Viaggiare come meta partire da soli

La vera libertà, secondo Luca, inzia nel momento in cui si decide di partire da soli

VIAGGIARE COME META: “Nel momento che il tuo cervello percepisce l’idea di partire arriva quella chiamata che ti smuove lo stomaco, ma credo sia davvero importante partire da soli, il partire da soli comporta un inevitabile senso di responsabilità, un azzeramento totale con il passato, partire con un amico o un conoscente creerebbe un inerzia tale da restare nel tuo personaggio mentre invece dal primo passo dopo la porta di casa sei già una persona diversa”.

Viaggiare come meta partire da soliCiao, mi chiamo Luca ho 31 anni

Sono nato a Torino ma nelle vene scorre il sangue caldo del meridione e la passione per il sole di un isolano (Sardegna).
Viste le origini, il mio DNA è a forma di valigia di cartone con globuli rossi in canottiera, quindi il salto fuori dal mio paese non è stato traumatico, ho sempre avuto la passione per il sole e il mare, ho studiato elettronica e telecomunicazioni, ma me la cavo bene con tutto quello che è manuale, dalla falegnameria alla meccanica ( è questo spesso mi ha tolto dai problemi in molte parti del mondo).

Viaggiare come meta partire da soliLa voglia di partire da soli

E’ arrivata subito dopo il servizio militare (19/20 anni) è stato quasi automatico. Ho scoperto quanto fosse importante la libertà il giorno che mi è stata tolta. Anche se solo temporaneamente. Per questo credo che il militare sia davvero utile. Non perché io creda nelle armi, anzi, ma perché per la prima volta nella vita di una persona normale si prova la sensazione di non poter andare dove si vuole, mangiare ciò che si vuole. Anche solo stare svegli con la luce accesa, esserne privati, ci fa apprezzare la libertà.

Viaggiare come meta partire da soli

Partire da soli e libertà

Per me la libertà è quella sensazione che ti prende lo stomaco quando stai per partire senza sapere dove arriverai. Quella che ti può far spingere ai confini del mondo senza una ragione logica e razionale. Quel potere di scelta che ti permette di essere felice anche sapendo di fare la cosa più stupida. Quella sensazione che ti fa sentire vivo in mezzo al Borneo a petto nudo sotto una pioggia torrenziale. E ti fa sorridere tanto da farti venire da piangere.

Viaggiare come meta partire da soliPartire da soli: il primo viaggio

Quando intrapresi il mio primo viaggio avevo circa 19 anni. Non avevo mai vissuto all’estero prima. 27 euro in tasca e le idee confuse scritte su un pezzo di carta accartocciato ad un biglietto aereo. Non sapevo cosa volessi dalla vita. Ma avevo chiari esempi di quello che non avrei voluto. Quindi scartando tutte le opzioni convenzionali diventano prevedibili anche quelle irrazionali. Ero così incosciente da partire con 27 euro in tasca. Ma grazie a quel gesto ho scoperto me stesso. Elencare tutti i posti dove sono stato negli ultimi 11 anni sarebbe inutile perché anche se per me sono stati molti paesi in realtà è sempre lo stesso unico magnifico emozionante viaggio che ancora percorro.

Viaggiare come meta partire da soliPerchè partire da soli

Il rito del viaggio è sacro. Non importa per dove. Non è la distanza che rende importante il viaggio. Nel momento che il tuo cervello percepisce l’idea di partire arriva quella chiamata che ti smuove lo stomaco. Ma credo sia davvero importante partire da soli. Il partire da soli comporta un inevitabile senso di responsabilità. Un azzeramento totale con il passato. Partire con un amico o un conoscente creerebbe un’inerzia tale da restare nel tuo personaggio. Mentre invece dal primo passo dopo la porta di casa sei già una persona diversa. Per riempire un vaso di acqua fresca prima bisogna svuotarlo. Per lo stesso motivo parto con la valigia semivuota, non sai mai cosa puoi incontrare nel cammino. Poi durante il viaggio si conoscono personaggi incredibili.

Mi chiesero:”Ma come si fa a viaggiare 11 anni senza essere ricchi sfondati?”

