Valerio, 23 anni di Catania, lavora per un Tour Operator in Scozia

Non tutti i ragazzi alla tua età, 23 anni, avrebbero il coraggio di lasciarsi tutto alle spalle per vivere una nuova esperienza in una terra lontana.

Quale è stato il motivo determinante che ti ha spinto a lasciare la tua città natale?

Ho deciso di lasciare la Sicilia e precisamente Catania, perché, pur essendo una terra baciata dal sole, non era in grado al momento, di offrire quello che noi giovani vorremmo, in termini di crescita professionale e di stabilità economica. Inoltre mi è sempre piaciuto viaggiare, ma non da turista e così ho deciso di mollare tutto e scappare.
In questa mia scelta, per fortuna, ho avuto anche l’appoggio dei miei genitori. Non hanno cercato di farmi cambiare idea, perché sanno che, se ho scelto di fare questo passo, è perché ne sarei stato capace. Adesso vogliono mandarmi anche mio fratello minore! Da questo punto di vista, mi ritengo fortunato: contrariamente alla mia, le famiglie dei miei amici sono spesso in contrasto con questo tipo di decisioni, credono che partire sia qualcosa di sbagliato e vorrebbero avere i figli sempre dietro l’angolo per poterli “controllare”. Ho spesso notato che questa forma di controllo porta i giovani ad essere pigri e sfaticati senza voglia di intraprendenza, senza voglia di imparare o di crescere.
Credo che i giovani oggi dovrebbero smettere di perdere tempo all’università dietro casa stando sulle spalle dei genitori, siamo nella comunità europea e come “cittadini europei” bisogna imparare a relazionarsi. Devo però precisare che il trasferimento non lo definirei definitivo, ma solo transitorio. Prima o poi troverò la mia meta definitiva.

Quindi la tua scelta è stata dettata dalla mancanza di prospettive per un avvenire sicuro?

Su questo non posso esserne certo visto che io un ottimo lavoro lo avevo, però molto probabilmente sarebbe stato difficile cambiarlo con un altro totalmente differente. Io, a differenza di molti altri che conosco, non concepisco il concetto di “lavoro fisso”. Quello che voglio dire è che ognuno di noi dovrebbe essere libero ed avere la possibilità di fare esperienze, di provare, di cambiare lavoro e capire quale potrebbe essere quello più adatto a se stessi. Spesso i ragazzi si autoconvincono che nella vita vogliono fare una determinata professione quando poi alla fine non sanno che potrebbero fare qualcos’altro di molto più soddisfacente. Il problema in Italia è che l’avvenire sicuro è dato dal “lavoro fisso” che oggi scarseggia pure. Credo che dovrebbe essere differente, conosco gente qui a Edimburgo che cambia lavoro ogni anno, ma hanno comunque la certezza di un avvenire sicuro.

In Italia dunque lavoravi?

Facevo il mediatore creditizio ed era abbastanza remunerativo. Iniziai in un ufficio di consulenza finanziaria e assicurativa come impiegato, poi scoperte le mie possibilità da venditore, iniziai a studiare e una volta ottenute le conoscenze necessarie mi ritrovai subito immerso in una attività che mi piaceva, mi permetteva di passarmi certi capricci e nello stesso tempo mi dava la possibilità di stare a contatto con la gente in diverse parti della regione. Finalmente non ero più rinchiuso in ufficio! Avevo raddoppiato il mio stipendio e nel frattempo avevo la mia indipendenza sul lavoro.

Ed ora a Edinburgh, che attività svolgi?

