FABIA HA DECISO DI MOLLARE TUTTO PER TRASFERIRSI A GRIFFITH IN AUSTRALIA
Fabia aveva una vita normale a Milano che procedeva in modo sereno: aveva un buon lavoro, tanti amici e stava per comprarsi casa… ma qualcosa andò storto e non la comprò più… Anche se tutto sembrava perfetto sentiva che dentro di lei qualcosa non andava, le mancava qualcosa.
Ha iniziato un percorso personale accompagnato dallo yoga, dalla meditazione… dopo un viaggio in India decise di approcciarsi all’Ayurveda, un’antica medicina indiana, tramite un corso di massaggio ayurvedico…
E fu così che un giorno, durante una riunione, le si è accesa improvvisamente una lampadina: “Mi dimetto e vado in Australia!”
Da quel momento aveva deciso che niente e nessuno la avrebbe più fermata!
Ciao Fabia, vuoi presentati ai nostri lettori? Di dove sei e cosa facevi quando eri in Italia?
Ciao, mi chiamo Fabia, sono di San Severo, una cittadina di 50.000 abitanti in provincia di Foggia.
Dopo il liceo sono andata in Abruzzo per studiare Scienze della Comunicazione e poi a Roma dove ho preso il master in Marketing e Comunicazione. Subito dopo il master, a 24 anni mi sono trasferita a Milano per lavorare. Ho lavorato 2 anni in Sisal nel dipartimento Marketing, mi sono occupata inizialmente di organizzazione eventi e poi della comunicazione ATL (pubblicità in tv, radio, stampa…) Dopo una parentesi di qualche mese presso un’agenzia web sono stata assunta a tempo indeterminato in Swarovski dove mi occupavo di comunicazione digital.
Quando e perchè è arrivata la voglia o la necessità di lasciare l’Italia?
La mia vita a Milano procedeva in modo sereno, avevo un buon lavoro, tanti amici, hobby, tante gite fuori porta, stavo per comprarmi casa… ma qualcosa andò storto e non comprai più casa… segno del destino? Anche se tutto sembrava perfetto sentivo che dentro di me qualcosa non andava, mi mancava qualcosa.
Ho iniziato un percorso personale accompagnato dallo yoga, dalla meditazione, dopo essere stata in India ho deciso di approcciarmi all’Ayurveda, un’antica medicina indiana con un corso di massaggio ayurvedico.. tutte discipline che ti portano ad una elevata introspezione e aiutano a guardarti dentro.
A gennaio, durante una riunione, si è accesa improvvisamente la lampadina: mi dimetto e vado in Australia! Da quel momento avevo deciso e sapevo che niente e nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea.
Mi ero resa conto che lavorare 8/10 ore in un ufficio con luce artificiale, seduta avanti ad un Pc non era la vita che volevo.
Quando pensavo che tra 5 anni avrei fatto lo stesso lavoro e, per forza di cose, la stessa vita mi sentivo soffocare, come se fossi in una prigione.
Ogni giorno la stessa routine: sveglia, di corsa a lavoro, esci da lavoro tra le 19 e le 20, corri a fare la spesa, cucini, film (a metà) e il giorno dopo uguale! Praticamente il lunedì iniziavo il count down per il week end, sentivo di vivere solo il sabato e la domenica e il resto della settimana ero un robot che si svegliava la mattina per lavorare. Senza contare lo stress che ti porta un lavoro d’ufficio dove ricevi email anche all’1 di notte, il sabato e la domenica… NO, non era la mia vita.
Così dopo 6 mesi, a giugno, ho dato le mie dimissioni e a settembre sono partita.
Inutile dire la reazione dei miei genitori. Inizialmente non erano molto felici poiché stavo lasciando un lavoro certo per l’incerto.
Avevo studiato per ottenere un lavoro ed una posizione ed ora che ero riuscita nel mio intento abbandonavo la nave. Per “aggravare” la situazione un paio di mesi prima di dimettermi avevo avuto un aumento di livello. Ma anche questo non mi ha fermato, non erano i soldi o diventare qualcuno quello che desideravo, tutt’altro…volevo solo essere libera di vivere la mia vita e di seguire i miei sogni e le mie passioni. Fortunatamente i miei genitori hanno capito e non mi hanno mai fatto pesare questa scelta. Non condividono ma la rispettano.
