BARBARA E ALBERTO HANNO APERTO UN DIVING CENTER A PLAYA DEL CARMEN
Barbara Biasi, milanese, ha sempre lavorato come assistente istruttore diving in Kenya, a Cuba, alle Maldive, a Zanzibar, e, nel ruolo di guida subacquea in villaggi turistici e nei diving center.
Fino a quando nel 2004 ha deciso di trasferirsi in Messico a Playa del Carmen, per aprire insieme al suo compagno Alberto un diving center tutto loro.
“…Non è più la Playa del Carmen di 14 anni fa, la meta gettonatissima di turisti da tutto il mondo, dove tutto sembrava possibile. Oggi non si deve pensare di venire qui e improvvisarsi.
Le persone che qui hanno avuto successo sono i professionisti non gli improvvisati. Vediamo spessissimo aprire e chiudere negozi alla velocità del suono!”
Partiamo dalle presentazioni: di dove sei, cosa facevi prima di partire per il Messico?
Sono di Milano, laureata all’Università Cattolica in Lettere moderne, ho preso il primo brevetto di immersione a 22 anni, completando in fretta il percorso per diventare divemaster, la qualifica necessaria per supervisionare attività subacquee e assistere le attività di addestramento di studenti subacquei.
Ho cominciato a lavorare come assistente istruttore e ben presto la mia passione per il mare mi ha portata lontano da casa: sono stata in Kenya, a Cuba, alle Maldive, a Zanzibar, nel ruolo di guida subacquea in villaggi turistici e nei diving center.
Diventata istruttrice PADI (Professional Association of Diving Instructors, l’organizzazione leader nell’addestramento all’immersione subacquea www.padi.com) ho continuato a lavorare qua e là all’estero e anche per una scuola di diving a Milano, fino a quando nel 2004 ho deciso di trasferirmi a Playa del Carmen, per aprire insieme al mio compagno Alberto un diving center tutto nostro.
E la laurea in Lettere moderne l’hai tenuta nel cassetto?
In parallelo all’attività subacquea ho collaborato come giornalista per le riviste Aqua e Sub, tanto per restare in tema…
Come sei arrivata a Playa del Carmen?
Era una meta che sognavi o ti è “capitata”?
Sono arrivata a Playa perché 14 anni fa ero qui per lavoro.
Il posto mi è piaciuto, ho visto che potevo fare qualcosa di mio e ci sono ritornata.
C’erano altre mete che mi piacevano, ma questa mi è sembrata la migliore dal punto di vista della stabilità politica e religiosa.
È stato difficile aprire un’attività, lo hai dovuto pianificare molto tempo prima?
E il trasferimento? Visto, passaporto, alloggio… hai dovuto faticare?
Quando mi sono trasferita io, forse era tutto un po’ più semplice. Ogni cosa è stata pianificata.
Si entrava nel Paese con un visto turistico per poi chiedere il permesso di lavoro e a quel punto il visto veniva rilasciato direttamente in aeroporto.
Per quanto riguarda l’alloggio, all’inizio abbiamo dormito in un piccolo hotel, giusto il tempo per trovare una casetta in affitto.
Com’è la tua giornata tipo?
La sveglia è alle 6:50 per essere al diving alle 7:45.
L’appuntamento con i clienti è fissato verso le 8:20, poi si prepara tutto per le uscite al mare e in cenote (grotte naturali dentro le quali ci sono enormi pozzi d’acqua dolce dove è possibile immergersi, ndr).
La maggior parte delle volte esco come guida o per accompagnare gli studenti dei corsi.
Il rientro dal mare è previsto alle 12:30. Se non ci sono altri gruppi di immersione impegnati ai cenote chiudiamo per la pausa pranzo e poi riapriamo alle 5 del pomeriggio fino alle 7.
Se, invece, ci sono in corso delle visite ai cenote può capitare di restare in negozio direttamente e a volte può anche succedere di organizzare anche delle immersioni nel pomeriggio.
Quanto ha inciso il fatto di avere un partner che condividesse il tuo sogno?
Ti ha fatto sentire meno la nostalgia dell’Italia?
O in ogni caso avresti continuato la tua avventura?
Sicuramente avere un compagno con cui iniziare questa avventura l’ha resa per alcuni aspetti più semplice, nel senso che nei momenti difficili ci siamo dati supporto a vicenda.
Nostalgia dell’Italia non ne ho mai avuta.
Tanto per darti un’idea, la prima volta che sono rientrata in Italia erano passati 3 anni dal giorno in cui sono partita!
Raccontami qualcosa della tua attività.
A Pluto Dive www.plutodive.com organizziamo immersioni subacquee in mare e agli spettacolari cenote presenti nei dintorni di Playa del Carmen, in più diamo la possibilità di seguire i corsi per il conseguimento dei brevetti PADI e abbiamo un negozio di attrezzatura da sub.
La mia attività è stupenda e, come per ogni lavoro, se ti piace è molto più semplice.
Ma non è tutto rose e fiori. Per esempio, il lavoro di ufficio è un aspetto che odio, ma essendo un’attività in proprio naturalmente non posso evitarlo!
Tutta la parte di lavoro che, invece, si svolge in mare e quella relativa ai corsi è meravigliosa.
È un lavoro stancante ma molto gratificante, che si può fare fino a quando hai passione: saper trasmettere ai clienti l’entusiasmo è fondamentale perché loro per primi si sentano soddisfatti.
Il giorno che non ci sarà più passione dovrò smettere!
Come deve essere un istruttore diving modello?
Quali sono secondo te le qualità imprescindibili per diventare un bravo istruttore di sub?
Credo che non esista un istruttore modello. Un buon istruttore è una persona che innanzitutto ci sappia fare con il pubblico.
Noi lavoriamo con turisti… perciò è imprescindibile essere sempre sorridenti, gentili e, ovviamente, è molto importante dimostrarsi affidabili e professionali.
L’attività subacquea va fatta prima di tutto in sicurezza.
Cosa consiglieresti agli italiani che desiderassero trasferirsi a Playa del Carmen?
Il consiglio che posso dare è che tutte le attività devono essere fatte secondo le regole e le leggi del Paese.
Non è più la Playa del Carmen di 14 anni fa, la meta gettonatissima di turisti da tutto il mondo, dove tutto sembrava possibile.
Oggi non si deve pensare di venire qui e improvvisarsi.
Le persone che qui hanno avuto successo sono i professionisti non gli improvvisati.
Vediamo spessissimo aprire e chiudere negozi alla velocità del suono! Ma se sei bravo, professionale e hai l’idea giusta ce la puoi fare.
Come sono gli abitanti di Playa del Carmen? È un posto sicuro per vivere?
Cultura e ritmi sono molto diversi rispetto all’Italia.
La vita è senz’altro più rilassata e sì, fino a oggi ritengo che Playa del Carmen sia sicura.
Domanda di rito: ti manca l’Italia? Ci torneresti?
L’Italia non mi manca. Mi mancano alcuni amici e parte della mia famiglia.
Ma una cosa la devo dire: adesso, dopo tanti anni, torno volentieri a Milano una volta l’anno, per le vacanze, e come turista mi piace sempre.
Se tornerei a viverci? Potendo scegliere no!
Email: info@plutodive.com
Sito: www.plutodive.com
Playa del Carmen, Quintana Roo, Messico
Tel. 52 – 1 984 – 15.19.046 / 52 – 1 984 – 15.19.045
Di Valeria Grandi