Quando decisi di partire, sapevo già che non sarebbe stato tutto rose e fiori. Non potevo certo aspettarmi di lavorare in una banca sin dal primo giorno. Iniziai (come spesso molti ragazzi fanno) a lavorare come cameriere nei ristoranti Italiani. Un inferno, orari assurdi, paghe minime, mance sottratte dai proprietari… Io però sapevo, che a differenza di altri, li dentro ci sarei stato poco. Giusto il tempo di perfezionare la lingua… E così fu. Dal ristorante italiano passai ad uno migliore, dopo qualche settimana mi presero allo Sheraton Hotel. Anche lì, lavoravo come cameriere presso il Santini Restaurant che è gestito dalla stessa compagnia alberghiera. Tutto sembrava andare meglio, orari normali, paghe minime ma almeno era un ambiente meno stressante e più vivibile. Anche lì durò poco. Finalmente dopo qualche mese, ricevetti una telefonata da un Manager di un Tour Operator. Iniziai quasi da subito con questa nuova compagnia con la quale lavoro ancora oggi a distanza di più di un anno ormai. E’ un lavoro stupendo, mi permette di incontrare moltissima gente, di viaggiare e di ampliare le mie conoscenze giorno dopo giorno. Durante l’inverno, quando fa freddo, me ne sto in ufficio a preparare il lavoro estivo e durante l’estate invece si parte in giro per la Scozia con i gruppi di turisti provenienti da tutte le parti del mondo. Esperienze emozionanti che non dimenticherò facilmente.

Ti senti gratificato da questo lavoro o speri in qualcos’altro?

Mi sento davvero gratificato dal lavoro attuale, ma come dicevo in precedenza non sono ancora certo se questo sarà il mio lavoro definitivo. La speranza in qualcos’altro per me è l’ultima a morire. Sicuramente Edimburgo non sarà la città dove passerò la mia vita, voglio provarne di altre e ovviamente il lavoro è uno dei fattori più importanti per scegliere un nuovo posto. Sicuramente dopo la laurea andrò qualche anno in Spagna per imparare la terza lingua ed in seguito, molto probabilmente, punterò verso l’Australia.

È stato difficile apprendere la lingua?

Purtroppo l’inglese scolastico che insegnano in Italia, a mio parere, non serve a nulla. Ho studiato per 8 anni la lingua inglese e devo dire che è stata solo una perdita di tempo. Ho dovuto ricominciare dall’inizio e pian piano ho imparato. Se non ti “immergi” sarai pure bravo nel superare gli esami universitari, ma non sarai in grado di comunicare in modo disinvolto con la realtà giornaliera che ti circonderà. Molti potranno non condividere la mia opinione riguardo all’insegnamento dell’inglese nelle scuole statali in Italia, ma vi assicuro che ho visto molti giovani appena usciti dai licei linguistici che non erano in grado di capire o esprimersi nemmeno in situazioni semplici come per esempio chiedere da che parte si trova la stazione ferroviaria!

Il lavoro che svolgi ti permette di stare a contatto con tanta gente, specialmente ragazzi, è facile riuscire a comunicare?

Oltre al mio lavoro, sono anche uno studente universitario. Mi ritrovo ogni giorno circondato da molte persone provenienti da tutte le parti del mondo. Devo dire che non ci sono grossi problemi, basta studiare un po’ e poi buttarsi nella pratica giornaliera. Certamente nei primi mesi si avranno delle difficoltà che col tempo andranno via. E’ difficile abituarsi a diversi accenti e non solo quello scozzese ma anche americano e australiano. Ci sono inoltre ragazzi come me, provenienti da tutto il mondo, la cui prima lingua sicuramente non è l’inglese.

Viene molta gente dall’Italia?

Di turisti ne vedo moltissimi! Di ragazzi italiani che cercano lavoro si, ne vedo molti ma mai quanto a Londra o Dublino. Anche per questo ho scelto Edimburgo, proprio per evitare il contatto con persone che parlano la mia stessa lingua e perdere tempo nell’apprenderne un’altra.

Quando hai deciso di trasferirti definitivamente a Edinburgo?

E’ successo esattamente ad agosto del 2009 dopo essere tornato per la seconda volta in vacanza in questa favolosa città.

Come sei stato accolto?

Edimburgo è ormai una città piena di stranieri e come in tutte le città affollate non puoi aspettarti un’accoglienza come quella che ricevevano gli italiani arrivati 30 anni fa. Ormai arrivare da un’altra nazione non è più una novità, è una routine. Nonostante tutto, sono tutti simpaticissimi e pronti a darti una mano.

Ti senti ancora un po’ straniero o sei riuscito ad integrarti bene nella nuova realtà?

Mi sono integrato bene, ogni volta che vado in vacanza e torno mi sento a casa.

Nel momento in cui hai messo piede in questa nuova città, hai avuto paura? Quali sono state le tue emozioni?

