Il giro del mondo in moto di Jacqueline e Davide
Il giro del mondo in moto di Jacqueline e Davide
A giugno 2015 Jacqueline e Davide hanno lasciato l’Italia per compiere il giro del mondo in moto con una Suzuki V-Strom 650.
Al momento hanno attraversato il nord Europa, Russia, Mongolia, Giappone, il sud est asiatico (Thailandia, Cambogia, Laos, Malesia) ed ora sono fermi in Australia a lavorare per riempirsi di nuovo le tasche e ripartire all’avventura tra poco.

Volete presentarvi ai nostri lettori, come vi chiamate e di dove siete originari?

Ciao a tutti i lettori di MolloTutto! Siamo Jacqueline Rinaldi e Davide Morselli di Vagabond Instinct, veniamo dalla città di Mirandola (da Miràndla nella bassa!), in provincia di Modena.

Cosa facevate quando eravate in Italia?

Davide lavorava come operaio in un’azienda e nel tempo libero amava giocare a basket con gli amici, sciare e fare escursioni in montagna, io (Jackie) ho appena finito l’università di Economia durante la quale ho lavorato come cassiera, cameriera e articolista freelance.
E anche io avevo la mia compagnia di amici, ma invece che sportivi nel fisico noi lo eravamo col palato, ci dilettavamo a provare cibi nuovi o anche solo a chiacchierare tutta la notte.

Quando e perchè è arrivata la voglia o la necessità di lasciare l’Italia e partire in moto?

Il desiderio di scoprire cosa c’è oltre la frontiera c’è sempre stata. Quando si è poi aggiunta la stanchezza e la noia della quotidianità è giunta l’ora di partire. Una volta per le ferie di 2 settimane abbiamo deciso di prendere su la tenda e andare in Portogallo in moto; un’altra volta, invece, ci siamo viaggiati la Sardegna in scooterone.
Non sono mai mancate anche le escursioni con lo zaino in spalla in montagna, che fossero le Alpi o gli Appennini poco importa, c’è sempre stato quel desiderio di avventura e di scoprire le meraviglie della natura che si nascondano al di là di un versante.

Avevate già vissuto all’estero per lunghi periodi prima?

Mai. Ma c’è sempre stata la voglia di mettere il naso fuori dalla nostra patria.

Avete intenzione di fare il giro del mondo in moto?

Si, a Giugno 2015 abbiamo lasciato l’Italia e stiamo compiendo il nostro giro del mondo con una Suzuki V-Strom 650. Questo è il nostro sogno! Abbiamo finora visitato nord Europa, Russia, Mongolia, Giappone, il sud est asiatico (Thailandia, Cambogia, Laos, Malesia) ed ora siamo fermi in Australia a lavorare appunto per riempirci di nuovo le tasche e ripartire all’avventura tra poco. Stavolta alla scoperta dell’Oceania.
Partendo appunto prima dall’Australia, poi con l’esotica Indonesia, la selvaggia Papua Nuova Guinea e le sue tribù, ed infine la Nuova Zelanda. Qui potete seguire il nostro viaggio www.vagabondinstinct.com
Il giro del mondo in moto di Jacqueline e Davide

Avete un progetto o un itinerario prestabilito?

Si, abbiamo tanti progetti ma non un itinerario prestabilito. L’idea è vedere, prima o poi e senza fretta, tutti i continenti e le cose più belle che ospitano. Vogliamo vedere il mondo trasformarsi nella nostra casa, fare nuove conoscenze, scoprire straniere tradizioni, usanze e costumi e vedere tutti i panorami più mozzafiato della Terra. 
Anche vivere un pò tra i canguri dell’Australia, dormire nel deserto del Sahara e svegliarci davanti a un’aurora boreale. Ci piace immergerci nei luoghi e tra i popoli che incontreremo senza tappe precise, preferiamo chiedere informazioni sui posti che meritano e farci aiutare dalle persone che conosciamo lungo la strada. In più ha tutto un altro fascino utilizzare le cartine e interagire con la gente locale.
Vogliamo gustare questa esperienza senza vincoli e senza fretta. Sappiamo che sarà più dura senza un percorso prestabilito. Nonostante ciò, non vogliamo pianificare troppo il nostro viaggio in modo da goderci al meglio questa avventura.
Il giro del mondo in moto di Jacqueline e Davide

“Viaggiare senza soldi” quanto vi identificate in questa frase?

Senza la vedo dura nella società odierna, ma pochi sì. La nostra avventura non ha limiti di tempo ma soprattutto è low cost. Viaggiamo evitando le strade a pagamento, quando ci va cuciniamo con il nostro fornellino e dormiamo in tenda accampandoci nei boschi e nei luoghi più naturali dei paesi che incontriamo.
Cerchiamo in questo modo di risparmiare dato che non abbiamo troppi anni di lavoro alle spalle. Ogni volta che il portafoglio è vuoto cerchiamo un modo per continuare il nostro viaggio trovando un’occupazione nel paese in cui siamo e vivendo con la sua gente. Vogliamo però lavorare per il presente: per mangiare, spostarci, dormire, per vivere, viaggiare ed essere felici adesso. 

