Emanuele ha creato un ecovillaggio in Thailandia nelle foreste vicine a Surat Thani

Emanuele, romagnolo classe 1968, nel 2005 decide di partire per la Thailandia e poco dopo strappa il biglietto di ritorno e con i suoi risparmi decide di aprire un bar in “terza linea”…  poi aprì un nuovo bar in “prima linea”, accumulando debiti. Il locale ebbe un notevole successo ma al momento della vendita buona parte del suo capitale è stato perso grazie a persone e procedimenti che non sono poi molto distanti dai nostri meccanismi nazionali.

Senza più nulla di intestato, niente auto, no social network, niente cellulare, ripulito, con gli ultimi risparmi e senza più debiti, Emanuele parte in moto per inseguire il sogno di una comunità in grado di convivere in simbiosi con la Natura.

Oggi questo sogno si è trasformato in realtà! Gaarawé Khao Sok un progetto pianificato, eco-sostenibile, economicamente autosufficiente:

“…Dopo un’estesa ricerca in tutta la Thailandia, abbiamo individuato le terre ideali per sviluppare questo progetto nella regione di Khao Sok (Phanga – Surat Thani) un eco-villaggio a vocazione turistica che include attrazioni agresti ed organizzazione eventi nella natura tra parchi nazionali, fiumi cascate e foreste incantate, e tutto ciò che i futuri soci e abitanti saranno in grado di realizzare.
Il progetto sara’ autofinanziato, e basato sull’economia dell’ auto-sufficienza e con la permacultura come linea guida, sin dalle prime fasi di progettazione. Una Comunità, aperta e tutta da inventare in un luogo ricco di risorse, che possa diventare di ispirazione per l’umanità.”

Emanuele ha creato un ecovillaggio in Thailandia nelle foreste vicine a Surat ThaniCiao Lele, vuoi presentari ai lettori di Mollotutto?

Mi chiamo Emanuele Cerri, classe 1968 (quella della rivoluzione), romagnolo di Cattolica, cresciuto proprio sotto il meraviglioso parco San Bartolo che inizia la sua dolce salita in Romagna e la termina venti chilometri più avanti nelle Marche.

Cosa facevi quando eri in Italia?

La mia educazione è stata fin da ragazzino cosmopolita: tedeschi, inglesi, francesi, svedesi…
nei nostri luoghi si impara presto il termine “turismo di massa”.


Poi ho cominciato a lavorare nel ristorante di mio padre: pelare le patate, mescere la birra alla spina, sparecchiare i tavoli e così via.

In quegli anni credevo di avere un futuro nello sport (salto in alto e decathlon), ma poi un incidente in motorino mi ha compromesso i legamenti del ginocchio.

A capodanno del 1982, quando avevo 14 anni, è capitata l’occasione di lavorare al Paradiso di Rimini, e lì è iniziata la mia carriera in diversi locali: aiuto cameriere, barman, capo barman, direttore, gestore, F&B, cuoco, oste. Poi a ventun anni ho aperto un locale mio, “La Rocca pub ristorantino”, fino al 2004.

Sono gli anni in cui sono cresciuto con la consapevolezza di una responsabilità: avere un’attività significa iniziare a capire il meccanismo (che definirei diabolico) che regola le attività commerciali ed economiche in  Italia, ho capito infatti che le difficoltà maggiori non sono il saper cucinare bene, l’offrire ai clienti il miglior servizio e il miglior sorriso; la vera difficoltà è stata riuscire a non affogare in un mare fatto di regolamenti e di tecnicismi che mettono a dura prova anche il più preparato dei burocrati.

Il 2004, dopo la vendita del locale, mi porta a fare esperienze per fare cassa. Volo a Capo Verde dove lavoro come manager F&B in un villaggio turistico, poi in Sicilia, Capri, Sardegna…

Infine una bellissima esperienza con il circo degli Orfei di Nando e Ambra trasformato in discoteca. 


Emanuele ha creato un ecovillaggio in Thailandia nelle foreste vicine a Surat ThaniQuando e perché è arrivata la voglia o la necessità di lasciare l’Italia?


L’11 settembre 2005 mi concedo finalmente una vacanza, scelgo la Thailandia.


Allora avevo un problema con i denti e per risolverlo in Italia avrei dovuto sborsare tra operazione e apparecchio 10-12 mila euro. Avevo spesso sentito parlare della qualità delle cliniche thailandesi e dei loro costi bassi, così ho deciso di andare al Bangkok Hospital per farmi fare un preventivo.

Quando il dentista mi ha detto che sarei dovuto restare in Thailandia per almeno un anno, ho aperto il marsupio e strappato il biglietto di ritorno. In banca avevo solo 10 mila euro, che ho investito per aprire un bar in terza e ultima fila.

Al tempo credevo di riscuotere le cambiali mensilmente e così dopo due anni ho fatto un leasing e ho aperto un bar in prima linea, accumulando debiti, questa volta siamesi.

Il locale ha avuto un notevole successo, ma anche qui le cose non sono poi molto diverse dall’Italia e al momento della vendita buona parte del mio capitale è stato perso grazie a persone e procedimenti che non sono poi molto distanti dai nostri meccanismi nazionali.

Senza più nulla di intestato, niente auto, no social network, niente cellulare, ripulito, con gli ultimi risparmi e senza più debiti, parto in moto…

Emanuele ha creato un ecovillaggio in Thailandia nelle foreste vicine a Surat ThaniAvevi già vissuto all’estero per lunghi periodi prima?

