rientrare in italia durante la pandemia

Rientrare in Italia durante la pandemia è stato il desiderio di chiunque si trovasse all’estero e fosse legato alla madrepatria anche solo da un sentimento di leggero nazionalismo.

Non era saggio rimpatriare nei mesi di lockdown ferreo, se non per motivi estremi, ma ora che le misure si sono allentate chi è residente in Italia e si trova all’estero ha la possibilità di viaggiare senza intoppi.

Come riportato su Internazionale, se si proviene da un paese tra quelli elencati in seguito, NON ci si dovrà sottoporre all’isolamento fiduciario di 14 giorni:

1 – Da e per gli stati membri dell’Unione europea;

2 – Da e per gli stati che fanno parte dell’accordo di Schengen (ovvero quasi tutti gli stati dell’Unione europea con l’aggiunta di Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera);

3 – Da e per Regno Unito, Andorra, Principato di Monaco, Repubblica di San Marino e Stato della Città del Vaticano.

In tutti gli altri casi la quarantena, da svolgere nel proprio domicilio, è obbligatoria, anche se nessuno effettivamente controlla.

Inoltre, se si vive con altri membri della famiglia, ridurre il contatto è alquanto difficile. E se gli stessi familiari hanno contatti con l’esterno, si può anche ammettere che una quarantena è abbastanza inutile.

Dettagli da non sottovalutare, ma chi può contrastare le decisioni della Farnesina?

Ho la conferma di quanto appena dichiarato poiché ho provato l’esperienza in prima persona del rientro in patria solo qualche giorno fa.

Sentivo la necessità di tornare nella mia terra e nella mia città, diventata famosa a causa del covid-19. I media non parlavano d’altro che di Bergamo e della provincia in ginocchio. Come avevo scritto qualche mese fa, il dolore di non poter essere a casa vicino alla mia famiglia, in un momento così difficile del nuovo secolo, cresceva ogni giorno di più.

Quando la situazione si è stabilizzata e tante compagnie aeree sono tornate a volare, non ho perso l’occasione. Non avevo potuto esserci nei mesi più duri, ma potevo esserci durante la ripresa.

rientrare in italia durante la pandemia

La mia esperienza

Mi trovavo nella capitale messicana. Il Messico non ha mai chiuso le frontiere né adottato restrizioni particolari, e in ogni caso per rientrare in Italia da italiana avevo tutte le carte in regola.

Ho volato da Città del Messico a Madrid con Aeromexico, compagnia messicana e una delle poche che non sta cancellando i voli. I controlli in aeroporto sono risultati molto pignoli rispetto ad altre volte: vari check del bagaglio a mano, autodichiarazioni sullo stato di salute da compilare, diverse prove della temperatura corporea e un’attenta analisi del bording pass del volo che mi avrebbe portato dal suolo iberico a quello italiano.

Dato che si trattava di un rientro in patria causa pandemia, era obbligatorio esporre quest’ultimo documento.

Sul volo era obbligatorio indossare la mascherina, con il permesso di toglierla solo durante i pasti.

Atterro a Madrid, ritiro il bagaglio, consegno alle autorità l’autocertificazione e sono fuori. Sono arrivata in Europa senza problemi!

A Madrid avevo previsto di stare solo 13 ore, dato che, da non residente, non potevo soggiornare più di un giorno. Dopo la notte in hotel, avrei preso un volo per Vienna e dopo qualche ora da Vienna a Milano.

Dal 3 giugno 2020, chi viaggia da un paese dell’UE ad un altro non ha l’obbligo di quarantena, e quindi anche gli spostamenti sono più agevolati, o almeno così credevo.

Appoggio i bagagli in camera, apro la casella delle email e scopro che il volo Vienna-Milano è stato cancellato.

Panico.

La mia mente, come una scimmia impazzita, cerca di pensare ad una soluzione fattibile. Andare comunque a Vienna e da lì cercare un altro volo? Prendere il treno? No, tutte soluzioni infattibili.

Alla fine ho deciso di acquistare un altro volo da Madrid a Milano tre giorni dopo, perdendo la connessione Madrid-Vienna.

Non avevo scelta: i voli in questo periodo sono limitati, non sempre fattibili per via di scali lunghi 20 ore anche tra città vicine e con prezzi improponibili. Dovevo soggiornare tre giorni a Madrid, ma avevo una scusa plausibile.

Nonostante mi facessi molti problemi, arrivata fresca come una rosa all’aeroporto Barajas di Madrid, non ho avuto alcun tipo di impedimento.

Anche le email minacciose di Ryanair relative alla compilazione di un’autocertificazione indispensabile (secondo loro) alla partenza e al rientro in Italia, si sono rivelate nulle.

Conservo ancora quel documento, non ho dovuto consegnarlo e non mi è stato nemmeno chiesto.

Il volo di rientro in patria è stato una passeggiata (a parte la turbolenza da temporale estivo). Sembrava di volare ai tempi prima della pandemia, solo che tutti i passeggeri avevano la mascherina.

Questa è stata la mia personale esperienza: le frontiere in Europa sono state aperte un mese fa circa, così volare dalla Spagna non è risultato complicato.

Spero di aver tranquillizzato chi dovrà volare in questi giorni, sia in Europa sia da altri Stati extra europei.

Consiglio comunque di attenersi alle misure della Farnesina, di svolgere la quarantena e di effettuare un tempone e test sierologico in ospedale almeno 7 giorni dopo il rientro.

Con la speranza che si possa tornare a viaggiare più sereni il più presto possibile.

Di Margherita Marchesi

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