Quali abitudini o strumenti utilizzate per ridurre le spese di viaggio durante il vostro giro del mondo in moto?

Per viaggiare in 2 in moto ci tocca risparmiare sullo spazio portando con noi solo l’indispensabile per vivere, dormire, mangiare e qualcosa per cambiarci. Quando è più conveniente, preferiamo cucinare con il nostro fornellino qualsiasi cosa ci venga in mente. 
La spesa più folle che ci tocca sostenere è la burocrazia per spedire e ricevere la moto. Per di più dormiamo ogni notte nella nostra tenda come espediente per ammortizzare i costi. Nonostante ciò è anche la parte più bella ed avventurosa del viaggio, perché è proprio cercando quei luoghi nascosti per accamparci che ci avventuriamo sempre in posti da paura. 

Quali lavori fate per mantenervi nel vostro girovagare?

Davide in Australia, grazie alla sua buona dose di volontà e muscoli, ha imparato da zero a fare il pavimentista, io invece ho lavorato come commessa in negozio e come cameriera. Ma i primi 6 mesi in Australia abbiamo raccolto l’uva nei vigneti e sgobbato in una fattoria di mucche da latte, dove oltre a conoscere altri italiani, francesi, olandesi, slovacchi, estoni e sud-coreani, guidavamo quod e jeep per radunare le mucche, le nutrivamo e le mungevamo.
A Davide viene anche affidato l’incarico di trasportare il fieno con il trattore e di fertilizzare il vastissimo terreno. L’esperienza, senza dubbio, più dura, forte ed istruttiva della mia vita. Indimenticabile. Qui il racconto e il video dell’avventura in farm www.vagabondinstinct.com/mucca/
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Quali differenze sostanziali riscontrate a livello lavorativo rispetto all’Italia nei paesi che avete visitato?

Innanzitutto dobbiamo ringraziare ogni giorno di essere fortunati perché siamo nati italiani. Questo ci facilita di molto nel muoverci nel mercato lavorativo mondiale, cosa alquanto diversa se parliamo di sud est asiatico dove quattro piatti stracolmi di cibo ci sono costati una volta $1. Quelle persone anche se lavorano una vita non riusciranno mai a viaggiare e vedere il mondo, perché non riusciranno mai a mettersi da parte quella moneta di scambio per pagarsi un visto in un paese ricco o anche solo un volo aereo.
Detto ciò, posso dire che l’Australia, l’unico paese dove finora abbiamo lavorato, ci ha dato tante speranze. Senza alcuna rilevante esperienza, abbiamo imparato dei nuovi mestieri, ma soprattutto ci siamo intascati molti soldi in pochissimo tempo.

Qual è il paese che vi ha colpito di più e perché?

Ogni paese ci ha dato qualcosa, ma se dobbiamo dirne uno, la Mongolia. E’ stato il paese più bello e difficile da affrontare per noi allo stesso tempo. E’ un paese dove tutto è ancora come una volta. Una volta non vi erano strade asfaltate, non vi era la segnaletica stradale ma ci si affidava solo dell’aiuto della gente o dell’uso di una bussola o di una mappa. In Mongolia è tutto ancora così.
Una terra lasciata alle sue origini, alle sue tradizioni e alle sue usanze, che poi avremmo scoperto man mano. Un paese talmente intriso di storia e differenze rispetto al nostro che non può lasciarci che sbalorditi. Una terra dove ancora si possono trovare animali selvaggi, liberi di vivere, dove si prediligono le piccole comunità che collaborano piuttosto che le grandi industrie che competono. (Qui i video e i racconti del nostro giro in Mongolia www.vagabondinstinct.com/mongolia/)

Qual’è il panorama più bello che avete visto?

In Mongolia una sera ci siamo accampati nell’unico spazio più montuoso che abbiamo trovato nel mezzo del deserto e decidiamo di scalare la montagna. Mentre da una parte calava il sole e dall’altra sorgeva la luna, raggiungiamo la cima e ammiriamo il panorama più straordinario che avessimo mai visto. In altitudine tantissimi prati di un verde acceso si alternano alle vette ispide delle montagne e così si ripetono fino all’orizzonte, ma sembra all’infinito. Sotto la luce rossa e stanca del sole e quella bianca e splendente di una luna piena viene illuminato quello scenario forse troppo semplice e al tempo stesso complesso da spiegare a parole. Il nulla ma tutto.
Tutto quello che era un all’inizio di un tempo, è ancora lì. Tutto quello che ha visto Gengis Khan, il più grande condottiero che unificò le tribù nomadi fondando il più grande impero della storia umana, tutto questo è ancora lì intatto, immutato, selvaggio e affascinante come una volta. Ammiriamo quel panorama ascoltando l’unico suono che vibrava nell’aria, il potente vento.
 Il giro del mondo in moto di Jacqueline e Davide

Che persone avete incrociato lungo la vostra strada?