A Capo verde per tre mesi, brevi periodi in Germania per un’operazione all’occhio e vacanze.

Perché hai scelto proprio la Thailandia?

L’ultima volta perché il biglietto era in offerta e il volo era previsto il giorno dopo.

Sei partito da solo o con la tua partner?

Quale partner, allora!

Come hai affrontato/risolto il problema del visto permanente?

Sono qui da nove anni e ancora non si è risolto, la Thailandia è un paese difficile e di permanente c’è solo la vita e la morte.

E poi uno straniero rappresenta un affare per il  sistema.

Il ricatto è che ti devi sposare o aprire una company, ma anche in quei casi non ti assicuri nulla di definitivo, e comunque sempre di ricatti si tratta.

Emanuele ha creato un ecovillaggio in Thailandia nelle foreste vicine a Surat ThaniParlaci meglio della tua attività la tua attività con il bar?

I primi sei anni ho avuto un Bar Beer, chi ha frequentato l’isola di Puket conoscerà sicuramente Patong; Un Bar Beer rappresenta l’apoteosi di quello che si può definire “il paese dei balocchi”.

In questo tipo di bar si beve molto e soprattutto si rimane ammaliati dai sorrisi e dagli inviti di quelle splendide ragazze che affollano le strade e i locali di questo quartiere.

Nel mio locale ne sono passate più di mille, la loro dignità spesso supera quella di molti nostri locali professionisti. Non c’è falsità nella loro vita non c’è soprattutto l’ipocrisia di un falso moralismo che sovente è palese in molti cosiddetti “benpensanti”.

Oltre a questo per cosa si caratterizzava la tua attività?

Per il massacrare le persone con alcool a fiumi (denaro che serve per pagare sempre i debiti delle banche, appunto). Però avevo la licenza ipocrita per farlo, e si agisce sulla mera illusione del libero arbitrio individuale. Ma ora ho una nuova vita e il mio nuovo ruolo assomiglia più a un Cristo rivoluzionario e contadino.

Emanuele ha creato un ecovillaggio in Thailandia nelle foreste vicine a Surat ThaniE adesso in cosa consiste e come si sta sviluppando la tua nuova attività e la tua nuova vita in Thailandia?

Un Progetto tutto Italiano aperto a potenziali sognatori seriamente desiderosi di cambiar vita, non lontano da Phuket…

Tutti noi abbiamo un sogno nel cassetto, ma non tutti abbiamo il coraggio e la forza di realizzarlo.

Ecco che questi ragazzi italiani, forti di esperienze ecologiche e comunitarie, e già da tempo residenti nel regno di Tailandia, si sono riuniti in un sogno comune di auto-sostenibilita’ ed armonia con la natura.

Il sogno di una comunità di esseri umani, in grado di convivere in simbiosi con la Natura, si è trasformato in un progetto pianificato, eco-sostenibile, economicamente autosufficiente e che offra un’alternativa alimentare e di stile di vita.

Dopo un’estesa ricerca in tutta la Thailandia, abbiamo individuato le terre ideali per sviluppare questo progetto nella regione di Khao Sok (Phanga – Surat Thani) un eco-villaggio a vocazione turistica che include attrazioni agresti ed organizzazione eventi nella natura tra parchi nazionali, fiumi cascate e foreste incantate, e tutto ciò che i futuri soci e abitanti saranno in grado di realizzare.

Come state finanziando questo progetto di eco-villaggio eco-sostenibile?

Il progetto sara’ autofinanziato, e basato sull’economia dell’ auto-sufficienza e con la permacultura come linea guida, sin dalle prime fasi di progettazione.
Una Comunità, aperta e tutta da inventare in un luogo ricco di risorse, che possa diventare di ispirazione per l’umanità.

Emanuele ha creato un ecovillaggio in Thailandia nelle foreste vicine a Surat ThaniQuanti siete ad oggi in questa comunità?

Ci presentiamo:
ϖ    Lele – inventore e capo dei giocattoli –  socio – operativo
ϖ    Touch – madrina del luogo – socia – operativa
ϖ    Elena – Architetto (di quelli che amano la terra) – Socia – in arrivo
ϖ    Omar – permacultura – socio – operativo in arrivo
ϖ    Manu – fisico matematico, ricercatore per il CERN – socio operativo poco poco
ϖ    Claudio – Super tutto fare dagli occhi verdi – artista – socio – volontario
ϖ    Antonio – Elettricista, esperto in metalli – Socio – sta arrivando!
ϖ    Bruno – Socio – investitore

A cosa state lavorando adesso? Cosa vi serve?

Ora serve consolidare il gruppo di investitori e di risorse umane, con esperienze in tutti quei settori ancora da sviluppare…

L’idea è di sviluppare un villaggio comunità, integrato con forme di economie sostenibili, per quanto riguarda il proprio sostentamento, e biologica per la necessità di stimolare investitori a sviluppare altri progetti individuati nei dintorni. 


All’ interno uno sviluppo che assomiglia ad un villaggio turistico, o un parco divertimenti, ma più, una fattoria contadina, o un luogo di incontri, in sintonia coi tempi della vita.

Per chi desidera saperne di più, riguardo alle intenzioni, le risorse umane e  la pianificazione del progetto può contattarci al segunete indirizzo:

Contatti: consapevoledelnulla@gmail.com

Facebook: www.facebook.com/ComunitaItalyThai?fref=photo

I bambini che cresceranno in questi luoghi saranno i Giudici del nostro futuro. Lele & Co.

Di Massimo Dallaglio

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