Basta la volontà, spirito di adattamento e una buona dose di fortuna mista a pazzia totale. Questo è il mix esatto, devi sentirlo.

Viaggiare come meta partire da soliIo non ho iniziato viaggiando, io ho iniziato SCAPPANDO, poi il continuo scappare si è trasformato in viaggiare, con il tempo le esperienze ti portano alla consapevolezza. Ma passiamo alle esperienze vere e proprie: eravamo rimasti a 27 euro, giusto. Nel giugno 2000 avevo in tasca la misera somma di 27 euro ma la voglia di andarmene era tanta.

Quindi dopo vari tentativi ho preso contatti con un agenzia di animazione che cercava un tecnico del suono, presi la palla al balzo e dopo 24 ore mi trovavo in Sardegna, wow biglietto pagato, livello 1 superato, lavorai cinque mesi poi presi i soldi e mi pagai il biglietto per il viaggio successivo, finivo in un posto, lavoravo e vivevo li per un periodo, a contatto con la gente locale.

PARTIRE DA SOLI: è diverso stare li come turista

Cosi via via come le caselle di un gioco da tavolo finivo per saltare da uno stato ad un altro, Grecia, Egitto, Spagna, appena arrivato alle Canarie sentii una fortissima sensazione che mi prese al mio arrivo in aeroporto, la prima boccata d’aria calda e pulita mi riempii i polmoni, una voce interiore mi ripeteva “ finalmente siamo riusciti a perderci come si deve” in questi tempi moderni non sappiamo più cosa vuol dire perdersi.

E’ una sensazione ancestrale che ci fa sentire padroni di noi stessi fino alla parte più profonda di noi, mi fermai a Tenerife due anni, ho lavorato per un po in un hotel, poi presi i brevetti da sub e comincia a lavorare in un Diving center, poi aprii un’agenzia di location per il cinema, ossia trovavo posti meravigliosi e suggestivi, li proponevo e organizzato tutto per le riprese, location, trasporti, tutto quello che riguarda la logistica, stava andando tutto bene poi di nuovo la voglia di ripartire ha preso il sopravvento ma questa volta ad un livello superiore e via…

Partire da soli: Nuova Zelanda, Australia, Indonesia, Thailandia, Micronesia, Polinesia, Messico…

Insomma una volta iniziato è difficile fermarsi, quando scopri il mondo come fai a dire basta, ad ogni modo se tanto dovevo stare fuori dal mio paese cosa importa se stavo a S. Marino o alle Fiji.

Viaggiare come meta partire da soliIn Nuova Zelanda e Australia Lavoravo in un acquario visto i brevetti, in Asia ZINGAREGGIO PURO, un giorno sono finito vicino alle isole Cook nel Pacifico solo perché avevo scommesso con me stesso che avrei messo piede nel posto più lontano in assoluto da dove sono nato, in realtà calcolando il posto esatto su questo pianeta più lontano da Torino si trova in mare, ma diciamo che il pezzo di terra più lontano da dove son nato sono riuscito a toccarlo

Ora per andare più lontano di così sarei obbligato ad andare nello spazio

Mi sono trovato su questa spiaggia se avessi fatto un solo passo in più in qualsiasi direzione, sarei stato inevitabilmente più vicino a casa, una sensazione che ti fa capire che tutte le barriere di razze, lingue e religioni sono state messe dagli esseri umani, in quel momento non ti senti più etichettato ma sei parte integrante di questo pianeta, non di un solo paese non di una nazione, ma sei parte del mondo e stai esercitando il tuo diritto alla libertà.

Viaggiare come meta partire da soliDi lavori ne ho fatti tanti, ma non dimentichiamoci che il lavoro è un mezzo non il fine! Io lavoravo per viaggiare non viaggiavo per lavoro, anche se di questi tempi ci fanno credere che sia un lusso avere un lavoro fisso in realtà il vero lusso è poter scegliere ancora da soli per la propria vita, la vita non è niente di più che il tempo che abbiamo a disposizione, quindi se mi togli del tempo mi togli della vita, bisogna impiegare questo bene prezioso per fare quello che ci fa stare bene.

