Vivere in Canada facendo il cantautore

Antonio Piretti, in arte Toz, è un cantautore che dal 2009 riesce a sopravvivere cantando e suonando in Canada! Anche se da qualche anno trascorre parecchi mesi anche in Germania per motivi familiari.

Suona per le persone che sono in metropolitana, quattro o cinque ore al giorno per quattro giorni su sette, oltre a fare la comparsa in produzioni cinematografiche e televisive.

Pensate che i suoi ultimi due album sono solo su USB Pen Drive!

Vivere in Canada facendo il cantautore

“Il fatto di avere la licenza per suonare nelle metropolitane di Toronto mi permette di avere un incasso quotidiano che copre i costi.

Ho un programma giornaliero relativo alle mie esibizioni, con orari, stazioni, posizioni, eccetera… Il tutto è molto ben organizzato ed è anche un buon modo per aumentare il fan base …e magari vendere qualche CD o USB Stick Pen Drive!

Non è facile, però: le condizioni atmosferiche alle volte non sono clementi!”

Vivere in Canada facendo il cantautore

Da quando, io e mia moglie, abbiamo avuto la prima bimba (ora abbiamo anche un maschietto), abbiamo iniziato a passare parte dell’anno anche in Germania, vicino ad Hamburg, per avere così il supporto dei nonni tedeschi nell’accudire i bambini.

Al momento mi trovo lì, ho da poco finito un tour molto particolare, “Not Only a Currency”, svoltosi per l’Europa da giugno fino alla fine di settembre, con una bicicletta e una chitarra!

È stato un progetto molto avventuroso che mi ha portato in 16 Paesi europei, percorrendo km 6125 e suonando House Concerts per chi mi ospitava lungo il tragitto.
Il MEI (Meeting Etichette Indipendenti) mi ha dato visibilità e promozione.

Avevo tanti altri partner, ciascuno forniva un servizio o un supporto specifico: con la pandemia, tutti i concerti erano stati cancellati e non avevo altra strada che organizzare concerti per le famiglie che mi ospitavano dandomi vitto e alloggio, supportando così gli house concerts.”

Vivere in Canada facendo il cantautore

Dove abitavi prima, in Italia? Di cosa ti occupavi?

Abitavo a Bologna e ci torno quasi una volta all’anno. Lì ho avuto un’azienda: organizzavo eventi, serate nei locali, viaggi… era un laboratorio di feste ed eventi sul tempo libero e sul divertimento!
Avevo creato un bel giochino ma alla fine il richiamo della musica è stato più forte.

Quando sono partito il mio socio ha continuato a gestire l’attività ma, purtroppo, un po’ per la crisi e un po’ perchè non ero più presente, si è materializzato un calo notevole del lavoro.
Al momento è totalmente ferma, vista la pandemia.

Come hai preso la decisione di trasferirti in un Paese diverso?

Ero fidanzato con una ragazza canadese con la quale convivevo a Bologna da diversi anni. È stata lei a manifestare il desiderio di tornare a casa a Toronto: le mancava la famiglia…
Ho accettato di provare insieme questa nuova sfida.

La relazione è finita meno di un anno dopo il nostro trasferimento in Canada! Invece… con la musica riuscivo a realizzare il mio sogno: vivere di musica. Quindi sono rimasto…

Vivere in Canada facendo il cantautore

 Parlaci del tuo sito!

Inizio col dire che non credo nei social media: sono pilotati da algoritmi basati su numeri e, cosa peggiore, sono in cerca di denaro (più investi e più sarai visibile) ed il tutto è demotivante.

Inoltre non mi interessa farmi i fatti degli altri. Ho i profili attivi su tutti i social perché non posso non esserci. Cerco di limitarmi a postare eventi o notizie riguardanti il mio progetto musicale tralasciando la mia vita privata.

Dopo questa premessa, il mio sito è ciò che spero mi rappresenti: cerco sempre di aggiornarlo, è diviso in sezioni, una di queste è un diario; ho caricato da poco “aforismi” e pensieri che mi hanno accompagnato nel periodo universitario, concetti che mi hanno guidato nei momenti difficili e che cerco di applicare quotidianamente.

Sul sito si può ascoltare la mia musica e farsi un’idea di chi sono …e magari prendere qualche gadgets dei vari tour effettuati, uno più pazzo dell’altro!

