Rosario si è trasferito a vivere in Slovacchia dove ha aperto un ristorante a Bratislava
La storia del catanese Rosario Magnifico, un ex impiegato in banca che ha “tirato i dadi” e ha dato una svolta alla propria vita: adesso Ë titolare del ristorante “Don Saro Cucina Siciliana” a Bratislava, in Slovacchia.
Ciao, vuoi presentarti ai nostri lettori? come ti chiami e di dove sei originario?
Mi chiamo Rosario o, per com’Ë abitudine dalle mie parti, “Saro” e porto il nome di mio nonno. Sono nato a Catania quasi cinquanta anni fa e ci ho vissuto fino al 2015, anno in cui ho deciso di trasferirmi a Bratislava, in Slovacchia.
Di cosa ti occupavi quando vivevi in Italia?
In Italia ho svolto lavori diversi in diverse fasi della mia vita. Ho iniziato a lavorare a diciannove anni, appena diplomato, come (sub)agente di commercio; l’energia dei vent’anni e la voglia di una mia autonomia economica mi spinsero lavorare sodo e con buon profitto ma già dai primi anni novanta il settore dell’abbigliamento entrò in una crisi divenuta col tempo sempre più profonda e, quasi per caso, mi fu offerto di approcciare il settore della finanza.
A metà degli anni novanta, superando gli esami di stato resi obbligatori da poco, mi abilitai e per dieci anni circa, ho operato da promotore finanziario per una SIM successivamente trasformatasi in una nota Banca.
Qualche anno dopo il duemila mi venne proposto di lavorare in una banca “tradizionale” ed io accettai l’offerta ma percorrendo, di fatto, il “flusso” nella direzione opposta. Erano quelli gli anni dei primi esodi e prepensionamenti del settore bancario in Italia.
Chi aveva svolto ruoli o incarichi “superiori” lasciava ben volentieri la banca tradizionale ed approdava nelle reti di promotori finanziari, tutti ignari delle pesanti ripercussioni economiche che di lì a poco i fallimenti dei colossi bancari statunitensi avrebbero innescato.
Da dipendente, in banca, ci ho lavorato per quasi dodici anni, fino a quando ho deciso di dare un’ulteriore svolta alla mia vita.
La quarta finora… vedremo in futuro!
Quando e perché è arrivata la voglia o la necessità di lasciare líItalia?
Non è arrivata la voglia ma ne ho sentito l’esigenza. Avevo già assistito a imprenditori che esternalizzavano il proprio business per non rimanere schiacciati da un sistema (quello Italiano nel suo complesso) che drena ogni risorsa risucchiandola come un buco nero. Dopo quelle esperienze l’idea di trasferirmi all’estero era già in fase embrionale.
Avevi già vissuto all’estero prima di trasferirti a vivere in Slovacchia?
Avevo contribuito, mettendo a disposizione il mio know-how, allo start-up di alcune imprese in Romania ed in Repubblica Ceca. Non ho vissuto in quei luoghi ma li ho frequentati per diverso tempo ed in più occasioni, circostanze che mi hanno permesso di spogliarmi dei preconcetti e dei pregiudizi che nutrivo nei confronti di quelle realtà osservandole dall’Italia.
Perché hai scelto proprio la Slovacchia?
La scelta della Slovacchia, per l’aspetto lavorativo, è stata del tutto casuale, comunque non predeterminata. Tempo fa ho conosciuto la mia attuale compagna e dopo alcuni anni di relazione a distanza ho lanciato i dadi e la vita mi ha condotto a Bratislava.
Hai un ristorante: ci racconti come si chiama e com’è arrivata l’idea di aprire un ristorante in un paese estero?
Il mio ristorante porta il mio nome o, per come lo sento io, porta il nome di mio nonno paterno. Era lui che cucinava in casa ed i suoi piatti erano squisiti.
L’idea del ristorante è stata successiva alla scelta di lasciare l’Italia ma contestuale al mio trasferimento all’estero. Si sono verificate alcune coincidenze che hanno reso libero e disponibile quello che è oggi il mio ristorante ed allora ho deciso di sognare come facevo da bambino.
Quali differenze sostanziali riscontri a livello lavorativo rispetto all’Italia? A livello burocratico percepisci differenze rispetto al Sistema Italiano?