Spesso quello che ci fa stare bene non coincide con quello che ci fa guadagnare a livello economico

Ma la qualità della vita non si misura in dollari, ho visto gente in Asia con i piedi nel fango tagliando riso essere più felice di molti dirigenti di banca in Italia, quindi è davvero tutto soggettivo, una volta che capisci questo concetto il tuo rapporto tra tempo-soldi cambia radicalmente e automaticamente cambiano i tuoi desideri.

Se avessi aspettato di avere i soldi per viaggiare sarei ancora in aeroporto con i soliti 27 euro ma 12 anni dopo, quindi se senti di farlo fallo e basta, non ci saranno mai le condizioni ottimali per partire, ne economiche ne affettive, per pulire un oggetto bisogna inevitabilmente sporcarne un altro è una legge universale.

Non si può dire che abbia mollato tutto nel vero senso del termine, semplicemente ho seguito uno stile di vita tutto mio

Non vuol dire che sarò sempre in giro come un anima in pena o come diceva mio nonno “giri come un cane senza padrone” ma anche solo essere libero per un periodo relativamente lungo della vita ti insegna a vedere le cose sotto una prospettiva diversa, alla fine ci illudiamo di trovare chissà cosa fuori dal confine ma in realtà siamo noi ad essere diversi appena fuori da casa!
Prima di mollare tutto, casa affetti, consiglio di prendersi un periodo per stare davvero da soli, vai su una montagna anche solo trenta giorni, se riesci a sentire la tua voce senza impazzire allora sei pronto per mollare tutto.

Il viaggiare molto ti crea dei sintomi che se fosse un lavoro gli esperti lo definirebbero come una deformazione professionale. Per molti anni ho viaggiato con la stessa valigia. Quando vedevo qualche oggetto in una vetrina il mio cervello lo escludeva a priori. Per il semplice fatto che magari non entrava in valigia o era pesante. Mi sono chiesto, se per anni ho usato solo quello che avevo in valigia allora tutto quello che sta fuori dalla valigia in realtà è superfluo, non ne ho veramente bisogno.

Il fatto di essere nato in Italia a livello burocratico mi ha permesso di visitare tutti i paesi che mi interessavano

Non avevo mai pensato quanto sia facile per un europeo entrare in un paese estero. Me ne resi conto solo vedendo alcuni amici argentini e messicani che si sono visti negare il visto in Australia. Spesso diamo per scontato tutto del nostro paese, ma ha i suoi vantaggi a volte. Dieci anni fa, quando inizia a girovagare, era tutto più semplice, ora tutto si fa più complicato. Ci vogliono mille visti, mille assicurazioni, biglietti di andata e di ritorno, non si può più improvvisare molto.

Lavorare all’estero spesso è più facile e meno vincolante (tranne in U.S.A…visti e burocrazia interminabile), si possono trovare lavori addirittura giornalieri, Messico e Asia. Ma le paghe non sono delle migliori. Se uno intende fermarsi in loco per un periodo va più che bene. Impensabile pagarsi un biglietto aereo in rupie indonesiane, meglio uno scambio alla pari sul posto. Se invece una persona ha necessità di avere delle buone entrate e vivere in un bel posto consiglio l’Australia. Una volta ottenuti i visti si può trovare un lavoro ben pagato. Anche senza essere super qualificato, il rapporto stipendio costo della vita è ancora favorevole.

Purtroppo la pressione fiscale in Italia è schiacciante e non lascia possibilità ai giovani

In Nuova Zelanda (Auckland) ho conosciuto ragazzi di 25 anni che si sono comprati una casa facendo come lavoro i giardinieri. Pulivano i giardini e i vialetti, hanno aperto una ditta e dopo 5 anni di lavoro si sono comprati una casa. In Italia un giovane di buona volontà è da ritenersi fortunato se riesce a pagarsi un affitto in un appartamento condiviso. Sono queste le cose che mi hanno spinto a guardare oltre.

Credo sia facile integrarsi in qualsiasi parte del mondo se non si punta alla scalata. Se non devi fare carriera facendo le scarpe al prossimo. Se non devi possedere oltre misura, diventa facile integrarsi perché se riesci a vivere per il gusto di farlo. Allora la gente ti vedrà per quello che sei e non per quello che devi essere per ottenere i tuoi obbiettivi. Ad ogni modo mi sono integrato bene quasi in ogni parte del mondo dove sono stato. In Asia è più difficile per noi occidentali vuoi per la lingua e per la cultura. Ma se riesci a lasciare fuori il latino sangue caldo e chiassoso, puoi assorbire una parte di forza che ti accompagnerà per sempre.

