Daniele, lasciare l'Italia per trasferirsi a lavorare a Londra

Daniele Coda, Senior Marketing & Product Manager

Per Daniele Coda inserirsi in nuove realtà non è mai stato un problema. Nato ventisette anni fa da madre inglese e padre italiano, ha già trascorso un paio di anni in giro per il globo. Per lavoro o per passione, nonostante la sua giovane età, ha accumulato una gran bella fetta di esperienze in paesi stranieri. Sono particolarmente incline agli spostamenti, racconta. Poi sono fortunato – aggiunge – anche perché non ho mai avuto problemi con l’inglese, mia madre è Londinese, mi ha insegnato la lingua sin da piccolo.
Ma partiamo dal principio. Fino alla maggiore età ha vissuto ad Ascea, comune della provincia di Salerno, è stato allora che ha pensato che era arrivato il momento di fare le valigie, e come tanti altri studenti italiani, è partito alla volta di Roma, dove ha frequentato la Kingstone University. Nella capitale ha vissuto due anni poi, dopo una serie di stage e di esperienze lavorative in giro per il Belpaese, è salito sul primo volo per gli States e si è trasferito a New York per un anno. L’esperienza in America mi ha aperto la mente, confessa. Da tre anni, però, vive a Londra.

27 anni vissuti appieno i tuoi e sempre con la valigia pronta o sbaglio?

Daniele, lasciare l'Italia per trasferirsi a lavorare a LondraIn effetti, sì, negli anni ho cercato di cogliere al volo tutte le opportunità che mi si sono presentate davanti, senza farmi troppe domande. Ho studiato a Roma, ma nel 2006 mi sono laureato a Londra. Ho fatto un’esperienza di stage presso Cinecittà, celebre sede dell’industria cinematografica italiana, poi ho vissuto a Milano e a New York. Qui ho lavorato rispettivamente per Richmond Italia e Giorgio Armani, ovviamente sempre nel settore marketing. Tutte queste esperienze mi hanno profondamente segnato, sia dal punto di vista personale che da quello lavorativo, sono cresciuto e maturato molto. È per questo motivo che, dopo la mia ultima esperienza in Italia, come marketing executive in Terravision, ho maturato l’idea che era arrivato il momento di ripartire. La realtà lavorativa del nostro paese mi stava piuttosto stretta.

Quindi?

Ho cominciato a inviare curricula in giro per l’Europa finché sono stato contattato da American Express. La società di servizi finanziari era pronta ad offrirmi un impiego nella sede di Londra. Non potevo certo farmi sfuggire quest’occasione, così ho accettato e sono partito alla volta della capitale britannica, dove vivo ormai da tre anni. All’inizio lavoravo nel cambio, in altre parole mi occupavo di promuovere il nostro sistema di pagamenti telematico internazionale. Studiavo il cambio su base giornaliera per capire quali opportunità di marketing ci potessero essere.

Oggi, invece, di cosa ti occupi?

Lo scorso gennaio ho avuto una promozione, sono passato da Senior Marketing Executive a Senior Marketing & Product Manager. Tanto per intenderci mi occupo dell’awareness e dello sviluppo del prodotto per la carta aziendale Co Brand British Airways. In particolare curo la relazione commerciale con British A e mi occupo di trovare nuovi potenziali clienti per il reparto vendite.

Beh, interessante. Suppongo che tu sia molto soddisfatto della tua vita professionale?

Direi proprio di sì, non potrei chiedere di meglio.

Come si svolge la tua giornata tipo?

La mattina la mia sveglia suona abbastanza presto. Mi alzo alle sette, anche se il mio ufficio è facilmente raggiungibile grazie a poche fermate di metropolitana. Vivo in centro, condivido un appartamento con una ragazza londinese, per cui ci metto davvero poco per arrivare a lavoro. La mattinata va avanti tra riunioni e appuntamenti vari. A pranzo se ce la faccio vado in palestra. Per il ritorno a casa, invece, non ho orari precisi.

Lavoro a parte cosa fai a Londra?

Daniele, lasciare l'Italia per trasferirsi a lavorare a LondraSto seguendo un MBA, un Master in Business Administration, presso l’University di Westminster. Mi sono iscritto per completare la mia formazione ma ora American Express si fa carico delle rette che dovrei pagare io. È una specie d’investimento, con orgoglio posso dire che ha voluto puntare su di me.

Immagino sia una gran bella soddisfazione.

Beh, certo. In American Express non conta chi sei o da dove vieni, contano le idee. Amex è una società sempre aperta gli investimenti, se giustifichi un ritorno, ti lascia carta bianca.

Come trascorri il weekend?

Tutti i venerdì dopo il lavoro vado al pub con i colleghi, qui è un’abitudine ormai consolidata, serve a rafforzare i rapporti con le persone con le quali si sta a contatto tutti i giorni. Gioco a calcio con i miei amici, vado in giro per la città. Qui il tempo passa molto velocemente.

In che senso?

Le persone vanno sempre di corsa. La vita è frenetica, è anche per questo motivo che è molto difficile stabilire dei legami duraturi con le persone. Ho molti amici stranieri, anche perché Londra è una città che riunisce moltissime etnie, ma preferisco gli italiani decisamente. È come se Londra fosse una nazione a se stante, io personalmente mi sento sempre di passaggio.

Cos’è che proprio non ti piace di Londra?

La cultura del bere, d’altronde è risaputo che i pub sono il cuore della vita sociale degli inglesi.

Cibo, clima, affetti, cos’è che ti manca dell’Italia?

Daniele, lasciare l'Italia per trasferirsi a lavorare a LondraIl cibo non mi manca per niente, anche perché avendo una mamma inglese, non sono mai stato un italiano DOC, poi qui non mancano i luoghi dove potersi rifocillare a suon di pizza o pasta. Quello che mi manca sopra a ogni cosa è un ambiente familiare, qui sono circondato da gente che viene dalle più disparate parti del mondo, in Italia invece non ci sono molti stranieri.

Se dovessi descrivere la tua vita con tre aggettivi quali useresti?

Emozionate, frenetica e veloce.

Un consiglio a chi avesse intenzione di mollare tutto?

Buttatevi, non fatevi frenare dalla paura o dalla lingua, l’inglese si impara facilmente. Ho conosciuto gente che è arrivata qui partendo da zero, senza avere cognizione della lingua, ma che oggi ricopre incarichi di rilievo.

Di Antonella Santomauro 28/11/2010

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