Molti mi hanno detto di essere coraggiosa, ma io mi domando: Sono più coraggiosa io che ho deciso semplicemente di seguire i miei sogni, o le persone che pur non essendo felici decidono di continuare ad essere infelici a vita?
Avevi già vissuto all’estero per lunghi periodi prima?
Ho viaggiato tanto nella mia vita ma non ho mai vissuto all’estero. Avrei voluto farlo all’università con il progetto Erasmus ma ero fidanzata e all’epoca ho preferito evitare, cosa di cui mi sono pentita con il tempo…
Sei partita da sola o in coppia?
Sono partita da sola. Se voglio crescere e affrontare i miei limiti e le mie paure non posso partire in coppia. Non è una vacanza, è un viaggio sia fisico ma soprattutto personale e voglio cavarmela da sola, voglio poter contare solo su me stessa, non che in passato non lo abbia già fatto, ma le difficoltà che incontri vivendo all’estero sono differenti e volevo affrontare questa sfida con me stessa.
Perché hai scelto di trasferirti proprio in Australia?
Ho scelto l’Australia perché uno dei miei limiti era la lingua inglese. L’ho sempre studiata ma non mi sono mai sentita all’altezza di fare un discorso. Con il lavoro che facevo avevo molti contatti con colleghi stranieri ed ogni volta che dovevo fare una call per me era un incubo.
Sapevo scrivere le email ma se dovevo parlare mi bloccavo, tabula rasa. Sapevo che era un blocco mentale e se volevo superare questo limite l’unica soluzione era vivere per un periodo all’estero.
Molti, mi chiedevano perché non volessi andare in Inghilterra o in un paese più vicino. Io amo la natura, gli animali strani, il sole, la calma… quale posto poteva soddisfare al meglio tutto ciò? Non di certo l’Inghilterra! E poi ho sempre visto l’Australia come una meta così lontana… anche questo ha il suo fascino.
In che cosa consiste la tua attività e in quale città esattamente?
Al momento sono a Griffith, una piccola città nel NSW, e lavoro in varie farm.
Ci sono differenti tipologie di lavoro come il picking (raccogliere frutta e verdura), il packing (impacchettare frutta e verdura) weeding ossia togliere erbacce, piantare nuovi alberi o piante, harvest (raccolta di grano, riso..).
Certo sono lavori duri perché sei sempre sotto il sole, ho lavorato anche con 40 gradi e qui il sole è davvero molto forte e anche dannoso a causa del buco dell’ozono.
Ma per il momento mi piace questi lavori a contatto con la natura, mi sveglio all’alba e vedere il sole nascere mi dà sempre una grande energia. Torno a casa che sono stanca fisicamente, a volte piena di calli…però non ho stress psicologico e ansie che invece avevo con il lavoro d’ufficio.
Molto spesso quando lavoro sotto il sole e migliaia di mosche che ronzano intorno senza darti tregua, mi viene da ridere perché fino a qualche mese fa lavoravo seduta su una sedia, in un luogo chiuso con l’aria condizionata accesa..come cambiano le cose nel giro di poco tempo…
La città non l’avevo scelta a tavolino perché il mio obiettivo era di lavorare nelle farm per guadagnare soldi per viaggiare.
L’Australia è stupenda dal punto di vista naturalistico e sarebbe un vero peccato stabilirsi in un posto senza averla prima vista, non dico tutta perché enorme, ma buona parte.
Come hai affrontato e risolto il problema del visto?
Se hai meno di 31 anni venire in Australia è abbastanza semplice. Esiste un visto che si chiama Working Holiday Visa, puoi stare un anno, lavorare massimo 6 mesi per lo stesso datore di lavoro e puoi viaggiare.
Inoltre se lavori 88 giorni nelle farm in determinate aree puoi ottenere il secondo WHV, quindi puoi vivere tranquillamente 2 anni.
Per ottenerlo non ho avuto nessun problema, ho compilato un form online e dopo 2 ore ho ricevuto la conferma via email. Semplice e veloce.
Quali differenze sostanziali riscontri a livello lavorativo rispetto all’Italia?
ll mercato del lavoro in Australia, per ciò che ho visto io, è molto più veloce rispetto quello italiano, diciamo che non ci sono paragoni.
