MARIANNA DE MICHELI DECIDE DI MOLLARE TUTTO PER NAVIGARE IN BARCA A VELA IN SOLITARIA

L’attrice Marianna De Micheli, dopo avere recitato per otto anni nei panni di Carol Grimani in Centovetrine, decide di mollare tutto per navigare in solitaria sulla sua piccola barca a vela in compagnia del suo gatto. Centoboline è il suo libro nel quale racconta il suo giro d’Italia in barca a vela in solitaria. Abbiamo intervistato Marianna


Ciao Marianna, raccontaci come è nata la tua passione per la vela, dato che facevi un lavoro diverso da quello della velista o della skipper, mi sembra di ricordare che tu lavorassi in televisione, giusto?
“Si, il mio lavoro rimane sempre quello di attrice, adesso non è che ho cambiato lavoro. Semplicemente sono disoccupata, eheh! E quindi ho avuto il tempo di dare sfogo alle mie passioni. Ma mi sono appassionata alla vela perchè ero in Tailandia quando c’è stato lo Tsunami del 2004, ero su una piccola isola e i miei genitori dall’Italia mi hanno detto – stai li’ che non ci sono infezioni – perchè sulla terraferma era un disastro, allora sono rimasta lì 2 mesi e siccome è un’isola molto protetta, i velisti giramondo si fermavano lì, e in questi mesi ho avuto occasione di conoscere un po’ questi velisti e insomma, mi sono appassionata. Quando sono tornata però non c’avevo una lira per cui la mia passione è andata un po’ a farsi friggere. Quando invece pochi anni dopo, nel 2006, ho iniziato a lavorare nella serie Cento Vetrine, prima ho dovuto prendere le misure con il nuovo lavoro che è stato bello tosto. Molti pensano che lavorare in televisione e recitare in una soap opera sia semplice, invece non lo è per niente.”

il libro di Marianna De Micheli Centovetrine e Centoboline navigatrice solitaria 3

Come è nata la tua prima passione per la recitazione e quella successiva per il mare?
“La prima passione risale al 1974 per la recitazione, il giorno in cui sono nata, non c’è un momento specifico che ricordo, è sempre stato così. Poi intorno ai 9/10 anni ho fatto il mio primo corso per bambini, però con attori e professionisti veri. Poi crescendo ne ho fatti altri. Una volta che ho raggiunto l’età per cominciare con i provini, ne ho fatti diversi per diverse accademie. Partecipai a due primi provini per due accademie: una di Milano e una di Genova. Mi presero ad entrambe ma io scelsi Milano perchè essendo io di Milano abitavo ancora lì con i miei genitori e sarebbe stato molto più dispendioso trasferirmi, e quindi ho fatto la scuola drammatica a Milano.”

E una volta tornata in Italia, dopo la tua esperienza in Tailandia, hai deciso di approfondire il mondo della navigazione?
“No, non ho deciso niente, perchè non avevo i soldi neanche per piangere per cui ho riposto la passione nel cassetto. Poi invece, quando sono stata presa a Cento Vetrine, dopo un paio di anni, perchè mi ci sono voluti un paio di anni per ambientarmi, perchè studiavo notte e giorno, sabato e domenica, non ho praticamente vissuto per quel periodo. Dopodichè ho cominciato a prendere il ritmo, imparavo le battute a memoria dopo 5 minuti, e allora da li ho cominciato a prendermi i miei tempi. Quando staccavo dal lavoro, staccavo veramente. A quel punto quindi i soldi ce li avevo e ho cominciato ad andare a scuola di vela. La mia prima lezione l’ho fatta in estate, durante le vacanze estive, nell’Isola D’Elba, con Gigi Monteleone e dopo sono andata a Lago Maggiore, perchè andare al mare era un po’ più complicato. Nei week-end andavo sul lago, poi ho cominciato anche ad andare al mare, anche se un po’ più lontano: Savona, La Spezia, Venezia, Genova, insomma vari corsi qua e là, finchè alla Spezia, che ho cominciato a frequentare di più e perchè avevo fatto amicizia con la gente del posto, a Le Grazie. E qui, questo signore, o meglio ragazzo, che aveva una scuola di vela, mi fece vedere una piccola barca e me ne innamorai a prima vista. Però non ho fatto l’acquisto subito, ci ho pensato due anni prima di comprarla. E poi ho detto -ma sì!- e l’ho comprata. E’ stata meno costosa di un’utilitaria.”

il libro di Marianna De Micheli Centovetrine e Centoboline navigatrice solitaria 5

