TRASFERIRSI A VIVERE E LAVORARE ALLE FILIPPINE

Trasferirsi a vivere e lavorare alle Filippine: Paolo e Juliet, insieme a piedi scalzi sulle spiagge delle Filippine

Paolo, 42 anni, originario del Trentino, si è trasferito definitivamente a vivere e lavorare alle Filippine 5 anni fa, quando insieme a sua moglie Juliet e ai suoi tre figli ha deciso che l’Italia forse non faceva più al caso loro.
Vivono in posti diversi durante l’anno, tra Palawan, Manila e altre isole, per svolgere al meglio la loro attività… di cui parleremo nell’intervista.

Com’è nata la tua scelta? Perché proprio trasferirsi a vivere e lavorare alle Filippine?

Iniziavo ad essere seriamente stanco in un paese come l’Italia dove essere un lavoratore, soprattutto un artigiano, significava doversi sobbarcare solo oneri. Poi volevo far crescere i miei figli in maniera più sana, più libera, più spensierata. In Italia mi sembravano leoni in gabbia.

TRASFERIRSI A VIVERE E LAVORARE ALLE FILIPPINEDal momento che Juliet è nata nelle Filippine, anche se risiedeva in Italia ormai da 20 anni, venivamo nella sua terra già dal 1990, e l’accoglienza che ci veniva riservata ogni volta ci faceva presagire che lì saremmo stati bene. Inoltre, agli inizi del 2000 la cattiva gestione dell’entrata dell’euro ( che dimezzava in pratica il potere d’acquisto dei lavoratori ) e la tendenza delle aziende a delocalizzare all’estero le attività, non preannunciavano certo un futuro roseo per il nostro bel paese.

Ci siamo trasferiti 5 anni fa, ma il pensiero di uno spostamento definitivo era già nelle nostre teste da parecchi anni. Anzi, nel 2003 tutto sembrava pronto, ma a fermarci sono state la Sars e la prima guerra in Iraq. Erano sconsigliati fortemente gli spostamenti e così abbiamo deciso di rimandare.

Ed eccoci al 2005. È stato semplice trovare una sistemazione per trasferirsi a vivere e lavorare alle Filippine?

Volevamo costruire un resort sul mare e avevamo delle proprietà già acquistate durante gli anni precedenti, alcune risaie che intendevamo vendere per realizzare il nostro progetto.
Il nostro primo alloggio è stato a Manila ed è stato scioccante per il caos e per l’inquinamento (è una metropoli di 12 milioni di abitanti!).

Eravamo più portarti per una zona tranquilla e quindi ci siamo ben presto spostati in provincia alla ricerca di terreni fronte mare adatti alla realizzazione del nostro sogno.

Non potendoli acquistare subito, dato che la nostra liquidità era ancora minima, abbiamo cercato di proporre ad altri i più allettanti, visto che l’interesse degli stranieri per il territorio era forte. Negli anni precedenti, dal ’90 al 2000 avevamo già accumulato abbastanza esperienze dirette nel settore e ci è venuto spontaneo pensare che quello che stavamo facendo sarebbe potuto diventare un lavoro.

E così?

E così è nato Spiaggefilippine un’agenzia di servizi che offre assistenza a chi vuole trasferirsi a vivere e lavorare alle Filippine. Abbiamo scelto di proporre terreni fronte mare, spiagge e intere isole, nei luoghi più incontaminati, rurali, lontani dalle metropoli e dalle cittadine del turismo di massa, in favore di una migliore qualità della vita. Una sorta di eco-turismo, lontano dai flussi convenzionali.

Aiutiamo l’acquirente nella scelta del posto migliore dove realizzare l’idea che si ha in testa, il progetto futuro: da un’abitazione ad un resort, da un’intera struttura turistica ad un ristorante.
Qui molto spesso le documentazioni su terreni e costruzioni sono incomplete, quindi la persona che viene con un’idea di acquisto rischia spesso di credere nel grande affare per poi ritrovarsi con un pugno di mosche.