Paura no, anzi entusiasmo. Al massimo puoi essere preoccupato di fallire ed è la che capisci che tipo sei. Se sei forte vai avanti, se invece ti fai prendere dallo sconforto è ovvio che te ne torni indietro.

Cosa ti manca di Catania?

La lista sarebbe interminabile, mi mancano gli amici del liceo, mi manca il dialetto siciliano, la lingua italiana, mi manca la cassata siciliana, i cannoli alla ricotta, il mare, il sole, l’Etna in eruzione, che spettacolo! Mi manca quel modo di vivere dove per tutto “c’è tempo” contrariamente a qui dove per tutto “si corre”. Mi manca il pane, la vera pizza, la pasta alla norma, la granita alla mandorla macchiata al caffè. So che ci tornerò solo alla fine… però quello che mi manca è la mia terra.

Nel settore lavorativo ed economico, Edinburgh è molto diversa dall’’Italia?

Nonostante la pesante crisi che si è sentita qua ad Edimburgo si. Trovare un lavoro è molto più semplice e difficilmente ci si trova di fronte a casi di raccomandazione o simili. Esistono i JobCentre dove chi ha bisogno di una mano riceve tutta l’assistenza necessaria. Se poi perdi il lavoro, il governo ti aiuta immediatamente pagandoti l’affitto e dandoti un sussidio settimanale fin quando non ti rimetti in carreggiata.

Bene, e culturalmente?

E’ una città medievale ricca di storia, culla del celebre Sir Walter Scott. Ci sono diverse attività culturali in ogni momento dell’anno. Per tutto il mese di Agosto si celebra il Fringe Festival, conosciuto in tutta Europa dove artisti di qualunque genere si fanno conoscere per le vie della città vecchia e la sera in antichi teatri o piazze dando prova della loro doti artistiche. Sono tutti molto interessati alla cultura in genere. Non è difficile salire su un bus e vedere il 90% delle persone leggere un libro.

E’ facile trovare un posto di lavoro a Edimburgo?

Trovare un posto di lavoro a Edimburgo non è difficile. L’unico problema è che se non hai il “Job Title” ti devi accontentare di un lavoro manuale, almeno all’inizio. Non credo che la fortuna bisogna cercarla, sono del parere che ognuno di noi è in grado di disegnare il proprio destino. Bisogna essere forti e volere realmente qualcosa in cui si crede, la fortuna se la cerchi non si fa trovare. Io sono scappato lasciando un lavoro a tempo indeterminato con un contratto ottimo e uno stipendio base di 1800 euro mensili.

Perché hai scelto proprio Edinburgh?

Quando ero in vacanza ho conosciuto una ragazza… Siamo stati in contatto per un po’ e poi con la scusa di andarla a trovare ho deciso di restarci.

Prima di approdare a Edinburgh, sei stato in qualche altra città?

Ho viaggiato un po’ alcune città europee, ma non ho mai vissuto in qualche altra città prima di Edimburgo (eccetto la mia Catania ovviamente).

Se tu potessi tornare indietro rifaresti le stesse scelte?

Sono del parere che bisogna sempre ampliare le proprie conoscenze, partire, fare esperienza e poi decidere sul da farsi, senza mai tornare indietro. Se fai qualcosa è perchè in quel momento ti sentivi di farla. Se poi si rivela sbagliata o meno è stata una tua scelta che ti serve da insegnamento. E’ meglio tentare e fallire anzichè vivere con il rimorso di non aver mai tentato.

Sicuramente sei partito per quest’avventura con delle aspirazioni

Più che con aspirazioni sono partito con dei dubbi… Dubbi che pian piano si trasformano sempre più in certezze.

E ora, che progetti hai per il futuro?

Il mio progetto è quello di avere una attività o un lavoro che mi permetta di continuare il mio viaggio per il mondo fin quando non deciderò la mia dimora fissa. Dimora in un posto con un clima caldo tutto l’anno, vicino al mare e senza dovermi preoccupare dell’ “arrivare a fine mese”. Chiedo troppo?

Tornerai mai in Italia?

Me lo chiedo spesso. La risposta ancora non saprei dartela.

Di Nicole Cascione 31/10/2011

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