Sì perchè era una barca di una certa età, giusto?
“Si è dell’84 la mia barca. Una Comet di 9 metri dell’84. E per fortuna che l’ho fatto perchè quando poi la soap Cento Vetrine è finita, io che avevo comprato da qualche anno la casa in soffitta a Milano, con un mutuo, ovviamente dopo il termine del contratto mi sono detta – cosa faccio?- e l’ho dovuta affittare per pagarmi il mutuo, altrimenti avrei dovuto venderla. E decidere di andare a vivere con i miei genitori a 40 anni non mi sembrava il caso. E così sono andata a vivere in barca, a le Grazie, e contemporaneamente ho preso un gatto, che ho portato con me.”

il libro di Marianna De Micheli Centovetrine e Centoboline navigatrice solitaria 2E il gatto come l’ha presa?
“E bè, era la sua prima esperienza. L’ho preso dalla mamma che aveva neanche tre mesi e l’ho portato subito in barca, quindi per lui la barca è la normalità. Quando poi ad Ottobre sono tornata sulla terraferma, si è dovuto ambientare alla casa.”

In quel periodo vivevi in porto?
“Sì, in un porticciolo a Le Grazie, bellissimo, un posto fantastico”

Quindi eri ormeggiata e abitavi li, insomma. E poi quando hai deciso di abbandonare la barca?
“E poi, volevo fare un’esperienza a partire da sola, ero senza fidanzato da poco, avevo perso il lavoro da poco, non avevo casa, e ho detto – al diavolo, parto da sola!-“

Ti possiamo definire a tutti gli effetti una MOLLOTUTTO style?
“Sì, me ne sono proprio andata, volendo mandare a quel paese tutta la situazione e, chiacchierando con gli amici mi hanno detto –ah perchè non fai il Periplo d’Italia? Cominci da Sain Tropez, fai tutto il perirplo, Sicialia compresa, vai a Trieste e concludi con la Barcolana-. E mi sono detta –ma si, dai- e ho fatto questa follia. L’ho fatta davvero!”

il libro di Marianna De Micheli Centovetrine e Centoboline navigatrice solitaria 4Non hai sentito la necessità di avere un compagno/a di viaggio?Volevo essere da sola. Poi insomma, qualcuno a bordo è salito! Ho avuto, in cinque mesi, tre persone a bordo. Una mia amica per meno di 24ore, poi un altro mio amico per 4 giorni, con cui ho litigato furiosamente perchè fumatore, e l’ho racconto anche nel libro. Poi ho sbarcato. Poi ho ospitato un altro mio amico per una settimana ed un altro per 4 giorni. E basta.”

Bè, poco, perchè la traversata, insomma il Periplo sarà durato tanto, no?
“Cinque mesi. Il 6 Maggio sono partita da Le Grazie e sono andata a Saint Tropez, pian pianino, poi ho fatto la Regata della Giraglia per due, io e Davide Bisana, dopodichè ho ricominciato e sono arrivata a Trieste il 22 Settembre. Poi ho aspettato qualche giorno e ho fatto la Barcolana”.

Sei partita con la Regata della Giraglia e dopo hai seguito le coste o sei stata un po’ larga tipo Sardegna, Corsica, o lungo la costa?
“No, Sardegna e Corsica non le ho fatte, la Sardegna è l’unica regione d’Italia che non ho fatto. Per la distanza non si può dire che sono stata oltre le 12 miglia perchè è vietato, sono andata oltre. Però, se devo essere sincera, non è il caso di farlo perchè appunto, è vietato e quindi non sicuro”.

il libro di Marianna De Micheli Centovetrine e Centoboline navigatrice solitaria 65 mesi sempre da sola, ma non ti sei trovata in momento di difficoltà? Perchè c’è il problema del sonno, quando magari ti colpisce in un momento che non puoi dormire, perchè devi stare attenta, in quanto le tempistiche possono andare fuori dai calcoli fatti prima di partire?
“Be, i tempi sono sempre un po’ più lunghi di quelli che uno calcola, poi diciamo che durante il viaggio ho imparato a calcolarli meglio. E, certo si, ero sempre stanca, poi ci fai l’abitudine. Però, mi ricordo il periodo di massima stanchezza ce l’avevo nella Calabria Ionica, ed ero distrutta, veramente distrutta. Perchè comunque ti fai Squillace, ti fai il Golfo di Taranto, che è bello tosto”.

Come mai hai preso questa decisione di partire in solitaria, cioè cercavi qualcosa, volevi dimostrare qualcosa a te stessa? E’ stata una fuga o una ricerca di qualcosa? E se era la ricerca di qualche cosa, l’hai trovato?
“ … Mà, allora, fuga non lo so perchè viene sempre dato un significato negativo alla parola –fuga-. Io la uso spesso invece nell’accezione positiva. Per cui fuga si, se considerata in modo positivo, ma anche una ricerca interiore, com’è alla fine è stato: un condensato di 20 anni di psicoanalisi, concentrati in pochi mesi. Vediamo … se ho trovato quello che cercavo? … In parte si, però anche se non completamente, è un’esperienza che mi ha aiutato molto, mi ha dato sicurezza, mi ha fatto capire un sacco di cose. Poi però quando capisci le cose non è che le hai risolte. Sei solo più consapevole. La problematica se c’è rimane, però aiuta, ecco. E’ stata un’esperienza bellissima che mi ha dato molto, però non è che –risolve-“.

