Francesca per realizzare un sogno ha scelto di vivere a Londra

Francesca per realizzare un sogno ha scelto di vivere a LondraFrancesca, un lavoro oltremanica per realizzare un sogno

Tutto è cominciato con un progetto Erasmus. Poi ancora una serie di ‘passi’ lontani da casa, fino al distacco definitivo dall’Italia e a una nuova vita oltremanica. Francesca, 28enne di origini perugine, dopo un percorso che l’ha portata a viaggiare in diversi Paesi, vive oggi in Inghilterra e si occupa di progetti di cooperazione allo sviluppo della Commissione Europea. Lontana da casa, nonostante alle volte si possa sentire come “del burro spalmato su troppo pane” e malgrado la paura di mancare a momenti importanti per le persone care ‘lasciate indietro’, quella di andare a vivere e lavorare all’estero si è rivelata per lei una scelta vincente.

Francesca, dove vivi ora e come mai hai deciso di lasciare l’Italia?

Sono a Londra da qualche tempo e ho lasciato l’Italia poco a poco: l’Erasmus in Spagna, un tirocinio a Tallinn, dei corsi a Mosca per poi approdare a Bruxelles per un anno prima di trasferirmi in Inghilterra per motivi di lavoro. Da principio è la curiosità: ho studiato Relazioni Internazionali e un curriculum del genere non è completo senza esperienze all’estero. Poi pare quasi la vita si modelli su queste scelte, di volta in volta, prendendo nuove direzioni.

Da quanto tempo ti trovi in Inghilterra e di cosa ti occupi?

Sono in Inghilterra dal novembre 2008 e lavoro in una consulenza nel campo dell’europrogettazione, gestendo progetti di cooperazione allo sviluppo della Commissione Europea.

Quali sono le principali differenze con la vita in Italia?

Ovviamente il clima e il tè, per essere in sintonia con i più noti luoghi comuni…! Ma a parte l’ironia, il modus vivendi d’oltre Manica è fatto di sottili ma palpabili differenze, e sono tante: la partecipazione politica, il giornalismo, la guida a sinistra, ma anche il senso dell’umorismo, le relazioni sociali. Dicono, probabilmente non a torto, che la Gran Bretagna sia il meno europeo dei paesi europei.

Cosa ti manca dell’Italia?

Francesca per realizzare un sogno ha scelto di vivere a LondraMi manca molto e mi mancano molte cose, spesso difficili da descrivere.
Ovviamente mi mancano gli affetti, gli amici, la mia famiglia: ho dei fantastici nipoti che meriterebbero una zia migliore, che non manchi a nessun compleanno. Mi manca la lingua italiana, ben parlata e ben scritta, non fra espatriati con la scusa del “tanto ci si capisce”, piena di neologismi e calchi: mi mancano le metafore, le parole ricche di significati, il frac svolazzante del mago, per usare un’espressione di Nabokov. Mi mancano certi pomeriggi d’estate che si ritrovano nelle poesie di Montale e i tavolini all’aperto dei bar. Mi mancano i vestiti, le scarpe di qualità italiana a un prezzo ragionevole… tante piccole e grandi cose.
Non nascondo ci sia un elenco altrettanto lungo di cose che non mi mancano affatto, ma tant’è.

Quali sono le principali difficoltà che hai incontrato non appena ti sei trasferita?

L’accento britannico – ammesso che così si possa definire poi, visti i forti regionalismi – è un po’ ostico e diverso dall’inglese cosiddetto europeo di Bruxelles o di altri ambienti internazionali. A Londra poi tutto sembra succedere così velocemente, e ricordo che all’inizio avevo la sensazione che in metropolitana tutti, tranne me, sapessero esattamente dove stessero andando e perché.
Devo dire però che quando sono arrivata in Inghilterra conoscevo già le difficoltà del primo impatto all’estero: la trafila nel trovare un appartamento, il ricostruire piccole abitudini, amicizie, l’abituarsi al cibo, al tempo, alla pioggia, alle strade e ai paesaggi. La burocrazia, quello no: non ho ancora trovato nessuno che ci batta.

Ad oggi, puoi dirti soddisfatta della tua scelta di ‘espatriare’?

Francesca per realizzare un sogno ha scelto di vivere a LondraStare qui mi consente di avere un lavoro in linea con i miei studi che mi permetta di godere di garanzie sociali ed economiche per poter pensare a quei progetti che ha una persona giovane che voglia costruirsi un futuro, contribuendo all’economia di una società, anche se non è quella italiana. Non è poco ma forse è moltissimo.
Conoscere altre culture, rivedere le priorità e definire secondo nuovi canoni ciò che è importante e ciò che lo è meno sono momenti di crescita importante. Non nego che talvolta, vedendo i miei coetanei alle prese, in Italia, con questo o quell’esame, con un tale professore o la settimana bianca “lì” perché altri ci vanno, penso che per fortuna la vita è più grande.

Consiglieresti ad altri di lasciare l’Italia come hai fatto tu?

Francesca per realizzare un sogno ha scelto di vivere a LondraCredo debba essere una scelta ponderata e che forse non è adatta a tutti. Un periodo di studio o lavoro , però, lo consiglierei a tutti – la cosiddetta “generazione Erasmus” è il risultato più bello ed entusiasmante dell’Europa.
Non posso pronunciarmi sui salti nel buio perché non mi sono mai trovata nella situazione di doverlo fare: fosse per studio o per lavoro, in ogni caso avevo programmato l’opportunità che mi aspettava.
Per il resto, ci vuole un po’ di capacità d’adattamento e buon senso, e sapere che trasferirsi all’estero comporta sacrifici. Uno dei più importanti è l’essere “burro spalmato su troppo pane”: si ha sempre la sensazione di voler essere anche da un’altra parte, la consapevolezza di mancare a momenti importanti e di non essere lì dove si ha bisogno di noi. L’impotenza nel vedere le cose cambiare poco a poco senza esserne stati parte o semplicemente di non poter essere d’aiuto quando vorremmo esserlo.

Ti tieni in contatto con amici e parenti in Italia?

Mentre scrivo il telefono suona ed è uno 0039…

Di Silvia Mammarella 19/07/2011

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