Alla scoperta della paradisiaca Same in Ecuador
Foto di Gonzo1887 da Pixabay

Same è una piccola splendida località di mare della costa dell’Ecuador e nonostante negli ultimi anni siano aumentate le costruzioni, il posto ha mantenuto tutta la pace e l’atmosfera che la caratterizzano da sempre. Per raggiungere Same è necessario partire ad esempio dall’aereoporto Fiumicino, cercando voli economici con Skyscanner con destinazione Ecuador.

Alla scoperta della paradisiaca Same in Ecuador
Foto di Gonzo1887 da Pixabay

Arriviamo a destinazione

grazie a un’amica proprietaria dello chalet dove alloggeremo per tutto il tempo e devo ammettere che veniamo accolti in maniera davvero sontuosa. La costruzione è a due piani, di cui uno costruito totalmente in legno e ha uno stile estremamente tropicale, senza per questo rinunciare alle comodità e all’igiene. Se v’interessa farvi un’idea, date pure un’occhiata qui. La zona è circondata da alberi tropicali particolarmente fertili di cocco, papaya, banana, banana verde e tanto altro ancora. Tutto naturalmente liberamente disponibile.

Sistemiamo i bagagli e la cuoca ci prepara alcuni bolon (banana verde bollita, macinata a cui viene aggiunto formaggio e successivamente fritta). La cui consistenza e la forma ricordano non poco gli arancini di riso. Ci rilassiamo dopo mangiato tra amache e sdraio e ci lasciamo conquistare dalla pace che pervade Same.

Gli unici suoni presenti sono quelli degli animali

tra cui instancabili galli che di fatto cantano a qualunque ora del giorno. E purtroppo anche della notte, ma ci si fa presto l’abitudine. La temperatura è ottima, fa un po’ caldo ma si sta benissimo all’ombra.

Alla scoperta della paradisiaca Same in Ecuador
Foto di Alejandro Miranda da Pixabay

Dopo questa pausa decidiamo di fare un giro per la spiaggia che si trova a meno di 100 metri da casa nostra.
La sabbia è gialla e ci facciamo una passeggiata, cedendo alla tentazione di raccogliere conchiglie e ostriche, dai colori e dalle dimensioni incredibili, un vero spettacolo per gli occhi. Tornando c’imbattiamo in un gruppo di pescatori che stanno per andare a pescare nella notte. E ci diamo appuntamento il mattino dopo alle 7 per acquistare eventualmente qualcosa. Perdiamo totalmente la cognizione del tempo e non guardiamo mai l’orologio, regolandoci per lo più con i ritmi solari. La sera ceniamo con empanadas di formaggio e gamberi, accompagnate da spremuta di mango (tutto freschissimo).

Il giorno dopo andiamo dai pescatori

e con appena 5$ (circa 4€) acquistiamo ben 3 aragoste che lasciamo alla nostra fidata cuoca affinchè ce le prepari a cena. Facciamo colazione con majadito (banana verde a scaglie con cipolla, formaggio e burro). E una sanissima spremuta di papaya per poi andare alla volta di Atacan, una cittadina a circa 20 minuti di macchina da Same. Qui tutto è davvero molto caratteristico e vero. Con quei bar e quelle persone che abbiamo imparato a conoscere nei film ambientati in sudamerica.

Facciamo anche un po’ di shopping

acquistando prodotti dell’artigianato locale e soprattutto alcune bellissime camicie tipiche indigene con decorazioni ricamate a mano.
A pranzo decidiamo di mangiare in una delle tantisse cevicherie che si trovano vicino alla spiaggia. Il ceviche è un piatto tipico sudamericano costituito da una zuppa fredda composta da cibolla, erbe, olio, ketchup, sale, succo di limone (o d’arancia). E a cui a piacere vengono aggiunte quantità abbondanti di calamari, ostriche, gamberi, pesce e cozze. Il tutto a soli 5$.

Quando torniamo a Same, ceniamo con le aragoste accompagnate da succo di melone e more. Discutendo tra di noi,

ci rendiamo conto che stiamo mangiando davvero benissimo

e soprattutto in maniera sana come forse mai in vita nostra e spendendo cifre tutto sommato irrisorie. Vivere in un posto come questo non sarebbe affatto male e neanche irrealizzabile. Visto che nella zona ci sono tantissimi terreni in vendita e che i prezzi non sono altissimi (60-80$/mq). Per il momento non ci resta che andare a riposare, sognando questo luogo paradisiaco per tanto, tantissimo tempo.

Di Sandro Cannatella 08 – 01 – 2012

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