STEFANO FAUSTINI: UNA PERSONA CHE IN UN CERTO QUAL MODO STA CAMBIANDO LA MIA VITA

E, come a me, a tanti altri.
Un giorno ricevetti una telefonata da un caro amico il quale mi disse:-Paolo ciao, l’altro giorno giocando a golf ho conosciuto un medico di Brescia. Merita di essere conosciuto. Facci due chiacchiere.-
Non mi ha spiegato più di tanto di cosa si trattasse ma quando avete fiducia in una persona, amico o conoscente che sia, non vi ponete tante domande che forse si è già posto lui: agite.
E così ho fatto.
Ma non voglio parlare di me, ora, bensì di lui. La mia storia arriverà a tempo debito.

PC-Stefano in due righe, chi è?-
SF-una persona semplicissima che a un certo punto della sua vita è salito su una collina e ha cercato di guardare avanti.-

PC-Detto così sembra un po’ ermetico, spiegati meglio.-
SF-ho fatto il professionista di ciclismo per diversi anni con un settimo al giro d’Italia ecc…Ad un certo punto prendi consapevolezza del fatto che tutto questo dovrà finire. Le macchine da corsa non durano mai molti anni. E a quel punto avrei dovuto reinventarmi un vita. Non mi ha mai spaventato la sfida anzi, nei momenti più duri riesco sempre a dare il meglio di me. Così ho intrapreso la strada della medicina e ora ho due studi, Bergamo e Brescia, in cui esercito xxxxxxxxxxxx. Ma mi sono reso conto che, per quanto eserciti un’attività che economicamente mi regala molte soddisfazioni, lo scopo della mia vita era un altro. Quando ti ammazzi di lavoro, affronti investimenti ingenti (pensate al costo dei macchinari) e tutto questo può venire spazzato via per un banale incidente, allora ti chiedi se ne vale la pena. Se dovessi perdere una mano, non potrei più lavorare; se dovessi accusare tremore alle mani non potrei più lavorare. E allora tutto questo impegnarsi, correre, rischiare a cosa sarebbe valso?
Avete mai guardato un criceto in una gabbietta? inizia a correre sempre più velocemente fino al punto che non riesce più a scendere. Noi siamo così: la ruota è il sistema che ci obbliga ad ammazzarci per una vita che alla fine scopriamo di avere vissuto a metà. Tutti sognano la pensione per poter finalmente fare ciò che desideriamo. Ma la pensione, ormai, arriva a settant’anni quando la vita se ne sta andando…. E’ vero, sappiamo accontentarci e questo ci dà la forza di proseguire il nostro cammino, ma è un cammino ormai tracciato dal sistema in cui siamo inghiottiti e di cui non abbiamo nessun controllo. Non possiamo vivere in funzione del mese di ferie che il nostro contratto ci consente. Che vita è?
Allora tempo fa ho iniziato a cercare nuovi metodi per creare delle rendite passive, ovvero entrate automatiche senza apporto di lavoro. Proprio come potrebbe essere la pensione di mio padre. Sembra incredibile ma ho scoperto che questi metodi esistono e funzionano.
Se volete potrò spiegarvi come….-

PC-Grazie Stefano! Non vediamo l’ora!-

Questa testimonianza ci deve far riflettere. Stefano è un professionista serio ed affermato ma il suo concetto di ricchezza non coincide con la villa e la fuoriserie. Chiunque abbia soldi può averla. Noi stiamo parlando di un nuovo tipo di ricchezza: la padronanza del nostro tempo. I grandi capitani d’industria non sono “più ricchi” ma sono semplicemente su una ruota del criceto infinitamente più grande della nostra, vittime e artefici della loro stessa esistenza.
E nelle prossime puntate Stefano Faustini, suffragato da tante testimonianze, ci spiegherà questo metodo.

Rimanete con noi e se volete scriveteci per condividere le vostre esperienze:

paolo@yeswecan.it

Paolo Codeluppi

YES WE CAN

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