Laura Bergamin ha scelto di aprire un ristorante italiano in Thailandia a Pattaya. Cucina cibo rigorosamente all’italiana, come faceva in italia, occupandosi personalmente delle forniture italiane e della preparazione dei cibi.
Ciao Laura, di dove sei e cosa facevi quando eri in Italia?
Sono nata nel 1964 a Chieri, ridente cittadina della provincia di Torino sotto la collina, dove ho vissuto fino a 32 anni, diploma magistrale, lavori vari a Torino, matrimonio a 30 anni. Dopo 30 anni a Chieri io e mio marito e mio figlio ci trasferimmo prima nel cuneese, per poi sbarcare nell’entroterra ligure nei primi anni 2000, dove aprii il mio primo ristorante in un paesino di 30 anime e un flusso di turisti stranieri che apprezzavano i miei ravioli e il mio cinghiale e il coniglio alla ligure e il pesto…
Quando e perchè è arrivata la voglia o la necessità di lasciare l’Italia?
12 anni di cucine…prima nell’entroterra ligure, poi sulla costa…passai da cinghiali e conigli a gamberoni e calamari e orate e cozze e vongole… Una separazione, un figlio quasi maggiorenne, un nuovo compagno.
Due inverni fa, durante una lunga e triste stagione invernale ligure in un ristorante sulla spiaggia, battuto dalle maree e dai venti di tramontana, cominciai a pensare che il lavoro che facevo lì, avrei potuto farlo ovunque… Cercai su internet, trovai un annuncio di un ragazzo che stava rilevando un ristorante a Pattaya e cercava un socio cuoco, minimo investimento….ovviamente non ero ricca…
Ero combattuta. Il mio compagno attuale è tedesco, avrei potuto andare a Monaco di Baviera a fare la dipendente in un ristorante italiano con buon stipendio e tutte le agevolazioni della Germania. Pattaya non mi ispirava…conoscevo la Thailandia ma Pattaya era un posto che avrei sempre evitato… but business is business… decisi per Pattaya! Mio figlio mi diede il benestare.
Avevi già avuto esperienze all’estero per lunghi periodi prima di partire?
No, solo piccole vacanze mensili… ma ero attratta molto dall’oriente e dal modo easy di affrontare le cose…. e anche dal pensiero buddhista…una vacanza in Nepal, un giro di un mese in Thailandia anni prima….
Perché hai scelto proprio Pattaya in Thailandia?
Pattaya non è la mia città ideale, direi solo una rampa di lancio per fare qualcos’altro in futuro, magari in Cambogia o in paesi che stanno risalendo la china molto velocemente… Pattaya è satura di turisti e di attività commerciali europee…
Sei partita da sola o con il partner?
Sono partita con il mio compagno di vita tedesco, che mi avrebbe seguita anche a Capo Nord, credendo al 100% nelle mie capacità culinarie e di “guerriera”…
Come avete affrontato/risolto il problema del visto permanente?
Io ho il Non-Immigrant B per lavorare, lui essendo oltre cinquantenne ed avendo un piccolo deposito bancario in Germania, ha ottenuto il Non-Immigrant O rinnovabile annualmente.
In che cosa consiste la tua attività?
Ho un ristorante italiano che si chiama “LA TAVERNA DEL PASSATORE”, in Soi Buakhao a Pattaya, di fronte al nuovo Pattaya City Hospital, io sono la chef con il mio socio Sendi, che si occupa della sala e dei clienti. Cucino cibo rigorosamente all’italiana, come facevo in italia, occupandomi personalmente delle forniture italiane tipo pasta e formaggi, dell’acquisto del pesce fresco al mercato di Naklua, e della preparazione dei cibi.
Oltre a questo per cosa altro si distingue la tua attività?
Siamo due italiani che lavorano, in prima persona. I clienti son contenti…vedono in me probabilmente la mamma che cucina cibo genuino….Delego il minimo indispensabile al personale thai, perché non è mai la stessa cosa…Il nostro ristorante è in un Soi molto tranquillo, senza traffico, senza polvere, silenzioso e circondato di piante che coltivo e curo personalmente, la pulizia è al primo posto, nel bagno c’è sempre la carta igienica e il sapone e…io e Sendi non ci risparmiamo mai due chiacchiere piacevoli con i clienti!
Quali differenze sostanziali riscontri a livello lavorativo rispetto all’Italia?
I turisti sono veri turisti, Vengono qui in vacanza per divertirsi veramente, Non sono in paranoia per aver speso troppo o che devono pranzare alle 12 e cenare alle 19, perché i bambini vogliono così., Noi apriamo alle 17 ma magari c’è già qualche affamato alle 16,30 che si è appena svegliato dalla notte brava e che viene ad elemosinare un buon piatto di pasta alla carbonara! Il lavoro per me è lo stesso, ma non esistono periodi di bassissima stagione tipo novembre o febbraio in italia, qui bene o male c’è sempre gente…e i negozi e i mercati sono aperti sempre, tutto disponibile a qualsiasi ora, un sogno!!!