Ho accompagnato un mio amico argentino a consegnare CV nei ristoranti di Sydney e immediatamente gli hanno detto che avrebbe fatto la prova quella sera stessa. Preso. Un altra ragazza aveva compilato un annuncio online come segretaria, l’hanno telefonata dopo due ore, il giorno dopo ha fatto il colloquio e quel pomeriggio l’hanno chiamata per dirle che l’avevano assunta.
Magari non sarà così per tutti i tipi di lavoro ma sicuramente credo che in Australia ci sia equilibrio tra domanda e offerta di lavoro.
Com’è avvenuta la vostra integrazione in una realtà locale sostanzialmente differente da quella italiana?
In questi 3 mesi in Australia devo dire che non ho fatto molta difficoltà ad ambientarmi, anche se al momento vivo in una casa multiculturale, siamo in 16 e proveniamo da diverse parti del mondo: Italia, Corea, Taiwan, Germania, Estonia.. ed è stupendo perché si imparano davvero tante cose, in primis a capire le diversità culturali, il che apre la mente e ti arricchisce tantissimo.
Ho anche imparato a cucinare il sushi!!!
Un’altra cosa che ho notato è la gentilezza del personale che lavora nei negozi, banche..nei servizi pubblici. Sempre sorridenti, sempre pronti a darti una mano, risolvere problemi. Probabilmente sono sorrisi falsi, ma pur sempre sorrisi sono.
La burocrazia qui è davvero veloce, in un’ora sono riuscita ad avere il mio Tax file number, è un numero che serve per lavorare e pagare le tasse, una sorta di partita Iva, e la Medicare ossia l’assicurazione sanitaria. Se vai in banca e c’è coda ti offrono cioccolatini, caffè e The.
L’Italia oramai è per te un ricordo, hai nostalgia, cosa ti manca?
L’Italia è comunque nel mio cuore, è un paese pieno di contraddizioni e di cose che non funzionano, però non mi sento di parlare male della mia terra, piena di storia e cultura.
Al momento non mi manca, ovviamente a parte la mia famiglia che vorrei avere qui.
Vivere in Australia sotto quali aspetti è meglio che in Italia ? E sotto quali aspetti è peggio?
Credo che qualsiasi paese abbia i pro e i contro. L’Australia sicuramente offre molto più lavoro che in Italia, è un paese relativamente nuovo, in piena espansione, ma allo stesso tempo qui non c’è una storia dietro, non ci sono monumenti, opere d’arte come quelle che abbiamo in Italia.
Sinceramente non mi sento di giudicare, l’Australia è semplicemente diversa. Ma può piacere come no.
Conosco persone che hanno vissuto in Australia ma non si sono trovate bene e sono tornate in Italia, tutto è soggettivo.
Per adesso mi sto godendo la vita australiana, ho ancora tanto fare, da vedere, da conoscere.
Cosa consiglieresti ad altri italiani che desiderassero seguire le tue orme e trasferirsi a lavorare a Griffith? Che attività potrebbe essere indicata?
Per la mia esperienza sento di dire che se si sente il bisogno di cambiare area, se si è alla ricerca di un lavoro che in Italia non arriva… allora l’Australia può essere un buon porto dove approdare.
Chi ha meno di 31 anni può fare richiesta del WHV in modo da garantirsi 1 anno qui, e come ho detto prima, se si ottengono gli 88 giorni nelle farm, puoi usufruire del secondo anno.
Due anni per capire se l’Australia è il paese giusto dove stabilirsi sono più che sufficienti.
Nei due anni si può ricercare lo Sponsorship, un visto di altri due anni che potrebbe sfociare in un Permanent.
Certo non è facilissimo ottenere lo Sponsorship, ma neanche impossibile, io ho conosciuto un sacco di ragazzi che lo hanno chiesto nel luogo in cui lavoravano e lo hanno ottenuto.
I settori in cui è più facile trovare lavoro appena arrivati qui sono l’hospitality, quindi cuoco, cameriere, barman.. e l’edilizia. Conoscere l’inglese, o comunque avere almeno una base è importante.
Conosci molti italiani che vivono a Sydney, li frequenti?
A Sydney conosco solo due ragazzi, ho vissuto solo 10 giorni a Sydney quindi non ho avuto il tempo di stingere amicizie.
Ma lo preferisco, se sono qui è perché voglio conoscere persone nuove, di altre culture, voglio mettermi in gioco e ovviamente migliorare il mio inglese.
www.larosadeiventi.ven.it
Di Massimo Dallaglio