Le differenze a livello lavorativo ed anche burocratico non le percepisco ma le respiro ogni santo giorno. Per rendervi le differenze potrei narrarvi di singoli episodi successi presso le strutture amministrative locali, ovvero presso gli uffici finanziari territoriali o, anche più semplicemente, presso gli ufficicomunali ma rischierei di essere prolisso o comunque noioso.
Così mi limito a premettere che, anche in Slovacchia (come nelle altre realtà estere dove ho direttamente maturato le mie esperienze), NON è tutto perfetto e NON è il Paradiso ma… il sistema nel suo complesso funziona! Impiegati, funzionari e dirigenti svolgono il loro lavoro permettendo alla gestione pubblica di erogare i servizi che vengono richiesti non deludendo le normali aspettative. E’ sufficiente che l’istanza venga prodotta e presentata nel modo previsto per ottenere l’esito.
E fin qui sembra banale; invece non dev’essere trascurato che prima di presentare un’istanza è possibile chiedere ed ottenere le esaustive risposte sul “come” dev’essere presentata e corredata dal “cosa”, senza correre il rischio di venire rimpallati da un operatore ad un altro o da un ufficio ad un altro (come da italica memoria), fino alla inaspettata botta di fortuna che ti pone davanti all’unico addetto disponibile che, comunque, ti rinvia di settimane o mesi perché l’istanza necessita del parere o della presa visione di un dirigente (ahimè) troppo impegnato.
Com è avvenuta la tua integrazione in una realtà locale sostanzialmente differente da quella italiana?
Beh, probabilmente il ristorante ha contribuito a rendere il processo di integrazione più spontaneo e naturale. Del resto, la Slovacchia come la vicina Austria, l’Ungheria o anche la Repubblica Ceca, sono realtà dinamiche ed evolute; se non fosse per le temperature invernali e per la lingua non ci sarebbero grandi differenze da rilevare. Questi Paesi, dopo l’abbandono del regime comunista, hanno vissuto e vivono tutt’ora un boom economico riscontrabile anche in tutte le infrastrutture realizzate in poco più di un ventennio e nella presenza di tutte le catene commerciali già presenti nelle grandi città dell’Europa occidentale.
L’Italia oramai è per te un ricordo. Hai nostalgia, cosa ti manca?
Si, è vero. La mia Terra, il suo clima mite, i suoi profumi, il sole ed il mare mi mancano molto ma io ho scelto di vivere all’estero ed ogni volta che ritorno (ormai da turista), soffro nel vedere lo stato di abbandono nella quale versa la mia bella e povera Italia.
Vivere in Slovacchia sotto quali aspetti è meglio rispetto all’Italia? E sotto quali aspetti è peggio?
La Slovacchia ha un’estensione territoriale non molto superiore a quella della mia Sicilia e conta quasi lo stesso numero di abitanti. Organizzare e gestire una Nazione così piccola è probabilmente meno complesso dell’organizzare e gestire una realtà dalle dimensioni maggiori, come quella italiana.
A ciò va aggiunto un diffuso maggior rispetto per il proprio lavoro e maggiore rispetto verso “l’utente”; combinati insieme questi ingredienti rendono questa realtà più concreta e funzionale e, vivendoci, lo si può percepire anche nelle cose quotidiane apparentemente più semplici e banali come, ad esempio, l’efficienza del trasporto pubblico, l’efficienza delle strutture sanitarie e, non da ultimo, un efficace controllo del territorio con la conseguente assenza di fenomeni di microcriminalità diffusa.
Cosa consiglieresti ad altri italiani che desiderassero seguire le tue orme e trasferirsi a lavorare in Slovacchia?
Beh, in realtà, seguirebbero me e non so bene quanti altri migliaia di italiani già presenti sul territorio ma, ahimè, tantissimi sono i giovani neolaureati che trovano il primo impiego “stabile” lontano dalla loro Patria. Qui sono presenti tante multinazionali (le politiche fiscali sono piuttosto favorevoli), che diventano trampolino di lancio per moltissimi giovani. Per chi, invece, volesse dare spazio alle proprie iniziative imprenditoriali mi permetto di suggerire un’attenta analisi della ricettività del mercato.
Il posizionamento geografico della Slovacchia la rende una interessante porta verso l’est dell’Europa ma sul mercato domestico non manca nulla quindi non ci sono spazi che attendono di essere conquistati; con professionalità e perseveranza però si può avere successo anche qui. E comunque… in bocca al lupo!
Di Grazia D’Onofrio