Partire da soli: il mio paese mi manca sempre, nel bene e nel male, ma la vita è una sola

Nel tempo che ci è stato concesso dobbiamo cercare in tutte le direzioni possibili la nostra felicità. Sono nato nel paese più completo del mondo ed è proprio per questo che ho avuto gli strumenti per capire e viaggiare. Non rinnego mai le mie origini anzi ne vado fiero, (specie quando vedo la cucina Zelandese). Un giorno mentre ero nel Outback australiano cantando canzoni italiane degli anni ’60, mi resi conto che era ora di tornare a casa per un po’.

Mi è capitato di trovarmi su di un’isola della Micronesia per qualche mese. Senza corrente, nè telefoni, nè internet e a volte senza acqua dolce. Vivevo in un villaggio di circa 80 persone, i primi giorni sono stati bellissimi poi le cose cambiano. Tutte le nostre comodità da occidentali ti mancano. Anche un semplice gesto come aprire un rubinetto per farsi una doccia diventa utopia.

Partire da soli: Allora mi resi conto di quanto abbiamo a casa nostra e come lo sfruttiamo male

Ci hanno abituato a lavorare parecchio per consumare molto e in fretta. Invece la vita lì era diversa. Ma tutto sta nel doversi adattare alla natura e non adattare la natura ai nostri bisogni infiniti. Un giorno il capo villaggio Waia un samoano di 180 kg mi vide scrivere pensieroso sul mio libretto di appunti. Scambiammo due parole sui problemi di noi occidentali, mi fece un chiaro esempio, mi disse: “

La vedi quella pianta di banane la in fondo? Noi non abbiamo fatto nulla per farla crescere è sempre stata lì. Il sole gli da la forza e la terra il nutrimento, in questo che merito ne abbiamo noi? Le banane non sono fatte per essere vendute, nè trasportate nè esasperarne le coltivazioni. Vanno semplicemente mangiate, è un regalo che ci è stato fatto.”

Quello che mi fece più impressione è che in un’isola tanto piccola con 80 persone non ci fossero rifiuti, tutto riutilizzato. Noi in Italia buttiamo due buste della spesa piene di spazzatura al giorno a testa

Allora mi chiedo quale parte del mondo è quella civilizzata?

Non posso dare consigli su quale parte del mondo varrebbe la pena trasferirsi perché ogni posto a modo suo è speciale. Dipende da con che occhi lo si guarda. Il posto più bello del mondo è quello dove ti trovi a tuo agio con chi ti sta intorno e con te stesso. Quindi non importa se scappi in Nepal o semplicemente cambi isolato. Ho scoperto che il viaggio più difficile di tutti è quello che facciamo senza muoverci. Ma se proprio devi muoverti non importa dove vai ma devi perderti per forza. Altrimenti è una gita guidata non un viaggio.

Partire da soli: cosa farei se avessi 20 anni pochi soldi in tasca e voglia di vedere il mondo?

Una sola parola “Oneworld ticket” ossia con un solo biglietto aereo puoi fare il giro del mondo in 12 mesi
– Passo uno: fare un lavoro qualsiasi per mettere insieme 1500 euro, non è impossibile!!
– Passo due fare dei visti, Australia e altri a preferenza. Australia Work and Holidays Visa importante per fare rifornimento di fondi (meglio se nel periodo di raccolta frutti… soldi rapidi).
– Passo tre partire con il minimo indispensabile.
– Passo quattro dimenticarsi di tutto il resto, anche solo per un anno, al ritorno la tua vita sarà sotto sopra come un calzino, avrai conosciuto così tanta gente da poter essere ospitato in tutte le parti del mondo per i prossimi dieci anni… buon divertimento!

Acolta l’anteprima del brano di Luca: Luca Napoletano – Mollo Tutto
Blog: http://27euro.blogspot.it
Email: luckedeejay@yahoo.it

Di Massimo Dallaglio 07/09/2012

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