La passione per la navigazione a vela, in solitaria, ti è venuta facendo esperienza in Tailandia e poi in Italia durante i tuoi corsi, o hai anche letto dei libri sull’argomento?
“Si si, anche, infatti ne ho letti tantissimi”.

il libro di Marianna De Micheli Centovetrine e Centoboline navigatrice solitaria 7

Tipo Bernard Moitessier e Joshua Slocum, avrai letto?
“Be sì, su quello ho letto tutto, ovviamente”.

il libro di Marianna De Micheli Centovetrine e Centoboline navigatrice solitariaE ti sei ritrovata in qualche momento, nella descrizione di questi navigatori solitari?
“Si, si, spessissimo, ne ho letti davvero parecchi. Loro ovviamente facevano le circumnavigazioni del mondo e quindi erano veramente soli. Io, comunque, non proprio tutte le sere ma spesso ero sempre in porto e incontravo altre persone. Navigavo sola, ma poi alla fine una persona con cui fare due chiacchiere o mangiare un piatto di pasta, c’era spesso. Per loro invece no. Però, nonostante questo, ho trovato bellissimi spunti, nell’essere molto introspettivi, sentire in maniera diversa, la natura, la percezione differente dello spazio”.

E hai avuto momenti di difficoltà, delle cose anche concrete, degli arrivi in porto, problemi di vento, di correnti?
“Eh si certo, dei momenti di difficoltà ci sono stati, nel senso la stanchezza mi ha portato a pensare – no, non ce la faccio, non ci arrivo al prossimo porto-. Ma veramente una piccola problematica, devo dire che sono stata molto fortunata, e sono stata molto, molto prudente, anche perchè ero molto consapevole di non avere esperienza e che stavo affrontando forse qualcosa più grande di me, per cui ho fatto attenzione”.

centoboline Marianna De MIcheliE la barca come si chiama? Ha un significato?
“Mai Pen Rai. E’ una parola tailandese e la migliore traduzione disponibile è in inglese e significa –Never Mind-“.

Si è comportata bene Mai Pen Rai?
“Si, benissimo. Fantastica”.

Hai scritto Centoboline un libro riguardo il tempo che hai trascorso sulla barca. Lo hai scritto al tuo ritorno o hai preso appunti anche durante la navigazione?
“Si, innanzitutto avevo scritto il blog per lastampa.it e poi avevo cominciato a scrivere qualcosa per conto mio. Poi, arrivata, l’editore aveva letto inizialmente il mio blog e gli piaceva com’era scritto, come scrivo insomma, e mi ha chiesto di fare un libro su quest’esperienza. E così, mi sono messa lì a farlo. Devo dire che è stato più difficile scrivere il libro che circumnavigare l’Italia”.

E ora cosa farai? Il nuovo periplo, in senso contrario?”
Si, esatto, il Periplo al contrario, sempre con Mai Pen Rai”.

Quando parti?
“A metà Giugno, circa”.

Impiegherai altri 5 mesi?
“Uhm, circa 4 o 5 mesi, si”

Per quanto riguarda il lavoro, invece c’è stata qualche altra svolta o…?
“No, per adesso no. Sono tutti molto prevenuti nei confronti di chi esce da una soap opera perchè il mio viso è molto connotabile con Cento Vetrine, perchè avendo fatto un personaggio cosi importante per tanti anni, devono prima un po’ dimenticarsi di me, del mio viso e dell’associazione. Infatti prendo tempo”.

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Vuoi aggiungere un consiglio per chi volesse seguire il tuo esempio? Per chi volesse acquistare una barca come la tua, usata, o simile?
“Mà, adesso trovare una barca come la mia, la paghi circa 15.000 euro, ma la puoi trovare anche a meno, guarda…”

Però ci sono anche da considerare i costi di ormeggio, di cambusa e di carburante, etc…
“Bè, la cambusa… non è che se stai a casa e non mangi. La cosa più onerosa è il porto. Se trovi delle situazioni diverse, ti sbatti un po’, cerchi, puoi trovare delle soluzioni alternative che costano molto poco. Devi, insomma, informarti parecchio e starci dietro”.

Però tu ti senti di consigliarlo a qualche ragazzo/a che in un momento di sbandamento si trovano a voler cambiare qualcosa?
“Bè si, lo consiglio a tutti, non soltanto nei momenti di sbandamento perchè è un’esperienza bellissima, davvero”.

Il libro di Marianna  si può acquistare su Amazon a questo LINK

Di Massimo Dallaglio

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