando sempre piu’ sicura 😀
Vivere negli USA, sotto quali aspetti è meglio che in Italia? E sotto quali aspetti è peggio?
L’Italia e’ straordinaria per i sui ristoranti, per la sua ospitalità, per le tradizioni culinarie e le piccole sagre di paese.
La zona dove abito, Garda Trentino, e’ meravigliosa per il paesaggio che si può’ ammirare: il lago e le montagne e per le infinite attività outdoors che si possono svolgere.
Un posto simile credo sia impossibile trovarlo!
Il surf, il sub, il kite, bike, climb, ski, snowboard, ciaspole, trekking, nordic walking e tanto altro!
Voglio solo parlare degli aspetti positivi dell’Italia perché di quelli negativi sono ormai in troppe a parlarne!
Consideri l’Italia un ricordo, hai nostalgia, cosa ti manca quando sei via?
Viaggio molto e torno spesso anche in Italia.
Ci sono basi militari americane in Europa. Quindi spesso viaggio tra Germania ed Italia.
Ormai grazie ai social network non mi sento mai lontana ma sento l’ Italia sempre vicina.
Cosa consiglieresti ad altri italiani che desiderassero seguire le tue orme per lavorare a Tampa?
Non credo di aver consigli da dare almeno che non mi venga posta una domanda specifica.
Dico solo di provare a seguire i proprio sogni, i propri desideri.
La vita e’ una sola e noi tutti siamo appesi ad un filo. Riuscire a fare quello che si desidera credo non abbia prezzo perché non pesa, perché non sei mai stanco ma lavori con piacere.
E’ importane riuscire a capire la propria via, per cosa siamo nati a fare. Se lo riusciamo a scoprire diventeremo dei campioni, prima per noi stessi.
…e ricordate… non e’ mai troppo tardi!
Che tipo di lavoro/attività/investimento pensi sia conveniente praticare per un italiano a Tampa?
In questa zona c’e’ più’ di una possibilita’.
Proprio vicino al palazzo dove abito c’e’ una via con degli edifici storici in affitto e/o vendita.
Sarebbe bellissimo creare una Little Italy, una via del gusto e dell’artigianato italiano. Sarebbe una chicca unica.
Pensi che ci siano molti italiani che vivono a Tampa?
Sicuramente ce ne sono. Di Italiani e’ pieno il mondo! Per il momento nella zona dove vivo non ne ho ancora conosciuti.
Consiglieresti Tampa come meta per espatriare o più per una vacanza?
Tampa con le sue spiagge bianche vicine di St Petersburg e Clearwater possono esser benissimo una meta per espatriare.
Chiaramente tutto dipende dagli obiettivi e dalla personalità della persona stessa.
Consiglio una prima vacanza per perlustrate la zona!
Per vendere i tuoi prodotti negli Stati Uniti o per maggior informazioni scrivi a: Italy.Usa.Connections@gmail.com
Di Massimo Dallaglio