Francesca si è trasferita in Texas per lavorare come ricercatrice al Texas Medical Centre
Francesca, ricercatrice di 33 anni, si è trasferita a vivere Houston, dove lavora al Texas Medical Centre come ricercatrice nell’ambito della Medicina Rigenerativa.
In Italia il suo lavoro è sottovalutato e non ci sono previsioni di miglioramento. Per questo da un anno vive in una metropoli moderna, ma popolata da cowboy.
Ciao Francesca, ci dici in poche righe chi sei e di che cosa ti occupi?
Ciao, sono Francesca ho trentwjksfnkcmmcv anni… ok, ok 33, sono una ricercatrice nell’ambito della Medicina Rigenerativa, in poche parole cerco di ricostituire organi danneggiati in seguito a traumi o malattie degenerative.
Quando sei arrivata a Houston? Come mai ti sei trasferita?
Di solito sono la Medicina e la Ricerca il motore che spinge gli Italiani da quelle parti.
Sono arrivata più di un anno fa per questioni lavorative, a Houston c’è il centro biomedicale più grande al mondo (Texas Medical Centre), un complesso di 54 Istituti biomedicali all’avanguardia in terapia e diagnostica in quasi tutti i settori: The place to be.
In Italia avresti potuto svolgere lo stesso mestiere?
In Italia ho provato a svolgere il mio mestiere, con molte soddisfazioni anche. Però il potenziale che esiste qui è unico nel suo genere.
A livello pratico: è stato difficile organizzare il trasferimento (dai documenti alle valigie)? Avevi già qualcuno lì che ti avrebbe potuto aiutare?
Il visto americano non è una delle cose più semplici da ottenere, ci vogliono un sacco di incartamenti, ma c’ero già passata quando vivevo in California, la cosa più complicata in generale è trovare una casa. Houston è gigantesca e capire come funziona è impossibile anche se te lo spiegano. Può capitarti di prendere una casa in una parte della città che dista più di un’ora (di auto, perché non esistono mezzi pubblici) da dove lavori. Fortunatamente una ragazza si trasferiva nello stesso periodo e quindi ci siamo mosse insieme, è stato più facile.
Prima di arrivare in America avevi già vissuto all’estero? Eri pronta a mollare tutto mentalmente?
Sì, durante il dottorato di ricerca avevo già passato circa un anno negli Stati Uniti tra Boston, Berkeley e il nulla texano (College Station) dopo sono partita per l’Asia, un mio grande pallino e ho vissuto più di un anno a Singapore. Sono dovuta rientrare in Italia per problemi familiari.
Non si è mai pronti a mollare tutto mentalmente, se lo si vuole fare si deve fare e basta, perché tanto mancheranno sempre gli amici, la famiglia, i posti, gli odori, niente è come casa e non è mai semplice lasciare tutto. Poi c’è il rovescio della medaglia, quando è tanto che vivi fuori non appartieni più a nessun posto. Quindi quello con cui devi fare i conti è più questo che altro.
Problema lingua inglese: qual era il tuo livello prima di partire e come è stato essere a contatto con lo slang americano?
Oddio, dopo l’Asia credevo di riuscire a capire ogni forma di inglese, ma devo che ancora con lo slang ho alcuni problemi, nonostante l’accento texano per me sia molto piu’ semplice di altri accenti, ora mi sto dando allo spagnolo vista la percentuale di sudamericani.
Il Texas, e in particolare la sua capitale Houston, sta vivendo una fase di grande espansione economica e da qualche tempo comincia a “maturare” anche dal punto di vista artistico.
Capitale Austin, non lo dire mai che Houston e’ la capitale…. Potrebbero spararti (che qui e’ facile)!!!
Ok, cerco di rimediare: come si vive a Houston, la capitale del lavoro del Texas?
Alcuni dati: è la città con il più alto tasso di nuovi impieghi ed è al primo posto nelle “America’s Coolest Cities To Live” secondo la rivista Forbes, specializzata in questo genere di analisi. Tra vita quotidiana, lavoro, sentimenti, vita notturna, amore e amicizia come è viverci ogni giorno?
Houston è una città ricchissima, pare sia la prossima NY (così dicono). È una città Americana (come tale è quasi impossibile camminare), il lavoro è ottimo ma i ritmi lavorativi sono ingestibili comparati con quelli italiani: ci sono 13 giorni di ferie annui! Nonostante questo la vita notturna è molto viva ci sono un sacco di locali per tutti i gusti, essendo una grande città del sud è meta di concerti famosi. Per quanto riguarda amore e amicizia, come americani sono molto più “caldi e cordiali”, ma rimangono pur sempre americani. Non è una critica è solo un modo differente di relazionarsi, sono molto meno (parlando in generale) profondi nelle relazioni di noi Italiani. Detto questo ho molti buoni amici americani e in passato vanto anche un fidanzino californiano.
“Houston è piena di promesse”, cantavano i R.E.M. Dacci 3 buoni motivi per vivere a Houston. Io suggerisco 1- Niente tasse sul reddito e 2 – Clima mite quasi tutto l’anno. E tu?
