Vivere viaggiando

GIOVANNI GURINI HA DECISO DI VIVERE VIAGGIANDO

“Nonostante l’attività andasse bene negli ultimi anni mi sono reso conto che… stavo semplicemente andando avanti accumulando fatica e stress, senza rendermi conto che non c’è cambiamento se si continuano a fare ripetutamente le stesse cose dal mattino alla sera, esattamente come facevo io ogni giorno. Ed io avevo di bisogno di un grande cambiamento.
Così la decisione di lasciare il lavoro e vivere viaggiando concentrarmi sulle mie passioni (viaggiare e videomaking) ed investire i soldi non più sulle cose ma sulla mia vita, così dopo mesi di preparazione ora sono in viaggio zaino in spalla da circa 3 mesi…”

Ciao  Giovanni, vuoi presentati ai nostri lettori, come ti chiami e di dove sei originario?

Ciao mi chiamo Giovanni Gurini, ho 32 anni e sono nato a Cattolica, anche se di romagnolo ho poco e niente avendo vissuto sempre a Pesaro nelle Marche.

Di dove sei e cosa facevi quando eri in Italia?

Ho vissuto gran parte della mia vita a Pesaro, ma negli ultimi anni mi sono riavvicinato alla Romagna essendomi trasferito a Tavullia.
Prima di partire e lasciarmi tutto alle spalle ero il titolare di un supermercato e lo sono stato per quasi 7 anni.
E’ stata una bella esperienza, voluta e cercata, e nonostante le fatiche ed i sacrifici mi sono tolto anche diverse soddisfazioni, professionalmente parlando.

Vivere viaggiando

Quando e perchè è arrivata la voglia o la necessità di lasciare l’Italia e partire zaino in spalla?

Più che la voglia di partire e arrivata la necessità di cambiare, ovvero di cominciare a dare importanza alle cose che potessero rendermi “felice”.
Nonostante l’attività andasse bene negli ultimi anni mi sono reso conto che pur raggiungendo quei piccoli obbiettivi imprenditoriali che mi ero prefissato, la mia vita non stava avendo significativi miglioramenti, non mi sentivo più stimolato a far meglio ed andar avanti per quella strada intrapresa con volontà e decisione anni prima.
Stavo semplicemente andando avanti accumulando fatica e stress, senza rendermi conto che non c’è cambiamento se si continuano a fare ripetutamente le stesse cose dal mattino alla sera, esattamente come facevo io ogni giorno.
Ed io avevo di bisogno di un grande cambiamento.
Così la decisione di lasciare il lavoro, concentrarmi sulle mie passioni (viaggiare e videomaking) ed investire i soldi non più sulle cose ma sulla mia vita, così dopo mesi di preparazione ora sono in viaggio zaino in spalla da circa 3 mesi.

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Avevi già vissuto all’estero per lunghi periodi prima?

Assolutamente no, il massimo della mia permanenza all’estero è stata in un viaggio di 3 settimane in camper in giro per l’Europa con i miei genitori quando avevo 12 anni circa, altrimenti solo le classiche vacanze da una settimana o un weekend.

Sei partito da solo o in coppia?

Sono partito con Klaudia, la mia ragazza, ed ovviamente lei essendo poliglotta e da sempre appassionata di viaggi e lingue ha accolto a braccia aperte questa mia decisione di mollare tutto e partire alla scoperta del mondo.

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In quali paesi hai viaggiato fino ad oggi?

Ho visitato una decina di paesi, ma non ho mai esplorato niente al di fuori del nostro continente, principalmente per mancanza di tempo dovuto alla mia attività lavorativa. In ogni caso ho sempre viaggiato da turista, quindi viaggi brevi, visitando le capitali o comunque le mete più turistiche.
Quelli che mi sono rimasti più impressi sono sicuramente: la Bosnia,visitata dopo i bombardamenti; l’Irlanda per i magnifici paesaggi e la Svizzera per il senso civico.

Quali abitudini o strumenti utilizzi per ridurre le spese di viaggio?

Sicuramente viaggiare lentamente aiuta tantissimo a mantenere basso il budget, infatti fermandosi più a lungo in un posto è possibile interagire maggiormente con i locali che ti sanno consigliare le soluzioni migliori per spostarsi, i posti migliori e più economici per mangiare, senza dimenticare il fatto che spesso siamo stati invitati per cena a casa loro essendo diventati praticamente amici.
Abbiamo fatto volontariato in una scuola vicino a Kathmandu che oltre ad averci resi utili ed importanti per la comunità ci ha permesso in quei 10 giorni di non spender praticamente nulla.
Alloggiamo quasi sempre in ostelli o guest house ed è capitato anche in dormitori con altre persone, come a Sofia; non abbiamo ancora sperimentato il couchsurfing ma sarà un’esperienza da provare senzaltro.

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Quali lavori fai per mantenerti nei tuo girovagare?