C’è sempre qualche carrettino che passa davanti al mio ristorante e casualmente vende proprio quei limoni di cui son rimasta senza…o quei funghi…o la frutta per la macedonia….. Nel giorno libero solitamente vado in piscina all’aperto, tutto l’anno, acqua fresca e pulita, leggo, ascolto musica, oppure in qualche spiaggetta con poca gente e buon cibo thai…
Il cellulare non squilla quasi mai, i miei rapporti con l’Italia li intrattengo su internet, non ho la macchina ma un motorino elettrico senza targa e senza patente e senza benzina e senza uso del casco con cui ho fatto anche un trasloco!
Com’è avvenuta la tua integrazione in una realtà locale così differente da quella italiana?
Non nego con qualche difficoltà…il mio lavoro è il mio lavoro e non mi spaventa…posso fare anche il pesto alla ligure con le peanuts o le noci se non trovo i pinoli…
Il problema maggiore in questo paese sono i dipendenti, e solo quando sei qui ti rendi conto di quello che accade. Il lavoro vero per loro non ha nessuna importanza, vengono, non vengono, arrivano un’ora dopo e sorridono come se fosse tutto a posto, le difficoltà di comunicazione sono grandi per non dire immense. Differente linguaggio, differente scrittura, differente religione e way of life….
L’Italia oramai è per te un ricordo, hai nostalgia, cosa ti manca?
Mi manca l’alternarsi delle stagioni, i piedi freddi d’inverno e il piumone a letto(ma quanti soldi per il riscaldamento e per stivali e piumini e sciarpe e guanti!) Mi mancano i miei amici, ma verranno a trovarmi piano piano prima o poi….
I miei genitori 80enni si sono comprati un pc e hanno installato “solo Skype “ e mi vedono quasi ogni giorno e mi trovano in ottima forma…. Guardo il meno possibile la tv, mi intristisco per i morti suicidi di Equitalia e tutto il resto, per Berlusconi che non verrà mai condannato, per tutti i disoccupati ed in ogni istante penso di aver fatto una scelta giusta, just in time!
Vivere in Thailandia sotto quali aspetti è meglio che in Italia ? E sotto quali aspetti è peggio?
A Pattaya fa caldo, Di notte, di giorno, in ogni stagione dell’anno. L’umidità è altissima, in cucina patisco come ad agosto in italia, solo che qui è sempre agosto, 12 mesi all’anno. Ho perso 11 kg, il mio metabolismo è cambiato ma anche la mia alimentazione… pochissimo pane, pochissimi salumi e formaggi… molta frutta fresca, buonissima e disponibile in ogni momento del giorno e della notte, verdure, poca carne, pesce fresco…
La burocrazia in confronto all’Italia è uno scherzetto, basta pagare quando richiesto e quasi tutti i problemi vengono risolti (non esiste ASL e non abbiamo registratore di cassa). Ma non bisogna sgarrare su visto o work permit, quando l’Immigration Police arriva entra in cucina e fotografa subito me e il mio socio che lavoriamo, poi dopo ci chiedono il permesso di lavoro e il visto sul passaporto. Non sei in ordine? Manette e caricato sul SUV diretto alla police, in galera finchè non paghi, e non poco…
Cosa consiglieresti ad altri che desiderassero seguire le tue orme e aprire un ristorante italiano in Thailandia?
Di andare in paesi ancora in via di sviluppo qui vicino, tipo Cambogia o Laos, meno cari , secondo me Pattaya è un mercato saturo, o fai qualcosa di diverso oppure soccombi…
Che tipo di lavoro/attività/investimento è conveniente praticare per un italiano in Thailandia?
C’è una lista molto lunga di lavori proibiti on Thailandia ai Farang che s iamo noi europei…qualsiasi lavoro manuale, artigiano, architetto, impiegato, commesso…cosa rimane???
Pensi che ci siano molti italiani che vivono a Pattaya?
Una marea… pensionati… gente con dei redditi in italia che qui ti permettono di vivere dignitosamente… persone con appartamenti in italia, affittati o attività in gestione…
In definitiva, consiglieresti Pattaya come meta per espatriare o più per una vacanza?
Io consiglierei di venire qui in vacanza,,,anche quasi annualmente con un reddito fisso in italia…perché voler lavorare o aprire attività??? se hai 1000 euro mensili in italia tipo pensione o qualche proprietà immobiliare da reddito,e qualche soldino d’emergenza in banca, chi te lo fa fare di aprire una attività qui e spendere 1500 euro all’anno per visto e work permit???
Di Massimo Dallaglio 19/09/2013