Il clima: se si sopravvive ai 40 gradi di luglio e agosto, il resto è una bellezza. Sempre una primavera calda, banditi piumini e sciarpe, in piscina fino a ottobre, non potrei chiedere di meglio. Lo stipendio, in generale, se vivi a Houston guadagni bene e spendi poco. Inoltre sei vicina al Messico, essere a 2 ore da Cancun non ha prezzo o meglio sì 300$ con United.
Cosa invece non funziona e non ti piace? (vale tutto dal cibo ai comportamenti).
Il caldo umido di luglio e agosto, e gli scarafaggi. Non posso sopportare gli scarafaggi e qui sono ovunque e pare che non gliene freghi nulla a nessuno. Io vorrei fare delle disinfestazioni, ma tanto tornano…
Come sono gli americani di Houston? Ci sono i cowboy?
Molti cittadini girano con la pistola in macchina o in tasca e noi europei – fortunatamente – ancora ci stupiamo.
I cowboy esistono e sono ovunque, loro ci credono che gli si deve dire. Per quanto riguarda le armi, ci sono e sì, ce le hanno in molti, ma questo è molto legato alla mentalità Americana, più che texana.
Dicci la verità: stai vivendo come una cittadina di Houston? Hai assistito allo Houston Livestock Rodeo Show? Ti è piaciuto?
Che scherziii!!! Certo che ci sono andata, si tiene davanti a casa mia. È una cosa gigantesca, una sorta di festa dell’Unità moltiplicata 100 volte. Ho accarezzato pecore, mucche e maiali. Ho visto anche il Rodeo stesso, devo dire che mi ha un po’ sconcertato: non sono Miss Animalismo, ma non ho trovato molto entusiasmante legare in 5 secondi un vitellino in corsa, però de gustibus. Di sicuro ho trovato allettante le danze country e le cosce di tacchino alla brace.
La cultura WASP (bianca, anglosassone e protestante) degli Stati Uniti d’America si manifesta di tanto in tanto con esclamazioni colorite, hai mai assistito a qualche episodio di razzismo verso altre culture?
Non direttamente, a dire il vero Houston è un enorme melting pot e meta soprattutto di immigranti sudamericani.
Oggi il web permette al lettore informato di andare oltre gli stereotipi, ma a trionfare poi è il cliché dell’italiano medio: l’immaginario tricolore è ancora legato a certe immagini pittoresche che sono gli stessi italo-americani a perpetuare, per esempio, con il Columbus Day e la Festa di San Gennaro a New York.
Come sono considerati gli italiani in Texas? Siamo ormai definiti tutti Guidos e Guidettes (summa caricaturale ed esagerata dell’italiano delle classi popolari e di poca cultura)?
Gli americani impazziscono per gli italiani, non si è mai capito come mai. Non hanno la stessa reazione davanti ad altri europei. Il più delle volte vantano trisavoli italiani e ti salutano dicendo CIAIII e tu gli sorridi. La comunità italiana a Houston è caratterizzata principalmente da professionisti, ingegneri petroliferi o medici, quindi direi abbastanza lontani dall’immagine dei Guidos newyorkese.
La più grande differenza tra il Texas e l’Italia?
La grande differenza è la prospettiva delle distanze, qui è facile fare in giornata Houston-Austin perché sono “solo” a 3 ore di auto di distanza, a New Orleans vado spesso nel weekend perché ci vogliono “solo” 5 ore, che vuoi che sia! È come andare per il weekend a Roma in auto o fare Milano Firenze in giornata, c’è chi lo fa, ma qui è la normalità.
Com’è vivere lontana da amici, parenti, nipoti? Oggi, grazie a Facebook e Skype e quindi vedendosi spesso si sente un po’ meno la nostalgia di casa. O è il contrario?
La prima volta che sono stata in Texas era il 2005, non avevo Facebook né Skype, telefonavo dalle cabine a gettoni con delle schede prepagate oppure mi chiamava mio padre dall’ufficio a casa a orari malsani. Oggi è tutto più semplice anche per me che sono un disastro nei rapporti telefonici. Ho una tariffa all inclusive che mi permette di chiamare in Italia per dieci dollari al mese, posso sentire mia madre anche tutti i giorni. La nostalgia di casa ti viene quando sei a casa più che altro, non vorresti mai andare via, infatti per questo evito di tornare spesso in Italia.
Quando pensi di restare lontana dall’Italia? Per chi torneresti?
Io non vorrei tornare in Italia a meno di problemi familiari, che Dio me ne scampi. Non ci vivo più bene, il mio lavoro è sottovalutato, non ci sono previsioni di miglioramento, non ci sono investimenti nel futuro dei giovani, è tutto bloccato: chi me lo fa fare? Se potessi porterei la mia famiglia qui piuttosto. Tornerei solo per fare le ferie come un turista americano. Però, mai dire mai.
Un consiglio per chi si vuole trasferire in Texas?
Beh di sicuro prendere la patente, comprarsi una macchina, comprare la crema solare e non essere vegetariani.
Di Simona Cortopassi 09/04/2014