Luca ha aperto un ristorante a Lugano
Luca, emiliano romagnolo quarantenne, da meno di un anno ha deciso di mollare tutto per trasferirsi a vivere e lavorare con la sua famiglia in Svizzera , per la precisione a Lugano, dove, con tanta fatica e passione ha rilevato un ristorante.
Luca ci racconta la sua storia e le differenze, sopratutto a livello lavorativo ed imprenditoriale con l’Italia.
In quale città d’Italia vivevi prima di trasferirti definitivamente a Lugano e per quale motivo hai deciso di abbandonarla?
Vivevo in Emilia Romagna, ma, nonostante mi piacesse vivere lì, ho deciso di abbandonarla, poiché considero il futuro dell’Italia molto incerto.
Perché, non ti offriva un avvenire sicuro?
Assolutamente no e, in prospettiva, non offriva nessun avvenire per mia figlia.
Che lavoro svolgevi in Italia?
Ero un libero professionista.
Che attività svolgi a Lugano?
Imprenditore. Mi sono trasferito da meno di un anno e ho aperto un ristorante in centro, il “6900”, riavviato con tanta fatica e tanta passione.
Ai cittadini svizzeri, piace la cucina italiana?
Piace molto e in particolare, i cibi che preferiscono, sono la pasta, la pizza e il pesce.
I prodotti italiani sono molto apprezzati a Lugano?
In genere sì, però i luganesi sono molto più attenti di noi negli acquisti, infatti, piuttosto che un capo firmato italiano, preferiscono comprare marche meno conosciute e più economiche.
E’ stato difficile a livello burocratico avviare un’attività?
Assolutamente no, qui la burocrazia è meno complicata rispetto all’Italia.
Quale è stato il tuo percorso lavorativo, prima di aprire questa attività in Svizzera?
Laurea, esame di Stato poi esercizio della libera professione per dieci anni, senza il legittimo riconoscimento che mi aspettavo. Intendo solo a livello economico, poiché a livello professionale, posso dire di essere sempre stato apprezzato.
C’è stato qualcuno che ti ha aiutato in questo percorso, oppure hai fatto un vero e proprio salto nel vuoto?
Ho avuto una specie di “referente” che teneva i contatti e mi informava sulle occasioni di investimento da prendere in considerazione. Comunque, sono state numerose le trasferte mie e della mia famiglia prima di decidere di trasferirci qui.
Come ti hanno accolto?
Direi molto bene. Ma cambia da quartiere a quartiere, hanno giocato un ruolo molto importante le amicizie scolastiche di mia figlia.
Con quali progetti e con quali aspirazioni ti sei trasferito a Lugano?
I progetti e le aspirazioni, secondo me, non dovrebbero mai cessare. Il mio obiettivo era quello di dare a mia figlia delle possibilità concrete, che in Italia non avrebbe mai avuto e quello di vivere in un Paese più tranquillo, dove, soprattutto, si rispettano le regole.
Hai avuto molte difficoltà ad adattarti al nuovo stile di vita?
Assolutamente no, ci si ambienta facilmente, perché lo stile di vita è esattamente quello che avevo osservato nel corso delle mie trasferte: rispetto della privacy altrui, rispetto delle più elementari regole del vivere civile (ormai del tutto scomparso in Italia), straordinaria efficienza della Pubblica Amministrazione, gentilezza e cortesia da parte del prossimo.
Culturalmente la Svizzera è molto diversa dall’Italia?
Direi che questo è un giudizio che potrò dare fra qualche anno. Posso però fare un esempio concreto: vi è una maggiore cultura musicale, alla quale i bambini vengono abituati fin da piccoli. Questo in Italia non credo che esista più.
In seguito all’esperienza che hai avuto, che consiglio daresti ai giovani disoccupati italiani?
Non sono in grado di dare consigli. Ognuno deve seguire il proprio percorso e capire se il Paese in cui sta vivendo, gli offre quelle possibilità che desidera e se, soprattutto, quel Paese gli offre stabilità e sicurezza.
E’ più facile avviare un’attività in Svizzera o in Italia?
Non c’è paragone. Qui ho costituito una Società in pochi giorni, mentre in Italia, a quanto mi risulta, è forse più veloce che in passato costituire Società, ma restano numerosi gli adempimenti burocratici, che qui sono minimi.
A livello fiscale, gli imprenditori svizzeri sono vessati come quelli italiani?
Anche qui non c’è paragone. Premesso che la Svizzera è uno Stato federale, per cui la fiscalità varia da Cantone a Cantone, possiamo dire che, almeno per quanto riguarda il Ticino, la pressione fiscale incide per il 30-33% rispetto a quel 45-47% che mi risulta esserci in Italia.
Rifaresti le stesse scelte fatte anni addietro?
Alcune sì e altre no. Accade a tutti. Ma sicuramente non tornerei mai indietro.
Sei sposato? Con un’italiana o con una svizzera?
Con un’ italiana. Mi ha molto sostenuto nel trasferimento, progettato a partire dal 2008 e messo in atto circa dopo due anni.
E come si trova la tua famiglia a Lugano?
Bene. Mia moglie sa farsi accettare da tutti ed è diventata amica di altre mamme. Mia figlia (seconda elementare) si è ambientata bene e si è fatta anche lei le sue amiche. Il tempo consoliderà tutto questo.
Sei soddisfatto della tua vita e delle tue scelte?
Nel complesso sono soddisfatto della mia vita e, per quanto riguarda le scelte, è ovvio che a 40 anni suonati se potessi, cambierei qualcosa. Magari sarei emigrato prima. Come già detto, alcune scelte le rifarei e altre no. Accade a tutti.
Di Nicole Cascione 03/05/2011