Vivere in Canada facendo il cantautore

Quali sono le differenze sostanziali fra la scena musicale italiana e quella canadese?

Le differenze sono tante.

Qui in Canada c’è più energia, più carica; si può provare.

In Italia ci sono troppi costi per niente, la gente non ti carica, non ti incentiva. Accade spesso, nei locali, che le persone chiedano di avere un tavolo più distante dal palco per non essere disturbati…
In Canada è il contrario! Addirittura i locali cercano di tenere le finestre aperte per far sentire che c’è qualcuno che suona, come forma di attrazione!

In Italia se suoni per strada sei un “poveretto”, non ti vedono come un musicista ma come un accattone mentre la cultura del busker in Canada c’è: non sei un poveretto ma un artista che ci sta provando, che si sta esibendo, e se piace ciò che fai le persone si fermano per complimentarsi, supportando, dimostrano di averli toccati nel profondo…

La differenza principale è proprio la gente: l’entusiasmo delle persone, la curiosità nell’ascoltare un artista che si esibisce, il dare la possibilità di esibirsi…

Proprio in questo l’Italia invece pone limiti e barriere non da poco; pensate solamente ai soldi che un locale deve pagare alla Siae solo per permettere a qualcuno di suonare… È assurdo, per eventi piccoli dove si radunano poche persone non ha senso richiedere pagamenti che pongono un ostacolo alla performance dell’artista!

In Canada la Socan (la Siae italiana) si paga solo per eventi di un certo rilievo, con un prezzo all’ingresso e con un certo numero di persone che aderiscono. Questo fa si che si possa avere la possibilità di esibirsi senza che nessuno paghi nulla!

Poi, se al pubblico piace ciò che fai, ti darà di tasca loro la mancia (“pay what you can”), nel recipiente che si pone sempre all’ingresso del locale (o della stanza, ecc…).

In Nord America c’è la mentalità del dare la mancia, del riconoscere che si sta facendo un qualcosa… È scontato: se gradiscono daranno il loro contributo.
Questo, in Italia, è molto raro che si verifichi! In Italia è il locale che “dovrebbe” pagare la band, eccetera…

Questi sono anche i motivi che mi tengono fuori dall’Italia: lì il mio progetto musicale non mi darebbe la possibilità di sopravvivere.

Viaggi?

La musica mi porta in tantissimi posti.

Dal 2015 ho fatto tour in Canada e in Europa, molto belli ed alcuni anche decisamente avventurosi (puoi vedere video e foto in questa sezione del mio sito).

Vivere in Canada facendo il cantautore

Quali sono, a parer tuo, i pregi e i difetti del Canada?

Il pregio più grande è che se si ha voglia di fare lo si può dimostrare e trarne i benefici.

Sui difetti ci sarebbe un discorso troppo lungo da fare… La società è basata sulle mance, quindi sul fare qualcosa per qualcos’altro. Il denaro è veramente al centro, offuscando i valori fondamentali dell’essere umano.
Non voglio essere negativo ma solo sintetizzare un concetto sociologico profondo esistente in Nord America e che pone i nordamericani in differenza con gli europei.

Nella vita ho sempre cercato di prendere il positivo di ciò che mi stava succedendo. Ogni località potrà fornirmi stimoli e possibilità, le occasioni bisogna comunque sempre andarsele a cercare.

Dove ti immagini fra tre anni?

Non lo so, so solo che avrò scritto nuove canzoni e sarò migliorato musicalmente parlando. Studio tutti i giorni chitarra e piano: so che devo migliorarmi per potermi esprimere al meglio.
Spero di riuscire a crescere e far crescere il mio progetto musicale, dovunque mi trovi.
C
omunque i bambini saranno cresciuti! Si avvicinerà il momento di decidere dove fermarsi: fra quattro anni dovranno andare a scuola.

Che consigli daresti a chi vuole trasferirsi in Canada?

Armatevi di grande determinazione e carica, provate, provate, provate fino a quando le porte non si aprono!

Ma continuate sempre, che non si è mai arrivati: il percorso è lungo!

Dateci dentro ma è importante che abbiate la consapevolezza di essere sulla giusta strada. Come? Stando nel percorso che vi rende felice, che non sempre coincide con gli stereotipi che la società ci vorrebbe insegnare!

Passo dopo passo, con tenacia e forza d’animo, il tempo è galantuomo…

Di Francesca Neri
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