Al momento stiamo principalmente viaggiando grazie ai risparmi che avevamo messo da parte, ma contiamo in futuro di trovare qualche lavoro per ammortizzare i costi di viaggi grazie alle mie competenze di filmmaker (come è successo con un team di paragliders a Pokhara interessati ad un video promozionale) ed a quelle di Klaudia, che grazie alle sue competenze linguistiche sicuramente troverà lavoro facilmente in ostelli ed hotel come receptionist.

Parlaci di queste attività…

Abbiamo un progetto a lungo termine, ovvero quello di collaborare in futuro con enti del turismo, agenzie di viaggio ecc per promuovere il territorio attraverso i nostri video e la nostra esperienza di viaggio che condividiamo quotidianamente sul blog www.vivereviaggiando.net,  la pagina Facebook  www.facebook.com/blogvivereviaggiando ed il canale Youtube www.youtube.com/vivereviaggiando
Siamo ancora all’inizio della nostra avventura e la strada è lunga e faticosa, ma il mondo è grande e le opportunità sono sempre dietro l’angolo…bisogna solo essere bravi a saperle cogliere ed avere un pizzico di fortuna.

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Quali differenze sostanziali riscontri a livello lavorativo rispetto all’Italia nei paesi che hai visitato?

Non avendo mai lavorato all’estero non ho un esperienza personale sulla quale basarmi, ma sicuramente posso dire che qui in Asia dove siamo ora tutto funziona in maniera completamente diversa da come siamo abituati noi.
Anche lavorativamente parlando sembra quasi che non ci siano regole o comunque che siano molto elastiche e poco rispettate.
Ad esempio a Pokhara, dove ci siam fermati per oltre un mese, ci è capitato spesso di vedere negozi che ogni giorno aprivano e chiudevano ad orari differenti, senza nessun apparente motivazione.
Per non parlare delle norme di sicurezza ed igieniche che sono praticamente inesistenti, ovviamente facendo il paragone con gli standard europei; tuttavia siamo coscienti del fatto che sia un paese del quarto mondo ancora in via di sviluppo, per cui le priorità sono sicuramente ben altre per loro.

Qual’è il paese che ti ha colpito di più e perché?

Per il momento sicuramente il Nepal, essendo l’unico paese extra-Europeo che abbiamo visitato.
Mi ha colpito sostanzialmente perché è una realtà completamente diversa dalla nostra ed ovviamente anche dai paesi occidentali già visitati in precedenza.
Il primo impatto è stato forte e quasi disarmante per certi versi, ti trovi in mezzo a persone che vivono con pochissimo e ti senti quasi in colpa per la tua posizione privilegiata nel mondo.
I Nepalesi sono persone semplici ed accoglienti e nel giro di poco tempo finisci per amare questo Paese, i suoi abitanti ed il loro modo di vivere la giornata con calma e semplicità.

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Dove ti trovi adesso e quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Ora ci troviamo in Nepal e tra qualche giorno ci sposteremo verso l’India dove staremo per i prossimi 4 mesi. Ovviamente partiremo dal nord per poi scendere verso sud e spostarci in Sri Lanka.
Poi ci aspetterà tutto il sud-est Asiatico e forse il Sud-America, ma non ci piace programmare troppo gli spostamenti, il nostro è un giro del mondo senza itinerario e limiti di tempo per cui non sappiamo neanche noi dove saremo tra 6 mesi.

L’Italia oramai è per te un ricordo, hai nostalgia, cosa ti manca?

Sinceramente l’unica cosa che posso dire che mi manchi davvero dell’Italia sono la sua cucina e la varietà dei prodotti, dato che qui in Nepal non è che abbiano grandi tradizioni culinarie.
In questi ultimi 3 mesi abbiamo mangiato il piatto nazionale, che è il Dal Bath (riso e lenticchie),  almeno un centinaio di volte.
Speriamo che la mancanza della nostra amata cucina mediterranea una volta in India, non sia più un problema dato che anche loro godono di una grande tradizione culinaria.

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Cosa consiglieresti ad altri italiani che desiderassero seguire le tue orme ed iniziare a viaggiare moneyless?

L’unico consiglio che mi sento di dare è quello di non pensare ai “MA”…inseguire i propri sogni non potrà mai essere la scelta sbagliata, quindi inutile pensare “Ma se dovesse andare male?”, “Ma se poi non ce la facessi?”, “Ma se fosse la scelta sbagliata?”.
I “MA” ci bloccano, ci fanno nascondere dietro le paure, non ci fanno andare avanti.
Il mondo è pieno di opportunità, basta solo saperle cogliere.
Qualsiasi cosa ti lasci alle spalle, se davvero desideri partire come abbiamo fatto noi, non ti preoccupare perché comunque vada troverai qualcosa che prima non avevi, ovvero la felicità trovata nell’aver scelto di fare quello che davvero desideri…e non ci sarà “MA” che ti farà tornare indietro.

Di Massimo Dallaglio

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