Il nostro lavoro consiste nel garantire la sicurezza dell’acquisto. Accompagnamo il cliente durante il periodo d’inserimento nella comunità locale. Lo assistiamo per tutta la parte burocratica riguardante visti, permessi di costruzione, apertura società ed attività, residenza, etc. Per il periodo fino ad un anno dopo l’acquisto. Tutta una serie di servizi a seguito dell’acquisto, inclusi nel prezzo delle proprietà.

TRASFERIRSI A VIVERE E LAVORARE ALLE FILIPPINE

Cosa hai trovato nelle Filippine che in Italia ti stava iniziando a mancare?

Una natura travolgente, padrona, che incute timore e che fa innamorare, oceani, foreste, vulcani, isole lussureggianti, animali incredibili. Il luogo ideale dove crescere assieme ai miei ragazzi.
Poi ritmi molto più rilassati, la tranquilla serenità quotidiana, la gente sorridente e l’ospitalità.

Ho trovato un paese civile. Un paese che si riconosce nel rispetto, nei valori, nella famiglia, che ha una diversa concezione dell’accoglienza rispetto a quella che vige in Occidente. L’interesse individuale e quello comune coesistono in ogni filippino.

Una cosa che colpisce chi arriva qui per la prima volta è anche l’enorme rispetto riservato a chi in Occidente e purtroppo soprattutto in Italia è considerato un “diverso”; che sia straniero, musulmano, cattolico o ebreo, di colore o che sia omosessuale, qui non viene in nessun modo discriminato.

E ritengo estremamente positivo che questo paese punti molto sulle donne. Ad esempio, i ruoli manageriali in aziende grandi, medie e piccole sono spessissimo ricoperti da donne, con percentuali da paesi scandinavi. Nella politica per fare un altro esempio le Filippine hanno avuto ben due presidenti della repubblica al femminile, come poche nazioni al mondo.

Dignità, onestà sono valori che non ci si aspetterebbe da un paese in via di sviluppo come questo.

Eppure se mio figlio dimentica i giocattoli sulla spiaggia, sono gli altri bambini, i figli dei pescatori della zona che glieli riportano. È un paese complesso. Composto da 7107 isole e quindi complicato da far funzionare. Ma che tuttavia riesce con una tenacia tutta orientale a produrre risultati positivi inimmaginabili fino a solo un decennio fa in tutti i campi e nei diversi settori.

Altra cosa che qui non ci si aspetta e’ una sempre più diffusa sensibilità verso i temi ambientali. Un sindaco locale ha inaugurato da poco una centrale eolica su un’ isola al centro del paese: quando gli ho detto che l’Italia puntava al nucleare mi ha sorriso. In molte isole anche le casette in legno dei pescatori sono illuminate da pannelli fotovoltaici.

Sono situazioni che a volte ci spiazzano, soprattutto se ci poniamo come spesso succede, con quella nostra aria di immeritata superiorità che erroneamente ci portiamo sempre dentro. Io e la mia famiglia ci sentiamo in dovere di aiutare questo paese che ci ha accolto. Non solo facendo girare l’economia locale. Ma anche aiutando direttamente le piccole comunità o le persone in difficoltà che incontriamo qui. Perché è questo che da’ un senso vero alla nostra attività e alla nostra vita.

Cosa vuol dire integrarsi da “straniero” nelle comunità locali filippine?

Essere straniero nelle Filippine è una condizione assolutamente favorevole. Chi viene da fuori qui viene sempre aiutato. Se porti rispetto ne riceverai molto.

Torni spesso in Italia?

A dire il vero no. Sono tornato per un mese nel 2007, ma già all’arrivo a Malpensa ho respirato un’aria che non mi piaceva. Da quando sono nelle Filippine, non sono più abituato all’aggressività, al malcontento. Stare un mese in Italia è stata una tortura. Non vedevo l’ora di tornare qui.

Visti o residenza, come funzionano?

