Antonio, 40 enne, decide di trasferirsi a vivere in Spagna a Valencia. Antonio, pugliese di nascita, si trasferisce a Bologna per lavoro ma un giorno, stanco delle tante vicissitudini accadute, decide di evadere dall’appiattimento politico e sociale italiano per andare alla ricerca del “ben vivere” trasferendosi a vivere a Valencia.
Mi chiamo Antonio ho quasi 40 anni e sono nato in Puglia, nella provincia di Taranto ed esattamente a Massafra. Fino a giugno dello scorso anno ho lavorato ininterrottamente ricoprendo ruoli direttivi per importanti aziende nazionali della grande distribuzione e della distribuzione organizzata, terminando la mia esperienza nella compagnia leader nel settore profumerie.
Ho vissuto a Bologna gli ultimi 9 anni della mia vita ed è da lì che ho preparato i bagagli per l’ennesima volta per partire alla ricerca del “ben vivere”. A volte nella vita facciamo passare troppe cose senza dargli il giusto peso, tante altre pretendiamo di sapere tutto di tutti non considerando che ognuno di noi ha il diritto di “vivere e lasciare vivere”.
I motivi della partenza
Quello che mi ha fatto cambiare l’approccio con la vita sono sicuramente state le circostanze negative e, in primis, il passaggio a miglior vita di entrambi i miei genitori. Proprio in occasione dell’ultimo lutto, ho cominciato a unire i tasselli di quello che avevo vissuto fino a quel momento. Mi sono reso conto che alcune cose non quadravano o non erano andate come speravo.
Ero stanco delle tante vicissitudini accadute e volevo evadere dall’appiattimento politico e sociale che stiamo vivendo in Italia. Premetto che non mi è mancato mai niente, anche a costo di grandi sacrifici, specialmente da parte della mia famiglia. Le partenze non sono mai belle perché ti lasci alle spalle tutto quello che hai vissuto. Sia i ricordi positivi sia negativi, oltre agli affetti che ancora mi legano all’Italia. Ma per fortuna la voglia di riprendere in mano il mio “Io” ha prevalso su tutto il resto.
Perché scegliere Valencia
Rientrato a Bologna per lavoro, ho cominciato a ragionare su quale Paese straniero poteva darmi quello che cercavo e allora ho cominciato a parlare con amici, raccogliere informazioni, passare le notti al computer e alla fine quasi come dopo una lunga gravidanza, arriva la decisione: vado in Spagna, destinazione Valencia!
In verità le mete contese di questo fantastico Paese erano tre: ovvero Madrid, Barcellona e appunto Valencia. La prima l’ho scartata perché, pur essendo una città spettacolare per la movida e l’arte, è troppo caotica. E, aspetto principale, non ha il mare! E allora vi chiederete perché non Barcellona: troppo caotica, cosmopolita e poi si parla troppo catalano per le strade.
Alla fine ho scelto Valencia per il connubio che investe questa città. Sole, temperature gradevoli durante l’anno, arte, storia e modernità. Organizzare il viaggio non è stato molto difficile né tantomeno ho dovuto fare richiesta di documentazione particolare (siamo sempre in Europa). Oltretutto ho comprato i biglietti necessari alla mia partenza e le altre prenotazioni tramite il “benedetto” computer.
Quello che più di tutto mi ha impressionato di Valencia
Sono stati gli abitanti stessi e la loro proverbiale tranquillità. Per strada non è inusuale che la gente ti dica “no pasa nada”. Come per dirti stai tranquillo non succede niente. In secondo luogo mi ha stupito il loro vivere la vita all’aperto. Anche a dicembre è facile vedere le terrazze dei locali con gente seduta ai tavoli. E infine mi ha sorpreso la Malvarrosa, una spiaggia con il lungomare ricca di incantevoli attrazioni. Meta di surfisti e in generale di tutti gli appassionati di sport acquatici (non dimentichiamo che questa città è stata sede della Americas Cup nel 2007).
Ma adoro tutto di questa città. La Città delle Arti e delle Scienze e il suo spettacolare Oceanografico, il Turia. L’immenso letto del fiume che attraversa la città, dal quale è stato deviato il percorso delle acque (a seguito di una inondazione violenta durante gli anni ‘50-‘60). E nel quale è possibile praticare qualsiasi sport all’aria aperta o semplici passeggiate.
Oltre agli aspetti della vivibilità, non dimentichiamoci che questa è una città ricca di tradizioni culinarie. Prima fra tutte da ricordare la Paella (quella che tutti conoscono come piatto tipico spagnolo è nata proprio a Valencia). E la horchata, una bevanda dal gusto particolare e molto dissetante, e tanto altro ancora.
La lingua
La Spagna è un Paese molto simile nei modi di fare all’Italia per cui è stato facile sentirsi accolto appena atterrato, inoltre la lingua molto simile alla nostra mi ha aiutato parecchio. Ma non pensate che non abbia avuto difficoltà con l’apprendimento. Ho dovuto frequentare una scuola e gli scambi linguistici (lo spagnolo è difficile come tutte le lingue se vuoi parlarlo in modo colloquiale. Altro è se vieni qui e pensi di aggiungere la “s” ad ogni finale per farti capire).
Per fortuna ho avuto la responsabilità di non sperperare quello che guadagnavo con il mio lavoro e adesso posso permettermi di vivere senza l’ansia di non riuscire ad arrivare a fine mese.
Spagna e gli affari
La Spagna come ben sappiamo attraversa come altre nazioni europee una pesante crisi, i cui dati sono a disposizione di tutti. Per cui non mi sento di dire a nessuno di trasferirsi da queste parti per trovare lavoro. Ma se volete fare un’esperienza rigenerante e ritrovare i valori del “ben vivere ” allora questo è il posto giusto. Per chi volesse trasferirsi in Spagna e fare affari, questo sicuramente è il momento più propizio. Tutto costa molto poco, comprese le case o l’eventuale gestione di locali.
Progetti per il futuro e il ben vivere
Al momento mi occupo di consulenze commerciali. Sono in contatto con vari amici in giro per il mond. Con i quali ci scambiamo informazioni per l’avvio di un’eventuale attività in proprio legata al turismo e all’accoglienza dei turisti.
Per il momento non so se rientrerò in Italia definitivamente ho preso l’abitudine a non fare progetti a lungo termine. Preferisco lasciare che l’acqua scorra e mi conduca a prendere le scelte giuste, sempre e comunque. Ricordatevi che se “VIVIAMO E LASCIAMO VIVERE”, tutti potremo sperimentare il ben vivere.
Di Simona Cortopassi 02/04/2013