Essere insegnante e trasferirsi in Messico: Denis ci parla del suo percorso

Denis lasciò l’Italia nel 2012.
Essere insegnante e trasferirsi in Messico, ecco la sua storia…

Ciao Denis, dicci qualcosa di te…

Sono dell’85, amo il cinema, la storia, leggere, viaggiare;

sono una persona timida (ma molto nervosa!) e affidabile.

Sono sposato e ho tre cani.

Dove abitavi prima di partire per il Messico?

Prima vivevo a Breganze, un paesino in provincia di Vicenza, coi miei genitori e i miei due fratelli. Era una vita tranquilla perché eravamo in aperta campagna; il pacchetto completo: galline e ruscello annesso.

Essere insegnante e trasferirsi in Messico: Denis ci parla del suo percorso

Con chi sei partito?

Sono partito da solo. Era la prima volta che abbandonavo l’Europa.

Era il lontano gennaio del 2012, a volte quando ci ripenso credo di aver avuto muchos huevos (coraggio… detto volgarmente)!

Sei laureato? In che settore lavoravi in Italia?

Mi sono laureato in Storia ed anche in Scienze delle Religioni.

Tutte le estati, da quando avevo 14 anni, lavoravo in fabbrica come operaio o magazziniere, per risparmiare qualcosa. Nel 2011 ho partecipato al Censimento nazionale in provincia di Vicenza.

Le mie esperienze di lavoro sono state sempre nel settore della manifattura.

Di cosa ti occupi ora?

Sono un insegnante, di lingue e di storia.

Insegno sia in una scuola che in un’impresa (Fiat Chrysler). Le lezioni sono di italiano, francese e spagnolo per stranieri (qua in Messico lo parlano “abbastanza bene”!).

Insegno anche a privati: ho due gruppi di storia, uno in italiano e uno in spagnolo.
Amo il mio lavoro e guadagno bene.

Essere insegnante e trasferirsi in Messico: Denis ci parla del suo percorso

Quando e come hai deciso di lasciare l’Italia?

Più che averlo deciso ero semplicemente disposto a farlo, sapendo che la mia laurea non mi dava molte possibilità di trovare lavoro qui… Ho puntato sulla lingua spagnola, sapendo in quanti paesi mi sarebbe risultata utile.

Di cosa si tratta “EstoyMessicando!“? 

È un blog che mi permette sia di descrivere il Messico agli italiani che di mostrare ai messicani il punto di vista di uno straniero.

È partito come uno sfogo avendo sempre amato scrivere, ora è quasi un’enciclopedia sul Messico! Ci sono articoli di cucina, cultura, religione, società… ma sempre in un’ottica “poco seria”, ironica.

Per quali motivi la tua scelta è stata il Messicco anziché un altro Paese?

Mi sono innamorato di una messicana!

Sinceramente non avevo mai pensato al Messico come zona di opportunità lavorative ma così è stato…

Mi ci trovo molto bene e sono una persona molto concreta: se ho lavoro, affetti e tranquillità economica, perché dovrei andarmene?

Essere insegnante e trasferirsi in Messico: Denis ci parla del suo percorso

Descrivici com’è stato il trasferimento in Messico…

L’impatto è stato difficile, partendo dalla campagna vicentina arrivando alla capitale messicana: il ritmo frenetico, il traffico, il cibo di strada, l’inquinamento, la massa umana che cerca di vivere (…sopravvivere) nel metrò…

Il primo periodo è stato duro, guadagnavo una miseria e ho perso 20 kili tra stress e routine brutale.

Ma verso l’inizio del secondo anno la situazione ha cominciato a migliorare, lo stipendio aumentava e pure la mia tranquillità… ma solo perché ero diventato uno di loro: aggressivo e tenace, in strada come nel lavoro.

In un certo senso, il Messico mi aveva cambiato.

Viaggi?
Torni in Italia a volte?

Viaggio molto (bueno… prima del Covid).

Normalmente torno in Italia una volta all’anno e facciamo almeno altri due viaggi, o qui in Messico o esplorando un altro Paese.

Anche mia moglie ama questi tipi di viaggi, tra cultura e relax, quindi viaggiamo ogni volta che possiamo e guadagniamo abbastanza da poterlo fare senza problemi.

Essere insegnante e trasferirsi in Messico: Denis ci parla del suo percorso

Pregi e difetti del Messico rispetto all’Italia?

Il Messico è pieno di opportunità ed è in crescita.

È bellissimo quasi quanto la nostra splendida Italia (QUASI!).

La cucina è spettacolare… e dovete mangiarla qui! Non la troverete mai in un ristorante messicano in Italia.

La gente è gentile, aperta, altruista (…quando non guida).

Qui nella capitale il clima è mite quasi tutto l’anno, gli affitti sono relativamente bassi (se cerchi bene!) e il razzismo messicano privilegia gli europei: non soffrirete mai di discriminazione negativa, anzi, sarà il contrario! Vi considereranno benissimo solo per essere europeo. Questo è un difetto per i messicani e si chiama Malinchismo.

Altro difetto: la criminalità è sicuramente molto alta. Non mi è mai successo niente ma non sono stupido: so che è più pericoloso di molte zone in Italia, bisogna sempre essere prudenti.

Un altro punto debole è la disparità sociale. Fa schifo vedere il dislivello di ricchezza fra le classi sociali, cosa quasi impensabile nello Stivale.

Ultimo difetto: non hanno tanti bar in stile italiano. Davvero mi manca poter vedere un bar ogni 500 metri dove poter bere un buon espresso, fare pipì e uscire in 60 secondi!

Coronavirus: che situazione c’è in Messico, anche dal punto di vista sanitario?

Pessima. Il governo ha agito tardi e male.

Ha implementato una politica di distanziamento sociale, creando anche un supereroe per cercare di spiegare meglio il concetto: Susana Distancia (gioco di parole: la Vostra sana Distanza). Proprio quando si stava raggiungendo il picco di morti ed infetti ha interrotto il programma, chiedendo alle attività economiche di riprendere, per ovvie ragioni economiche.

La maggior parte della popolazione lavora in nero e non può lavorare da casa, devono uscire oppure morire di fame: è un ricatto terribile che il governo non ha neanche cercato di risolvere.

Io sono privilegiato, da metà marzo do lezioni on-line e i miei guadagni sono aumentati costantemente durante la quarantena perché non perdo più tempo in trasporti e benzina ed ho privilegiato le lezioni più redditizie.

Ma mi rendo conto che il mio è un caso raro, il Paese la sta passando molto male.

Essere insegnante e trasferirsi in Messico: Denis ci parla del suo percorso

Dove ti immagini fra un anno? E fra cinque?

In Messico e in Messico.

Sempre sogno di poter tornare a “casa”, al mio paesino, ma non voglio perdere quello che ho guadagnato: in Italia non avrei mai quello che ho qui.

Preferisco restare e vedere il Belpaese come un bellissimo posto dove passare le vacanze.

Dovrebbe succedere proprio un miracolo o una tragedia per obbligarmi ad abbandonare tutto.

Di Francesca Neri

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