Bisogna mantenere su uno speciale conto bancario a proprio nome una cifra fissa variabile in base all’età tra i 10.000 e i 50.000 dollari come garanzia. La spesa fissa è di 1.500 dollari. Ma si può vivere qui anche rinnovando ogni due mesi il visto turistico. Uscendo solo qualche giorno entro l’anno, per poi rientrare e ricominciare l’iter.

Se qualcuno pensa di sposare una cittadina o un cittadino locale alla ricerca di una scorciatoia sappia che non servirà a nulla. Si resta stranieri comunque e per quel che riguarda i visti le cose cambiano poco.

Avete progetti futuri?

Stiamo costruendo alcune case vacanza e anche un resort. Non abbiamo abbandonato l’idea che avevamo quando siamo partiti dall’Italia. Potrebbe diventare il giusto punto d’appoggio per chi viene qui a ispezionare il territorio con l’idea di trasferirsi definitivamente.

A chi consiglieresti di trasferirsi a vivere e lavorare alle Filippine? Quali prerogative bisogna avere perché un cambiamento del genere possa rivelarsi positivo?

Consiglio di trasferirsi a vivere e lavorare alle Filippine a chi è realmente stanco di come stanno andando le cose in occidente. Chi vuole realmente cambiare modalità di vita. La spinta al cambiamento deve essere profonda, interiore.

Il cambiamento è radicale. Scoraggio chi viene nelle Filippine con l’idea di arricchirsi, di sfruttare un territorio in via di sviluppo o chi è in cerca solo di divertimento. Non e’ un passaggio facile. Serve rispetto, tanta pazienza, adattamento ad un luogo e ad un modo di pensare ed essere totalmente diversi.

Considerate il vostro trasferimento definitivo?

Si.

Quanto incide la crisi economica sulla tua attività?

Le Filippine non hanno risentito della crisi internazionale. Il Pil è altamente positivo, tutta quest’area dell’estremo oriente e sud est asiatico ha un ruolo trainante nell’attuale economia mondiale. Il problema piuttosto è nella crisi italiana. Che se da una parte offre motivazioni in più per cambiare paese a molti cittadini, dall’altra crea ostacoli economici a chi pensa di andare ad investire all’estero.

Quante richieste di assistenza ricevi durante l’anno da italiani che hanno intenzione di trasferirsi a vivere e lavorare alle Filippine?

Mi arrivano moltissime richieste di informazioni, di queste il 10% circa si concretizza in una visita. Solo una piccola parte di coloro che ci fanno visita acquista infine una proprietà e realizza il progetto. Rimane comunque per noi una media di tutto rispetto. Preferiamo il numero contenuto perché solo così possiamo offrire i nostri servizi al meglio. Non abbiamo intenzione di ingrandirci, questo e’ certo.

Potresti tracciare un identikit di chi si rivolge a te?

In maggioranza si tratta di coppie italiane del centro nord, tra i 40 ed i 50 anni, in cerca di una vita più tranquilla. Più interessate alla serenità che al denaro.

Quali sono i lavori per “stranieri”?

Gli stranieri si dedicano principalmente alla gestione di proprie attività, agriturismi, resort beach, ristoranti e altro. Ottenere un lavoro dipendente è piuttosto difficile. Soprattutto per via della nutrita concorrenza dei giovani filippini solitamente molto preparati (laureati e tutti con la conoscenza di almeno due lingue) e determinati di noi occidentali.

Qual è il budget minimo per investire?

TRASFERIRSI A VIVERE E LAVORARE ALLE FILIPPINEPer un trasferimento che offra garanzie di riuscita e che includa l’acquisto di un bel terreno e la costruzione di casa e attività, bisogna poter contare su un budget minimo di 100.000 euro. Ma se si decide di fare un passo alla volta partendo dal solo acquisto della proprietà può bastare anche una cifra inferiore.

E i tempi per la realizzazione?

Al massimo in un anno si può partire con la propria attività e si possono cominciare a raccogliere i primi frutti del sogno realizzato.

Di Letizia Tiscione 29/11/2010

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