Persone ospitali. Non vogliamo dimenticare quelle volte che ci ha sorpreso l’ospitalità di persone amorevoli che ci hanno dato un letto e un piatto squisito in cambio di una chiacchierata. Giornate indimenticabili (grazie a Couchsurfing!). Lungo la strada abbiamo conosciuto tante persone, per un tratto di Mongolia abbiamo anche viaggiato insieme ad un altro motoviaggiatore francese.
Non posso dimenticare anche quel pomeriggio in Cambogia in cui eravamo andati a piedi a fare un giro su una spiaggia, poi in due secondi è iniziata una violenta tempesta. Una donna in lontananza vedendoci correre ci ospita sotto il tetto della sua piccolissima palafitta di 1×2 m, che condivideva con il marito e qualche cagnolino. Non avevano nulla eppure non hanno esitato ad aiutarci.

Che cosa avete imparato durante il viaggio?

Il vento della Mongolia mi ha insegnato a non ascoltare il tempo che scorre, ma viverlo. Mi ha insegnato a concentrarmi sul mio presente. Ora sono più consapevole delle piccole cose necessarie per essere tranquilla interiormente. Sono più calma. Guardo scrupolosamente. Ascolto attentamente. Sono presente. Sono più consapevole dei molteplici suoni della natura…
Sembra una sciocchezza ma non lo è, un tempo infatti facevo tutte le cose di fretta senza rendermi conto di cosa in realtà stessi facendo e per chi.

Dove vi trovate adesso e quali sono i vostri progetti per il futuro?

Adesso siamo a Perth, nell’Australia Occidentale. Dopo 60.000 km percorsi in sella alla nostra moto, abbiamo l’intenzione di proseguire ovviamente alla scoperta della nostra bellissima e preziosa Terra. 

L’Italia oramai è per voi un ricordo, avete nostalgia, cosa vi manca?

Siamo partiti il 5 Giugno 2015 e non siamo più tornati indietro. Nostalgia delle persone care e degli amici sicuramente. Ma stiamo avverando il nostro sogno di vedere il mondo. A volte ho voglia estrema di pizza, ma per fortuna in Australia ci sono ormai molti pizzaioli italiani. Per fortuna ci piace provare nuovi cibi, e la maggior parte delle volte ce ne innamoriamo.
I cibi della cultura orientale sono squisiti, in Malesia poi dove vi si trovano una fusione più forte tra la cultura cinese, indiana e indigena, non vi dico che sapori si incontrano. 
Il giro del mondo in moto di Jacqueline e Davide

Quali sono stati i problemi più grandi durante il viaggio?

Mi viene in mente una volta, sempre in Mongolia, quando ho patito la fame. Nell’ultimo tratto che ci divideva al confine russo le distanze tra i vari paesini mongoli erano sempre colossali, trovare una pompa di benzina era problematico quasi quanto trovare un bancomat per prelevare soldi, e ci erano rimasti 10.000 tugrik in tasca, cioè 6 euro. Oltre a ciò il cibo scarseggiava, e a quel punto siamo stati costretti a scegliere tra spendere il denaro in cibo per affrontare gli ultimi e lunghi chilometri nel nulla oppure fare rifornimento di benzina.
Così quasi tutti i rimanenti contanti vanno via con il pieno e acquistiamo solo 2 bottiglie d’acqua con il resto. I giorni seguenti sono forse i più duri. Siamo molto stanchi e affaticati. Dopo settimane sullo sterrato, ci aspettano ancora molte strade difficili nel mezzo della steppa mongola, da affrontare solamente con 2 scatolette di tonno, dimenticate in fondo allo zaino, ed un pacco di spaghetti. Optiamo così di fare un unico pasto al giorno. La scelta più appropriata ed inevitabile.. Ah avevamo anche un pane ammuffito, probabilmente a causa dei river-crossing, che abbiamo lasciato a malincuore agli uccelli.

Cosa consigliereste ad altri italiani che desiderassero seguire le vostre orme ed iniziare a viaggiare moneyless?

Di buttarsi. Bisogna amare il presente e festeggiarlo ogni giorno. Dobbiamo essere grati di questo, per cui lavora, metti dei soldi in tasca e avvera i tuoi sogni. Parti. Non devi essere ricco per viaggiare, scoprirai di arricchirti in altri modi. E non è solo una bella frase. Una delle cose più stimolanti che ho imparato è appunto vivere con poco. Ho capito che le cose essenziali nella vita non sono tante. Ed ho anche scoperto che tutto quello che mi serve davvero per vivere sta nello spazio di una valigia.
Per il giro del mondo sono partita con una borsa ordinatissima e stracarica, poi man mano aumentavano i chilometri che ci dividevano dalla nostra quotidianità, mi sono accorta che non avevo bisogno di tutto quello che portavo con me. Ho deciso di lasciare molto spazio alle cose nuove. Porta con te la giusta apertura mentale ed il rispetto, lascia invece le ansie inutili. Parti, tanto la strada per tornare indietro la conosci già.
Di Massimo Dallaglio
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